Dialogo della Divina Provvidenza |
- Ora t'ho decto, carissima figliuola, e in tucto dichiarato e illuminatone l'occhio de l'intellecto tuo verso gl'inganni che 'l dimonio ti potesse fare.
E ho satisfacto al desiderio tuo in quello che tu mi dimandasti, perché Io non so' spregiatore del desiderio de' servi miei.
Anco do a chi mi dimanda, e invitovi a dimandare; e molto mi spiace colui che in veritá non bussa a la porta della sapienzia de l'unigenito mio Figliuolo, seguitando la doctrina sua; la quale doctrina, seguitandola, è uno bussare chiamando a me, Padre etterno, con la voce del sancto desiderio, con umili e continue orazioni.
E Io so' quel Padre che vi do el pane della grazia col mezzo di questa porta, dolce mia Veritá.
E alcuna volta, per provare i desidèri vostri e la vostra perseveranzia, fo vista di non intendervi; ma Io v'intendo, e dòvi, mentre, quello che bisogna, perché vi do la fame e la voce con che chiamate a me; e Io, vedendo la costanzia vostra, compio e' vostri desidèri, quando sonno ordinati e dirizzati in me.
A questo chiamare v'invitoe la mia Veritá quando dixe: « Chiamate e saravi risposto; bussate e saravi aperto; chiedete e saravi dato ».
E cosí ti dico che Io voglio che tu facci: che tu non allenti mai el desiderio tuo di chiedere l'aiutorio mio; né abbassi la voce tua di chiamare a me, ch'Io facci misericordia al mondo; né ti ristare di bussare a la porta della mia Veritá, seguitando le vestigie sue; e dilèctati in croce con Lui, mangiando el cibo de l'anime per gloria e loda del nome mio.
E con ansietá di cuore mughiare sopra el morto de l'umana generazione, el quale vedi condocto a tanta miseria che la lingua non sarebbe sufficiente a narrarlo.
Con questo mughio e grido vorrò fare misericordia al mondo.
E questo è quello che Io richiego da' servi miei, e questo mi sará segno che in veritá m'amino.
E Io non sarò spregiatore de' loro desidèri, sí come Io t'ho decto.
Indice |