Convegno ecclesiale di Verona |
Moderatore: p. Michele Simone, vicedirettore de La civiltà cattolica, Roma
Segretario: Matteo Bellati, Centro di ricerche per lo studio della dottrina sociale della Chiesa, Università Cattolica del Sacro Cuore, Milano
17-18 ottobre 2006
a) La nostra speranza di cristiani testimoni del Risorto è anche dare speranza a chi non ce l'ha, uscire dalla cultura dell'impossibile.
b) La riflessione sull'antropologia cristiana - ma qualcuno attende una « nuova » antropologia cristiana - potrebbe fornire gli strumenti culturali per aiutare a vincere il senso di estraneità vissuto da molti nelle società occidentali.
c) In talune zone del Mezzogiorno vivere e difendere la legalità sino in fondo, soprattutto se viene a mancare la presenza attiva della comunità, può comportare persino un pericolo per la propria vita.
Il problema del rapporto tra nord e sud del Paese, comunque, è innanzitutto una questione di mentalità: ad esempio, il sud deve essere concepito come una risorsa per il Paese e non un peso.
d) Una solitudine provocata, in genere, dall'assenza della comunità cristiana è quella del politico cattolico.
Ci si è chiesti: a quale formazione deve attingere il politico cattolico?
Quale legame ha con la comunità di provenienza?
Fra l'altro, la recente legge elettorale ha favorito l'interruzione del rapporto del deputato con il territorio.
Allora la città diventa quasi l'unica dimensione nella quale i cittadini possono interloquire con i propri amministratori.
e) Molti cattolici non approvano la discrasia creatasi tra i politici cattolici che si dichiarano tali, ma non lo testimoniano con coerenza, e i cattolici che dialogano apertamente con loro senza tener conto della condizione dell'interlocutore ( talora anche i responsabili della comunità ecclesiale ).
f) I politici cattolici incontrano grande difficoltà di fronte alla tendenza attuale della politica «leaderistica» oggi dominante e tanto lontana dalla caratteristica cultura di popolo dei cattolici.
g) Alcuni hanno attribuito alla comunità cristiana l'antico compito dell'educazione dei cattolici al « prepolitico».
h) Qualcuno si è domandato: sono passati dieci anni da Palermo e che cosa è avvenuto sul versante della cittadinanza?
Ad esempio, un tempo era il lavoro che caratterizzava la cittadinanza, oggi esistono lavoratori ( in nero ) senza cittadinanza e cittadini senza lavoro.
i) Problemi significativi connessi alla presenza degli immigrati nei grandi agglomerati urbani sorgono a causa della densità migratoria alta: ad esempio, l'insegnamento nella scuola, il rispetto del pluralismo religioso, gli interrogativi soggiacenti ai rapporti tra le generazioni.
l) È intensa la tentazione del riflusso nel privato, anche in campo ecclesiale, e quindi esiste una scarsa attenzione al bene comune.
a) Nonostante la riconosciuta esigenza della necessità del passaggio dall'impegno di volontariato a quello politico, sono state denunciate le difficoltà che ancora si incontrano in questo cammino.
b) Come in altri convegni o incontri ecclesiali o civili, è stata avvertita la carenza di conoscenze e di formazione anche in campo scientifico, soprattutto in un tempo nel quale i cittadini sempre più spesso sono chiamati a decidere sui temi di bioetica e di biopolitica, e vivono con ansia le rapide trasformazioni degli strumenti di comunicazione e dell'informatica.
c) Esiste un grande bisogno di formazione ai problemi della cittadinanza, perché la tentazione dello « straniamento », come disse il Prof. Giorgio Rumi, incombe sui cattolici per quel che riguarda l'impegno o almeno l'attenzione ai temi politici.
d) Leggere il territorio come « luogo teologico », oggettivo riferimento delle sfide che ci interpellano.
e) Positiva è apparsa la trasformazione di qualche antica scuola di formazione politica in scuola - laboratorio, nella quale si alternano le lezioni, i dibattiti - confronti e gli incontri con gli amministratori e i politici.
f) Manca la percezione da parte di molti giovani cattolici dei problemi inerenti alla cittadinanza, che poi scoprono più tardi di fronte al problema della disoccupazione.
1. Dopo la fine del Convegno sarebbe necessaria la creazione, innanzitutto a livello locale almeno sino a quello della Diocesi, di luoghi di incontro, dialogo ed eventualmente co-decisione da parte di tutte le componenti ecclesiali, compresi i politici cattolici, sui temi della cittadinanza.
2. Riprendendo un'indicazione del Convegno di Palermo che non sembra attuata, sarebbe opportuno inserire la dottrina sociale come elemento degli itinerari di catechesi, a cominciare da quello della prima comunione.
3.1 migranti sono una realtà incontestabile, ma anche un arricchimento per la società, una risorsa per la città.
Il cristiano per vocazione è cittadino del mondo e, quindi, per lui non dovrebbe esistere lo straniero.
Circa l'accoglienza in Italia, il dialogo autentico con gli immigrati, anche sulla religiosità, può essere attuato soltanto mantenendo la propria identità: si tratta di un'accoglienza capace di non negare la verità.
Rimane aperto il problema del rispetto dei diritti degli immigrati e, corrispondentemente, dei loro doveri come eventuali cittadini italiani.
Risulta opportuno appoggiare una nuova regolamentazione dei criteri di accesso alla cittadinanza italiana da parte dei migranti, prevedendo diritti e doveri, diminuendo gli anni di attesa ed eventualmente inserendo una clausola revocatoria della cittadinanza nel caso della commissione di reati entro un certo periodo di tempo predeterminato.
4. Circa la formazione, è stata ricordata la necessità di mettere in evidenza l'educazione ai valori sin dalla più tenera età, in modo evidentemente proporzionato a essa.
5. Riscoprire il senso pieno della legalità vissuta anche con ispirazione profetica: denunciare il lavoro nero o gli incidenti sul lavoro, combattere la corruzione a tutti i livelli, promuovere un corretto atteggiamento nel pagamento delle tasse ecc.
6. Non dimenticare il problema della povertà della Chiesa e quello della trasparenza delle operazioni finanziarie e dei bilanci.
7. Avere sempre dinanzi agli occhi l'immagine del samaritano dell'« ora prima », il quale riesce a prevenire il delitto, salvando colui che stava per diventare preda dei briganti.
8. Il servizio della politica deve essere svolto dai laici, andando oltre il semplice « prepolitico » e valorizzando tutte quelle opportunità che aiutano lo svolgimento di un pieno servizio politico da parte di coloro che vi sono chiamati.
9. Il cristiano testimone del Risorto deve essere capace di andare oltre una lettura « pessimistica » della realtà per scoprire la presenza di Dio al lavoro nel mondo, altrimenti non è un uomo della speranza.
10. C'è stata una significativa convergenza sul fatto che i cristiani impegnati a vivere le esigenze della cittadinanza non possono farlo da soli, ma è necessario l'appoggio e la condivisione della comunità, senza andare alla ricerca del sensazionale, ma vivendo tale impegno nella quotidianità.
11. Non va disdegnato il ritrovarsi come minoranza significativa nella società italiana, l'accettare il senso del limite, il saper essere capaci di partire dalle retrovie per riscoprire le nostre radici più profonde, che sono eminentemente popolari.
12. L'opzione preferenziale dei poveri è diventata un residuo del passato?
13. Compito dei delegati è riportare nelle realtà locali il dibattito vissuto in Convegno.
14. La titolarità dei diritti di cittadinanza deve essere inverata dal loro rispetto nella pratica: ad esempio, coloro che non riescono a essere informati dei loro diritti ne sono esclusi.
15. E piaciuta l'immagine del « cantiere » per cogliere il senso di una comunità viva.
Nel cantiere c'è un progetto nella cui realizzazione sono impegnate varie professionalità che collaborano insieme.
16. Lo stile della partecipazione alla comunità ecclesiale deve essere ispirato, quando ciò è possibile, dalla sinodalità.
17. A molti è piaciuto richiamare come icona dell'uomo della speranza don Tonino Bello, un Vescovo capace di pregare, insegnare a pregare e agire efficacemente in nome del Vangelo.
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