Catechismo degli Adulti |
Siamo chiamati a conformarci sempre più a Cristo, crescendo nella carità, orientando al bene tutte le nostre energie, purificandoci dai nostri peccati.
Il tempo del pellegrinaggio terreno ci è dato perché, attraverso i sacramenti, la preghiera, le opere buone e le sofferenze liberamente accettate, possiamo avvicinarci a Dio e prepararci ad accogliere il dono di sé che egli vuol farci nell'eternità.
Ma l'esistenza terrena può non bastare.
Chi al termine di essa non è in piena sintonia con il Signore Gesù, dovrà proseguire la propria liberazione dal peccato, per essere "senza macchia né ruga" ( Ef 5,27 ) come tutta la Chiesa, che Cristo introduce alla presenza immediata del Padre.
Tutto in noi deve essere degno della sua compiacenza.
Si chiama purgatorio la completa purificazione dal peccato di quanti muoiono in grazia di Dio, ma non sono ancora pronti per la comunione perfetta e definitiva con lui.
1205 Poco prima dell'era cristiana si diffuse nel mondo ebraico l'intercessione per la purificazione dei defunti, rimasti sostanzialmente fedeli all'alleanza ma con qualche incoerenza: Giuda Maccabeo, dopo una battaglia, fa pregare e manda ad offrire un sacrificio al tempio, perché i caduti siano purificati dai peccati, in vista della risurrezione nell'ultimo giorno. ( 2 Mac 12,38-45 )
Gesù stesso sembra alludere a una possibilità di perdono nel secolo futuro. ( Mt 5,26; Mt 12,32 )
Il cristianesimo antico, in continuità con la tradizione ebraica, coltiva la pietà verso i defunti: preghiera, elemosina, digiuno e soprattutto celebrazione dell'eucaristia.
Col volgere dei secoli si sovrappongono credenze popolari e vivaci rappresentazioni riguardanti il luogo, la durata e la natura del purgatorio.
Ma l'insegnamento del magistero ecclesiale si mantiene estremamente sobrio e si può così riassumere: al termine di questa vita terrena, è concessa ai defunti, che ne hanno ancora bisogno, una purificazione preliminare alla beatitudine celeste, nella quale possono essere aiutati dai suffragi della Chiesa e dei singoli cristiani, soprattutto dalla santa Messa.5
Se consideriamo l'infinita santità di Dio, appare del tutto ragionevole che la perfetta comunione con lui in Cristo comporti un rinnovamento assai più esigente di quello che ci è dato osservare ordinariamente nelle stesse persone generose e impegnate. Occorre un risanamento totale.
Solo l'amore gratuito del Padre, che ci raggiunge per mezzo di Cristo nello Spirito, può guarire la nostra personalità, come il fuoco affina l'oro e l'argento. ( Zc 13,9; Ml 3,3 )
Esso provoca nell'uomo, oltre la gioia di avvicinarsi a Dio, la sofferenza di non essergli pienamente conforme.
È una sofferenza che nasce dall'amore e, come tale, è assolutamente diversa da quella dei dannati che nasce dall'odio.
Il purgatorio non è un inferno temporaneo; la purificazione non ha niente a che fare con la perdizione.
Appare ragionevole ammettere anche l'efficacia dei suffragi, se la collochiamo nel contesto dell'essenziale socialità dell'uomo, che si attua pienamente nella comunione dei santi.
Solo in relazione agli altri si vive e si cresce.
Per questo la solidarietà dei credenti e della comunità cristiana ha un potere di intercessione presso Dio per facilitare la purificazione dei defunti.
Ovviamente tale potere è concesso da Dio stesso, il quale ci vuole solidali davanti a sé e ci chiede di cooperare con la sua grazia.
Questa solidarietà trova espressione particolare nelle esequie cristiane: con la preghiera, il rito della benedizione e soprattutto la celebrazione eucaristica accompagniamo i fratelli all'incontro con il Padre, nella luce del mistero della Pasqua di morte e risurrezione.
1208 Al termine della vita terrena, i giusti che ancora hanno bisogno di purificazione per entrare nella beatitudine della perfetta comunione con Dio vengono liberati da ogni ombra di peccato in virtù della grazia di Dio, con la solidarietà di tutta la Chiesa.
Indice |
5 | Conc. di Lione II,
Professione di fede dell'imperatore Michele Paleologo; Conc. di Firenze, Bolla di unione degli Armeni "Exsultate Deo"; Conc di Trento, Sess. VI, Decr. Sulla giustificazione, Can. 30; Conc di Trento, Sess. XXV, Decr. Sul purgatorio |