I connubi adulterini |
Dunque, se dei catecumeni, prossimi alla fine di questa vita, per malattia o per qualche incidente si trovano in condizioni così gravi da non poter chiedere il battesimo o rispondere alle domande, per quanto ancora vivi, si consideri a loro vantaggio che la loro volontà era già manifesta grazie alla fede cristiana, e quindi siano battezzati allo stesso modo in cui si battezzano gli infanti, la cui volontà non si è ancora potuta manifestare in alcun modo.3
Tuttavia non dobbiamo per questo condannare quelli che si comportano con maggior precauzione di quanto ci sembra necessario, altrimenti potremmo essere accusati di aver voluto giudicare sul denaro affidato a un conservo in maniera più precipitosa che cauta.
Anche a tal proposito bisogna tenere ben presente la frase dell'Apostolo che dice: Ciascuno di noi renderà conto a Dio per se stesso. ( Rm 14,12 )
Dunque non giudichiamoci più oltre fra di noi.
Ci sono alcuni infatti che qui come pure ad altro proposito ritengono doversi osservare le parole che noi leggiamo pronunciate dal Signore: Non date le cose sante ai cani, né gettate le vostre perle ai porci. ( Mt 7,6 )
E rispettando queste parole del Salvatore, non osano battezzare quelli che non possono rispondere di se stessi, nel timore che per caso non sia diversa la decisione della loro volontà.
E questo non si può riferire al caso dei bambini, che non hanno ancora affatto l'uso della ragione.
Ma è incredibile che un catecumeno non voglia essere battezzato neppure in fin di vita; e per di più, anche se la sua volontà è incerta, è molto meglio dare il battesimo a chi non lo vuole che negarlo a chi lo vuole, quando non è chiaro se lo voglia o no; infatti è più probabile che egli, se potesse, direbbe piuttosto di voler ricevere quei sacramenti senza i quali era ormai convinto di non poter uscire da questa vita.
Ma se il Signore, quando dice: Non date le cose sante ai cani, ( Mt 7,6 ) avesse voluto far intendere che ciò che questi pensano si debba evitare, non avrebbe dato egli stesso al traditore quello che egli ricevette, indegno fra i degni, a sua propria rovina e senza colpa di colui che dava.
Per cui, quando il Signore dice ciò vuole intendere, come dobbiamo pensare, che i cuori immondi non sopportano la luce della conoscenza spirituale.
E il Maestro impone delle verità anche se essi non le ricevono giustamente perché non le comprendono, o le dilacerano con i morsi del biasimo o le calpestano con il disprezzo.
Se infatti il beato Apostolo dice a quelli che sono rinati in Cristo, ma che restano ancora come bimbi, di aver dato loro latte e non cibo solido: Infatti ancora non potevate riceverlo, e certo, dice, non potete neppure ora; ( 1 Cor 3,2 ) se infine il Signore stesso disse agli Apostoli che aveva scelto: Ho ancora molte cose da dirvi, ma voi ora non potete comprenderle, ( Gv 16,12 ) quanto meno le immonde menti degli empi potrebbero accogliere ciò che si dice sulla luce incorporea?
Ma concludiamo piuttosto il nostro discorso con l'argomento da cui ha tratto l'esordio.
Noi non ammettiamo al battesimo, finché sono in buona salute, coloro che, essendo legati a coniugi ancora in vita, mantengono relazioni adulterine; ma se giacciono in condizioni disperate e non sono in grado di rispondere per se stessi, io penso che anch'essi, come gli altri catecumeni, debbano essere battezzati, affinché anche questo peccato sia lavato via insieme con gli altri dal lavacro della rigenerazione.
Infatti chi può sapere se per caso non avessero stabilito di subire l'allettamento della relazione adulterina fino al battesimo?
Se poi si riprendono da quello stato disperato e possono continuare a vivere, o faranno quello che avevano già stabilito, o, ricevuta l'istruzione, vi si conformeranno, o, se non se ne curano, avverrà di loro quello che deve avvenire anche dei loro simili già battezzati.
D'altra parte, quando un pericolo di vita coglie prematuramente il penitente, ciò che è motivo per il battesimo è anche motivo per la riconciliazione.
Infatti la madre Chiesa deve volere che neppure costoro escano da questa vita senza il pegno della sua pace.
Indice |
3 | Agostino, Confess. 4,4,8 |