Providentissimus Deus |
E invero lottare pienamente e perfettamente, con ogni mezzo offerto dalle più serie discipline, per la santità della Bibbia, è cosa ben più grande i quanto non sia lecito aspettarsi dalla sola diligenza degli interpreti e dei teologi.
Per questo è da desiderarsi che si uniscano e lavorino a questo fine anche quelli, tra gli studiosi cattolici, che si siano acquistata una certa autorità e fama nelle varie scienze profane.
Se mai, per il passato, mancò alla chiesa il sostegno di questi ingegni, neppure ora, per grazia di Dio, è venuto a mancare, e voglia il cielo che aumenti sempre più a sussidio della fede.
Nulla, infatti, stimiamo più necessario di questo e cioè che la verità acquisti più validi propugnatori, fidi quanto non lo siano gli avversari.
Né vi è alcun mezzo che maggiormente possa indurre il popolo all'ossequio della verità, quanto il vederla liberamente professata da coloro che godono di autorità in qualche stimata disciplina.
Che, anzi, sarà facile in questo caso che desistano dal loro odio anche gli stessi detrattori, o almeno non osino più asserire così impudentemente che la fede è contraria alla scienza, allorché vedranno illustri scienziati rendere sommo onore e riverenza alla fede.
Dal momento dunque che così grande vantaggio possono recare alla religione coloro cui benignamente Dio elargì, con la grazia della professione cattolica, anche il dono di un felice ingegno, si scelga perciò ciascuno, in questo effervescente movimento di studi che toccano in qualche modo le Scritture, un genere di disciplina più adatto per sé, nel quale, una volta divenuto esperto, possa, non senza gloria, respingere le accuse lanciate in nome della falsa scienza contro le sacre Scritture.
Qui ci torna grato elogiare, secondo il merito, l'operato di alcuni cattolici, i quali, per poter somministrare ai dotti ciò che è loro necessario per trattare a fondo e far progredire con abbondanza di ogni mezzo siffatti studi, dopo aver fondato delle associazioni, elargiscono abbondanti offerte in denaro.
Ottimo certamente e molto opportuno per i nostri tempi tale uso dei mezzi pecuniari.
Quanto meno hanno i cattolici da sperare nei loro studi dall'aiuto pubblico, tanto più è conveniente che si offra loro una più pronta e abbondante liberalità dei privati, di modo che coloro ai quali Dio elargì ricchezze vogliano convertirle in mezzi di difesa del tesoro della stessa dottrina rivelata.
Affinché poi tali pratiche giovino davvero alla scienza biblica, occorre che i dotti stiano ben ancorati a quelle norme da noi sopra stabilite come principi, e che fedelmente ritengano che Dio, creatore e rettore di tutte le cose, è lo stesso autore delle Scritture, e che perciò nulla può ricavarsi dalla natura delle cose, nulla dai documenti della storia che realmente sia in contraddizione con le Scritture.
Che, se qualche cosa sembrasse inaccettabile, bisogna diligentemente chiarirla, sia servendosi del sapiente giudizio dei teologi e degli interpreti sul significato più preciso o verosimile del passo della Scrittura in discussione, sia vagliando con più diligenza la forza degli argomenti addotti contro tale passo.
Né bisogna desistere dalla ricerca fino a che rimanga ancora una qualche apparenza di opposizione.
Infatti, non potendo in alcun modo la verità contraddire la verità, siamo certi che ciò avviene perché si è incorsi in errore o nell'interpretazione delle sacre parole o in qualche parte della disputa.
Se nessuna delle due cose appare ancor chiaramente, bisognerà frattanto tener sospeso il giudizio.
Molte cose infatti di ogni ramo delle scienze che per lungo tempo furono oggetto di grande opposizione contro la Scrittura, ora sono cadute come vuote; parimenti non poche cose di certi passi scritturali, non riguardanti precisamente la fede e i costumi, furono un tempo proposte nell'interpretazione, di cui poi più rettamente poté giudicare una più acuta investigazione.
Il tempo infatti cancella sì i commenti delle varie opinioni, ma "la verità rimane e conserva il suo valore in eterno". ( Esd 4,8 )
39 E perciò, come non vi è alcuno che possa vantare di conoscere nel preciso senso tutte le Scritture, nelle quali lo stesso sant'Agostino confessava essere più le cose che non conosceva di quelle che conosceva,50 così se qualcuno si imbatterà in qualche passo troppo difficile per essere chiaramente spiegato, prenda come norma quella circospetta moderazione dello stesso dottore: "È meglio lasciarsi avvicinare da incognite ma salutari parole che, volendo inutilmente interpretarle, liberare la testa dal giogo di servitù per incatenarla tra i lacci dell'errore".51
Tutti coloro quindi che si dedicheranno a tali studi sussidiari. se seguiranno rettamente e rispettosamente i nostri consigli e ordini, e nello scrivere e nell'insegnare indirizzeranno il profitto dei loro studi a redarguire i nemici della verità e ad impedire i danni della fede nella gioventù, allora finalmente potranno rallegrarsi di rendere servizio con degne opere alle sacre Lettere e di apportare alla causa cattolica quell'aiuto che la chiesa, con diritto, si ripromette dalla pietà e dalla dottrina dei suoi figli.
Queste sono le direttive, venerabili fratelli, che abbiamo stimato, sotto l'ispirazione di Dio, doversi, secondo l'opportunità, consigliare e comandare riguardo allo studio delle sacre Scritture.
Sia ormai vostra sollecitudine il curare che tali direttive vengano custodite e osservate, come si conviene, con grande diligenza, così che più chiara risalti la riconoscenza dovuta a Dio, per aver comunicato al genere umano le parole della sua sapienza, e perché ne provengano i tanto desiderati vantaggi, specialmente per la formazione della gioventù ecclesiastica oggetto della nostra assillante cura e speranza della chiesa.
Adoperatevi quindi alacremente con la vostra autorità ed esortazione, affinché nei seminari e nelle accademie che si trovano sotto la vostra giurisdizione tali studi siano tenuti nel dovuto onore e rinvigoriscano.
Integralmente e felicemente rinvigoriscano sotto la guida della chiesa, secondo le salutari norme dei documenti e degli esempi dei santi padri e la lodata consuetudine degli antichi, e ricevano tali impulsi, col passar del tempo, che davvero siano di presidio e gloria della verità cattolica, divinamente sorta per la perenne salvezza dei popoli.
41 Esortiamo infine con paterna carità tutti i discepoli e i ministri della chiesa ad accedere alle sacre Scritture sempre con sommo affetto, fatto di rispetto e di devozione, poiché l'intelligenza salutare delle stesse non potrà mai essere elargita com'è necessario, se non sarà rimossa l'arroganza della scienza terrena, e se non si dedicheranno santamente allo studio fervente di quella sapienza che è al di sopra della terrena ( Gc 3,15-17 ).
Una volta che la mente si sia introdotta in tale studio e venga quindi illuminata e fortificata, avrà poi la mirabile capacità di discernere quali siano gli inganni della scienza umana ed evitarli, di raccogliere i veri frutti della scienza e riferirli ai beni eterni, e quindi con animo sempre più ardente, tenderà con maggiore e più gagliardo spirito alla virtù e al divino amore: "Beati coloro che scrutano le sue testimonianze, lo cercano con tutto il cuore" ( Sal 119,2 ).
Fondati sulla speranza dell'aiuto divino e confidando nella vostra pastorale sollecitudine, auspice dei celesti favori e testimone della Nostra singolare benevolenza, a voi tutti e a tutto il clero e al popolo affidato a ciascuno, con effusione di cuore impartiamo l'apostolica benedizione nel Signore.
Roma, presso S. Pietro, 18 novembre 1893, anno XVI del Nostro pontificato.
Leone XIII
Indice |
50 | S. Aug., Epist. 55 ad Ianuar. 21 ( 38 ) |
51 | S. Aug., De doctr. christ. 3, 9, 18 |