Meditazioni per le domeniche dell'anno

Indice

MD 9

III domenica dopo la festa dei Re
( Mt 8,1-13 )

L'obbedienza dev'essere mossa dalla fede

1 Nel Vangelo odierno si parla di un centurione che aveva presso di sé un servo malato e pregò Gesù Cristo di venire per restituirgli la salute.

Pensò anzi che non era necessario che Gesù si scomodasse tanto e che bastava comandare a quel servo di guarire e sarebbe subito guarito.

Si mosse allora e andò dal Salvatore per fargli presente che sarebbe bastata una sua parola per guarire il malato.

Gesù ammirò la fede del centurione e disse che nemmeno in Israele aveva mai trovato una fede così grande ( Lc 7,3 ).

Questo centurione ci fa capire quanto sia eccellente l'obbedienza quando è animata e sostenuta dalla fede.

Infatti chi obbedisce al Superiore, come a Dio stesso, eleva molto la sua obbedienza con questo sguardo di fede ed essa diventa un atto di religione, uno dei più eminenti che si possa compiere in questo mondo, perché si rivolge direttamente a Dio, velato sotto l'aspetto di un uomo debole e mortale, rivestito però dell'autorità divina.

Proprio così si comportò il centurione che, pur vedendo in Gesù Cristo solo l'aspetto di un uomo comune, era vivamente persuaso che, chi aveva compiuto un miracolo così grande come quello della guarigione del suo servo, doveva essere autorevole come Dio e quindi era Dio.

Obbedire con lo stesso sentimento e gli stessi criteri puri e semplici?

È a un Dio, nascosto sotto l'aspetto di un uomo, che obbedite quando vi comanda con la potenza di Dio chi è in lui?

Questo sguardo di fede è il solo motivo che vi spinge a sottomettervi prontamente e ciecamente?

Solo se è animata da questi motivi, la vostra obbedienza riuscirà a svincolarvi da ogni mira umana.

2 Il centurione disse a Gesù che bastava una sua parola per guarire il suo servo; così del resto, avveniva a lui con i soldati della sua compagnia ai quali bastava dire una parola per essere obbedito immediatamente ( Mt 8,8-9 ).

Da questo breve ragionamento si deve concludere che se gli uomini, mossi da una considerazione puramente umana, sono così sottomessi a un uomo come loro, tanto da considerarlo un capo, a più ragione chi si è dato a Dio e deve lasciarsi guidare dal suo spirito, è obbligato a eseguire subito quanto gli è prescritto dai Superiori, con lo sguardo fisso a Dio, ogni volta che si rivolgono a lui, persuaso che è Dio che comanda nella loro persona.

Basta anche a voi una parola o un cenno del Superiore per farvi abbandonare o, al contrario, eseguire tutto e subito, per il solo motivo che la sua parola è la parola di Dio e che quel richiamo è il richiamo di Dio?

Questo semplice sguardo di fede innalza l'obbedienza al di sopra di lui stesso, gli fa vedere solo Dio, proprio lì dove non ce l'aspetteremmo mai, e l'induce a spogliarsi dei sentimenti che la natura potrebbe suggerirgli.

Rinnovate ogni tanto questo sguardo di fede quando dovete obbedire e, per penetrarvene meglio, adorate spesso Dio nella persona del vostro Superiore.

3 Il Centurione ci indovinò proprio, perché appena ebbe fatto il suo atto di fede in Gesù, affermando che con una sola parola avrebbe guarito il suo servo, il suo servo fu effettivamente guarito ( Mt 8,13 ).

Il centurione ottenne questa grazia per la sua fede davvero eccellente e viva.

Siate pur certi che basta una sola parola, rivolta dal Superiore a un uomo veramente obbediente e animato da una fede viva, per compiere in lui grandi miracoli e produrre in lui gli effetti più sorprendenti della grazia.

L'obbedienza così praticata porterà chi obbedisce a non replicare nulla a chi comanda, così non troverà alcuna difficoltà a eseguire i suoi comandi.

Anche se è difficile eseguire l'ordine ricevuto, l'amore che lo muove a eseguirlo glielo farà accettare e glielo farà compiere con piacere.

Comportandosi così acquisterà la semplicità di un bambino ( Mt 18,5 ) che non è capace di discernere né di ragionare, perché la semplicità con la quale obbedisce permette al suo spirito, illuminato da una giusta visione di Dio, di soffocare in lui ogni criterio e ogni ragionamento umano.

È così che obbedite?

Non cercate troppo spesso di addurre motivi per non fare ciò che vi viene comandato?

Anche se non lo esternate, il vostro spirito non cerca spesso di rimuginare su ragioni che a lui sembrano buone, anzi migliori e più degne di essere attuate di quelle che gli vengono proposte dal Superiore?

State attenti a voi stessi, perché non si obbedisce seguendo la ragione, ma la grazia e la fede; chi invece dà ascolto alla ragione, agisce da uomo e non da discepolo docile alla voce di Gesù Cristo che deve guidarlo con lo spirito della fede.

Indice