Comunità e l'accoglienza della vita umana nascente |
1. - La fedeltà alla missione ricevuta dal Signore e il compito di discernere, alla luce del Vangelo, le situazioni concrete dell'esistenza umana sollecitano la Chiesa a precisare, ancora una volta, la sua posizione di fronte al fenomeno sociale dell'aborto e alla risposta che ad esso la legge civile ha dato.
Con l'introduzione, anche in Italia, della legge abortista, infatti, la situazione si è recentemente aggravata.
2. - La comunità cristiana non può affatto chiudere gli occhi sulla tristissima realtà dell'aborto, sulla sua espansione impressionante e sulle indicazioni di carattere sociale, economico, familiare, di benessere psicologico e anche di vero e proprio egoismo, con le quali si pretende di motivare l'interruzione della gravidanza.
Di fronte a problemi tanto gravi, i cristiani non possono rifugiarsi in atteggiamenti di fatalismo rassegnato o di sterile allarmismo, e neppure possono esaurire il loro impegno nel condannare a parole l'ingiustizia di questa legge.
Sono chiamati, piuttosto, ad assumere più ampie e positive responsabilità di accoglienza e di servizio della vita umana nascente.
Ciò è possibile se si rinnova la coscienza della missione che il Signore ha affidato alla sua Chiesa.
È la missione di annunziare il Vangelo e comunicare la vita nuova della grazia all'uomo.
Così la Chiesa difende e promuove l'uomo stesso, proteggendolo in tutti i suoi diritti, primo tra i quali il diritto fondamentale alla vita.
3. - Dopo i suoi molteplici e ripetuti interventi - in particolare i documenti « Il diritto a nascere » ( 1972 ) e « Aborto e legge di aborto » ( 1975 ) - la Conferenza Episcopale Italiana offre ora all'intera comunità ecclesiale i punti fondamentali di una catechesi sulla responsabilità relativa all'accoglienza della vita nascente.
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