Questo versetto non afferma che Noè era perfetto, e non lo dobbiamo considerare in quel modo.
Era un peccatore, come tutti dopo la caduta di Adamo ( vedi Gen 9,21 ).
Il versetto dice solo che era giusto e integro "ai suoi tempi" o "tra i suoi contemporanei".
Gen 7,1 dice similmente.
Cioè, in confronto con gli altri, era più giusto.
Infatti, non solo in confronto con i suoi contemporanei, ma in confronto con tutti dell'Antico Testamento, di cui è contato fra i tre più giusti ( Ez 14,14,20 ).
In alcune versioni ( soprattutto in inglese ), "integro" è tradotto invece "perfetto".
Ma la parola non ha il senso di perfezione morale.
Lo vediamo da Gb 1,1.8; Gb 2,3.8; Gb 9,21-22; Gb 12,4; Gb 27,5; Gb 31,6 in cui Dio, Giobbe stesso, e la moglie di Giobbe chiamano Giobbe integro - la stessa parola che è usata in Gen 6,9.
Eppure Giobbe sapeva che non si poteva essere giusti davanti a Dio ( Gb 9,2 ), e che aveva iniquità, peccato, e trasgressioni ( Gb 10,6; Gb 14,16-17 ).