Catechesi agli allievi adulti della Casa di Carità

B181-A3

Fra gli allievi che frequentano i corsi della Casa di Carità vi sono anche 95 allievi dei corsi promossi dalle aziende per la qualificazione, per meccanici ed elettromeccanici, che frequentano ad orario pieno di 42 ore settimanali un corso della durata di 6 mesi circa per acquistare una specifica qualifica professionale e per essere poi inseriti, a corso ultimato, nei reparti di produzione dell'Azienda.

Si tratta di uomini aventi l'età di 20-25 anni, quasi tutti immigrati, e quindi staccati dalla loro famiglia, dal loro paese e dalle loro abitudini e che trovano molte difficoltà, e qualche volta anche ostilità, ad inserirsi in un ambiente notevolmente diverso dal loro di origine.

Anche per questi allievi la Casa di Carità deve essere fedele al fine programmatico espresso dal Crocefisso al Servo di Dio fra Leopoldo mentre stava facendo l'adorazione alle sue piaghe: « per salvare le anime, per formare nuove generazioni, si devono aprire Case di Carità per far imparare ai giovani arti e mestieri ».

Quindi anche a questi uomini la Casa di Carità deve non solo « far imparare arti e mestieri » ma deve svolgere una azione formativa cristiana « per salvare le anime, per formare nuove generazioni ».

Per conseguire questa formazione cristiana è necessaria una istruzione religiosa, ossia una catechesi adatta all'età matura degli allievi.

Poiché non è possibile tenere lezioni di catechismo vero e proprio è necessaria una istruzione religiosa inserita nel contesto delle lezioni del corso e che riguardi la loro professione, la loro famiglia, ecc. e deve essere presentata in modo da essere compresa ed accettata anche da persone di scarsa istruzione religiosa e di poca pratica di vita cristiana.

Si è quindi dovuto provvedere ad una diligente preparazione di programmi e di insegnanti per spiegare nelle lezioni di "etica professionale" che rientra nel programma del corso, i valori umani e religiosi connessi e derivanti dalla attività professionale di lavoro nella quale stanno qualificandosi con una apposita preparazione teorica e pratica.

Anzitutto si spiega la ricchezza di valore umano inserito nella professione - lavoro perché ogni successiva crescita cristiana deve fondarsi sull'uomo e sui suoi valori e capacità.

Riferendosi ai documenti Conciliari ( Gaudium et Spes e Lumen Gentium ) si spiega come l'attività di lavoro svolta dall'uomo nell'esercizio della sua professione, è di valore infinitamente superiore agli altri elementi della vita economica che hanno solo funzione di mezzo.

Con il lavoro l'uomo non soltanto modifica la materia producendo dei capolavori di tecnica, ma anche perfeziona se stesso esercitando quelle doti di intelligenza che ha avuto dalla natura e quelle capacità professionali imparate a scuola e sviluppate nell'ambiente di lavoro.

Ma il valore umano del lavoro non è solo personale del lavoratore, ma soprattutto nella vita moderna attuale ha un fine eminentemente sociale perché con il lavoro personale si producono beni e servizi che vengono posti a disposizione delle società dando così un valido apporto al progresso comune.

È dal lavoro, legge pressoché generale per tutti gli uomini, che l'uomo deve trarre il guadagno per il suo sostentamento e per quello della sua famiglia, guadagno che deve essere sufficiente anche per le sue esigenze culturali e ricreative.

Dai valori umani si passa alla considerazione del valore religioso e morale del lavoro che è la nostra collaborazione alla attività creatrice di Dio, è il mezzo per servire sé e gli altri nella carità e nell'aiuto scambievole e per le caratteristiche penitenziali ci associa all'opera redentiva di Gesù Cristo, il Lavoratore di Nazareth.

Con la consapevolezza derivante dalle spiegazioni sul valore del lavoro si deduce che l'uomo, che ha ricevuto da Dio il comando di sottomettere a sé la terra con tutto quanto contiene, deve trovare nel lavoro quotidiano il mezzo più valido per la sua crescita come uomo ed il perfezionamento sino al più alto livello della sua vita cristiana.

Inoltre gli allievi hanno pure lezioni di "educazione civica" nelle quali vengono trattati i problemi relativi alla famiglia, alla comunità di lavoro, allo stato.

La trattazione di questi argomenti, con riferimento al Vangelo ed agli altri documenti della Chiesa, permette di svolgere una valida azione formativa cristiana.

In particolare la trattazione della famiglia intesa come nucleo formativo, cellula prima della società e punto focale di crescita e sviluppo dell'uomo è di essenziale importanza.

Si mette in evidenza come la famiglia sia espressione delle esigenze che sorgono spontaneamente nell'uomo, indipendentemente da ogni legge civile, cioè come l'uomo abbia l'esigenza della famiglia perché solo in essa realizza un pieno sviluppo della sua personalità e perché solo in essa raggiunge il perfezionamento della sua umanità.

Il mondo del lavoro è esaminato sotto l'aspetto umano e sociale allo scopo di determinare una maggior consapevolezza e impegno per la comunità di lavoro.

Viene sottolineata l'importanza sociale del medesimo e vengono illustrate le proprietà fondamentali quali la necessità e personalità cioè mezzo per soddisfare bisogni ed esigenze ed esplicazione della personalità umana.

Vengono quindi esaminati i diritti e i doveri del lavoro, alla luce dei principi evangelici e costituzionali.

Oltre a questo insegnamento svolto nelle lezioni didattiche

vi è l'azione indiretta di aiuto alla formazione che viene svolta dalla scuola per mezzo delle persone e dei mezzi che la costituiscono:

vi è il rapporto personale insegnante ed istruttore-allievo che permette di incoraggiare, consigliare ed anche correggere;

vi è il dialogo su questioni o fatti che l'allievo espone e che vengono discussi fraternamente;

vi è la preparazione professionale secondo i programmi concordati con la direzione aziendale, che viene svolta con il massimo impegno possibile onde garantire agli allievi, al termine del corso, una effettiva capacità professionale;

vi è la stima, il rispetto e la fiducia dimostrata dagli insegnanti agli allievi;

vi è infine una piena e totale disponibilità di servizio che la Casa di Carità, con i suoi mezzi e le sue persone, mette generosamente a disposizione degli allievi e che questi accettano con riconoscenza;

vi è infine l'esempio e la testimonianza presentata dagli insegnanti e dal personale tutto della Casa di Carità.

I risultati di questa formazione umana e di questa catechesi cristiana svolta nei sei mesi di durata di ciascun corso sono sostanzialmente buoni come risulta da constatazioni e valutazioni esteriori ma significative.

All'inizio di ogni corso l'atteggiamento degli allievi è riservato, quasi un po' diffidente per mancanza di conoscenza dell'ambiente che lo accoglie.

Successivamente acquistano una migliore conoscenza della Casa di Carità nella quale trovano stima, comprensione ed aiuto nello studio, quindi si aprono con fiducia e confidenza realizzando così un rapporto con la Casa di Carità che è senz'altro efficace per la loro crescita umana e cristiana.

Questo risultato educativo è verificabile alla fine del corso in molti modi: il comportamento nella scuola è educato e di buon impegno nello studio, il contegno con i loro insegnanti teorici e pratici è di stima e di fiducia e per le solennità religiose dell'anno la maggior parte di essi prende parte spontaneamente alle funzioni indette per i corsi diurni, tenendo un contegno molto corretto ed accostandosi anche ai Sacramenti.

Successivamente, a corso ultimato, ritornano volentieri alla Casa di Carità per rivedere i loro Insegnanti e parecchi di essi si iscrivono ai corsi serali.

F. Fonti