Ecclesia in America |
66 Cristo risorto, prima della sua ascensione al cielo, inviò gli Apostoli ad annunciare il Vangelo al mondo intero ( Mc 16,15 ), conferendo loro i poteri necessari per realizzare tale missione.
E significativo che, prima di affidare l'ultimo mandato missionario, Gesù faccia riferimento al potere universale ricevuto dal Padre ( Mt 28,18 ).
In effetti, Cristo ha trasmesso agli Apostoli la missione ricevuta dal Padre ( Gv 20,21 ), e li ha resi così partecipi dei suoi poteri.
Ma anche i " fedeli laici, proprio perché membri della Chiesa, hanno la vocazione e la missione di essere annunciatori del Vangelo: per quest'opera sono abilitati e impegnati dai Sacramenti dell'iniziazione cristiana e dai doni dello Spirito Santo ".239
Essi, infatti, sono stati " resi partecipi nella loro misura della funzione sacerdotale, profetica e regale di Cristo ".240
Di conseguenza, " i fedeli laici, in forza della loro partecipazione all'ufficio profetico di Cristo, sono pienamente coinvolti in questo compito della Chiesa "241 e, pertanto, devono sentirsi chiamati ed inviati a proclamare la Buona Novella del Regno.
Le parole di Gesù: " Andate anche voi nella mia vigna " ( Mt 20,4 )242 devono intendersi rivolte non solo agli Apostoli, ma a tutti coloro che desiderano essere autentici discepoli del Signore.
Il compito fondamentale per il quale Gesù invia i suoi discepoli è l'annuncio della Buona Novella, vale a dire l'evangelizzazione ( Mc 16,15-18 ).
Ne deriva che " evangelizzare è la grazia e la vocazione propria della Chiesa, la sua identità più profonda ".243
Come ho detto in altre occasioni, la singolarità e la novità della situazione in cui il mondo e la Chiesa si trovano, alle porte del terzo millennio, e le esigenze che ne derivano, fanno sì che la missione evangelizzatrice richieda oggi anche un nuovo programma, che si può definire nel suo insieme " nuova evangelizzazione ".244
Come supremo Pastore della Chiesa desidero ardentemente invitare tutti i membri del Popolo di Dio, e particolarmente quanti vivono nel Continente americano - dal quale per la prima volta feci appello ad un impegno nuovo " nel suo fervore, nei suoi metodi, nella sua espressione "245 - a fare proprio questo progetto e a collaborare ad esso.
Accettando questa missione, ognuno ricordi che il nucleo vitale della nuova evangelizzazione dev'essere l'annuncio chiaro e inequivocabile della persona di Gesù Cristo, cioè l'annuncio del suo nome, della sua dottrina, della sua vita, delle sue promesse e del Regno che Egli ci ha conquistato attraverso il suo mistero pasquale.246
67 Gesù Cristo è la " buona novella " della salvezza comunicata agli uomini di ieri, di oggi e di sempre; ma al tempo stesso Egli è anche il primo e supremo evangelizzatore.247
La Chiesa deve porre il centro della sua attenzione pastorale e della sua azione evangelizzatrice in Cristo crocifisso e risorto.
" Tutto quello che si progetta in campo ecclesiale deve partire da Cristo e dal suo Vangelo ".248
Perciò, " la Chiesa in America deve parlare sempre più di Gesù Cristo, volto umano di Dio e volto divino dell'uomo.
E questo annuncio che veramente scuote gli uomini, risveglia e trasforma gli animi, vale a dire, converte.
Bisogna annunciare Cristo con gioia e con forza, ma soprattutto con la testimonianza della propria vita ".249
Ogni cristiano potrà compiere efficacemente la sua missione nella misura in cui assume la vita del Figlio di Dio fatto uomo come il modello perfetto della sua azione evangelizzatrice.
La semplicità del suo stile e le sue scelte devono essere normative per tutti nell'impresa dell'evangelizzazione.
In questa prospettiva, i poveri saranno certamente considerati tra i primi destinatari dell'evangelizzazione, sull'esempio di Cristo, che diceva di se stesso: " Lo Spirito del Signore […] mi ha consacrato con l'unzione, e mi ha mandato per annunziare ai poveri un lieto messaggio " ( Lc 4,18 ).250
Come ho già rilevato in precedenza, l'amore per i poveri dev'essere preferenziale, ma non esclusivo.
L'aver impostato la cura pastorale verso i poveri con un certo esclusivismo - hanno segnalato i Padri sinodali - ha talvolta portato a trascurare gli ambienti dirigenziali della società e ciò ha avuto come conseguenza l'allontanamento dalla Chiesa di non pochi di essi.251
I danni derivati dalla diffusione del secolarismo in tali ambienti, sia politici che economici, sindacali, militari, sociali, culturali, mostrano l'urgenza di una loro evangelizzazione, animata e guidata dai Pastori che si sentono chiamati da Dio a prendersi cura di tutti.
Essi potranno contare sull'apporto di quanti - e per fortuna sono ancora numerosi - sono restati fedeli ai valori cristiani: a questo proposito, i Padri sinodali hanno ricordato " l'impegno di non pochi […] dirigenti per costruire una società giusta e solidale ".252
Con il loro sostegno i Pastori affronteranno il non facile compito dell'evangelizzazione di questi settori della società: con fervore rinnovato e metodi aggiornati si volgeranno ai dirigenti, uomini e donne, per portare loro l'annuncio di Cristo, insistendo principalmente sulla formazione delle coscienze mediante la dottrina sociale della Chiesa.
Tale formazione costituirà il miglior antidoto contro i non pochi casi di incoerenza e, talvolta, di corruzione che segnano le strutture sociopolitiche.
Viceversa, se si trascura questa evangelizzazione dei dirigenti, non deve sorprendere che molti di essi seguano criteri estranei al Vangelo e, talvolta, ad esso apertamente contrari.
68 L'incontro con il Signore produce una profonda trasformazione di quanti non si chiudono a Lui.
Il primo impulso che nasce da tale trasformazione è comunicare agli altri la ricchezza scoperta nell'esperienza di questo incontro.
Non si tratta solo di insegnare quello che abbiamo conosciuto, ma anche di far sì, come la donna samaritana, che gli altri incontrino personalmente Gesù: " Venite a vedere " ( Gv 4,29 ).
Il risultato sarà lo stesso che si verificò nel cuore dei samaritani, che dissero alla donna: " Non è più per la tua parola che noi crediamo; ma perché noi stessi abbiamo udito e sappiamo che questi è veramente il salvatore del mondo " ( Gv 4,42 ).
La Chiesa, che vive della presenza permanente e misteriosa del suo Signore risorto, ha come centro della sua missione l'impegno di " condurre tutti gli uomini all'incontro con Cristo ".253
Essa è chiamata ad annunciare che davvero Cristo è il Vivente, il Figlio di Dio, che si fece uomo, morì e risuscitò.
Egli è l'unico Salvatore di tutti gli uomini e di tutto l'uomo e, come Signore della storia, agisce continuamente nella Chiesa e nel mondo per mezzo del suo Spirito fino alla fine dei secoli.
Questa presenza del Risorto nella Chiesa rende possibile il nostro incontro con Lui, grazie all'azione invisibile del suo Spirito vivificante.
Tale incontro si realizza nella fede ricevuta e vissuta nella Chiesa, corpo mistico di Cristo.
Esso, pertanto, possiede essenzialmente una dimensione ecclesiale e porta ad un impegno di vita.
Infatti, " incontrare Cristo vivo significa accogliere il suo amore preveniente, scegliere Lui, aderire liberamente alla sua persona e al suo progetto, che consiste nell'annuncio e nella realizzazione del Regno di Dio ".254
La chiamata suscita la ricerca di Gesù: " "Rabbi ( che significa maestro ), dove abiti?".
Disse loro: "Venite e vedrete".
Andarono dunque e videro dove abitava e quel giorno si fermarono presso di lui " ( Gv 1,38-39 ). "
Questo "fermarsi" non si limita al giorno della vocazione, bensì si estende a tutta la vita.
Seguirlo comporta vivere come Lui ha vissuto, accettare il suo messaggio, fare propri i suoi criteri, abbracciare il suo destino, condividere il suo progetto che è il disegno del Padre: invitare tutti alla comunione trinitaria ed alla comunione con i fratelli in una società giusta e solidale ".255
L'ardente desiderio di invitare gli altri a incontrare Colui che noi abbiamo incontrato, sta alla radice della missione evangelizzatrice alla quale è chiamata tutta la Chiesa, ma che si fa particolarmente urgente oggi in America, dopo aver celebrato i 500 anni della prima evangelizzazione e mentre ci prepariamo a commemorare con riconoscenza i 2000 anni della venuta del Figlio unigenito di Dio nel mondo.
69 La nuova evangelizzazione, nella quale tutto il Continente è impegnato, indica che la fede non può essere presupposta, ma che dev'essere proposta esplicitamente in tutta la sua ampiezza e ricchezza.
Questo è l'obiettivo principale della catechesi, la quale, per sua stessa natura, è una dimensione essenziale della nuova evangelizzazione.
" La catechesi è un itinerario di formazione nella fede, nella speranza e nella carità, che informa la mente e tocca il cuore, conducendo la persona ad abbracciare Cristo in modo pieno e completo.
Introduce più pienamente il credente nell'esperienza della vita cristiana, che comprende la celebrazione liturgica del mistero della redenzione e il servizio cristiano agli altri ".256
Ben conoscendo la necessità di una catechesi completa, ho fatto mia la proposta dei Padri dell'Assemblea straordinaria del Sinodo dei Vescovi del 1985, di elaborare " un catechismo o compendio di tutta la dottrina cattolica per quanto riguarda sia la fede che la morale ", che potesse essere " punto di riferimento per i catechismi o compendi che vengono preparati nelle diverse regioni ".257
Tale proposta è stata realizzata con la pubblicazione dell'edizione tipica del Catechismus Catholicae Ecclesiae.258
Oltre al testo ufficiale del Catechismo, e per un migliore utilizzo dei suoi contenuti, ho voluto che si elaborasse e si pubblicasse altresì un Direttorio generale per la catechesi.259
Raccomando vivamente l'uso di questi due strumenti, di valore universale, a quanti in America si dedicano alla catechesi.
È auspicabile che entrambi i documenti vengano utilizzati " nella preparazione e nella verifica di tutti i programmi parrocchiali e diocesani di catechesi, tenendo presente che la situazione religiosa dei giovani e degli adulti richiede una catechesi più kerigmatica e più organica nella presentazione dei contenuti della fede ".260
È necessario riconoscere e incoraggiare la benemerita missione che svolgono tanti catechisti in tutto il Continente americano, come autentici messaggeri del Regno: " La loro fede e la loro testimonianza di vita sono parte integrante della catechesi ".261
Desidero incoraggiare sempre più i fedeli ad assumere con impegno ed amore al Signore questo servizio alla Chiesa, offrendo generosamente il loro tempo e i loro talenti.
Da parte loro, i Vescovi si preoccupino di offrire ai catechisti un'adeguata formazione perché possano svolgere questo compito così indispensabile nella vita della Chiesa.
Nella catechesi sarà opportuno tener presente, soprattutto in un Continente come l'America, dove la questione sociale costituisce un aspetto rilevante, che " la crescita nella comprensione della fede e la sua espressione pratica nella vita sociale stanno in intima correlazione.
Le forze che si adoperano per favorire l'incontro con Cristo non possono non avere un favorevole contraccolpo nella promozione del bene comune in una società giusta ".262
70 Il mio predecessore Paolo VI, con sapiente ispirazione, rilevava che la " rottura tra Vangelo e cultura è senza dubbio il dramma della nostra epoca ".263
Giustamente, pertanto, i Padri sinodali hanno ritenuto che " la nuova evangelizzazione richiede uno sforzo lucido, serio e ordinato per evangelizzare la cultura ".264
Il Figlio di Dio, nell'assumere la natura umana, si incarnò in un determinato popolo, benché la sua morte redentrice abbia portato la salvezza a tutti gli uomini, di qualsiasi cultura, razza e condizione.
Il dono del suo Spirito ed il suo amore sono diretti a tutti e singoli i popoli e le culture per unirli tra loro sull'esempio della perfetta unità che esiste in Dio Uno e Trino.
Perché ciò sia possibile, è necessario inculturare la predicazione, in modo che il Vangelo sia annunciato nel linguaggio e nella cultura di quanti lo ascoltano.265
Al tempo stesso, però, occorre non dimenticare che solo il mistero pasquale di Cristo, somma manifestazione del Dio infinito nella finitezza della storia, può essere punto di riferimento valido per tutta l'umanità pellegrina alla ricerca dell'autentica unità e della vera pace.
Il volto meticcio della Vergine di Guadalupe sin dall'inizio fu nel Continente un simbolo dell'inculturazione della evangelizzazione, della quale è stata la stella e la guida.
Con la sua potente intercessione, l'evangelizzazione potrà penetrare il cuore degli uomini e delle donne d'America, e permeare le loro culture trasformandole dal di dentro.266
71 Il mondo dell'educazione è un campo privilegiato per promuovere l'inculturazione del Vangelo.
Tuttavia, i centri educativi cattolici, e quelli che, pur non essendo confessionali, hanno una chiara ispirazione cattolica, potranno sviluppare un'azione di autentica evangelizzazione soltanto se a tutti i livelli, compreso quello universitario, sapranno conservare con chiarezza il loro orientamento cattolico.
I contenuti del progetto educativo dovranno fare riferimento costante a Gesù Cristo e al suo messaggio, così come lo presenta la Chiesa nel suo insegnamento sia dogmatico che morale.
Solo così si potranno formare dirigenti autenticamente cristiani nei diversi campi dell'attività umana e della società, specialmente nella politica, nell'economia, nella scienza, nell'arte e nella riflessione filosofica.267
In questo senso, " è essenziale che l'Università Cattolica sia, nello stesso tempo, veramente e realmente entrambe le cose: Università e Cattolica.
[…] L'indole cattolica è un elemento costitutivo della Università in quanto istituzione, e non dipende pertanto dalla semplice decisione degli individui che dirigono l'Università in un determinato tempo ".268
Il lavoro pastorale nelle Università Cattoliche sarà, quindi, oggetto di particolare sollecitudine: si deve suscitare l'impegno apostolico degli studenti, perché diventino essi stessi evangelizzatori del mondo universitario.269
E inoltre " occorre stimolare la cooperazione tra le Università Cattoliche di tutta l'America, perché si arricchiscano a vicenda ",270 contribuendo in tal modo a realizzare anche a livello universitario il principio della solidarietà e dell'interscambio tra i popoli di tutto il Continente.
Qualcosa di simile si deve dire anche a proposito delle scuole cattoliche, in particolare per quanto concerne l'insegnamento secondario: " Occorre fare uno sforzo speciale per rafforzare l'identità cattolica delle scuole, che fondano la loro natura specifica in un progetto educativo che ha la sua origine nella persona di Cristo e la sua radice nella dottrina del Vangelo.
Le scuole cattoliche devono cercare non soltanto di impartire un'educazione qualificata dal punto di vista tecnico e professionale, ma anche e soprattutto di curare la formazione integrale della persona umana ".271
Data l'importanza del compito che svolgono gli educatori cattolici, mi unisco ai Padri sinodali nell'incoraggiare con animo riconoscente tutti coloro che si dedicano all'insegnamento nelle scuole cattoliche: sacerdoti, uomini e donne consacrati, e laici impegnati, " perché perseverino nella loro missione così importante ".272
Occorre far sì che l'influsso di questi centri d'insegnamento arrivi a tutti i settori della società, senza distinzioni né esclusivismi.
È indispensabile che si faccia ogni sforzo possibile affinché le scuole cattoliche, nonostante le difficoltà economiche, continuino ad impartire " l'educazione cattolica ai poveri ed agli emarginati nella società ".273
Non sarà mai possibile liberare gli indigenti dalla loro povertà, se prima non li si libera dalla miseria dovuta alla carenza di una degna educazione.
Nel progetto globale della nuova evangelizzazione, il settore dell'educazione occupa un posto privilegiato.
Per questo, va incoraggiata l'attività di tutti i docenti cattolici, anche di quelli impegnati in scuole non confessionali.
Rivolgo pure un appello urgente ai consacrati ed alle consacrate, perché non abbandonino questo campo tanto importante per la nuova evangelizzazione.274
Come frutto ed espressione della comunione tra tutte le Chiese particolari d'America, certamente rafforzata dall'esperienza spirituale dell'Assemblea sinodale, non si tralascerà di promuovere convegni per gli educatori cattolici in ambito nazionale e continentale, procurando di ordinare ed incrementare l'azione pastorale educativa in tutti gli ambienti.275
Per adempiere a tutti questi compiti, la Chiesa in America ha bisogno nel campo dell'insegnamento di un suo spazio di libertà, che non va inteso come un privilegio, ma come un diritto, in virtù della missione evangelizzatrice affidatale dal Signore.
Inoltre, i genitori hanno il diritto fondamentale e primario di decidere dell'educazione dei loro figli e, per tale motivo, i genitori cattolici devono avere la possibilità di scegliere l'educazione consona con le proprie convinzioni religiose.
La funzione dello Stato in questo ambito è sussidiaria.
Esso ha l'obbligo " di garantire a tutti l'educazione e di rispettare e difendere la libertà d'insegnamento.
Il monopolio dello Stato in questo campo va denunciato come una forma di totalitarismo lesivo dei diritti fondamentali che deve difendere, specialmente del diritto dei genitori all'educazione religiosa dei propri figli.
La famiglia è il primo spazio educativo della persona ".276
72 E fondamentale, per l'efficacia della nuova evangelizzazione, una profonda conoscenza della cultura attuale nella quale i mezzi di comunicazione sociale hanno grande influenza.
Conoscere e usare questi mezzi, sia nelle loro forme tradizionali che in quelle più recenti introdotte dal progresso tecnologico, è, pertanto, indispensabile.
L'odierna realtà richiede che si sappia dominare illinguaggio, la natura e le caratteristiche dei mass media.
Usandoli in maniera corretta e competente, si può portare a compimento un'autentica inculturazione del Vangelo.
D'altra parte, questi stessi mezzi contribuiscono a modellare la cultura e la mentalità degli uomini e delle donne del nostro tempo; ragion per cui gli operatori nel campo degli strumenti di comunicazione sociale devono essere destinatari di una speciale azione pastorale.277
Al riguardo, i Padri sinodali hanno indicato numerose iniziative concrete per una presenza efficace del Vangelo nel mondo dei mezzi di comunicazione sociale: la formazione di operatori pastorali per tale ambito; la promozione di centri di produzione qualificata; l'uso prudente e mirato di satelliti e delle nuove tecnologie; la formazione dei fedeli perché siano utenti " critici "; l'unione degli sforzi per acquisire e per poi gestire insieme nuove emittenti e reti radiotelevisive, come pure il coordinamento di quelle già esistenti.
Quanto poi alle pubblicazioni cattoliche, esse meritano di essere sostenute ed hanno bisogno di raggiungere un auspicato sviluppo qualitativo.
Occorre incoraggiare gli imprenditori perché sostengano economicamente prodotti di qualità che promuovono i valori umani e cristiani.278
Tuttavia, un programma tanto vasto supera di molto le possibilità delle singole Chiese particolari del Continente americano.
Per questo, gli stessi Padri sinodali hanno proposto il coordinamento interamericano delle attività esistenti nel campo dei mezzi di comunicazione sociale per aiutare la reciproca conoscenza e cooperazione delle realizzazioni già esistenti nel settore.279
73 L'attività di proselitismo, che le sette e nuovi gruppi religiosi sviluppano in non poche regioni d'America, costituisce un grave ostacolo per l'impegno evangelizzatore.
La parola " proselitismo " ha un senso negativo quando riflette un modo di conquistare adepti non rispettoso della libertà di coloro ai quali si rivolge una determinata propaganda religiosa.280
La Chiesa cattolica in America critica il proselitismo delle sette e, per questa stessa ragione, nella sua azione evangelizzatrice esclude il ricorso a metodi simili.
Proponendo il Vangelo di Cristo in tutta la sua integrità, l'attività evangelizzatrice deve rispettare il santuario della coscienza di ciascun individuo, nel quale si sviluppa il dialogo decisivo, assolutamente personale, tra la grazia e la libertà dell'uomo.
Questo deve esser tenuto presente specialmente nei confronti dei fratelli cristiani delle Chiese e Comunità ecclesiali separate dalla Chiesa cattolica, stabilite già da molto tempo in determinate regioni.
I vincoli di vera comunione, anche se imperfetta, che, secondo la dottrina del Concilio Vaticano II,281 queste Comunità già hanno con la Chiesa cattolica, devono illuminare gli atteggiamenti di questa e di tutti i suoi membri nei confronti di esse.282
Questi atteggiamenti, tuttavia, non potranno essere tali da pregiudicare la ferma convinzione che soltanto nella Chiesa cattolica vi sia la pienezza dei mezzi di salvezza stabiliti da Gesù Cristo.283
I successi del proselitismo delle sette e dei nuovi gruppi religiosi in America non possono essere guardati con indifferenza.
Essi esigono dalla Chiesa in questo Continente uno studio approfondito, da realizzare in ogni Nazione ed anche a livello internazionale, per scoprire i motivi per i quali non pochi cattolici abbandonano la Chiesa.
È necessario rivedere i metodi pastorali adottati, in modo che ogni Chiesa particolare offra ai fedeli un'attenzione religiosa più personalizzata, fortifichi le strutture di comunione e missione ed usi le possibilità evangelizzatrici che offre una religiosità popolare purificata, così da rendere più viva la fede di tutti i cattolici in Gesù Cristo, attraverso la preghiera e la meditazione della Parola di Dio opportunamente commentata.284
A nessuno sfugge l'urgenza di una tempestiva azione evangelizzatrice nei confronti di quei settori del Popolo di Dio che risultano più esposti al proselitismo delle sette: le fasce degli immigrati, i quartieri periferici delle città o i paesi della campagna privi di una sistematica presenza del sacerdote e perciò segnati da diffusa ignoranza religiosa, le famiglie di persone semplici provate da difficoltà materiali di vario genere.
Di grande utilità si rivelano, anche da questo punto di vista, le comunità di base, i movimenti, i gruppi di famiglie ed altre forme associative in cui è più facile coltivare relazioni interpersonali di reciproco sostegno spirituale ed anche economico.
È tuttavia necessario tenere sempre presente il rischio segnalato da alcuni Padri sinodali: una pastorale orientata in modo quasi esclusivo alle necessità materiali dei destinatari finisce per deludere la fame di Dio che hanno questi popoli, lasciandoli così in una situazione vulnerabile davanti a qualsiasi presunta offerta spirituale.
Per questo, " è indispensabile che tutti si tengano uniti a Cristo mediante l'annuncio kerigmatico gioioso e trasformante, specialmente quello della predicazione nella liturgia ".285
Una Chiesa che viva intensamente la dimensione spirituale e contemplativa, e che si prodighi generosamente nel servizio della carità, sarà in maniera sempre più eloquente testimone credibile di Dio per uomini e donne alla ricerca di un senso per la propria vita.286
A tal fine è quanto mai necessario che i fedeli passino da una fede abitudinaria, sostenuta forse solo dall'ambiente, ad una fede consapevole, vissuta personalmente.
Rinnovarsi nella fede sarà sempre la via migliore per condurre tutti alla Verità che è Cristo.
Affinché la risposta alla sfida delle sette sia efficace, si richiede un adeguato coordinamento delle iniziative a livello sovradiocesano, allo scopo di realizzare una cooperazione attraverso progetti comuni che potranno dare maggiori frutti.287
74 Gesù Cristo ha affidato alla sua Chiesa la missione di evangelizzare tutte le Nazioni: " Andate dunque e ammaestrate tutte le Nazioni, battezzandole nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo, insegnando loro ad osservare tutto ciò che vi ho comandato " ( Mt 28,19-20 ).
La coscienza dell'universalità della missione evangelizzatrice che la Chiesa ha ricevuto deve rimanere viva, come ha sempre dimostrato la storia del Popolo di Dio peregrinante in America.
L'evangelizzazione si fa più urgente nei confronti di quanti, vivendo in questo Continente, ancora non conoscono il nome di Gesù, l'unico nome dato agli uomini per salvarsi ( At 4,12 ).
Questo nome, purtroppo, è sconosciuto in una vasta parte dell'umanità e in molti ambienti della società americana.
Basti pensare alle etnie indigene tuttora non cristianizzate o alla presenza di religioni non cristiane come l'Islam, il Buddismo, o l'Induismo, soprattutto tra gli immigrati provenienti dall'Asia.
Questo obbliga la Chiesa in America a rimanere aperta alla missione ad gentes.288
Il programma di una nuova evangelizzazione nel Continente, obiettivo di molti progetti pastorali, non può limitarsi a rivitalizzare la fede dei credenti abitudinari, ma deve cercare anche di annunciare Cristo negli ambienti nei quali è sconosciuto.
Inoltre, le Chiese particolari d'America sono chiamate ad estendere il loro slancio evangelizzatore oltre le frontiere continentali.
Non possono tenere per sé le immense ricchezze del loro patrimonio cristiano.
Devono portarlo al mondo intero e comunicarlo a quanti ancora lo ignorano.
Si tratta di molti milioni di uomini e di donne che, senza la fede, patiscono la più grave delle povertà.
Davanti a questa povertà sarebbe un errore non favorire un'attività evangelizzatrice fuori del Continente con il pretesto che c'è ancora molto da fare in America o nell'attesa di giungere prima ad una situazione, in fondo utopica, di piena realizzazione della Chiesa in America.
Con l'auspicio che il Continente americano, in sintonia con la sua vitalità cristiana, partecipi al grande compito della missione ad gentes, faccio mie le proposte concrete che i Padri sinodali hanno presentato:
quelle cioè di " sostenere una maggiore cooperazione tra le Chiese sorelle;
di inviare missionari ( sacerdoti, consacrati e fedeli laici ) dentro e fuori il Continente;
di rafforzare o creare Istituti missionari;
di favorire la dimensione missionaria della vita consacrata e contemplativa;
di dare un maggior impulso all'animazione, alla formazione e all'organizzazione missionaria ".289
Sono sicuro che lo zelo pastorale dei Vescovi e degli altri figli della Chiesa in tutta l'America saprà trovare iniziative concrete, anche a livello internazionale, che portino a realizzare con grande dinamismo e creatività questi propositi missionari.
Indice |
239 | Giovanni Paolo II, Christifideles Laici 33 |
240 | Lumen Gentium 31 |
241 | Giovanni Paolo II, Christifideles Laici 34 |
242 | Giovanni Paolo II, Christifideles Laici 2 |
243 | Paolo VI, Evangelii Nuntiandi 14 |
244 | Giovanni Paolo II, Christifideles Laici 34 |
245 | Discorso all'Assemblea del CELAM ( 9 marzo 1983 ), III: AAS 75 ( 1983 ), 778 |
246 | Paolo VI, Evangelii Nuntiandi 22 |
247 | Paolo VI, Evangelii Nuntiandi 7 |
248 | Giovanni Paolo II, Messaggio al CELAM ( 14 settembre 1997 ), 6: L'Osservatore Romano, 1 ottobre 1997, p. 4 |
249 | Propositio 8 |
250 | Propositio 57 |
251 | Propositio 16 |
252 | Propositio 16 |
253 | Propositio 2 |
254 | Propositio 2 |
255 | Propositio 2 |
256 | Propositio 10 |
257 | Relazione finale Ecclesia sub verbo Dei mysteria Christi celebrans pro salute mundi ( 7 dicembre 1985 ), II, B, a, 4: Ench. Vat. 9, n. 1797 |
258 | Giovanni Paolo II, Laetamur magnopere |
259 | Congregazione per il Clero, Direttorio generale per la catechesi ( 15 agosto 1997 ), Libreria Editrice Vaticana, 1997 |
260 | Propositio 10 |
261 | Propositio 10 |
262 | Propositio 10 |
263 | Paolo VI, Evangelii Nuntiandi 20 |
264 | Propositio 17 |
265 | Propositio 17 |
266 | Propositio 17 |
267 | Propositio 22 |
268 | Propositio 23 |
269 | Propositio 23 |
270 | Propositio 23 |
271 | Propositio 24 |
272 | Propositio 24 |
273 | Propositio 24 |
274 | Propositio 22 |
275 | Propositio 22 |
276 | Propositio 22 |
277 | Propositio 25 |
278 | Propositio 25 |
279 | Propositio 25 |
280 | Instrumentum laboris, 45 |
281 | Unitatis Redintegratio 3 |
282 | Propositio 64 |
283 | Unitatis Redintegratio 3 |
284 | Propositio 65 |
285 | Propositio 65 |
286 | IV Conferenza Generale dell'Episcopato Latino-americano, Santo Domingo, ottobre 1992, Nuova evangelizzazione, promozione umana e cultura cristiana, nn. 139-152 |
287 | Propositio 65 |
288 | Propositio 86 |
289 | Propositio 86 |