Un modello di educatore per il terzo millenio |
B289-A2
Il Ven. Teodoreto F.S.C.
Vito Moccia
Ricorre quest'anno il cinquantesimo anniversario della morte del ven. fr. Teodoreto delle Scuole Cristiane, al secolo prof. Giovanni Garberoglio, nato a Vinchio d'Asti il 9 febbraio 1871, deceduto a Torino il 13 maggio 1954, dichiarato venerabile il 3 marzo 1990 da S.S. Giovanni Paolo II°.
Fr. Teodoreto è stato un umile ma intrepido educatore, vissuto nel nascondimento della comunità e della scuola lasalliana, ma altresì nel coinvolgimento ai segni dei tempi, quali la consacrazione del laicato, la missione catechistica, l'elevazione umana e spirituale dei lavoratori mediante la formazione professionale, il tutto in un'impostazione cristocentrica, espressamente mirata all'amore a Gesù, il Crocifisso Risorto.
È stato quindi un pioniere, precorrendo i tempi dell'istituzione degli istituti secolari, con la fondazione dell'Unione Catechisti del Crocifisso e dell'Immacolata, nonché dei centri di formazione professionale, attraverso la Casa di Carità Arti e Mestieri.
E la sua genialità e intraprendenza di precursore è di tanto più rilevante considerando che Egli, da trasparente discepolo di S.G.B. de La Salle, ripropone il carisma del suo santo Fondatore in piena consonanza alle aspettative del nostro tempo.
Ben a proposito è stato quindi definito da un Superiore generale della sua congregazione, come "profeta per tutti i Fratelli del mondo", e nel decreto sull'eroicità delle sue virtù, come "l'Apostolo della perseveranza nel bene dei giovanili."
Tra le celebrazioni programmate per l'occasione, importante rilievo hanno avuto quelle svolte il 4 e il 5 settembre scorsi nel suo paese natale, e nella commemorazione tenutasi nella sera di sabato 4 particolare prestigio ha dato la presenza di S. Em.za il card. Angelo Sodano, Segretario di Stato vaticano, di cui riportiamo le riflessioni conclusive.
Cari amici di Vinchio, Autorità, Fratelli delle Scuole Cristiane, Catechisti, "l'uomo propone e Dio dispone", dice un antico proverbio che posso riferire a questa circostanza.
In realtà da tempo desideravo venire tra voi e il Signore oggi ha disposto che io fossi ad Isola d'Asti per alcuni giorni di riposo, e così ho colto l'occasione che la Provvidenza mi dava per venire questa sera tra voi a sentire queste belle parole sulla figura di fratel Teodoreto e complimentarmi con voi per l'impegno che mettete per farlo conoscere e per vivere nei suoi insegnamenti.
Da tempo molti vincoli mi legano al vostro bel paese: sono stato battezzato nel novembre del 1927 nella mia parrocchia di Isola Santa Caterina dal compianto don Agostino Lajolo, nativo di Vinchio; l'attuale parroco della suddetta parrocchia, mons. Giovanni Bertolino, è pure nativo di Vinchio; un mio collaboratore nella Segreteria di Stato è mons. Gianni Lajolo, vostro concittadino, che ben conoscete.
Ma oltre a questi vincoli, ne ho molti altri, con persone e con situazioni di Vinchio.
Quindi è una serata di festa per me trovarmi tra tante persone amiche.
Ho voluto anch'io ascoltare il profilo umano e spirituale di fr. Teodoreto: veramente dobbiamo pregare che presto lo possiamo vedere sugli altari glorificato, e così sarà anche glorificata un po' questa terra che gli ha dato i natali.
Ho apprezzato molto che i vari oratori abbiano sottolineato l'anima interiore del suo apostolato.
A questo riguardo mi piace ricordare che quando noi eravamo chierici in seminario, il rettore del tempo, mons. Secondo Stella, ci faceva sempre meditare su quel libro famoso: "L'anima dell'apostolato" talora gli chiedevano quanti chilometri avesse percorso; ebbene lui rispondeva: "Non lo so con precisione, so che c'è la distanza di due rosari, tre, quattro rosari".
Contava le distanze con la preghiera, e questo è il segreto del santo.
Mi piace quindi che voi abbiate sottolineato l'intensa e profonda vita interiore di fr. Teodoreto, la sua spiritualità che ha alimentato l'impegno catechistico e per la carità.
Fr. Teodoreto è davvero un gigante della carità, così come tutti i nostri santi: il Cottolengo, don Bosco, don Orione.
Ma lo ribadisco, la fonte di tutte queste opere apostoliche è sicuramente la sua santità interiore, e quindi non mi rimane che fare il voto che presto il vostro parroco, don Aldo, possa preparare una nicchia nella parrocchia e portare lì la statua di Fratel Teodoreto.
La commemorazione è stata aperta dal parroco don Aldo Rosso e dal sindaco Andrea Laiolo, che hanno evidenziato le qualità umane e soprannaturali del loro concittadino, radicato alla propria terra, ma altresì pronto al distacco per seguire la sua vocazione.
L'assessore regionale Mariangela Cotto ha sottolineato la profonda sensibilità di fr. Teodoreto per la formazione professionale e morale dei lavoratori, il cui frutto è la Casa di Carità Arti e Mestieri, mentre il presidente della provincia di Asti, Roberto Marmo, ha espresso il compiacimento del territorio astigiano per questo suo figlio che viene ad arricchire la fioritura dei suoi santi, particolarmente sensibili ai problemi sociali.
Nella relazione di Vito Moccia, presidente della Casa di Carità e Catechista, sono state approfondite le caratteristiche spirituali e profetiche del messaggio e delle opere di fr. Teodoreto, precursore degli Istituti Secolari, apostolo della missione catechistica, nonché della scuola e della formazione professionale, intese come annuncio evangelico pur nella loro autonomia didattica e culturale.
Questo messaggio è ad un tempo derivato e mirato all'amore a Gesù Crocifisso e a Maria Immacolata, quale segno autentico della fede cristiana, in consonanza al messaggio pontificio ai giovani per il Terzo Millennio, su "La Croce cammino di felicità".
Dopo i messaggi del presidente generale dell'Unione Catechisti, Leandro Pierbattisti, e del postulatore dei Fratelli, fr. Rodolfo Meoli - che ha illustrato le procedure per la canonizzazione, invitando alla preghiera perché fr. Teodoreto pervenga presto alla beatificazione - ha concluso la commemorazione S. Ecc. mons. Francesco Ravinale, vescovo di Asti, che si è riallacciato alla tematica della spiritualità del Venerabile, con toccanti tratti di esperienze personali, riferite all'Adorazione al Crocifisso e alla metodologia catechistica, che trova la sua espressione autentica se ispirata a Gesù e nutrita dall'Eucaristia.
L'istituzione dell'Unione Catechisti ha costituito per fr. Teodoreto piena realizzazione della sua missione di educatore operante nelle scuole cristiane, da autentico discepolo di S. Giovanni Battista de La Salle.
Fr. Teodoreto ha inteso la scuola come luogo di formazione integrale del giovane e dell'uomo, pertanto anche di educazione e di catechesi, ed altresì con durata permanente, non circoscritta agli anni curriculari scolastici, ma proiettata per tutta la vita.
Questa è una delle prime motivazioni dell'Unione Catechisti, cioè la perseveranza e lo sviluppo dei frutti della scuola cristiana.
In tale caratteristica è riposto uno degli aspetti profetici della ricca personalità di fr. Teodoreto, cioè l'avere precorso l'educazione permanente, elemento che noi consideriamo uno dei segni dei tempi.
Ma un altro aspetto più profondo e più intrinsecamente lasalliano emerge nell'istituzione dell'Unione Catechisti, cioè l'intuizione della consacrazione secolare, cioè di una stretta conformazione al carattere battesimale vivendo nel mondo.
Come per il de La Salle, sacerdote, l'altare dei suoi Fratelli è la cattedra di scuola, così per fr. Teodoreto l'altare dei suoi Catechisti è il mondo, nel quale far fruttificare i germi della santificazione personale e del prossimo. Fr. Teodoreto, sviluppando il carisma lasalliano della consacrazione e della missionarietà del laicato, è quindi stato uno dei primi precursori degli istituti secolari, forte e caratteristico segno ecclesiale della nostra epoca.
L'avere prospettato l'esigenza della santità per ogni stato di vita, vivendo nel mondo, e in ogni condizione, dalla consacrazione personale allo stato coniugale, dalla missione in opere apostoliche all'impegno in professioni civili, appare come un'anticipazione del forte richiamo dei Pontefici del nostro tempo, oggigiorno da parte di Giovanni Paolo II, sulla vocazione di tutti alla santità.
L'avere posto la qualifica di Catechista per i membri dell'Istituto, è un'altra geniale intuizione, se si pone mente all'estrema necessità di annuncio evangelico e di catechesi di cui la nostra epoca post-cristiana necessita.
Non per nulla dal Magistero ecclesiastico, a cominciare dagli atti dell'ultimo Concilio, l'esigenza dei catechisti è fortemente dichiarata, subito dopo quella dei sacerdoti.
La missione di fr. Teodoreto per una scuola sempre più innestata e animatrice del mondo si è necessariamente incrociata con quello che è uno degli aspetti più salienti di questo, cioè il mondo del lavoro, le cui attese e problematicità egli ha intuito in modo sorprendente, segnalando l'urgenza della formazione professionale dei lavoratori, segnatamente dei giovani.
Va notato che una delle prime sollecitudini di fr. Teodoreto con riguardo a questo settore è stata la catechesi ai lavoratori, nella constatazione del loro progressivo allontanamento, per varie ragioni, dall'istruzione e dalla pratica religiosa.
La formazione professionale è stata per Lui il mezzo di evangelizzazione attraverso l'insegnamento di un lavoro, valorizzando, come strumento specifico, l'apprendimento di competenze professionali.
In sintesi annunciare il Vangelo insegnando un lavoro.
E ciò nel radicale e rigoroso rispetto degli aspetti didattici, tecnologici, sociali e di qualità della formazione professionale, con un'attenzione speciale all'inserimento occupazionale, ma il tutto in una piena animazione spirituale, nell'esercizio della carità, cioè dell'amor di Dio e del prossimo, senza la quale la stessa elevazione umana dei lavoratori rischia di essere compromessa.
Anche in questo ha seguito il carisma del de La Salle, che tra le scuole da lui istituite ha compreso quelle per la formazione dei giovani lavoratori.
Questo progetto educativo di fr. Teodoreto è stato realizzato attraverso la Casa di Carità Arti e Mestieri, denominazione e carisma suggeriti da fra Leopoldo Maria Musso, le cui ispirazioni hanno dato lo slancio definitivo per la realizzazione dell'Opera, così come lo hanno dato per l'Unione Catechisti.
Le vicende iniziali di questa hanno avuto un cammino accidentato, talora tormentato, con riguardo al nome "carità", che non tutti intendevano nella sua pienezza carismatica.
Ma con le sollecitudini e sotto lo spirito e la salvaguardia di fr. Teodoreto, i suoi Catechisti hanno realizzato nel 1925 la prima Casa di Carità Arti e Mestieri, che ora vede ad essi associati i Fratelli delle Scuole Cristiane, e si è sviluppata in 16 sedi, anche all'estero e con ulteriori prospettive di cammino, con collaborazioni con altri Enti di formazione professionale, e con apertura a nuovi settori.
Va rilevato che tra i vari Centri di formazione vi sono quelli per i carcerati, istituiti in ben 13 case circondariali ( più in 12 sedi esterne ), per il provvidenziale incontro tra la Casa di Carità e il Centro di Formazione Professionale Piemontese, ora inserito nella nostra Opera.
Dobbiamo essere grati a Dio che pure nel delicato e importante settore dei detenuti si perpetui il carisma del de La Salle, che raccolse anche giovani sbandati e ristretti.
I Fratelli suoi successori hanno continuato questa missione, prestando l'insegnamento direttamente nelle carceri.
Fr. Teodoreto è quindi un precursore della formazione professionale, rivolta ad ogni categoria, ma specialmente ai giovani e ai più bisognosi, per un servizio sempre caratterizzato dalla gratuità, da Lui vigorosamente sostenuta, anche nei momenti di difficoltà finanziaria, esortando i suoi Catechisti a confidare nella Divina Provvidenza.
Queste opere catechistiche, apostoliche e sociali sono il frutto dell'amore a Gesù Crocifisso, la cui adorazione, nella formula specifica compilata da fra Leopoldo e trasmessaci da fr. Teodoerto, va considerata come la sorgente, il contenuto e l'obiettivo finale delle suddette attività.
Discepolo del de La Salle, fr. Teodoreto trae dal suo fondatore l'impostazione cristocentrica nell'educazione e nella formazione, attraverso la riflessione, lo studio, la meditazione e l'adorazione al Crocifisso.
Per fr. Teodoreto non si tratta pertanto di portare all'attenzione dei fedeli una nuova formula devozionale, per quanto valida e ispirata essa possa essere.
Si tratta piuttosto, attraverso la formula dell'Adorazione alle ferite sanguinanti e gloriose di Gesù, di riproporre nel nostro tempo la centralità del Crocifisso, come elemento vivificante e di salvezza per ogni uomo e per ogni attività umana, in particolare per ogni progetto di catechesi e di promozione personale e sociale.
Anche in questo fr. Teodoreto è un profeta, poiché ha anticipato molti orientamenti pastorali del Magistero che hanno contrassegnato la nostra epoca, e in particolare l'inizio del Terzo Millennio.
Si pensi solo a quanto solennemente affermato dal Papa all'inizio del Terzo Millennio, e proprio rivolgendosi ai giovani: "La Croce cammino di felicità".
Va osservato con riguardo all'Adorazione a Gesù Crocifisso tramandataci da Fratel Teodoreto, che essa, pur innestandosi nell'atteggiamento fondamentale nel cristianesimo di adorazione perenne al Redentore, viene proposta con una immediatezza ed intensità che sfocia nell'amore più tenero e appassionato al Crocifisso Risorto, invocato come amatissimo e amabilissimo, nella contemplazione delle sue ferite aperte, sanguinanti e gloriose.
E questa modalità di amore è la nota specifica del messaggio di Fratel Teodoreto.
Con la centralità del Crocifisso fr. Teodoreto ha esplicitato e reso palese il contenuto del "segno della fede" che, come è noto, è elemento caratterizzante la spiritualità lasalliana.
Quale sia tale segno ci è stato espressamente dichiarato da Gesù: "Questa generazione cerca un segno, ma non le sarà dato nessun segno fuorché il segno di Giona" ( Lc 11,29 ), con espresso riferimento alla sua morte e risurrezione.
Il Crocifisso pertanto è il segno per eccellenza della fede.
Ma dalle Sacre Scritture emerge un altro "segno grandioso": "Una donna vestita di sole, con la luna sotto i suoi piedi e sul suo capo una corona di 12 stelle" ( Ap 12,1 ).
È noto come la liturgia applichi questa visione dell'Apocalisse alla Madonna.
Anche l'Immacolata pertanto è autentico segno della fede.
Fr. Teodoreto, denominando l™Unione Catechisti con il Crocifisso e con l'Immacolata, ha dato piena espressione a quel "segno della fede", che è l'autentico contrassegno della spiritualità lasalliana.
In perfetta linea con il suo Fondatore, fr. Teodoreto quindi è stato un precursore, non solo dei movimenti laicali della Famiglia lasalliana, che si ispirano a tale segno della fede, ma altresì del loro contenuto spirituale, incentrando ed esplicitando tale segno della fede, nel Crocifisso Risorto e in Maria Immacolata.
Dopo quanto esposto, siamo certamente sollecitati a intendere nella loro pienezza la provvidenzialità del messaggio e delle opere di fr. Teodoreto, anche con riguardo alla loro titolazione.
Non è superfluo questo aspetto, considerando le incomprensioni e le difficoltà proprio collegate a determinate espressioni.
Si pensi solo alle vicende collegate alla parola "carità" riferita alle arti e mestieri, come si è sopra accennato, rifiutata dal primo consiglio di amministrazione perché equivocata nel riduttivo significato di elemosina.
Ma forse lo stesso potremmo dire per la fondamentale titolazione "del Crocifisso e dell'Immacolata" riferita all'Unione catechisti.
Certamente è fuori discussione che per ogni cristiano i due suddetti nomi siano basilari e fortemente ispiranti.
Tuttavia la loro collocazione abbinata, riferita ad un'opera apostolica, potrebbe anche dare l'impressione di vetusto e di devozionale, da cui certe preferenze per denominazioni ritenute più idonee a suscitare interesse e magari adesioni.
Lo stesso, in certa misura, può essere detto per il termine "catechisti", ritenuto talora meno qualificante di educatore, o di formatore.
Ma abbiamo visto come le aspettative e le istanze di fondo siano per l'essenzialità dell'annuncio cristiano, secondo la linea costantemente ribadita dal Sommo Pontefice e dai Vescovi.
È seguito un concerto di musica classica ( anche per onorare la sensibilità estetica di fr. Teodoreto per la musica e la pittura ) da parte dei solisti dell'Orchestra italiana di flauti, sotto la direzione di Marlaena Kessick, che si è esibita anche come flautista nell'esecuzione di proprie composizioni, e con l'eccellente partecipazione del mezzosoprano Bianca Sconfienza e dell'arpista Eleonora Perolini.
Domenica 5, dopo la visita alla casa natale di fr. Teodoreto, è stata celebrata nella chiesa parrocchiale di S. Marco la Messa solenne di ringraziamento, con riflessioni di fr. Ottavio F.S.C. sulle virtù e sulle opere del Venerabile.
Il servo di Dio nasce a Vinchio d'Asti il 9 febbraio 1871, ultimo di sei figli, da Bartolomeo Garberoglio ed Eleonora Giolito, laboriosi agricoltori e ferventi educatori nella fede della numeroso famiglia.
È battezzato il giorno dopo, 10 febbraio, con i nomi di Giovanni Andrea.
Conosciuto l'Istituto dei Fratelli delle Scuole Cristiane, entra al noviziato dei Fratelli a La Villette in Savoia ( Francia ).
Il 1° novembre 1887 fa la vestizione religiosa e riceve il nome di Fratel Teodoreto; fa la professione perpetua il 12 settembre 1899.
Nel frattempo consegue i titoli accademici per l'insegnamento nella scuola primaria e in seguito per l'insegnamento del disegno nella scuola superiore.
Dedica la maggior parte della sua attività apostolica alle scuole elementari popolari della ROMI ( Regia Opera Munifica Istruzione ) in Torino, con annesse scuole gratuite serali, prima come insegnante e poi come ispettore e direttore.
Nel 1906 è inviato dai superiori al secondo noviziato a Lambecq-lez-Halles in Belgio e ritorna con il proposito di "formare una associazione di giovani veramente buoni, per aiutarli a vivere una vita intensamente cristiana".
Conosciuto nel 1912 il Servo di Dio fra Leopoldo Maria Musso O.F.M., in fama di santità, viene incoraggiato a "fare ciò che ha in mente", ponendo a fondamento della sua opera apostolica l'Adorazione a Gesù Crocifisso.
Nel 1913 dà inizio alla Pia Unione del SS. Crocifisso e di Maria SS. Immacolata, canonicamente eretta dalla Curia di Torino il 9 maggio 1914, e costituita in istituto secolare il 24 giugno 1948.
L'attività dei suoi Catechisti viene indirizzata verso il mondo del lavoro con la fondazione della Casa di Carità Arti e Mestieri per la formazione professionale, e in varie forme di catechesi: nelle parrocchie, verso i più indigenti con la "Messa del Povero", verso la famiglia.
Trascorre gli ultimi anni nella pratica di un'angelica vita interiore e di una serena sopportazione della sofferenza "per riposare in Gesù e Maria", largo di consigli e di preghiera per le numerose persone che a lui si rivolgono.
Muore la notte del 13 maggio 1954 al Collegio San Giuseppe di Torino.
La grande partecipazione di folla e di autorità religiose e civili ai suoi funerali sono la prima forte testimonianza della fama di santità che già lo circondava in vita.
Molte Grazie, soprattutto spirituali, sono attribuite alla sua intercessione.