Dialogo della Divina Provvidenza |
- Ora t’ho, dilectissima e carissima figliuola, satisfacto al desiderio tuo dal principio in fino a l’ultimo de l’obbedienzia.
Se bene ti ricorda, dal principio mi dimandasti con ansietato desiderio ( sí come Io ti feci dimandare per farti crescere il fuoco della mia caritá ne l’anima tua ), tu mi dimandasti quatro petizioni.
L’una per te, a la quale Io ho satisfacto, alluminandoti della mia veritá, mostrandoti in che modo tu cognosca questa veritá, la quale desideravi di cognoscere; cioè che col cognoscimento di te e di me, col lume della fede, ti spianai in che modo tu venivi a cognoscimento della veritá.
La seconda, che tu dimandasti, fu che Io facessi misericordia al mondo.
La terza, per lo corpo mistico della sancta Chiesa; pregandomi che Io tollesse la tenebre e la persecuzione, volendo tu che Io punisse le iniquitá loro sopra di te.
In questo ti dichiarai che neuna pena, che sia data in tempo finito, può satisfare alla colpa commessa contro a me, bene infinito, puramente pur pena.
Satisfa, se la pena è unita col desiderio dell’anima e contrizione del cuore: il modo dichiarato te l’ho.
Anco t’ho risposto ch’Io voglio fare misericordia al mondo, mostrandoti che la misericordia m’è propria.
Unde, per misericordia e amore inextimabile ch’Io ebbi all’uomo, mandai el Verbo de l’unigenito mio Figliuolo, el quale, per mostrartelo ben chiaramente, tel posi in similitudine d’uno ponte che tiene dal cielo a la terra, per l’unione della natura mia divina nella natura vostra umana.
Anco ti mostrai, per illuminarti piú della mia veritá, come il ponte si saliva con tre scaloni, cioè con le tre potenzie de l’anima.
E di questo Verbo, ponte, mostrato a te, anco questi tre scaloni figurai nel corpo suo, sí come tu sai, per li piei, per lo costato e per la bocca; ne’ quali posi tre stati de l’anima: lo stato inperfecto, e lo stato perfecto, e lo stato perfectissimo, dove l’anima giogne alla excellenzia de l’unitivo amore.
In ogniuno t’ho mostrato chiaramente quella cosa che le tolle la inperfeczione e falla giognere alla perfeczione, e per che via si va; e degli occulti inganni del dimonio, e del proprio amore spirituale; e parlatoti, in questi stati, di tre reprensioni che fa la mia clemenzia: l’una ti posi facta nella vita, l’altra nella morte in quelli che senza speranza muoiono in peccato mortale ( de’ quali Io ti posi che andavano socto al ponte per la via del dimonio, contandoti delle miserie loro ), e la terza de l’ultimo giudicio generale.
E parla’ti alcuna cosa della pena de’ danpnati, e della gloria de’ beati, quando avará riavuto ogniuno la dota del corpo suo.
Anco ti promissi e promecto che col molto sostenere de’ servi miei riformarò la sposa mia.
Invitandovi a sostenere, lamentandomi teco delle iniquitá loro, e mostrandoti l’excellenzia de’ ministri nella quale Io gli ho posti, e la reverenzia ch’Io richieggo che i secolari abbino a loro, mostrandoti la cagione perché, per loro difetto, non debba diminuire la reverenzia in loro; e quanto m’è spiacevale il contrario.
E della virtú di quelli che vivevano come angeli, toccandoti, insieme con questo, de l’excellenzia del sacramento.
Anco sopra i decti stati, volendo tu sapere degli stati delle lagrime e unde elle procedono, tel narrai, e acorda’teli con questi.
E decto t’ho che tucte le lagrime escono della fontana del cuore, e ordinatamente t’ho assegnato perché.
Di quatro stati di lagrime, e della quinta che germina morte, anco ti contai.
Hotti risposto alla quarta petizione di quello che mi pregasti: ch’Io provedesse al caso particulare advenuto.
Io providdi, sí come tu sai.
Sopra questo t’ho dichiarata la providenzia mia in generale e in particulare, facendomi dal principio della creazione del mondo infino a l’ultimo, come ogni cosa ho facta e fo con divina providenzia, dando e permectendo ciò ch’Io do, e tribulazioni e consolazioni temporali e spirituali.
E ogni cosa è data per vostro bene, perché siate sanctificati in me e la veritá mia si compia in voi.
Perché la mia veritá fu questa: che Io vi creai perché aveste vita etterna, la quale veritá v’è facta manifesta col sangue del Verbo, unigenito mio Figliuolo.
Anco t’ho, ne l’ultimo, satisfacto al desiderio tuo e a quello ch’Io ti promissi di narrare della perfeczione de l’obbedienzia e della inperfeczione della disobbedienzia, e unde ella viene, e che ve la tolle.
Hottela posta per una chiave generale, e cosí è.
E decto t’ho della particulare, e de’ perfecti e degl’imperfecti, di quegli de l’ordine e di quelli fuore de l’ordine, d’ogniuno distintamente; della pace che dá l’obbedienzia e della guerra che dá la disobbedienzia, e quanto s’inganna il disobbediente, ponendoti che la morte venne nel mondo per la disobbedienzia di Adam.
Ora Io, Padre etterno, somma ed etterna veritá, ti conchiudo che ne l’obbedienzia del Verbo, unigenito mio Figliuolo, avete la vita.
E come tucti dal primo uomo vecchio contraeste la morte, cosí tucti, chi vuole portare la chiave de l’obbedienzia, avete contracta la vita da l’uomo nuovo, Cristo dolce Iesú, di cui Io v’ho fatto ponte, perché era rocta la strada del cielo.
Ora Io t’invito ad pianto te e gli altri servi miei; e, col pianto, con l’umile e continua orazione, voglio fare misericordia al mondo.
Corre per questa strada della veritá, morta, acciò che non sia poi ripresa andando tu lentamente; ché piú ti sará richiesto da me ora, che prima, perché ho manifestato me medesimo a te nella veritá mia.
Guarda che tu non esca mai della cella del cognoscimento di te; ma in questa cella conserva e spende il tesoro che Io t’ho dato.
Il quale è una doctrina di veritá, fondata in su la viva pietra, Cristo dolce Iesú, vestita di luce che discerne la tenebre.
Di questa ti veste, dilectissima e dolcissima figliuola, in veritá.
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