Formazione liturgica nei seminari

Indice

2) Norme per i singoli atti liturgici

a) La messa e il culto eucaristico

22. Il sacrificio eucaristico appaia agli alunni come la vera fonte, il culmine di tutta la vita cristiana, nel quale partecipano alla carità del Cristo, attingendo da questa abbondantissima fonte la forza soprannaturale per la vita spirituale e il lavoro apostolico.32

Gioverà illustrare spesso tali verità, secondo le circostanze, nell'omelia del celebrante; ad ogni buon conto è necessario che sia istillato negli alunni l'amore per la messa e il Ss.mo Sacramento: amore che forse, prima di entrare in seminario, non avevano ancora acquistato.

Deve essere inculcata in essi la convinzione, in quanto futuri presbiteri, che i sacerdoti esercitano il loro precipuo ufficio nel sacrificio eucaristico, nel quale si compie continuamente l'opera della redenzione; così, mentre si uniscono all'azione del Cristo sacerdote, ogni giorno si offrono interamente a Dio.33

23. É quindi sommamente necessario che la celebrazione eucaristica - che si completa con la comunione sacramentale, fatta in piena libertà e degnamente - sia il centro di tutta la vita del seminario, alla quale gli alunni partecipino consapevolmente.34

Salva l'eccezione, di cui sopra al n.14, la messa deve essere opera di tutta la comunità del seminario, alla quale ognuno partecipa secondo la sua condizione.

Perciò i sacerdoti che abitano in seminario, e che non sono tenuti per ufficio pastorale a celebrare altrove, concelebreranno lodevolmente la messa della comunità; mentre i diaconi, gli accoliti e i lettori eserciteranno i loro uffici.35

É desiderabile che siano sempre cantate alcune parti della messa.36

24. La comunione sotto le due specie, poiché a motivo del segno ha una forma più piena37 è raccomandabile in seminario, secondo le norme della Istituzione generale del Messale Romano e i decreti dei vescovi.

25. Nel periodo delle vacanze gli alunni manifesteranno maturità spirituale e amore alla vocazione, se assiduamente assisteranno alla santa messa nei giorni feriali.

26. A causa di alcuni usi invalsi qua e là ai nostri giorni, i futuri sacerdoti vengano avvertiti che la Chiesa raccomanda vivamente ai sacerdoti la celebrazione quotidiana della santa messa, come atto offerto dal Cristo e dalla Chiesa per la salvezza di tutto il mondo, anche se non ne sono tenuti per obblighi pastorali o se nessun fedele vi partecipi.38

27. Dalla partecipazione alla santa messa con devozione e spirito di fede, gli alunni siano guidati ad una più sentita devozione verso la Ss.ma Eucaristia, secondo le indicazioni dell'Enciclica Mysterium fidei e dell'Istruzione Eucharisticum mysterium.39

Siano pertanto esortati a rimanere in preghiera, dopo la comunione, per un tempo opportuno e a recarsi durante il giorno alla cappella del seminario per pregare davanti al Ss.mo Sacramento.

In determinati giorni dell'anno poi, si può fare l'esposizione del Ss.mo Sacramento, secondo le norme stabilite dalla stessa Istruzione40 e quelle date dall'ordinario del luogo.

Nella sistemazione della cappella del seminario, il tabernacolo, ove si conserva la Ss.ma Eucaristia, deve essere collocato in modo da favorire la preghiera privata, ed essere facilmente accessibile perché si onori il Signore con frequenza anche con culto privato.41

b) La liturgia delle ore

28. La rinnovata liturgia delle ore42 ha aperto le ricchissime fonti spirituali della Chiesa orante specialmente ai sacerdoti, ai diaconi, ai religiosi obbligati al coro e anche a tutto il popolo cristiano, che è vivamente invitato a parteciparvi.43

Perciò nel seminario si deve attribuire grande onore alla liturgia delle ore da parte di coloro che hanno ricevuto l'ordine di celebrarla, cioè i presbiteri e i diaconi, e da tutta la comunità degli alunni.

29. Sia dunque favorita la celebrazione comunitaria delle ore, che spesso verrà cantata, soprattutto nelle domeniche e nelle feste.

Gli alunni vengano introdotti in essa opportunamente con brevissime parole da parte di chi la presiede; così si abitueranno a gustare, a comprendere e ad amare sempre più le ricchezze dell'ufficio, e impareranno a ricavare da esso un nutrimento per la preghiera personale e per la contemplazione, cosicché la liturgia delle ore si armonizzi con gli altri esercizi di pietà, anziché escluderli.

30. Abitualmente vengano celebrati in comune, in corrispondenza al loro giusto tempo, le lodi, come preghiera del mattino, e i vespri, come preghiera della sera, « che secondo la venerabile tradizione di tutta la Chiesa, sono il duplice cardine dell'ufficio quotidiano ».44

Per quanto possibile la compieta sia la preghiera che conclude la giornata.

Gli alunni siano invitati a recitarla privatamente, quando non può essere detta in comune.

Dove c'è la consuetudine di dedicare, durante la giornata, qualche tempo alla preghiera comunitaria, gioverà recitare in quell'occasione l'ora media.

Specialmente le domeniche e le vigilie delle solennità sarà lodevolmente celebrato l'ufficio delle letture, e almeno qualche volta secondo il rito della « vigilia protratta », come è indicato nel libro della liturgia delle ore.

Infine, durante gli esercizi spirituali, la recita di tutto il corso della liturgia delle ore segnerà opportunamente i tempi della preghiera.

31. Con diligente cura gli alunni vengano preparati in modo che nell'ordinazione diaconale ricevano dalla Chiesa volentieri e con cognizione di causa l'incarico di celebrare tutto l'ufficio della liturgia delle ore.

Per questo, infatti, la Chiesa deputa i partecipi del sacro ordine all'ufficio divino, « in modo che l'ufficio di tutta la comunità sia almeno per loro mezzo compiuto certamente e costantemente, e che la preghiera del Cristo continui incessantemente nella Chiesa ».45

I superiori tengano presente pertanto che, per iniziare adeguatamente gli alunni all'ufficio divino, è necessaria, oltre a una viva esperienza della liturgia, anche una particolare preparazione; perciò non solo devono essere loro spiegati i principi dottrinali, esposti nell'Istituzione generale della liturgia delle ore, ma essi devono essere anche guidati alla comprensione dei salmi, in modo tale da apprendere, nella luce del nuovo Testamento e della Tradizione, a discernere in essi il mistero del Cristo e a trovare nutrimento per la preghiera personale.46

c) La domenica e l'anno liturgico

32. La domenica costituisca per i seminaristi, - sia che essi partecipino alla messa in seminario sia che vengano inviati nelle parrocchie - tanto per la celebrazione liturgica quanto per tutta la giornata, « la festa primordiale », che deve essere proposta e inculcata alla pietà degli alunni come la lieta celebrazione del mistero pasquale.47

Il ciclo annuale dei misteri del Cristo sia celebrato in seminario con particolare fervore, secondo la Costituzione Sacrosanctum Concilium.48

Pertanto, oltre alla celebrazione della messa e della liturgia delle ore secondo le norme dei testi liturgici, bisogna curare che in seminario venga attribuita un'indole festiva alla domenica e alle principali celebrazioni del Signore, della Beata Vergine e dei santi, cosicché tali giorni diventino giorni di letizia.

Grande importanza sia data alla celebrazione delle feste dei santi della diocesi - e della regione, se il seminario è regionale - illustrandone agli alunni la vita e lo spirito.

Sia anche celebrato con cura il giorno anniversario della dedicazione della cattedrale e l'anniversario dell'ordinazione del vescovo del luogo.

Ma soprattutto ogni celebrazione sia preparata con una catechesi che si adatti nello stesso tempo alle necessità degli attuali alunni e dei futuri sacerdoti, senza trascurare il valore pastorale di alcune consuetudini popolari.

Tutto l'anno liturgico sia poi, non soltanto per la celebrazione liturgica, ma per la vita stessa, un cammino spirituale per partecipare intimamente al mistero del Cristo.

33. La completa e perfetta formazione degli alunni richiede che essi, durante gli anni della preparazione in seminario, sperimentino le più sviluppate e ricche forme di celebrazione dei tempi e delle solennità dell'anno liturgico; infatti, quando da sacerdoti eserciteranno il ministero pastorale, le solennità festive dilateranno la loro attività apostolica ed essi dovranno ripetere le celebrazioni in più luoghi, spesso nelle forme più semplici come è previsto nei testi liturgici.

Pertanto, il modo impeccabile in cui i seminaristi vivranno in seminario l'anno liturgico costituisca il modello che illustri il futuro lavoro pastorale, e il fondamento sul quale baseranno la loro meditazione e conoscenza dell'anno liturgico.

34. Una buona e adattata pedagogia in questo campo non può ignorare l'indole particolare del nostro tempo che, specie in alcune regioni meno ricche di fede viva, sembra essere meno favorevole alla profonda comprensione dei tempi sacri e delle feste.

Si tenga quindi conto di quegli alunni che, prima di entrare in seminario, non abbiano avuto una viva e profonda esperienza dell'anno liturgico, in modo da metterli in grado di penetrarne più facilmente il senso soprannaturale, di diventare capaci di una più profonda conoscenza degli eventi salvifici e di ricevere la grazia in essi contenuta.

d) Il sacramento della penitenza

35. Nella vita spirituale dei futuri sacerdoti deve essere attribuita grande importanza al sacramento della penitenza che, come sacramento, tra gli altri atti penitenziali può sommamente contribuire a coltivare quelle disposizioni d'animo che sono richieste dalla imitazione del Cristo e dallo spirito evangelico: una sempre più completa conversione, la purificazione del cuore, la virtù della penitenza con l'amore del sacrificio.

36. Gli alunni quindi si accostino spesso a questo sacramento, per ricevere la grazia per i loro quotidiani sforzi spirituali.49

Infatti, la confessione frequente « non è una semplice rituale ripetizione e neppure un semplice esercizio psicologico, ma un costante studio per perfezionare la grazia del battesimo, affinché, mentre portiamo nel nostro corpo la mortificazione del Cristo, sempre più si manifesti in noi la vita di Gesú».50

L'accostarsi al sacramento della penitenza è un atto essenzialmente individuale e da compiersi singolarmente; esso conservi la sua indole liturgica e di solito sia distinto dalla direzione spirituale.

La frequenza deve essere determinata d'accordo con il proprio confessore, secondo la tradizione dei maestri di spirito e le leggi della Chiesa.

Inoltre, per una più chiara manifestazione della natura ecclesiale della penitenza,51 gioverà qualche volta, specie in occasione della quaresima e degli esercizi spirituali, compiere celebrazioni liturgiche penitenziali, secondo le indicazioni del Rituale Romano, o senza confessione sacramentale, o con la confessione e assoluzione individuale; in quest'ultimo caso deve essere rispettata la libertà di ciascuno.

e) La celebrazione delle sacre ordinazioni e i riti preparatori

37. La Chiesa accompagna i candidati nella via verso il sacerdozio come candidati ad un'iniziazione, non solo cioè con la formazione dottrinale e spirituale, ma anche con i riti.

Durante gli studi e secondo le norme date dalla conferenza episcopale, quando il proposito degli aspiranti, corredato delle necessarie qualità, risulta ormai giunto a una sufficiente maturità, i candidati sono invitati a manifestarlo pubblicamente; il vescovo poi, dopo l'accettazione scritta, con la quale la Chiesa esprime la sua scelta, celebra il rito di ammissione tra i candidati al diaconato e al presbiterato.52

Parimenti, osservati gli interstizi stabiliti, o da stabilire, dalla Santa Sede o dalla conferenza episcopale, i candidati durante il corso teologico53 « devono ricevere i ministeri di lettore e di accolito, se non li hanno già ricevuti, ed esercitarli per un congruo tempo, affinché siano meglio disposti ai futuri uffici della parola e dell'altare ».54

38. Questa celebrazione dei riti, unitamente alle istruzioni loro premesse, offrirà agli alunni un'occasione propizia per pregare più volentieri gli uni per gli altri e per meglio comprendere il significato, l'importanza e i doveri degli uffici che riceveranno e la spiritualità richiesta per l'esercizio dei singoli ministeri e ordini.

Gli elementi principali di questa spiritualità e preparazione dottrinale si deducono facilmente da quanto è stabilito circa i doveri del lettore e dell'accolito nei Motu proprio Ad pascendum55 e Ministeria quaedam.56

Queste celebrazioni si terranno, per quanto è possibile, con la partecipazione di tutta la comunità del seminario, o nella parrocchia dei candidati, o in seminario.

39. Le sacre ordinazioni dei diaconi e dei presbiteri, per quanto sia utile che qualche volta vengano celebrate con grande frutto pastorale sia nella parrocchia dei candidati, sia in quella ove hanno esercitato qualche ministero, costituiscono tuttavia lieti eventi per tutta la comunità diocesana; per questa ragione ne sia informata e sia invitata a parteciparvi.

La loro celebrazione pertanto, preparata con diligenza e dignità, richiede che i sacerdoti, i diaconi, gli alunni del seminario e i fedeli si uniscano attorno al vescovo.

40. Le ordinazioni sacre toccano profondamente la vita del seminario; quindi non solo i candidati, ma tutti gli alunni vengano istruiti in precedenza, con la dovuta catechesi, sui riti e testi, che li aiuterà validamente ad assimilare la dottrina del sacerdozio e l'indole spirituale della vita apostolica.

41. I lettori e gli accoliti esercitino i loro uffici.

I diaconi, dal canto loro, prima di essere chiamati al sacerdozio, esercitino il loro ordine per un certo tempo, o in seminario, o nelle parrocchie, o specialmente presso il loro vescovo.

42. Dati i notevoli mutamenti introdotti dalla Chiesa nella disciplina e nei riti dei gradi per i quali si ascende al sacerdozio, appare chiaro che i professori del seminario devono essere esortati a rinnovare la loro mentalità e i loro metodi educativi, perché più facilmente la nuova disciplina produca i suoi frutti.

Indice

32 Cfr. Cost. Lumen gentium, n. 11;
Decr. Perfectae caritatis, n. 6;
Ratio fundamentalis, n. 52;
Giovanni Paolo II, Lett. encicl. Redemptor hominis, 4 marzo 1979
33 Cfr. Decr. Presbyterorum ordinis, n. 13
34 Cfr. Ratio fundamentalis, n. 52
35 Cfr. sopra, n. 10 e più avanti, n. 41
36 Cfr. Istruzione Musicam sacram, pubblicata dalla S. C. dei Riti, 5 marzo 1967;
cfr. anche Institutiones generales Missalis Romani
37 Cfr. S. C. dei Riti, Istruzione Eucharisticum mysterium,25 maggio 1967, n. 32: AAS, LIX (1967), p. 558: « In quella forma infatti il segno del convito eucaristico risalta in maniera più perfetta, e più chiaramente è espressa la volontà con la quale viene ratificata nel sangue del Cristo la nuova ed eterna alleanza nonché il rapporto tra il convito eucaristico e il convito escatologico nel regno del Padre »
38 Cfr. Decr. Presbyterorum ordinis, n. 13;
Paolo VI, Lett. encicl. Mysterium fidei, 3 settembre 1965
39 Paolo VI, Lett. encicl. Mysterium fidei, 3 settembre 1965;
S. C. dei Riti, Istruzione Eucharisticum mysterium,, 25 maggio 1967: AAS, LIX (1967), pp. 539 ss., specialmente nn. 38 e 50, pp. 562, 567;
cfr. anche il Rituale Romano, De sacra communione et de cultu mysterii eucaristici extra Missam;
Decr. Presbyterorum ordinis, n. 18
40 Cfr. S. C. dei Riti, Istruzione Eucharisticum mysterium, nn. 62-66
41 Cfr. S. C. dei Riti, Istruzione Eucharisticum mysterium, n. 53
42 Cfr. Paolo VI, Cost. Apost. Laudis canticum, 1 novembre 1970
43 Institutio generalis de liturgia horarum, nn. 20, 22, 26-27
44 Cost. Sacrosanctum Concilium, n. 89
45 Institutio generalis de liturgia horarum, n. 28;
cfr. Decr. Presbyterorum ordinis, n. 13
46 Cfr. Ratio fundamentalis, n. 53
47 Cfr. Cost. Sacrosanctum Concilium, n. 106
48 Cfr. nn. 102-105, nn. 108-111
49 Cfr. Ratio fundamentalis, n. 55
50 Rituale Romano … Ordo paenientiae, Praenotanda, n. 7;
cfr. Giovanni Paolo II, Lett. encicl. Redemptor hominis, 4 marzo 1979
51 Cfr. Rituale Romano…, Ordo paenitentiae, Praenotanda, n. 22
52 Cfr. Paolo VI, Lett. Motu proprio Ad pascendum, I e III, 15 agosto 1972
53 Cfr. ibid., IV
54 Ibid., II
55 Cfr. ibid, I c
56 Cfr. Ministeria quaedam, V e VI