Dialogo della Divina Provvidenza |
- E poi che l'anima è venuta ed ha acquistato el lume generale, del quale Io t'ho decto, non debba stare contenta; perché, mentre che sète perregrini in questa vita, sète apti a crescere e dovete crescere: e chi non cresce, ipso facto torna adietro.
O debba crescere nel comune lume che egli ha acquistato mediante la grazia mia, o egli debba con sollicitudine ingegnarsi d'andare al secondo lume perfecto, e da l'imperfecto giognere al perfecto, però che con lume si vuole andare alla perfeczione.
In questo secondo lume perfecto sonno due maniere di perfecti: perfecti sonno che si sonno levati dal comune vivere del mondo.
In questa perfeczione ci sonno due.
L'uno che sonno alcuni che perfectamente si dánno a gastigare il corpo loro, facendo aspra e grandissima penitenzia: e acciò che la sensualitá loro non ribelli a la ragione, tucto hanno posto il desiderio loro piú in mortificare il corpo che in ucidere la loro propria volontá, sí come in un altro luogo ti dixi.
Costoro si pascono a la mensa della penitenzia, e sonno buoni e perfecti se ella è fondata in me col lume di discrezione, cioè con vero cognoscimento di loro e di me, e con grande umilitá, tucti conformati ad essere giudici della volontá mia e non di quella degli uomini.
Ma se non fussero cosí, cioè con vera umilitá vestiti della volontá mia, spesse volte offendarebbero la loro perfeczione, facendosi giudicatori di coloro che non vanno per quella medesima via che vanno eglino.
Sai tu perché a questi cotali l'adiverrebbe?
Perché hanno posto piú studio e desiderio in mortificare il corpo che in ucidere la propria volontá.
Questi cotali sempre vogliono eleggere i tempi e i luoghi e le consolazioni della mente a loro modo, e anco le tribulazioni del mondo e le bactaglie del dimonio, sí come nel secondo stato imperfecto Io ti narrai.
Costoro dicono, per inganno di loro medesimi, ingannati da la propria volontá, la quale ti chiamai « volontá spirituale» :
- Io vorrei questa consolazione e non queste bactaglie né molestie del dimonio; e giá non el dico per me, ma per piú piacere a Dio e averlo piú per grazia ne l'anima mia, perché meglio mel pare avere e servirlo in questo modo che in quello.
- E cosí per questo modo spesse volte cade in pena e in tedio, e diventane incomportabile a se medesimo; e cosí offende il suo stato perfecto e non se n'avvede, né che vi caggia dentro la puzza della superbia; ed ella vi giace, però che, se ella non vi fusse, ma fusse veramente umile e non presumptuoso, vedrebbe col lume che Io, dolce e prima Veritá, do stato e tempo e luogo e consolazioni e tribulazioni secondo che è necessitá a la salute vostra ed a compire la perfeczione ne l'anima a la quale Io l'ho electe.
E vedrebbe che ogni cosa do per amore; e però con amore e riverenzia debba ricevere ogni cosa.
Sí come fanno e' secondi ( cioè che viene il terzo ), de' quali Io ti dirò, che sonno questi due stati che stanno in questo perfectissimo lume.
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