Ecclesia in Europa |
95 L'invecchiamento e la diminuzione della popolazione a cui si assiste in diversi Paesi d'Europa non può non essere motivo di preoccupazione; il calo delle nascite, infatti, è sintomo di un rapporto non sereno con il proprio futuro; è chiara manifestazione di una mancanza di speranza, è segno di quella « cultura della morte » che attraversa l'odierna società.155
Con il calo della natalità vanno ricordati altri segni che concorrono a configurare l'eclissi del valore della vita e a scatenare una specie di congiura contro di essa.
Tra questi va tristemente annoverata, anzitutto, la diffusione dell'aborto, anche utilizzando preparati chimico-farmacologici che lo rendono possibile senza dover ricorrere al medico e sottraendolo a ogni forma di responsabilità sociale; ciò è favorito dalla presenza nell'ordinamento di molti Stati del Continente di legislazioni permissive di un gesto che rimane un « abominevole delitto »156 e costituisce sempre un disordine morale grave.
Né si possono dimenticare gli attentati perpetrati attraverso « interventi sugli embrioni umani che, pur mirando a scopi in sé legittimi, ne comportano inevitabilmente l'uccisione » o mediante un utilizzo scorretto delle tecniche diagnostiche pre-natali, messe al servizio non di terapie precoci a volte possibili, ma « di una mentalità eugenetica, che accetta l'aborto selettivo ».157
Va pure menzionata la tendenza, che si registra in alcune parti dell'Europa, a ritenere che possa essere permesso porre fine consapevolmente alla propria vita o a quella di un altro essere umano: di qui la diffusione dell'eutanasia mascherata, o attuata apertamente, per la quale non mancano richieste e tristi esempi di legalizzazione.
96 Di fronte a questo stato di cose, è necessario « servire il Vangelo della vita » anche attraverso « una generale mobilitazione delle coscienze e un comune sforzo etico, per mettere in atto una grande strategia a favore della vita.
Tutti insieme dobbiamo costruire una nuova cultura della vita ».158
È questa una grande sfida che occorre affrontare con responsabilità, certi che « il futuro della civiltà europea dipende in gran parte della decisa difesa e promozione dei valori della vita, nucleo del suo patrimonio culturale »;159 si tratta, infatti, di restituire all'Europa la sua vera dignità, quella di essere luogo dove ogni persona è affermata nella sua incomparabile dignità.
Volentieri faccio mie queste parole dei Padri sinodali: « Il Sinodo dei Vescovi europei stimola le comunità cristiane a farsi evangelizzatrici della vita.
Incoraggia le coppie e le famiglie cristiane a sostenersi a vicenda nella fedeltà alla loro missione di collaboratrici di Dio nella generazione ed educazione di nuove creature;
apprezza ogni generoso tentativo di reagire all'egoismo nell'ambito della trasmissione della vita, alimentato da falsi modelli di sicurezza e di felicità;
chiede agli Stati e all'Unione Europea di porre in atto politiche lungimiranti, che promuovano le condizioni concrete di abitazione, di lavoro e di servizi sociali, atte a favorire la costituzione della famiglia e la risposta alla vocazione alla maternità e paternità, ed inoltre assicurino all'Europa di oggi la risorsa più preziosa: gli europei di domani ».160
Indice |
155 | Propositio 32 |
156 | Gaudium et spes 51 |
157 | Giovanni Paolo II, Evangelium vitae 63 |
158 | Giovanni Paolo II, Evangelium vitae 95 |
159 | Giovanni Paolo II, Discorso al nuovo Ambasciatore di Norvegia presso la Santa Sede ( 25 marzo 1995 ): Insegnamenti XVIII/1 ( 1995 ), 857 |
160 | Propositio 32 |