Le prime generazioni cristiane non conobbero il giorno in cui nacque Gesù: l'unica, improbabilissima, possibilità per noi di saperlo sarebbe il rinvenimento di una lapide che determini il giorno in cui Quirino, governatore della Siria, indisse per la Palestina il censimento ordinato da Augusto come preliminare all'attrezzatura di una base logistica in vista d'un'eventuale campagna militare contro la Persia.

Il profeta Malachia ( Ml 3,20 ) aveva preannunziato che ai buoni sarebbe sorto il Sole di giustizia e l'Apostolo Giovanni aveva presentato ripetutamente Gesù come luce.

Sull'altro lato, l'imperatore Aureliano ( 270-275 ) aveva introdotto per il 25 dicembre la celebrazione del Sol invictus, simbolo che ormai riassumeva e cercava di sublimare gli ultimi aneliti religiosi del paganesimo, e Giuliano l'Apostata fece leggere a Roma, per questa data, il suo discorso sul Sole, nel quale lo glorificava come astro, ma soprattutto come personificazione della luce intellettuale.

Il 25 dicembre solennizzava dunque la nascita, insieme astronomica ed allegorica, del sole, il quale, dopo il declinare precedente, cominciava a riprendere vigore.

Per il cristianesimo che mirava, più che a sradicare, a trasfigurare in nuovi valori le consuetudini delle popolazioni, fu agevole sovrapporre al Sol invictus il Sole di giustizia, che definiva il Salvatore: sul valore simbolico dell'allungarsi delle giornate con il Natale vedi i Sermoni 61 A § 1 e 99 extr. 1 di S. Massimo di Torino.

Pare che la festa sia stata introdotta in Roma attorno al 350, sotto Papa Liberio.

Festa liturgica ricorrente il 25 dicembre che celebra la nascita di Gesù Cristo; nell'anno liturgico ( v. ) è preparata dall'Avvento ( v. ).

La data del Natale cristiano riprende quella del calendario romano, che il 25 dicembre celebrava il solstizio invernale e il "natale" ( ossia la nascita ) del "sole vittorioso".

La prima testimonianza della solennità cristiana è offerta a Roma da un cronografo del 354.

Il senso della festa del Natale di Gesù Cristo va oltre il fatto di ricordare il giorno della sua nascita, per sottolineare la sua manifestazione come Salvatore.

Altre tematiche collegate al Natale sono la reintegrazione dell'universo nello splendore dell'originario disegno divino e il rinnovamento dell'uomo, che fonda la sua dignità su quella del Figlio di Dio incarnato.

Magistero

Messaggi Urbi et Orbi Natalizi

Il tema del Natale è d'una tale importanza, che chi lo nega, o lo copre di silenzio e d'indifferenza priva la concezione del mondo d'una sua luce centrale, castiga se stesso all'ignoranza d'una chiave esplicativa della propria vita e dell'universo, e copre ogni cosa d'un velo di oscuro mistero, che invece il mistero luminoso del Natale illumina con bagliori affascinanti.

Noi dobbiamo ravvivare, e proprio celebrando la grande festività del Natale, la nostra fede nella misteriosa e gioiosa presenza eucaristica fra noi.

Ripensare il Natale come un punto di partenza, una linea che vuol essere traiettoria per il cammino d'un'autentica vita cristiana.

Il Natale di Cristo ci aiuta a prendere coscienza di quanto valga la vita umana, la vita di ogni essere umano, dal suo primo istante al suo naturale tramonto.

Questo è il messaggio di Natale: il Verbo si è fatto carne.

Così il Natale ci rivela l'amore immenso di Dio per l'umanità.

Infatti, il Verbo di Dio pianta la sua tenda tra noi, peccatori e bisognosi di misericordia.

La nascita di Gesù è il gesto di amore più grande del nostro Padre del Cielo.

E, infine, un ultimo aspetto importante: nel Natale possiamo vedere come la storia umana, quella mossa dai potenti di questo mondo, viene visitata dalla storia di Dio.

Natale inaugura un'epoca nuova, dove la vita non si programma, ma si dona; dove non si vive più per sé, in base ai propri gusti, ma per Dio; e con Dio, perché da Natale Dio è il Dio-con-noi, che vive con noi, che cammina con noi.

Catechismo della Chiesa Cattolica