Etica in Internet |
10. Quanto abbiamo detto finora contiene alcuni motivi di preoccupazione circa Internet.
Uno fra i più importanti è quello che oggi viene definito « digitaldivide », una forma di discriminazione che divide i ricchi dai poveri, fra le nazioni e al loro interno, sulla base dell'accesso o dell'impossibilità di accesso alla nuova tecnologia informatica.
In questo senso, si tratta di una versione aggiornata dell'antico divario fra i ricchi e i poveri di informazioni.
L'espressione « digital divide » evidenzia il fatto che gli individui, i gruppi e le nazioni devono avere accesso alla nuova tecnologia per non rimanere in arretrato e poter godere dei benefici che la globalizzazione e lo sviluppo promettono.
È necessario che « il divario tra coloro che beneficiano dei nuovi mezzi di informazione e di espressione e coloro che non hanno ancora accesso ad essi non diventi una incontrollabile, ulteriore fonte di disuguaglianza e di discriminazione ».21
È necessario individuare modi per rendere Internet accessibile ai gruppi meno avvantaggiati, sia direttamente sia collegandolo a mezzi di comunicazione tradizionali a più basso costo.
Il ciberspazio dovrebbe essere una fonte di informazioni e servizi accessibili a tutti gratuitamente e in una vasta gamma di lingue.
Le istituzioni pubbliche hanno la responsabilità particolare di creare e conservare siti di questo tipo.
Mentre prende forma la nuova economia globale, la Chiesa opera affinché « in questo processo vinca l'umanità tutta e non solo un'élite ricca che controlla la scienza, la tecnologia, la comunicazione e le risorse del pianeta ».
La Chiesa desidera « una globalizzazione al servizio di tutta la persona umana e di tutte le persone ».22
A questo proposito è necessario tener presente che le cause e le conseguenze di questo divario non sono soltanto economiche ma anche tecniche, sociali e culturali.
Così, ad esempio, un altro « divide » esiste a danno delle donne e anch'esso va eliminato.
11. Siamo preoccupati per le dimensioni culturali di quanto accade.
In particolare, quali strumenti potenti del processo di globalizzazione, la nuova tecnologia informatica e Internet trasmettono e contribuiscono a inculcare un insieme di valori culturali, e modi di pensare sui rapporti sociali, sulla famiglia, sulla religione, sulla condizione umana, il cui fascino e la cui novità possono sfidare e schiacciare le culture tradizionali.
Il dialogo e l'arricchimento interculturale sono senza dubbio molto desiderabili.
Infatti « il dialogo fra le culture è particolarmente necessario oggi a motivo dell'impatto dei muovi mezzi di comunicazione sociale sulla vita degli individui e dei popoli ».23
Tuttavia esso deve fluire in due direzioni.
I sistemi culturali hanno molto da imparare l'uno dall'altro e imporre a una cultura la visione del mondo, i valori e perfino la lingua propri di un'altra, non è dialogo.
È imperialismo culturale.
Quello del dominio culturale diviene un problema particolarmente grave quando la cultura dominante trasmette valori falsi e contrari al bene autentico delle persone e dei gruppi.
Così come stanno le cose, Internet, insieme ad altri mezzi di comunicazione sociale, sta trasmettendo messaggi carichi di valori proprii della cultura secolare occidentale a persone e società che in molti casi non sono in grado di valutarli e di confrontarli.
Ciò causa problemi gravi, ad esempio nell'ambito del matrimonio e della vita familiare, che stanno sperimentando « una crisi diffusa e radicale »24 in molte aree del mondo.
In tali circostanze la sensibilità culturale e il rispetto per i valori e le credenze degli altri sono indispensabili.
Il dialogo interculturale che salvaguarda le culture, come « espressioni storiche varie e geniali dell'originaria unità della famiglia umana » e « la loro reciproca comprensione e comunione »,25 è necessario per costruire e mantenere il senso di solidarietà internazionale.
12. Complessa e fonte di ulteriori preoccupazioni è anche la questione della libertà di espressione su Internet.
Sosteniamo con vigore la libertà di espressione e il libero scambio delle idee.
La libertà di cercare e conoscere la verità è un diritto umano fondamentale26 e la libertà di espressione è una pietra d'angolo della democrazia.
« Tutto questo esige che l'uomo, nel rispetto dell'ordine morale e della comune utilità, possa liberamente investigare il vero, manifestare e diffondere la sua opinione … ed infine, informarsi secondo verità sugli eventi di carattere pubblico ».27
E l'opinione pubblica, « una espressione essenziale della natura umana organizzata in società », esige assolutamente « la libertà di manifestare il proprio sentimento e il proprio pensiero ».28
Alla luce di queste esigenze del bene comune, deploriamo i tentativi da parte delle autorità pubbliche di bloccare l'accesso all'informazione su Internet o su altri mezzi di comunicazione sociale perché li ritengono pericolosi o imbarazzanti per loro, di manipolare l'opinione pubblica a scopo di propaganda e di disinformazione o di impedire la legittima libertà di espressione e di pensiero.
A questo riguardo i regimi autoritari sono i peggiori trasgressori, ma il problema esiste anche nelle democrazie liberali, dove l'accesso ai mezzi di comunicazione sociale per fare politica spesso dipende dalla ricchezza e dove i politici e i loro consiglieri non rispettano la verità e la lealtà, calunniando i propri oppositori e riducendo i problemi a dimensioni insignificanti.
13. Come è stato sottolineato spesso, il giornalismo sta attraversando cambiamenti profondi in questo nuovo ambiente.
La combinazione di nuove tecnologie e globalizzazione ha « aumentato le capacità dei mezzi di comunicazione sociale, ma ha anche accresciuto la loro esposizione alle pressioni ideologiche e commerciali »29 e questo vale anche per il giornalismo.
Internet è uno strumento di informazione molto efficiente e rapido.
Tuttavia la competitività economica e la presenza giorno e notte del giornalismo online contribuiscono anche al sensazionalismo e alla diffusione del pettegolezzo, alla mescolanza di notizie, pubblicità e spettacolo, e a una diminuzione, almeno apparente, delle cronache e dei commenti seri.
Un giornalismo onesto è essenziale per il bene comune delle nazioni e della comunità internazionale.
Questi problemi evidenti nella pratica del giornalismo su Internet esigono una soluzione rapida da parte dei giornalisti stessi.
Un problema per molti è l'incredibile quantità di informazioni su Internet, di gran parte delle quali non ci si preoccupa di controllare se siano giuste e appropriate.
Siamo preoccupati anche per il fatto che gli utenti di Internet utilizzano la tecnologia che permette di creare notizie su comando, semplicemente per fabbricare barriere elettroniche contro idee poco familiari.
Ciò non sarebbe salutare in un mondo pluralistico nel quale è necessaria una crescente comprensione reciproca fra le persone.
« Sempre più, la tecnologia permette alle persone di raccogliere informazioni e servizi, creati unicamente per loro.
In questo vi sono vantaggi reali, ma inevitabilmente sorge una domanda: il pubblico del futuro sarà costituito da una moltitudine di persone che ascoltano uno solo?
… Che cosa ne sarebbe della solidarietà, che cosa ne sarebbe dell'amore in un mondo così? ».30
14. Oltre alle questioni concernenti la libertà di espressione, quello dell'integrità e dell'accuratezza delle notizie e della condivisione di idee e informazioni è un'altra serie di motivi di preoccupazione generati dal libertarismo.
L'ideologia del libertarismo radicale è sbagliata e dannosa, soprattutto per legittimare la libera espressione al servizio della verità.
L'errore sta nell'esaltare la libertà « al punto da farne un assoluto, che sarebbe sorgente di valori …
Ma in tal modo l'imprescindibile esigenza di verità è scomparsa, in favore di un criterio di sincerità, di autenticità, di « accordo con se stessi ».31
Questo modo di pensare non lascia alcuno spazio alla comunità autentica, al bene comune e alla solidarietà.
Indice |
21 | Giovanni Paolo II, Mess. XXXI Giornata Mondiale delle Comunicazioni |
22 | Etica nelle comunicazioni sociali, n. 22 |
23 | Ibidem, n. 11 |
24 | Novo millennio ineunte, n. 47 |
25 | Mess. Giornata Mondiale della Pace 2001, n. 10 |
26 | Giovanni Paolo II, Centesimus annus, n. 47 |
27 | Concilio Vaticano II, Gaudium et spes, n. 59 |
28 | Communio et progressio, n. 25, n. 26 |
29 | Giovanni Paolo II, Discorso in occasione del Giubileo dei giornalisti, n. 2 del 4 giugno 2000 |
30 | Etica nelle comunicazioni sociali, n. 29 |
31 | Giovanni Paolo II, Veritatis splendor, n. 32 |