Comunione e comunità |
2. - Il piano pastorale « Evangelizzazione e sacramenti », annunziato e svolto negli anni '70, ha portato la nostra Chiesa a una rinnovata presa di coscienza del suo primario dovere di evangelizzare.
Nei diversi momenti di attuazione, esso ha fissato l'attenzione sull'annuncio della Parola che chiama alla fede, sui sacramenti che la celebrano, sulla testimonianza e sulla promozione umana che la incarnano.
E infine, con la riflessione sui ministeri, ha aperto la via a un'ampia meditazione sul mistero di comunione che la Chiesa vive nel suo servizio a Dio e all'uomo.
Il piano « Comunione e comunità » si pone in continuità con quella scelta teologica e pastorale e ne è coerente sviluppo.
La missione presuppone una comunità unita, che si apra agli altri uomini nell'annuncio del Vangelo e chiami tutti a far comunione con coloro che hanno accolto la parola di Dio nella fede e vivono un'esperienza di fraterna carità.
Missione e comunione si richiamano a vicenda.
Tra esse vige un intimo rapporto, perché sono dimensioni essenziali e costitutive dell'unico mistero della Chiesa:2 il Verbo incarnato, mediante il suo Spirito, mentre accoglie nella comunità divina la Chiesa, la rende partecipe della missione di salvezza ricevuta dal Padre e in essa e per essa la realizza continuamente nella storia.
3. - Infatti a tutto il popolo di Dio, pastori e fedeli, incombe il dovere dell'evangelizzazione.
Ma solo una Chiesa che vive e celebra in se stessa il mistero della comunione, traducendolo in una realtà vitale sempre più organica e articolata, ( Cfr. Ef 4,11-16 ) può essere soggetto di una efficace evangelizzazione.
L'unità dei cristiani, testimoniata nella partecipazione dei beni della salvezza e nella fraterna vita comunitaria, è segno che rende credibile il messaggio evangelico, come appare dalle parole stesse del Signore: Siano anch'essi in noi una sola cosa, … perché il mondo creda. ( Gv 17,21 )
Si avverte perciò oggi una particolare necessità di riflettere sulla comunione ecclesiale, per poter meglio rispondere insieme al comune dovere della evangelizzazione, autorevolmente richiamato anche da Paolo VI e Giovanni Paolo II.5
4. - La necessità di riflettere sulla comunione è inoltre suggerita dalle seguenti considerazioni:
a) La comunione è il tema perenne del mistero della Chiesa e il più pregnante della riflessione conciliare.
Dall'approfondimento dottrinale che esso richiede vengono messi in luce, tra l'altro:
la fonte di ogni comunione che è la Trinità,
la centralità di Cristo,
la potenza dello Spirito,
il valore dei sacramento dell'Eucaristia,
il legame fraterno tra i discepoli del Signore,
il ruolo ecclesiale dei ministeri,
la complementarietà dei membri della Chliesa,
l'anelito alla compiutezza della comunione nel giorno del ritorno del Cristo glorioso.
La comunione opera ed esige l'unità nella carità, segno distintivo dei seguaci di Cristo e, pertanto, sconfessa ogni divisione, sul piano della fede, e coerentemente su quello della vita cristiana.
b) La comunione, che sola rende possibile l'unità ecclesiale nel rispetto della diversità di doni e di ministeri, è una esigenza largamente sentita in Italia nella nostra Chiesa.
Essa ha compiuto le sue scelte nella linea dell'evangelizzazione e ora sta vivendo una stagione ricca di fermenti e di attese.
Diciamo questo non sottovalutando, certo, anche la presenza di alcune esperienze, preoccupanti e talora contraddittorie, che provocano qualche sofferenza e qualche disagio.
Ma guardiamo con speranza alla vitalità della nostra Chiesa, ne siamo riconoscenti a Dio, e ci rallegriamo « per l'ondata di grazia che il Signore vi riversa mediante il suo Spirito ».6
Sappiamo che ai Vescovi è confidato il ministero di discernere i carismi, ( Cfr. 1 Ts 5,12 )7 e che a essi spetta il carisma dell'unità8 per cui i singoli ministeri, promossi e valorizzati nella loro specificità e coordinati in un solo sforzo, servono all'edificazione del « corpo di Cristo, che è la Chiesa ». ( Col 1,24 )
E pertanto, mentre vediamo tutti impegnati a ricercare l'autentica esperienza della comunione, siamo certi che tutti sapranno accogliere, in atteggiamento di fede, il servizio che i Vescovi sono chiamati a dare per la realizzazione di autentiche comunità.
c) La comunione rimanda, come suprema istanza e come metodo di crescita, alla carità.
Donata da Dio con l'effusione dello Spirito Santo, ( Cfr. Rm 5,5 ) la carità anima e sublima ogni dono e ogni servizio nella partecipazione alla vita trinitaria.
Essa, che è il carisma « più grande di tutti », ( 1 Cor 13,13 ) spinge il singolo credente e tutto il popolo di Dio a cercare ciò che è bello, giusto, vero e buono.
Indice |
2 | Cfr. Ad gentes, n. 2 |
5 | Cfr. Paolo VI, Esort. apost. Evangelii nuntiandì, nn. 5-76; cfr. Giovanni Paolo II, Esort. apost. Catechesi tradendae; cfr. anche III Sinodo dei Vescovi ( 1974 ) sull'evangelizzazione e IV Sinodo dei Vescovi ( 1977 ) sulla catechesi |
6 | C.E.I.: Nota pastorale su Criteri di ecclesialità dei gruppi, movimenti, associazioni, n. 2 in Notiziario C.E.I. n. 4, 22 maggio 1981 |
7 | E anche Lumen gentium, n. 12 |
8 | Cfr. Lumen gentium, n. 7, n. 27 |