La Crociata della sofferenza per le vocazioni sacerdotali … |
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Riporto da un giornale quotidiano: « Ogni giorno nella cronaca si affacciano notizie brevi e quasi nascoste: " Si è ucciso, oppresso dalla solitudine … " oppure " Stanca di vivere sola si è tolta la vita col gas … ".
Drammi oscuri che passano inosservati.
" Sono giovane ma mi sento tanto solo e talvolta ho pensato di farla finita … ".
C'è troppo egoismo nel mondo e soprattutto troppa poca gente disposta a offrire amicizia sincera.
Non mi vergogno ad ammettere che molte volte anch'io ho pensato di morire, appunto per troppa solitudine e per quel senso di inutilità della vita che viene a chi è privo come me di parenti e di amici …
La solitudine e il pensiero della morte: due concetti che sembrano inseparabili.
La solitudine di chi ha avuto qualcuno e l'ha perduto, o la solitudine desolata di un vecchio è altrettanto lacerante di quella che colpisce chi della sua condizione di uomo " solo " si accorge con gli anni che avanzano e non ha più facoltà di ricupero … ».
Fin qui il giornale! E ancora continua in citazioni e commenti.
Ho pensato: Non una parola di conforto, dell'unico conforto che può venire dalla fede soltanto: qualche considerazione, qualche rimpianto: nulla più!
In fondo è come dire: soffrite nello spirito? Aggiustatevi!
Ho pensato ai drammi della solitudine, ai drammi dell'abbandono, dell'ingratitudine, del disprezzo, dell'ingiustizia, del tradimento, del rimorso, della calunnia, dello sconforto, della miseria; a tanti drammi di anime spesso sconosciuti spesso nascosti, a tanti drammi di anime raccontati a tutti su giornali e su rotocalchi per la necessità di sfogarsi, per il bisogno di sentire una parola di conforto …
Molti sono i sofferenti nel corpo, ma quanti più sono i sofferenti nello spirito!
Ognuno di noi ha qualche sofferenza nello spirito.
Lo sconforto, il rimorso, l'ingratitudine, l'ingiustizia … più o meno intensamente li abbiamo provati e li proviamo tutti.
Giustamente la sofferenza del corpo come le malattie viene orientata ai fini di farne fonte di merito e di segno di amore.
Perché anche le sofferenze dello spirito non possono essere orientale in tale senso?
Gesù ha sofferto nel corpo ma molto più ha sofferto nello spirito: visse povero, sconosciuto, disprezzato: fu odiato, calunniato, perseguitato, abbandonato, tradito, accusato ingiustamente, deriso, condannato …
Ecco allora la prima idea della Crociata: Unire le nostre sofferenze spirituali a quelle di Gesù per rispondere al suo invito: Venite a me voi tutti che siete travagliati e oppressi ed io vi ristorerò ! ».
E può ben comprenderci perché « Egli ha portato i nostri affanni e si è addossato i nostri dolori, … e giustificherà molti, e si addosserà la loro iniquità » ( Is 53 ).
Scopo della Crociata è quindi prima di tutto avvicinare a Gesù nella sua Passione, che non fu soltanto fisica, per unire le proprie sofferenze spirituali a quelle di Gesù Crocifisso.
Si rivolge quindi la Crociata a tutti coloro che soffrono nello spirito principalmente, o anche nel corpo, ben sapendo che le sofferenze del fisico hanno sempre una ripercussione anche nello spirito.
L'intenzione per cui si offrono queste sofferenze è indicata nelle Vocazioni Sacerdotali e Religiose.
Perché?
Il Sacerdote e il Religioso sono coloro che più intimamente hanno scelto di farsi imitatori di Gesù.
Per seguirlo debbono ogni giorno prendere la loro Croce e seguirlo.
Per accogliere la sua chiamata alla vita consacrata debbono sapere che la loro vita avrà tante consolazioni spirituali ma anche tante sofferenze spirituali: l'incomprensione, la solitudine, il disprezzo …
Non potranno riempire questi vuoti della loro vita se non accanto a Gesù Crocifisso: se ricercheranno fuori di Lui la consolazione non la troveranno e resteranno delusi e forse lo abbandoneranno.
Hanno bisogno le anime consacrate e quelle che si preparano ad esserlo di essere sostenute nei momenti di tristezza, di abbandono, di sfiducia, di sconforto …
E per ottenere a loro la grande grazia di questo sostegno da parte di Gesù Crocifisso che si invitano le anime che più soffrono ad offrire le loro pene.
A Gesù in croce diciamo: « per questo momento di sconforto Signore, allevia lo sconforto di un Sacerdote, per questa ingiustizia che soffro.
Signore fa che un'anima consacrata accolga serenamente l'ingiustizia di cui è vittima … ».
Ogni nostra pena spirituale potrà trovare in una uguale pena di un'anima consacrata il suo valido motivo di offerta e quindi di più serena accettazione e di merito.
La ricchezza immensa che Dio pone in ogni nostra sofferenza non può andare perduta, non deve servire a ripiegarci su di noi, nel disegno della infinita Bontà paterna di Dio deve essere valorizzata, deve servire a noi e alle anime.
Un ultimo aspetto da considerare è ancora quello dell'estensione in apostolato dell'offerta della nostra sofferenza; l'anima consacrata a cui Dio darà consolazione e forza in virtù della nostra offerta estenderà la sua azione benefica a favore di tante altre anime tribolate: un santo sacerdote, uno zelante religioso sapranno fare della loro sofferenza un mezzo di apostolato e una fonte di esperienza per alleviare in Dio le sofferenze con cui verranno in contatto.
La Crociata della Sofferenza ha quindi carattere essenzialmente spirituale ed è costituita per l'unico motivo di servire di richiamo a quanti vi aderiscono perché ricordino il tesoro che Dio manda loro con la sofferenza.
Non è quindi una particolare Associazione ma una « Crociata » che intende unire in comunione di intento e di impegno di offerta le anime che comprendono il valore grandissimo della sofferenza spirituale: per ottenere lo scopo di ricordare queste intenzioni si serve di una lettera circolare che viene inviata agli aderenti ( non si può parlare di iscritti perché non è una società ) ogni trimestre.
E per far tangibilmente ricordare la Passione e Morte di Gesù invia a tutti un piccolo Crocifisso: è un richiamo esterno e un invito a non abolire, come purtroppo tanto spesso accade, il Crocifisso dalle nostre case e dalle nostre famiglie.
fr. Gustavo
Il Car.mo Fr. Gustavo Luigi, Assessore Generale dell'Unione, è stato prescelto dai Confratelli e Superiori a ricoprire la carica di Visitatore Ausiliario del Distretto di Torino.
A Lui l'augurio nostro e la nostra preghiera perché il Signore l'assista nel nuovo incarico e gli conceda le grazie necessarie per lo sviluppo dell'Unione.