Formazione liturgica nei seminari

Indice

Parte prima - La vita liturgica nel seminario

1) Principi generali per la promozione della vita liturgica

a) Particolare iniziazione alla vita liturgica durante il previo tirocinio spirituale

8. « Affinché la formazione spirituale abbia basi più solide e gli alunni abbraccino la vocazione con una scelta scaturita da matura deliberazione »,11 i vescovi sono soliti riservare, all'inizio del primo anno di seminario, un certo periodo da dedicare a una più intensa formazione spirituale.

Si raccomanda che in questo tempo sia impartita ai nuovi alunni una breve e congrua iniziazione liturgica, necessaria fin dall'inizio, per una fruttuosa partecipazione alla vita spirituale del seminario.

Essa consisterà in una preliminare catechesi sulla messa, l'anno liturgico, il sacramento della penitenza, la liturgia delle ore.

b) Principi pedagogici dell'iniziazione alla vita liturgica

9. L'autentica iniziazione, o mistagogia, deve illustrare specialmente le basi della vita liturgica: la storia della salvezza, il mistero pasquale del Cristo, la vera natura della Chiesa, la presenza del Cristo negli atti liturgici, l'ascolto della parola di Dio, lo spirito di preghiera, di adorazione e di ringraziamento, l'attesa della venuta del Signore.12

10. §1: La celebrazione liturgica, in quanto preghiera della Chiesa, partecipa in modo così intimo alla sua natura da unire necessariamente le voci di tutti con il cuore e l'anima di ciascuno, e da essere nello stesso tempo autentica preghiera della comunità e dei singoli.

Anzi, « la vita spirituale non si esaurisce nella partecipazione alla sola liturgia ».13

La liturgia e la pietà personale, infatti, si sostengono vicendevolmente e si completano.

La familiare comunione di preghiera con il Cristo conduce a una più piena, consapevole e pia partecipazione alla liturgia, e a sua volta dalla vita liturgica trae il suo modello e il suo nutrimento.

Da ciò si deduce quanto sia necessario favorire in seminario la liturgia e la vita spirituale individuale e comporle armonicamente;14 secondo poi le necessità locali, si deve insistere o sull'indole della comunità e la sua propria spiritualità, qualora non fosse ancora sufficientemente compresa, o sugli atti di pietà individuali,15 se questi non fossero adeguatamente stimati.

§ 2: Gli esercizi di pietà raccomandati dalla Chiesa siano ordinati - tenendo conto dei tempi liturgici - in maniera che siano consoni con la liturgia, così da aver origine in certo qual modo da essa e ad essa condurre gli alunni.16

§ 3: Da una più piena partecipazione alla vita liturgica gli alunni imparino ad alimentare la loro vita interiore, acquistino a poco a poco lo spirito di meditazione e la conversione del cuore.

Inoltre l'insegnamento della liturgia riveli ad essi lo stretto vincolo che intercorre tra liturgia e vita quotidiana del sacerdote e degli uomini, vincolo che spinge all'apostolato ed esige testimonianza di fede viva che opera attraverso la carità.17

11. La conoscenza della liturgia, che si ritiene necessaria al sacerdote e che deve essere acquisita dagli alunni, richiede una lettura assidua della sacra Scrittura, come raccomanda la Costituzione « Sacrosanctum Concilium »,18 e una certa familiarità con gli scritti dei Padri.19

I giovani acquisteranno questa disposizione d'animo gradualmente, man mano che avanzano negli studi, nella vita spirituale e nella partecipazione alla celebrazione liturgica, specie alla liturgia delle ore e alle celebrazioni della parola di Dio.20

Si deve curare inoltre che con questi sforzi, e con particolare studio, gli alunni siano avviati alla comprensione della lingua simbolica della liturgia, che con i segni sensibili, le parole, i gesti, le cose e le azioni significa le realtà divine e le causa nei sacramenti.

c) La comunità del seminario riunita nella celebrazione liturgica

12. La celebrazione liturgica, che consolida ogni comunità cristiana in modo che i singoli membri abbiano un cuore solo e un'anima sola ( At 4,32 ), deve fondere nell'unità molto di più la comunità del seminario e formare negli alunni uno spirito comune.

Infatti, gli alunni vengono formati, affinché mediante l'ordinazione sacramentale partecipino dell'unico sacerdozio, ricevano il comune spirito del presbiterio, diventino collaboratori del proprio vescovo, siano a lui strettamente uniti ed esercitino il ministero dell'edificazione della Chiesa.

Perciò la celebrazione liturgica in seminario sia fatta in modo che risulti evidente la sua natura comunitaria e soprannaturale, e diventi così realmente fonte e vincolo della vita comune propria del seminario, tale da preparare gli animi degli alunni all'unità del presbiterio.21

Il rettore e i professori avranno a cuore la celebrazione della liturgia con gli alunni, per manifestare in tal modo la sua indole comunitaria e le ricchezze in essa contenute.

Anche ai professori che non risiedono in seminario venga di quando in quando offerta l'opportunità di incontrarsi con i sacerdoti del seminario e con gli alunni, per partecipare alle azioni sacre.

Gli alunni poi non solo prendano parte attiva alla liturgia, ma siano invitati a collaborare con i professori nel prepararla.

13. Affinché gli alunni sperimentino il mistero della Chiesa in quanto gerarchica, distinta cioè nella varietà dei membri e dei ministeri, è conveniente che ci siano nel seminario diaconi, accoliti e lettori, che vengano compenetrati della spiritualità del proprio ufficio, e che esercitino il loro ministero nelle azioni liturgiche:22 in tal modo si renderà evidente a tutti gli alunni l'ufficio proprio del sacerdozio ministeriale e gli uffici dei diaconi, dei lettori e degli accoliti.

Nel seminario ci sia la « schola cantorum », a norma dell'Istruzione Musicam sacram, n. 19.

14. Sebbene convenga che tutta la comunità si riunisca abitualmente per la partecipazione alla liturgia, tuttavia sarà opportuno celebrare di quando in quando qualche azione liturgica a gruppi ristretti, sia per gli alunni che, entrati da poco in seminario, hanno bisogno della catechesi liturgica, di cui sopra al n. 8, sia, nei seminari regionali, per gli alunni di una stessa diocesi, sia per qualche altra ragione; fermo restando il fatto che tali gruppi non devono indebolire l'unità della comunità, e salve le prescrizioni della S. Sede.23

15. Si deve dunque provvedere accuratamente che l'autentica natura ecclesiale dell'adunanza liturgica sia messa in maggiore rilievo.

La comunità del seminario è una parte della Chiesa, che si distingue e differisce dalle altre comunità e dagli altri gruppi: perciò deve esprimere la stessa Chiesa ed essere aperta a tutta la comunità ecclesiale.

Per questa ragione, qualche volta, specialmente in alcune occasioni particolari, si unisca alle celebrazioni liturgiche parrocchiali e in particolare alla più piena celebrazione intorno al vescovo.

Infatti, la vita liturgica della diocesi che fa perno attorno al vescovo, raccomandata a tutti i fedeli,24 è ancor più necessaria a coloro che sono destinati a diventare cooperatori del loro vescovo.

Conviene dunque che nelle maggiori solennità - specie durante il triduo pasquale o in altre circostanze secondo la tradizione diocesana - gli alunni, soprattutto i diaconi, circondino il loro vescovo e intorno a lui esercitino i ministeri che sono stati loro impartiti con l'ordinazione o il conferimento, sia quando egli celebra nella cattedrale sia quando celebra in altre chiese.

Questa pratica, però, sembra presentare qualche difficoltà nei seminari che accolgono alunni di diverse diocesi; venga pertanto loro offerta la possibilità di partecipare, qualche volta, alla vita della propria diocesi e di unirsi al proprio vescovo nella liturgia; tuttavia imparino a rendere omaggio anche alla chiesa e al vescovo del luogo con il dovuto servizio secondo la tradizione.

d) La stessa celebrazione

16. Gli alunni siano resi consapevoli che le azioni liturgiche non sono azioni private, ma celebrazioni della Chiesa, che appartengono a tutto il corpo della Chiesa, lo manifestano e lo implicano; esse quindi sono regolate dalle leggi della Chiesa.25

La celebrazione liturgica in seminario deve essere quindi un modello, sia per i riti, sia per il tono spirituale e pastorale,26 sia per l'osservanza dovuta tanto alle prescrizioni e ai testi dei libri liturgici, quanto alle norme date dalla Santa Sede e dalle conferenze episcopali.

17. Per introdurre gli alunni con maggiore profitto spirituale nelle ricchezze della liturgia e prepararli praticamente al ministero futuro, si favorisca una sana varietà nel modo di celebrare le azioni liturgiche e di parteciparvi.27

Questa varietà riguarderà i modi di celebrare la messa e le celebrazioni sia della parola, sia quelle penitenziali o battesimali, sia infine i modi di ordinare le benedizioni, con maggiore o minore solennità e il loro adattamento alle circostanze e richieste, in conformità di quanto è ammesso o raccomandato dai libri liturgici e dalle prescrizioni della Santa Sede.

In questa materia si tratta di saper compiere la giusta scelta fra le varie possibilità presentate dai testi liturgici, o anche di scegliere, comporre o pronunziare nuovi testi adattati alle varie circostanze ( suppliche nella preghiera dei fedeli, ammonizioni ).

Spetta ai professori del seminario aiutare e guidare gli alunni, ma anche correggerli pazientemente, affinché si formi in loro la genuina nozione della liturgia, ben fondata nella dottrina e nel senso della Chiesa.

In tal modo i futuri sacerdoti saranno efficacemente formati non solo a far uso delle varie possibilità che dalla rinnovata liturgia sono offerte per una più ricca prassi pastorale, ma anche a mantenere i giusti limiti.

18. La suddetta cura della varietà nella celebrazione non deve minimamente distrarre l'attenzione dalla necessità di una profonda e intima assimilazione di quegli elementi della sacra liturgia, che appartengono alla sua parte immutabile, in quanto di istituzione divina.28

Infatti, la struttura della liturgia rimane sempre la stessa, e molti gesti e testi, quelli di maggiore importanza, vengono ripetuti frequentemente; gli alunni siano aiutati a penetrare più profondamente queste parti della liturgia: ne facciano oggetto di meditazione e di ripetute riflessioni, e imparino ad attingervi e a gustarvi un sempre nuovo alimento dello spirito.

19. É particolarmente utile per gli alunni la dimestichezza con la lingua latina e con il canto gregoriano.

Infatti, non solo deve essere conservata per i fedeli questa possibilità - prevista dal Concilio Vaticano II29 di pregare e cantare in latino in comune nelle grandi adunanze, ma conviene che i futuri sacerdoti si radichino più profondamente nella tradizione della Chiesa orante, e conoscano il senso genuino dei testi e perciò sappiano spiegare le versioni in lingue moderne, confrontandole con il testo originale.

e) Preparazione degli alunni al futuro ufficio liturgico di pastore

20. Si deve provvedere accuratamente che gli alunni vengano preparati al futuro ufficio di pastore e di presidente dell'adunanza liturgica con l'apprendimento di tutto ciò che riguarda la degna celebrazione della liturgia, specialmente della santa messa.30

In questo deve essere evitata una duplice deformazione, cioè:

1) gli alunni non considerino ed esperimentino la celebrazione liturgica come un puro esercizio per l'apprendimento del futuro loro ministero pastorale - mentre devono fin d'ora prendere parte al mistero liturgico, secondo la loro attuale condizione, in modo pieno, sapiente e devoto;

2) non scelgano unicamente i testi liturgici che sembrino potersi adattare ai fedeli, che saranno poi affidati alla loro cura pastorale; conviene invece che gli alunni s'addentrino hic et nunc in tutte le ricchezze della preghiera della Chiesa, in modo che, nutriti dalle medesime, siano poi in grado di comunicarle ai loro fedeli.

21. Gli alunni procurino di mettere in pratica quanto hanno sperimentato e imparato in seminario, con opportuni esercizi pastorali.

Il tempo più adatto per questa iniziazione prossima all'ufficio liturgico, e specialmente per l'iniziazione con la quale gli alunni vengono preparati a prestare e a esercitare i diversi uffici nelle celebrazioni parrocchiali, è dato da alcune occasioni opportune durante l'anno scolastico; ma questo tempo è offerto soprattutto dalle vacanze e inoltre - quando si tratta di un più intenso tirocinio - dal periodo finale del corso teologico, allorché ai futuri sacerdoti, ormai diaconi, si aprono più ampie possibilità di ministero liturgico.

Perché questa iniziazione risponda veramente al suo fine specifico e promuova la preparazione degli alunni, è altresì necessario che essa sia diretta e guidata dai professori del seminario o dagli incaricati diocesani per la liturgia.31

Indice

11 Decr. Optatam totius, n. 12
12 Cfr. Cost. Sacrosanctum Concilium, nn. 5-8
13 Cost. Sacrosanctum Concilium, n. 12
14 Cfr. Decr. Optatam totius, n. 8
15 Cfr. Ratio fundamentalis, n. 54
16 Cfr. Cost. Sacrosanctum Concilium, n. 13
17 Cfr. Cost. Sacrosanctum Concilium, nn. 10-11;
Ratio fundamentalis, n. 53
18 Cfr. Sacrosanctum Concilium n. 24, n. 90
19 Cfr. Ratio fundamentalis, n. 54 f
20 Cfr. Ratio fundamentalis, n. 53
21 Cfr. Ratio fundamentalis, nn. 46 e 47
22 Cfr. Cost. Sacrosanctum Concilium, n. 28
23 Cfr. S. C. per il Culto Divino, Istruzione De missis pro coetibus particularibus, 15 maggio 1969 AAS, LXI (1969), pp. 806 ss
24 Cfr. Cost. Sacrosanctum Concilium, n. 41
25 Cfr. Cost. Sacrosanctum Concilium, n. 23 e n. 26
26 Cfr. più avanti, n. 46
27 Cfr. Ratio fundamentalis, n. 52
28 Cfr. Cost. Sacrosanctum Concilium, n. 21
29 Cfr. Cost. Sacrosanctum Concilium, n. 54
30 Cfr. S. C. dei Riti, Istruzione Eucharisticum mysterium, 25 maggio 1967: AAS, LIX (1967), n. 20, pp. 552-553
31 Cfr. Ratio fundamentalis, n. 94, nn. 97-99