Spiegazione del metodo di orazione |
188 I tre atti che si riferiscono a Nostro Signore sono:
1 - Un atto di fede.
2 - Un atto di adorazione.
3 - Un atto di ringraziamento.
189 L'atto di fede sul mistero su cui facciamo orazione - ad esempio, la Natività di Nostro Signore - si fa credendo fermamente che è lui che ha operato quel mistero, che si è incarnato, che è nato Bambinello dal seno della SS.ma Vergine.
190 Se vogliamo maggiormente convincerci di questa verità, possiamo riflettere su un passo della Sacra Scrittura, che lo insegna o vi fa riferimento, come le parole che l'Angelo disse ai pastori, in S. Luca, cap. 2: Oggi, vi è nato un Salvatore che è il Cristo Signore; ( Lc 2,11 ) ovvero quelle riportate da S. Matteo, cap. 1 e mutuate dal profeta Isaia: Vi dichiaro che una Vergine concepirà e darà alla luce un figlio ( Mt 1,23 ) che sarà chiamato Emanuele, cioè Dio con noi. ( Is 7,14; Is 8,8-10 )
191 Questo potrebbe essere lo svolgimento di questo atto:
a. Monsignore Gesù Cristo, credo fermamente che tu che sei il figlio unico di Dio Padre onnipotente, ( Gv 4,9 ) Dio come lui e come lui eterno, ( Eb 1,3 ) hai fortemente voluto diventare uomo e rivestirti della nostra carne, ( Gv 1,17 ) prendendo un corpo e anima simili al nostro, per opera dello Spirito Santo nel seno della Vergine purissima ( Lc 1,35 ) dalla quale sei nato sotto la forma di un bambinello, ( Lc 2,6-17 ) pur restando sempre Dio.
b. Così credo, o mio Salvatore, perché così m'insegna la fede.
192 Come occuparsi durante l'atto di fede.
a. Sì, mio Dio, credo che ti sei fatto bambino per amore mio; che sei nato in una stalla nel cuore della notte ( Lc 2,7 ) in un rigidissimo inverno; ( Sap 18,14-15 ) che sei stato adagiato nel fieno e nella paglia. ( Lc 2,7 )
Il tuo amore per me ti ha ridotto a una povertà e a una indigenza inaudita e tanto estrema che, fino ad allora, non si era mai sentito dire nulla di simile.
Credo, Monsignore, a tutte le verità che la fede mi insegna sul tuo amore per me.
b. Avresti potuto nascere tra abbondanti ricchezze, tra lo splendore degli onori e nel più stupendo palazzo che sia mai esistito.
Avresti potuto, alla tua nascita, prendere possesso di tutti regni del mondo, perché ti appartengono; ( Lc 4,5-6 ) dice, infatti, il reale profeta, sal. 24: ( Sal 24,1 )
La terra e tutto ciò che contiene appartengono al Signore, Tu però non hai voluto godere di questi diritti, mio divino Salvatore.
c. La tua infinita sapienza ha creduto che sarebbe stato più vantaggioso per me darmi, nella tua adorabile persona, l'esempio della vita da condurre e della via da seguire per giungere alla vera gloria e al godimento dei veri beni e delle ricchezze spirituali e celesti attraverso il disprezzo dei beni perituri della terra e dei falsi onori che passano.
d. Tu sai, o Signore, quanto la mia inclinazione superba, avara, e smaniosa di seducenti piaceri, mi ci trasporta con furore.
Tu, con il tuo amore e con la tua infinita bontà, hai voluto guarirmi a tue spese, , da questa malattia così funesta, e meritarmi la grazia di seguirti e di camminare sui tuoi passi. ( 1 Pt 2,21 )
e. Questo sono deciso a fare, amabile Salvatore, per quanto sia alto il prezzo e profonda la ripugnanza che la mia natura corrotta potrà risentirne, qualunque siano le difficoltà che il mio amor proprio potrà incontrare.
f. Aiutami, tè ne supplico, mio Dio, aiuta la mia debolezza che è grandissima al momento di agire.
g. Accordami la grazia che hai meritato per me in questo mistero, perché riesca a imitarti.
h. Di grazia, Signore, aumenta la mia fede che è tanto debole. ( Mc 9,24 )
193 C'è ancora un modo per intrattenersi sull'atto di fede: considerare Nostro Signore come il figlio dell'uomo che vuole farci divenire figli di Dio.
a. Credo con tutto il cuore, o mio Dio, Verbo eterno, vero figlio unico di Dio Padre, che ti sei fatto figlio dell'uomo ( Gv 1,1-18 ) per meritarmi la grazia di divenire figlio di Dio tuo Padre.
b. È la grandezza infinita della tua carità, Signore, ( Gv 3,16 ) che ti ha condotto a questo eccesso di abbassamento e di umiliazione.
e. Sei venuto tra i tuoi, dice il tuo evangelista S. Giovanni al cap. 1°, cioè in questo mondo che ti appartiene, ma i tuoi non hanno voluto riceverti. ( Gv 1,11 )
Gli Ebrei, che erano il tuo popolo e i tuoi servi, non hanno voluto riconoscerti.
Ti hanno respinto e non ti hanno ricevuto, ma tu hai concesso a chi ti ha ricevuto il potere di diventare figlio di Dio. ( Gv 1,12 )
Gli Ebrei non ti hanno ricevuto a motivo della condizione povera e miserevole con cui hai voluto fare la tua apparizione in questo mondo. ( Lc 2,7 )
Si sono scandalizzati della tua abiezione esteriore; non hanno capito che sono stati la tua Sapienza e il tuo amore per gli uomini a spingerti a caricarti delle nostre miserie ( Gv 1,29 ) per arricchirci dei tesori inestimabili della tua grazia in questo mondo e della tua gloria nell'altro. ( 1 Cor 1,22-25 )
d. O bontà davvero eccessiva del mio Dio: ti sei inabissato in questo mondo, per innalzarmi al cielo; sei divenuto misero sulla terra, per rendermi felice in cielo.
e. O carità infinita del Figlio eterno di Dio, hai voluto essere mio fratello facendoti figlio dell'uomo, per cui non arrossisci ( dice l'Apostolo nella sua Epistola agli Ebrei al cap. 2 ) di chiamarci tuoi Fratelli.
Dicendo al Padre: Annunzierò il tuo nome ai miei fratelli, Ti loderò in mezzo alla Chiesa.
Eccomi, io e i miei figli, che Dio mi ha dato.
Poiché questi figli, aggiunge S. Paolo, furono rivestiti di carne e di sangue, anch'egli ha dovuto esserne rivestito.
Ha dovuto divenire simile ai suoi fratelli in tutto, per poter essere un Pontefice misericordioso e fedele a Dio, e riuscire così ad espiare i peccati del suo popolo.
Essendo stato messo alla prova dalla tentazione, è in grado di soccorrere chi è tentato. ( Eb 2,11-18 )
f. -Che grande fortuna è questa! E davvero prodigiosa!
La mia nobiltà è eccellente ed è innalzata al di sopra di quella che può dare il mondo!
Come, io posso essere eterno figlio di Dio e fratello di Dio!
Dignità sublime! È un vero privilegio e un bene supremo!
Riesci a rendertene conto, anima mia?
g. E verso tè, dolcissimo e unico figlio dell'eterno Dio, che mi sento obbligato.
È al tuo amore, Monsignore e Dio mio, ( Gv 20,28 ) che debbo essere grato per questo incomparabile favore: nascendo da una vergine purissima, mi hai ottenuto il potere di godere della grazia di figlio adottivo di Dio ( secondo l'espressione di S. Paolo ). ( Rm 8,14-15 )
h. Concedimi, o amabile Gesù, di essere il più possibile degno di questa grazia, che a tè è costata tanto per meritarmela.
Fammi vivere, Signore, in modo tale da poter stabilire un rapporto tra la mia vita e la tua, imitando le tue sante virtù.
i. È questa la grazia che ti chiedo, che è poi quella dello spirito del mistero della tua adorabile nascita e della tua infanzia.
Accordamela per i meriti della tua nascita.
Tè ne prego, Signore.
194 Possiamo intrattenerci con la SS.ma Vergine, su questo mistero, all'incirca così:
a. Vergine Santissima credo fermamente che Gesù Nostro Signore, il figlio unico di Dio Padre, è stato concepito nel tuo seno per opera dello Spirito Santo. ( Lc 1,35; Mt 1,20 )
Lo credo perché me lo insegna la fede.
b. E in tè, Vergine beatissima, che si è compiuta la profezia di Isaia: ( Mt 1,22-23 )
Una Vergine concepirà e partorirà un figlio che sarà chiamato Emmanuele, cioè Dio con noi. ( Is 7,4 )
Eri Vergine quando concepisti il divino Bambino.
Ma anche dopo il parto sei rimasta vergine.
Sei la più pura delle vergini e la più gloriosa delle madri, perciò ogni generazione ti chiamerà beata. ( Lc 1,48 )
c. Credo a tutte le verità che la fede m'insegna e perché Dio le ha rivelate.
Una grandissima gioia riempie il mio animo, Vergine beatissima, me ne rallegro con tè di tutto cuore.
d. Molto umilmente ti supplico, o Santissima Madre di Dio: abbi la bontà di pregare il tuo divin figlio, perché mi renda partecipe dello spirito e della grazia del mistero della sua nascita e della tua infanzia santissima.
e. È per tuo merito, Vergine incomparabile, che il Dio di amore e di misericordia è venuto tra di noi per salvarci; è in tè che è divenuto autentico figlio dell'uomo ( Gal 4,4; Gv 1,1-18 ) come, da tutta l'eternità, è figlio di Dio. ( 1 Gv 4,9; Eb 1,3 )
E in tè che ci ha ottenuto la grazia ( Rm 8,15 ) dell'adozione a figli da parte di Dio suo Padre. ( Gal 4,6; Gv 1,12 )
Anche noi speriamo di ricevere, se tu intercedi per noi presso il tuo carissimo Figlio, gli effetti di questa grazia e lo spirito di figlio di Dio.
f. Ti preghiamo di farcelo avere in nome dell'amore che provi per questo Dio d'amore, come tuo vero figlio, e in nome dell'amore con cui ama tè, sua vera madre.
195 Il primo frutto che la considerazione della Nascita di Nostro Signore deve produrre in noi, è un grande orrore e un serio distacco da ogni peccato.
Tenendo presente che il Figlio di Dio si è abbassato e umiliato e, come dice S. Paolo ai Fil 2,7, si è annichililo assumendo l'aspetto di uno schiavo e facendosi bambino per distruggere, con le sofferenze, il peccato. Eb 2,17-18
196 Il secondo.
Una grande fiducia di ottenere da Dio il perdono dei peccati ( a condizione che ne proviamo vero dispiacere e decidiamo di non caderci più volontariamente ) e qualsiasi grazia domanderemo per i meriti del figlio di Dio divenuto bambino.
197 Il terzo.
Un grande amore per Nostro Signore e una tenera devozione verso di lui, considerandolo come un Dio Bambino, nato per nostro amore.
198 Il quarto.
Un grande disprezzo delle ricchezze e degli onori, in considerazione del figlio di Dio, nato in questo mondo in tanta povertà e in tanta umiltà.
199 Il quinto.
Un grande desiderio, infine, di imitare le virtù di cui, dalla nascita, ci ha dato l'esempio.
200 Modo di intrattenersi con Nostro Signore venuto in questo mondo per distruggere il peccato.
a. Oserò ancora peccare, mio Signore e mio Dio, ( Gv 20,28 ) sapendo come dice S. Giovanni nella sua 1a Epistola, cap. 3 - che sei venuto per cancellare il peccato e per distruggere le opere del demonio, che sono i peccati. ( 1 Gv 3,3-8 )
È mai possibile, Signore, che ridia vigore in me a ciò che tu sei venuto a distruggere tra tante pene e sofferenze!
b. Sono i miei peccati, Signore, che ti hanno ridotto alla condizione di un bambino, alla povertà e all'umiliazione.
Sono i miei peccati che, fin dalla nascita, ti hanno fatto spargere tante lacrime.
È il mio orgoglio e il mio amore per il lusso e le vanità che ti hanno umiliato fino a farti nascere in una stalla e a essere coricato ( Lc 2,7 ) in una mangiatoia, sulla paglia e tra due poveri animali.
c. E per confondere e distruggere la mia cupidigia, la mia brama insaziabile per i beni e le ricchezze, e il mio amore sregolato per le comodità e i piaceri che hai scelto di subire una povertà così rigida.
Dopo aver considerato queste verità, vorrei commettere ancora il male!
Signore, non permettere che io sia così snaturato, che ami ancora il peccato che ti è costato tanto per distruggerlo.
d. Tu sei il mio Creatore, mio Padre, mio Re e mio Dio!
Preferisco morire, piuttosto che continuare a fare cose indegne, o ritornare a quelle che, per la tua grazia, sono riuscito ad abbandonare.
e. Onnipotente Salvatore, amabile Gesù, per la virtù e la grazia della tua adorabile nascita, distruggi e annienta in me ogni peccato, e ogni inclinazione al peccato; ( 1 Gv 3,5-8 ) e, nella tua misericordia, perdona anche quelli che io, miserabile, ho commesso. ( Sal 25,11 )
201 A proposito del secondo frutto, la fiducia, ci si può, all'incirca, intrattenere così:
a. O mio amabile Salvatore, debbo avere una grande fiducia nel tuo Padre celeste che per tuo amore e per i tuoi meriti, perdonerà i miei peccati; ho anche fiducia che, per la considerazione che ha di tè, e per i tuoi meriti infiniti, mi accorderà le grazie di cui ho bisogno ( Eb 4,16 ) per evitare il peccato, correggermi dei miei difetti, acquistare le virtù che desidera da me e, infine, la vita eterna.
b. È il tuo apostolo che mi sollecita ad avere fiducia, quando così dice ai Romani, cap. 8°
È mai possibile che Dio dandoci il suo figlio non ci abbia anche dato ogni altra cosa in lui? ( Rm 8,32 )
Sì, mio Salvatore divino, spero tutto dalla bontà infinita di tuo Padre, benché sia colpevole di innumerevoli peccati che mi rendono degno dell'inferno.
e. Tu sei per me un pegno prezioso dell'amore che ha per me ( Rm 5,8; Ef 5,2 ) e della buona volontà che ha di perdonarmi e di salvarmi.
Lo proclama egli stesso nel Libro sacro: che non vuole la morte del peccatore; ma la sua conversione, la sua vita e la sua salvezza. ( Ez 18,32; Ez 33,11 )
Amabile Gesù, figlio di Dio, tu sei per me una prova convincente di questa verità.
d. Metto, perciò, tutta la mia fiducia nella misericordia del tuo Padre celeste, ( Ef 5,11-12 ) nella tua carità e nei tuoi meriti.
202 a. Come potrò non amarti, o Verbo eterno?
Poiché è il tuo infinito amore per me che ti ha spinto a farti carne, ( Gv 3,16 ) come afferma S. Giovanni nel suo Vangelo.
Avevi buoni motivi per odiarmi in eterno e per punirmi sia per il rigore della tua giustizia, sia per l'enormità dei miei peccati; ( Sal 103,10 ) e tuttavia non finisci di darmi prove di un amore infinito.
b. Come! Ti sei fatto bambino un bambino povero e umile, ma il più amabile di tutti i bambini!
Di quale amore non mi hai dato prova; io invece, ti ho amato, finora, tanto poco!
Quali fulgidi attestati di amore mi hai dato, e come ho risposto male!
c. Perdonami, o Dio, e accordami, ti prego, la tua santa grazia, con l'aiuto della quale voglio amarti con tutto il cuore, con tutta l'anima e con tutte le forze.
d. O Gesù, Dio bambino e mio amabile Salvatore, figlio diletto di Maria e di Dio, ti giuro un amore eterno e inviolabile.
Ti offro, ti dono il mio cuore e lo consacro a te: inondalo del tuo divino amore. ( Rm 5,5 )
e. Fa, Dio di amore, che ti ami con tutto l'amore con il quale desideri che ti ami.
Signore fa che viva e che muoia nel tuo amore e per il tuo amore.
Amiamo Dio ( esclama il tuo discepolo prediletto ) perché è stato il primo ad amarci. ( 1 Gv 4,19 )
f. Quanto è giusto amare chi ci ha amato tanto, ( Gv 3,16; 1 Gv 4,19 ) e che è tanto amabile e tanto degno di essere amato.
Gesù, amore mio, desidero morire del tuo amore.
203 Allo stesso modo ci si può intrattenere sugli altri frutti che si possono cogliere da questo mistero.
204 I modi suesposti per meditare su un mistero, attraverso discorsi e riflessioni molteplici, possono essere utili, ma non è meno utile portare avanti questo discorso attraverso riflessioni brevi e protratte a lungo, su una frase della Sacra Scrittura che abbia rapporto con il mistero al quale ci si vuole applicare.
205 Portiamo un esempio.
A proposito della Natività di Nostro Signore, si può riflettere su questa frase di Isaia, cap. 9: Un bambino ci è nato, un figlio ci è stato dato. ( Is 9,5 )
Si fa quindi una riflessione, senza indulgere a lunghi discorsi, su questo passo e sul mistero, con ragionamenti interiori, poggiati però sulla fede.
206 Possiamo fare ad esempio questa riflessione: Quanto sono grandi l'amore e la bontà che Dio ha per noi: ci ha dato l'unico suo figlio! ( Gv 3,16 )
Applicare quindi la nostra attenzione sia alla frase che alla riflessione, per tutto il tempo che si può, però nel modo più vivo e più semplice che ci sarà possibile.
207 Questa breve riflessione, rivestita di fede, poggiata su un passo scritturale, rende più facile all'anima applicarsi al Mistero e, in modo interiore, le consente di compenetrarsene, in modo che riesca ad esprimersi nella mente e nel cuore, che ne sono riempiti e ne ricevono l'impronta, facilitandole, così, la partecipazione e allo spinto e alla grazia del Mistero.
Con questo mezzo veniamo soavemente e dolcemente disposti e portati alla pratica delle virtù che questo Mistero pone in risalto.
È questo lo scopo, al cui conseguimento dobbiamo tendere sempre.
Esso è, in definitiva, quello stesso che Nostro Signore si è proposto come fine nei suoi Misteri.
208 Se, dopo una prima riflessione, ci rendiamo conto che la nostra mente fa fatica a riflettere su questo passo, è opportuno farne un'altra che, naturalmente, abbia rapporto con lo stesso passo, e che sia capace di richiamarlo alla mente.
209 La nuova riflessione potrebbe essere questa: Poiché Dio mi ha amato fino al punto di farsi bambino per amore mio, non è giusto che per il suo amore, rinunzi alla libertà e mi umili come farebbe un bambino?
Questa nuova riflessione risveglia un nuovo interesse per la frase e per il Mistero e rende possibile, sia alla mente che al cuore, applicarsi con rinnovato affetto e fervore.
210 Possiamo, infine, meditare sul mistero per via di semplice attenzione, detta anche contemplazione.
Essa consiste nel restare in atteggiamento di profondo rispetto inferiore, considerando il mistero con un semplice sguardo interiore di fede viva e rispettosa, che predispone la mente e il cuore a una adorazione silenziosa di amore, di ammirazione, di riconoscenza e di ringraziamento, di annichilimento e di cordiale desiderio di unirsi a Nostro Signore in questo mistero, pur di partecipare al suo spirito e alle sue grazie.
Si può restare in questa disposizione per un periodo più o meno lungo, a seconda di come essa ci attira e ci tiene occupati; non è il caso di interromperla con atti particolari che si riferiscono a varie disposizioni di animo, perché non è necessario distinguerli separatamente, dato che si può dare loro un'impostazione di cuore semplice e implicita - non esplicita, cioè, ne distinta o separata, in quel momento, da atti formali, purché questa disposizione sia viva e ardente e fomentata, di tanto in tanto, da parole affettuose, ripetute più o meno spesso, a seconda delle necessità che abbiamo; rivolta sempre, però, alla pratica delle virtù, come abbiamo finora detto.
211 Si consiglia di rivedere, nella prima parte della spiegazione, i paragrafi che riguardano i tre modi per mettersi alla presenza di Dio, che possono con facilità essere applicati a un mistero.
212 Questi tre diversi modi di fare orazione su un mistero, per mettersi alla presenza di Dio, possono essere rapportati a tre stadi della vita spirituale:
i colloqui attraverso discorsi e reiterati ragionamenti, si adattano ai principianti;
le riflessioni rare e a lungo protratte, ai proficienti;
la semplice attenzione ai provetti.
213 Dopo aver fatto un atto di fede su un mistero, ed essercisi soffermati alquanto, seguendo uno dei modi suesposti, è opportuno fare un atto di adorazione, per rendere i nostri omaggi a Nostro Signore che opera il mistero, sul quale si sta facendo orazione;
si resta, quindi, con attenzione e con profondo rispetto alla sua presenza.
214 Prendendo, poi, in considerazione il neonato bambino, esposto nella mangiatoia, possiamo rivolgerci a lui così:
a. Prostrato con profonda umiltà ai piedi del tuo presepio, santissimo e adorabile Bambino Gesù, ti presento i miei più sentiti ossequi e ti riconosco come il Dio di maestà che abita in una luce inaccessibile, come dice S. Paolo. ( 1 Tm 6,16 )
b. Mio Signore, sei il Verbo eterno, generato da un Padre anch'egli eterno; tu hai creato tutte le cose, le fai esistere e le governi, ( Gv 1,3 ) Sapienza del Padre! ( Col 1,16-17 )
Ti sei fatto figlio dell'uomo per amore degli uomini e per condurli alla salvezza.
Il cielo e la terra sono pieni della tua maestà e della tua gloria; ( Is 6,3; Nm 14,21 ) eccoti, invece, alloggiato in una stalla e coricato in una mangiatoia. ( Lc 2,7 )
c. O gran Dio, o Bambinello!
Ti adoro con tutto il mio cuore; adoro la tua infinita grandezza, racchiusa nel corpicino di un bimbo, pur continuando a occupare e a contenere l'intero universo. ( Sap 1,7 )
d. Dio ha comandato ai suoi angeli - scrive S. Paolo - di adorarti nella tua venuta sulla terra.
Ed è questo che fanno ( Eb 1,6 ) glorificando Dio altissimo e annunciandoci quella pace che sei venuto a portare sulla terra agli uomini di buona volontà. ( Lc 2,13-14 )
Mi unisco a questi spiriti celesti per renderti, mio Dio e mio Salvatore, gli ossequi che ti sono dovuti.
e. Mi abbasso dinanzi a tè.
Signore degli angeli e degli uomini, per farti omaggio delle potenze dell'anima mia.
Mi metto ai tuoi piedi per adorare la tua umiliazione e per onorarla con il tributo della mia, nei limiti del possibile.
215 Un altro modo per adorare Nostro Signore bambino è considerarlo tra le braccio della sua santa Madre.
a. Grande ed eterno Dio che, in cielo, sei assise sui cherubini, ( Dn 3,35; Es 25,18 ) come si esprime il tuo sacro testo - ( Sal 80,2; Sal 99,1 ) e che sei generato dal Padre nello splendore dei Santi; tu hai voluto per l'amore che ci porti, sminuire la tua maestà infinita, fino a farti bambinello simile a noi, e a nascere da una Vergine.
b. Ti adoro tra le braccia della tua santa Madre, come se fosse sul trono più prestigioso della tua maestà, ( Eb 4,16 ) escluso - s'intende - quello del tuo Padre celeste.
Mi inabisso ai piedi di questo trono di grazia, per dare alla tua suprema maestà l'onore di cui sono capace.
Ti riconosco per mio Dio, mio Redentore e mio Salvatore, ( Eb 2,17 ) che viene a riscattarmi e a liberarmi dai peccati. ( Lc 1,68-69 )
c. Tu sei, Signore, il vero Cristo, figlio del Dio vivente, ( Mt 16,16 ) il Messia mandato da Dio tuo Padre, ( Lc 9,20 ) promesso dai Profeti e per tanti secoli atteso ( Lc 1,70 ) come l'unico Salvatore del mondo. ( Gv 4,42 )
Ti adoro o Gesù figlio di Dio, figlio di David ( Mt 1,1-18 ) e della Vergine Immacolata. ( Gv 20,28 )
d. Tu sei il mio Signore e il mio Dio.
Mi sottometto totalmente e irrevocabilmente a te, come all'eterno Re, da cui dipendo ora e sempre.
Ti giuro, mio Sovrano Signore, eterna fedeltà, obbedienza e amore.
e. Assistimi, Salvatore adorabile con l'onnipotente grazia che sei venuto a portarci e a meritarci con la tua santa nascita, per aiutarmi a perseverare costantemente fino alla morte, nella fedeltà che ti devo e che ti prometto.
f. Te lo chiedo, amabilissimo Gesù, per intercessione della tua ss.ma Madre.
a. O Vergine molto gloriosa e Madre del mio Dio, è in questo giorno felice nel quale hai purissimamente dato alla luce il Figlio di Dio, che sei, in particolar modo, diventata la Madre degli uomini e la Regina di tutte le creature, sia del cielo che della terra;
b. Mi prostro con tutta l'anima ai tuoi piedi per darti, in quanto tale, l'onore che ti è dovuto.
Sei la Madre del mio Creatore e la mia, sei la mia Regina e la mia Signora: ti onoro, ti rispetto e ti amo, al di sopra di tutte le cose, subito dopo Dio e il tuo Figlio divino e mi sottometto al tuo dolce impero ora e per l'eternità.
È certo, amabilissima Madre, che nessuno può sottrarsi a questa sottomissione, dal momento che Dio stesso ha deciso di sottomettersi a tè e di obbedirti come un Figlio. ( Lc 2,51 )
Sì! Mi sottometto a te con tutto il cuore.
c. Ti prego, Santissima Madre di Dio ottienimi dal tuo dilettissimo Figlio la grazia di vivere e di morire obbedendo a te e a lui.
217 Dopo aver adorato Nostro Signore in questo mistero, e avergli reso il primo dei doveri a lui dovuti, si fa un atto di ringraziamento, per testimoniare a Nostro Signore la dovuta riconoscenza e per ringraziarlo della bontà che ha avuto nell'operare questo mistero, e di tutto ciò che la sua sovrabbondante carità gli ha fatto compiere e sopportare per farci diventare Santi.
218 Ringraziamento che, all'incirca, si può fare così:
a. È davvero giusto, mio Signore, che avendomi mostrato tanta bontà, fino al punto di farti uomo e di nascere come qualsiasi altro bambino, e di sacrificarti offrendoti alla giustizia di Dio tuo Padre, come vittima viva, pura santa e a Dio gradita, ( Eb 9,14; Eb 2,17 ) per espiare così i miei peccati e per la mia santificazione; ( Eb 10,11-14 ) è davvero giusto dunque, che io manifesti la mia più completa riconoscenza e ti porga i miei più umili ringraziamenti.
Ti ringrazio con tutto il cuore, mio Signore, per la tua grande bontà e ti dico mille volte grazie per un sì grande beneficio.
b. Proprio perché, a causa delle mie colpe, sono divenuto figlio e schiavo del demonio, ( Rm 6,16-19 ) oggetto dell'ira di tuo Padre e degno della morte eterna, ( Rm 5,12 ) tu ti sei impietosito delle mie miserie e delle mie disgrazie, ( Es 3,7-8; Os 11,8-9 ) e sei venuto quaggiù a liberarmi. ( Ger 31,20; Is 54,8 )
Amore infinito del mio Dio! O insondabile bontà!
Cosa potrò mai offrirti per un beneficio così grande? ( Sal 116,12 )
c. Vorrei dimostrarti una riconoscenza infinita, ma non ne sono capace.
Ti supplico, dunque, amabile Salvatore, di supplire alla mia incapacità accettando la mia buona volontà e l'offerta che ti faccio dei ringraziamenti della tua santa Madre, dei tuoi beati angeli e santi, come anche dei pensieri, parole e azioni, supplicandoli di benedirli e di renderli graditi ai tuoi occhi, unendoli ai tuoi. ( Rm 12,1; Eb 13,21 )
d. Pretendo solo che queste mie cose piacciano solo a te, Dio mio.
e. Ti offro anche la mia volontà; d'ora in poi me ne servirò solo in dipendenza della tua e a te sottomesso.
f. Questa è la grazia che ti domando, mio Dio, in considerazione dei meriti della tua santa nascita.
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