Polemica con Massimino |
Ormai anche riguardo alle parole del Signore dove dice: Io e il Padre siamo una sola cosa, ( Gv 10,30 ) ho dimostrato che tu non sei riuscito a rispondere nulla.
Ma anche qui intendo mostrare se, come dici, con gli esempi che io ho usato tu vuoi provare in che senso sia stato detto: Io e il Padre siamo una sola cosa; per questo menzioni la testimonianza apostolica che è stata da me addotta, dove si dice: Chi è unito al Signore è un solo spirito con lui. ( 1 Cor 6,17 )
Ma allora di' anche tu: " Quando il Figlio si unisce al Padre è un solo Dio ".
Infatti, l'Apostolo non dice: " Chi si unisce al Signore è una cosa sola ", così come è stato detto: Io e il Padre siamo una cosa sola, ma dice è un solo spirito.
Giacché tu non dici che " quando il Figlio è unito al Padre è un solo Dio ", per quale motivo anche tu ricorri a questa testimonianza apostolica, dove si dice: Chi è unito al Signore è un solo spirito con lui, se non perché convinca anche te con la testimonianza che tu stesso hai addotto?
Almeno ora distingui queste due cose, che quando eravamo insieme non sei riuscito a distinguere nella nostra discussione.
Pertanto ascolta con attenzione ciò che dico.
Quando di due o più cose si dice che sono uno o che sono una cosa sola, e si aggiunge che cosa significa " uno " o " una cosa sola ", lo si può dire sia di quelle cose che sono diverse nella sostanza, sia di quelle che sono di una sola sostanza.
Diverse, infatti, sono le sostanze dello spirito dell'uomo e dello Spirito del Signore, e tuttavia è stato detto: Chi si unisce al Signore è un solo spirito con lui.
Invece, di un'unica sostanza sono le anime e i cuori degli uomini, dei quali si dice: Avevano un'anima sola e un cuore solo. ( At 4,32 )
Dove, poi, di due o più cose si dice che " sono una cosa sola ", e non si aggiunge che cosa sia questa cosa sola, si intende che non sono di sostanza diversa, bensì di una sola sostanza, così come è stato detto: Chi pianta e chi irriga sono una cosa sola, ( 1 Cor 3,8 ) e: Io e il Padre siamo una cosa sola.
Ma tu, che vuoi che il Padre e il Figlio siano sostanze diverse, non sei riuscito a scoprire dove di sostanze diverse sia stato detto: " Sono una cosa sola ".
E tu, che non vuoi dire che " quando il Figlio è unito al Padre è un solo Dio ", sei ricorso alla stessa testimonianza apostolica che io avevo usato, ma l'hai usata contro te stesso, dove dice: Chi si unisce al Signore è un solo spirito con lui. ( 1 Cor 6,17 )
Infatti, se di quelli che sono di una diversa sostanza si poté a buon diritto affermare: è un solo spirito, quanto a maggior ragione di quelli che sono di un'unica sostanza si dice giustamente: " È un solo Dio "?
Se intendi tutto questo, già ti accorgi di non aver risposto a tale questione, e comprendi di aver fatto inutilmente tante affermazioni sul consenso della volontà.
Anche noi, infatti, ammettiamo l'incomparabile consenso della volontà e della individua carità del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo, e perciò diciamo: " Questa Trinità è un solo Dio".
Ma noi affermiamo anche ciò che voi non affermate, ossia che, a causa di una sola e identica natura e sostanza, questi tre sono una cosa sola.
Se distinguerai questo e non vorrai essere polemico, vedrai ormai di non aver offerto alcuna risposta, e senza dubbio non ti pronuncerai su tale questione.
20.2 - Quando, poi, il Figlio dice al Padre: In verità non ciò che voglio io, ma ciò che vuoi tu, a cosa ti giova aggiungere la seguente considerazione: dimostra che veramente la sua volontà è sottomessa a suo Padre, quasi che noi negassimo che la volontà dell'uomo debba essere soggetta alla volontà di Dio?
Infatti, colui che legge un po' più attentamente lo stesso passo del santo Vangelo si avvede subito che il Signore disse questo per la sua natura di uomo.
In quel passo, infatti, disse: È triste l'anima mia fino alla morte. ( Mt 26,39 )
Si potrebbe forse dire questo per la natura dell'unico Verbo?
Ma tu, uomo, che ritieni che la natura dello Spirito Santo gema, perché non dovresti dire che anche la natura del Verbo unigenito di Dio poté essere triste?
Il Signore, tuttavia, affinché non si dicesse questo, non dice: "sono triste ", per quanto, anche se avesse detto questo, lo si sarebbe dovuto intendere solamente in riferimento alla sua natura di uomo, ma dice: L'anima mia è triste, anima che, come uomo, aveva certamente umana.
Del resto, anche nel momento in cui dice: Non ciò che io voglio, mostra di aver voluto altro rispetto al Padre, cosa che non avrebbe potuto se non con cuore umano, trasformando la nostra fragilità nel suo sentimento non divino, ma umano.
Infatti, se non avesse assunto la natura umana, in nessun modo il Verbo unico direbbe al Padre: Non ciò che io voglio.
Infatti, mai quella natura immutabile potrebbe volere qualcosa di diverso dal Padre.
Se sapeste intendere questo, voi Ariani non sareste eretici.
20.3 - Infatti, anche ciò che è stato detto: Sono disceso dal cielo non per fare la mia volontà, ma la volontà di colui che mi ha mandato, ( Gv 6,38 ) può essere certamente inteso secondo ciò che è il Verbo unigenito, per cui disse che la volontà non era la sua ma quella del Padre per il motivo che deriva dal Padre tutto ciò che il Figlio è, mentre non deriva dal Figlio tutto ciò che il Padre è, secondo quanto è stato anche detto: La mia dottrina non è mia, ma di colui che mi ha mandato, ( Gv 7,16 ) poiché la dottrina del Padre è identica al Verbo del Padre, che certamente non è da se stesso ma dal Padre.
E di nuovo quando dice: Tutto quanto ha il Padre è mio, ( Gv 16,15 ) si rivela uguale al Padre.
Non è tuttavia assurdo intendere che abbia detto: Sono disceso dal cielo non per fare la mia volontà ma la volontà di colui che mi ha mandato, ( Gv 6,38 ) in riferimento al suo essersi fatto uomo.
Infatti, il secondo Adamo, che toglie il peccato del mondo, si distingue dal primo Adamo, a causa del quale il peccato entrò nel mondo, ( Rm 5,12 ) per il fatto che l'uno non fece la sua volontà, bensì quella di colui che l'aveva mandato, mentre l'altro fece la volontà sua, non di colui dal quale era stato creato.
Né deve colpire il modo in cui Cristo, per ciò che è uomo, discese dal cielo, allorché, nascendo dalla madre terrena, divenne uomo.
Questo, infatti, è stato detto a motivo dell'unità della persona, poiché una sola persona è Cristo, Dio e uomo.
Perciò disse anche: Nessuno è salito al cielo se non colui che è disceso dal cielo, il Figlio dell'uomo, che è in cielo. ( Gv 3,13 )
Dunque, se poni mente alla distinzione delle sostanze, il Figlio di Dio discese dal cielo, il Figlio dell'uomo fu crocifisso.
Se poni mente all'unità della persona, anche il Figlio dell'uomo discese dal cielo, anche il Figlio di Dio fu crocifisso.
Egli è infatti il Signore della gloria, del quale dice l'Apostolo: Se infatti l'avessero riconosciuto, mai avrebbero crocifisso il Signore della gloria. ( 1 Cor 2,8 )
Dunque, per questa unità della persona, non solo disse che il Figlio dell'uomo discese dal cielo, ma disse che è in cielo, mentre parlava sulla terra.
Dunque non fece la sua volontà, poiché non commise peccato, ma fece la volontà di colui che lo mandò.
Infatti, l'uomo compie la volontà di Dio, quando compie la giustizia che proviene da Dio.
20.4 - E non dobbiamo neppure ritenere che il Figlio sia stato mandato dal Padre in modo che non sia stato mandato dallo Spirito Santo, poiché il profeta riferisce così le sue parole: E ora mi ha inviato il Signore e il suo Spirito.
Che in effetti sia stato il Figlio a pronunciare queste parole lo rivelano le cose dette precedentemente.
Infatti così si è giunti a queste parole: Ascoltatemi, disse, Giacobbe, e Israele che io invocherò.
Io sono il primo e io sono in eterno e la mia mano fondò la terra, la mia destra consolidò il cielo.
Li chiamerò e si presenteranno insieme. Verranno anche tutti i popoli e ascolteranno.
Chi annunciò loro questo? Amandoti ho compiuto la tua volontà sopra Babilonia, affinché fosse estirpato il seme dei Caldei.
Io ho parlato, io ho chiamato. L'ho condotto, e ho reso felice il suo cammino.
Venite da me e ascoltate queste parole. Né infatti fin dall'inizio ho parlato in segreto.
Quando si realizzavano, ero lì, e ora il Signore mi ha mandato e il suo Spirito. ( Is 48,12-16 )
Cosa c'è più palese di questo? Né fu mandato dal Padre e dallo Spirito Santo, in modo che egli non si inviò da sé; come si vede che è stato consegnato dal Padre, dove si legge: Lui, che non ha risparmiato il proprio Figlio, ma lo ha dato in sacrificio per tutti. ( Rm 8,32 )
Ma in un altro passo si dice riguardo allo stesso Figlio: Egli mi amò e diede se stesso per me. ( Gal 2,20 )
In che modo non compie la sua volontà, colui che disse: Come il Padre risuscita i morti e dà la vita, così anche il Figlio dà la vita a coloro che vuole? ( Gv 5,21 )
Colui che, essendogli stato detto: Se vuoi, mi puoi mondare, rispose: Lo voglio, sii mondato, e a questa parola subito seguì ciò che disse di volere? ( Mt 8,2-3 )
Come il Figlio compie la volontà del Padre, così anche il Padre compie la volontà del Figlio.
Infatti il Figlio dice: Padre, voglio che dove sono io anche questi siano con me. ( Gv 17,24 )
Non disse: " chiedo " o " supplico ", ma voglio.
Sicché quello agiva secondo la volontà di questo, come questo secondo la volontà di quello.
E quello non faceva cose diverse da questo, ma ciò che faceva quello faceva anche questo.
Tutto ciò che il Padre fa lo fa ugualmente anche il Figlio. ( Gv 5,19 )
Sono parole sue e sono parole di verità, che non possono essere false.
Tu dici di accettare ciò che io ho proposto: Non sapete che siete il tempio di Dio e che lo Spirito di Dio abita in voi? ( 1 Cor 3,16 )
E hai proposto che ciò viene detto in quanto Dio non abita in nessuno prima che lo Spirito non l'abbia santificato e purificato, quasi che lo Spirito Santo santifichi e purifichi il tempio per Dio che deve abitarlo, e non per sé, quando l'Apostolo ha con ciò dimostrato che egli stesso è Dio, del quale aveva detto che noi siamo il tempio.
Infatti non dice: " Lo Spirito di Dio vi santifica e vi purifica, affinché Dio abiti in voi ", ma dice: Lo Spirito di Dio abita in voi.
Sicuramente, Dio abita nel suo tempio: infatti cos'è il tempio di Dio se non la dimora di Dio?
Hai visto poi anche tu che è logico che sia il nostro Dio colui del quale siamo il tempio, ma non hai voluto ricordare l'altra testimonianza che ho addotto: Non sapete che il vostro corpo è il tempio in voi dello Spirito Santo che avete da Dio? ( 1 Cor 6,19 )
Ammetti ormai dunque che lo Spirito Santo è Dio.
Infatti, se non fosse Dio non avrebbe un tempio, e un tempio non costruito da mani di uomini bensì edificato con le membra di Dio: infatti Cristo, il quale è al di sopra di tutto, Dio benedetto per tutti i secoli, ( Rm 9,5 ) le cui membra sono i nostri corpi.
Colui che infatti disse: Non sapete che il vostro corpo è il tempio dello Spirito Santo in voi? disse: Non sapete che i vostri corpi sono le membra di Cristo? ( 1 Cor 6,19 )
E in verità non è forse Dio Colui per il quale Salomone edificò un tempio di legno e di pietra?
E non è Dio Colui per il quale è costruito un tempio con le membra di Cristo, cioè con le membra di Dio?
Infatti, parlando di Dio il beatissimo martire Stefano disse: Salomone gli edificò un tempio, ma l'Altissimo non abita in templi costruiti da mani di uomini. ( At 7,47-48 )
E tuttavia le membra di Cristo, il cui capo è sopra tutti i cieli, sono il tempio dello Spirito Santo, che è noto essere venuto dal cielo.
E negare che egli sia Dio cos'altro è se non non essere e non volere essere il suo tempio?
Si rivolge a noi l'Apostolo dicendo: Vi supplico, fratelli, per la misericordia di Dio, che offriate i vostri corpi come ostia viva, santa, gradita a Dio. ( Rm 12,1 )
Pertanto, i corpi dei fedeli sono ostie per Dio, membra di Cristo, tempio dello Spirito Santo e lo Spirito Santo non è Dio!
Chi dice questo, se non colui nel quale lo Spirito non abita? Infatti, il luogo in cui abita, certamente è il suo tempio.
Infine, avendo detto l'Apostolo: Non sapete che il vostro corpo è il tempio in voi dello Spirito Santo, che avete da Dio, e non siete vostri?
Infatti siete stati comprati a caro prezzo, subito aggiunge di seguito: Glorificate dunque Dio nel vostro corpo. ( 1 Cor 6,19-20 )
E qui mostra chiaramente che lo Spirito Santo è Dio e che, pertanto, deve essere glorificato nel nostro corpo come nel suo tempio.
Ed ecco ciò che ad Anania disse l'apostolo Pietro: Hai osato mentire allo Spirito Santo?
E mostrando che lo Spirito Santo è Dio disse: Non hai mentito agli uomini, ma a Dio. ( At 5,3-4 )
21.2 - E mi stupisco del vostro cuore, in quanto non riesco a spiegare a parole in che modo, sebbene lodiate lo Spirito Santo così da affermare che è presente ovunque per santificare i fedeli, osiate tuttavia negare che sia Dio.
Così non è Dio colui che riempì il mondo? Infatti la Scrittura dice: Lo Spirito del Signore riempì il mondo. ( Sap 1,7 )
Ma perché dobbiamo dire che riempì il mondo, egli che ricolmò anche il Redentore del mondo?
Infatti il Signore Gesù pieno di Spirito Santo ritornò dal Giordano. ( Lc 4,1 )
E avete la presunzione di dire che lo stesso Signore Gesù era Dio e che lo Spirito Santo, del quale era ricolmo, non è Dio, avendo un'opinione così sbagliata dello Spirito Santo che non gli attribuite neppure ciò che fu attribuito a Mosè, servo di Dio, che mandava agli Egiziani non i doni delle grazie, ma i prodigi delle piaghe nel medesimo Spirito Santo, poiché egli è il dito di Dio, ( Es 8,19 ) e tuttavia per il faraone era un dio.
In un altro passo andava ad affliggere gli Egizi, e per il faraone era un dio: ( Es 7,1 ) dovunque c'è lo Spirito Santo per rigenerare gli uomini in vista della vita eterna, e per loro non è Dio!
Ma no, è Dio, ed è Dio vero, poiché le membra del vero Dio sono il suo tempio.
E certo il tempio è sottomesso a colui del quale è il tempio: in che modo allora non è Dio colui al quale sono sottomesse le membra di Dio?
E perciò è anche il Signore del suo tempio: chi infatti può negare questo, chi può essere così stolto da dire che uno non è signore della sua casa?
In che modo, dunque, lo Spirito Santo non è Signore, egli che è Signore delle membra del Signore?
Egli è infatti lo Spirito del Signore, del quale in un solo e identico passo è stato detto: Quando si convertirà al Signore, il velo verrà tolto via.
Il Signore è lo Spirito e dove c'è lo Spirito del Signore lì c'è libertà. ( 2 Cor 3,16-17 )
21.3 - Già precedentemente ho dimostrato che lo Spirito Santo è creatore.
E in che modo non è re egli, il cui tempio è costituito dalle membra del re?
In che modo non siede accanto al Padre e al Figlio colui che ricolmò il Figlio, colui che possiede le membra del Figlio come sua casa?
O forse quando il Figlio ritornò dal Giordano era pieno di Spirito Santo, e quando cominciò a sedere alla destra del Padre allontanò da sé lo Spirito Santo?
E poi, dal momento che procede dal Padre, in che modo non dovrebbe sedere con il Padre?
Certo, questo sedersi non dev'essere inteso in senso carnale, altrimenti dobbiamo pensare che siede con maggior onore il Figlio rispetto al Padre; infatti, siede con più onore chi sta a destra, mentre qui sembrerebbe logico che il Padre sia seduto a sinistra.
Infine, vi accorgerete quale spirito vi ha persuaso a negare allo Spirito Santo ciò che la santa Scrittura concede agli uomini santi.
Dice infatti l'Apostolo: Morti com'eravamo per le nostre colpe, ci ridonò la vita con Cristo, dalla cui grazia siamo stati salvati e con lui ci risuscitò e ci fece sedere nelle regioni celesti, in Cristo Gesù. ( Ef 2,5-6 )
I santi, dunque, santificati dallo Spirito Santo, vivificati per Cristo, sono predestinati a sedere insieme a Lui, così che l'Apostolo afferma come già accaduto ciò che certamente è destinato ad accadere.
E voi sottraete allo Spirito Santo quella riunificazione, qualunque essa sia, come se fosse indegno di sedere insieme al Padre o al Figlio colui che li rende degni della medesima sede.
Al quale, per un errore molto simile, fate questione anche del fatto che non è adorato, quando leggete, come già ho spiegato sopra, che gli uomini sono adorati persino dai santi!
E tuttavia, per evitare l'odiosità del blasfemo, lodi lo Spirito Santo così da attribuirgli ciò che nessuna creatura ha e da sottrargli ciò che anche una creatura umana ottiene.
Io ammetto di aver detto ciò che tu menzioni, e ripeto anche ora che il nostro Salvatore non disse: " finché essi e noi siamo una cosa sola ", ma: Affinché essi siano una cosa sola.
E riguardo a queste parole evangeliche ti ricordo che ti ho risposto già a sufficienza, allorché dimostravo che tu non eri riuscito a confutare le cose che io avevo detto.
Infatti, ti ho chiesto di dimostrare che le parole sono una cosa sola si riferiscono a cose che non hanno un'unica e medesima sostanza.
E non l'hai dimostrato. A che ti vale infatti affermare che, per consenso della volontà, è stato detto di Paolo e di Apollo: Chi pianta e chi irriga sono una cosa sola, ( 1 Cor 3,8 ) quando non mostri che essi sono di sostanza diversa?
In effetti, entrambi erano uomini. Se infatti non si amassero a vicenda, sarebbero una cosa sola per natura, non per amore, ma, se non fossero una cosa sola per natura, non potrebbero esserlo neppure per amore.
Il Figlio, dunque, chiede che siano una cosa sola come Lui e il Padre sono una cosa sola, cioè non solo per natura, ché già lo erano, ma anche per la perfezione della carità e della giustizia, secondo la capacità della loro natura, per quanto poterono essere nel regno di Dio.
Sicché anch'essi sono una sola cosa al più alto grado nella loro natura, come il Padre e il Figlio sono una sola cosa al più alto grado, sebbene nella loro natura più eccellente e migliore in misura incomparabile.
Disse dunque il Figlio al Padre: Padre santo, conserva nel tuo nome coloro che mi hai affidato, perché siano una sola cosa come lo siamo noi. ( Gv 17,11 )
Non disse: " Affinché siano una sola cosa insieme a noi ", o "Affinché siamo una sola cosa essi e noi ".
Ugualmente poco dopo: Non lo chiedo soltanto per costoro, ma per coloro che crederanno in me attraverso la loro parola, affinché siano una cosa sola, come tu Padre in me e io in te, affinché siano anch'essi in noi una cosa sola. ( Gv 17,20-21 )
Anche qui non disse: " Affinché essi e noi siamo una cosa sola ", ma siano una cosa sola in noi.
Infatti, gli uomini che per natura sono una cosa sola, non possono essere una cosa sola al più alto e perfetto grado secondo la loro capacità con pienezza di giustizia se non trovano compimento in Dio, affinché siano una sola cosa nel Padre e nel Figlio, ossia una sola cosa in loro, non una sola cosa con loro.
Prosegue ancora aggiungendo: Affinché il mondo creda che tu mi hai mandato.
E io ho dato loro la gloria che tu mi hai dato, affinché siano una cosa sola come noi siamo una cosa sola, io in loro e tu in me, affinché siano perfetti nell'unità. ( Gv 17,21-23 )
Neppure qui disse: " Affinché siano una cosa sola insieme a noi ", o: " Affinché essi e noi siamo una cosa sola ".
Avendo poi aggiunto: Affinché il mondo riconosca che tu mi hai mandato e li hai amati come hai amato me, prosegue: Padre, voglio che dove io sono anch'essi siano con me. ( Gv 17,23-24 )
Dove io sono, disse, anch'essi siano con me, non disse: " Siano una sola cosa insieme a me ".
Questo dunque volle, che fossero con lui, non che essi e lui fossero una cosa sola.
Cosa significa ciò che hai voluto dire: Fece menzione dell'amore e non della sostanza?
Certo, tu non hai collocato queste parole del Signore nello stesso passo in cui furono poste da Lui: ma a noi cosa importa?
Infatti, non disse o volle che essi e Lui, oppure essi e il Padre, fossero una cosa sola, ma volle che fossero una cosa sola questi che sapeva essere di un'unica sostanza.
Come anche noi, disse, siamo una cosa sola, ( Gv 17,22 ) ossia coloro che sempre sapeva essere di un'unica sostanza.
22.2 - Se vuoi dare una qualche risposta, mostra che, secondo la santa Scrittura, si dice: " Sono una cosa sola " a proposito di realtà la cui sostanza è diversa.
Cristo, infatti, non disse ciò che tuttavia tu hai osato dire, ossia che gli Apostoli sono una sola cosa con il Padre e il Figlio, per il fatto che, badando in tutto alla volontà di Dio Padre, anch'essi, ad imitazione del Figlio, si riconoscono sottomessi all'unico Dio Padre.
Dicendo questo, hai fatto sì che Dio e gli uomini santi fossero una cosa sola.
Può dunque qualcuno dei santi dire: " Io e Dio siamo una cosa sola "? Sia lungi questo dai cuori e dalle bocche sante.
Penso, poi, che anche voi proviate orrore di questo, da chiunque lo udiate né tolleriate che qualche uomo, per quanto eccellente nel dono della santità, dica: " Io e Dio siamo una cosa sola ".
Se qualcuno dicesse questo di se stesso, verrebbe certamente considerato come un arrogante.
E non è forse vero che qualcuno di voi, sebbene non osi dire: " Io e Dio siamo una cosa sola ", osa tuttavia dire: " Paolo e Dio sono una cosa sola ", così come senza indugio diciamo: " Paolo e Apollo sono una cosa sola " e " Dio Padre e Dio Figlio sono una cosa sola "?
D'altra parte, se non osate dire: " Qualunque uomo santo, qualunque profeta, qualunque apostolo e Dio sono una sola cosa ", chi ti obbligava, chi ti spingeva, chi ti precipitava a dire: Gli Apostoli sono una cosa sola con il Padre e con il Figlio?
Sono una cosa sola - dici - il Padre e il Figlio, non tuttavia uno solo.
E subito aggiungi: Una cosa sola attiene alla concordia, uno solo al numero singolare.
Volevi dire: " Sono una sola cosa " attiene alla concordia, " uno solo " al numero singolare, ma la passione della disputa ti ha distolto dal considerare le tue stesse parole.
Infatti, sia " una sola cosa " sia " uno solo " attengono certamente al numero singolare.
Ma è vero che " sono una cosa sola ", per il fatto che è stato aggiunto " sono ", indica il numero plurale, connesso con una sorta di singolarità.
Invece " uno " è con tutta evidenza il numero del singolare.
Ma perché mai l'Apostolo dovrebbe dire: " Chi è unito al Signore è un'unica cosa con Lui "?
Infatti, cos'altro direbbe, se dicesse questo, se non " l'uomo santo e Dio sono una cosa sola "?
Ma sia lungi, sia lungi da quella sapienza questa frase.
E tuttavia disse: Chi è unito al Signore è un solo spirito con Lui, ( 1 Cor 6,17 ) affinché con ciò si sapesse che "sono una sola cosa " le realtà che hanno un'unica e medesima sostanza, così come ad alcuni uomini è stato detto: In effetti tutti voi siete una sola cosa in Gesù Cristo ( Gal 3,28 ) e così come dice lo stesso Cristo: Io e il Padre siamo una cosa sola. ( Gv 10,30 )
Quando invece si dice " uno ", si dice anche che cosa significa " uno ".
E si può dire sia di sostanze diverse, come è stato detto: Chi è unito al Signore è un solo spirito con Lui, sia delle cose che hanno una medesima sostanza, come è stato detto: Tra essi vi era un cuor solo e un'anima sola. ( At 4,32 )
Era, disse, non disse " erano ", poiché disse anche che cosa, cioè anima e cuore.
Così anche del Padre e del Figlio diciamo sia " sono una cosa sola ", poiché sono due persone di una sola sostanza, sia " è uno ", ma aggiungiamo che cos'è " uno ", ossia un solo Dio, un solo Signore, un solo Onnipotente, e cose simili.
Ritengo di avervi inculcato a sufficienza la differenza tra queste due espressioni.
Esamina pertanto le Scritture canoniche vecchie e nuove e trova, se puoi, dove si dice: "sono una cosa ", in riferimento a realtà che sono di diversa natura e sostanza.
22.3 - Certo, non voglio che tu ti confonda quando nell'Epistola di Giovanni apostolo si dice: Tre sono i testimoni: spirito, acqua e sangue, e i tre sono una cosa sola. ( 1 Gv 5,8 )
Non dirmi che lo spirito, l'acqua e il sangue sono sostanze diverse e che tuttavia si dice che i tre sono una sola cosa.
Per questo ti ho ammonito a non sbagliare.
Infatti, queste realtà sono sacramenti nei quali bisogna fare attenzione sempre non a che cosa sono, ma a che cosa mostrano.
Infatti, sono segni di cose, per cui bisogna distinguere da un lato l'esistenza, dall'altro il significato.
Pertanto, se si comprende il significato cui queste cose rinviano, esse si rivelano essere di un'unica sostanza, come quando diciamo: " La pietra e l'acqua sono una cosa sola ", volendo con la pietra significare Cristo e con l'acqua lo Spirito Santo.
E chi dubita che la pietra e l'acqua siano nature diverse?
Ma poiché Cristo e lo Spirito Santo sono di un'unica e medesima natura, per questo si dice: " La pietra e l'acqua sono una cosa sola "; poiché queste due cose hanno una natura diversa, si può comprendere in modo corretto che esse sono anche segni di altre cose la cui natura è una sola.
Tre cose pertanto sappiamo che uscirono dal corpo del Signore, mentre era appeso sulla croce: dapprima lo spirito, di cui è stato scritto: E reclinato il capo emise lo spirito; ( Gv 19,30 ) poi, quando il suo fianco fu perforato dalla lancia, il sangue e l'acqua. ( Gv 19,34 )
Se osserviamo queste tre cose di per sé, hanno ciascuna una diversa sostanza, e perciò non sono una cosa sola.
Se in verità volessimo indagare le cose che con queste sono significate, non è assurdo che rappresentino la stessa Trinità, che è l'unico, il solo, il vero, il sommo Dio, Padre e Figlio e Spirito Santo, dei quali con ogni veridicità si può dire: Tre sono i testimoni e i tre sono una cosa sola. ( 1 Gv 5,8 )
Sicché con il nome dello spirito cogliamo essere significato Dio Padre, e di Lui, che deve essere adorato, parlava il Signore, dove dice: Lo spirito è Dio. ( Gv 4,24 )
Con il nome del sangue, invece, cogliamo essere significato il Figlio, poiché: Il Verbo si è fatto carne, ( Gv 1,14 ) e con il nome dell'acqua lo Spirito Santo.
Quando infatti Gesù parlava dell'acqua che stava per dare agli assetati, l'evangelista afferma che questo lo disse dello Spirito, che stavano per accogliere coloro che credevano in lui. ( Gv 7,39 )
Chi in verità credendo al Vangelo dubita che il Padre, il Figlio e lo Spirito Santo siano testimoni, quando il Figlio dice: Io sono colui che offro testimonianza della mia persona, e offre testimonianza di me colui che mi ha mandato, il Padre? ( Gv 8,18 )
E qui, anche se non è menzionato lo Spirito Santo, tuttavia non lo si intende separato.
Ma di Lui neppure altrove tacque, mostrando ben chiaramente che è un testimone.
Infatti, nel momento in cui lo promette, dice: Egli offrirà testimonianza di me. ( Gv 15,26 )
Questi tre sono i testimoni e i tre sono una sola cosa, ( 1 Gv 5,8 ) poiché sono di una sola sostanza.
Quanto poi ai segni con cui vengono indicati e che uscirono dal corpo del Signore, essi figurarono la Chiesa che predica l'unica e medesima natura della Trinità.
Infatti, questi tre, che sono significati in tre modi, sono una cosa sola, mentre la Chiesa che li predica è il corpo di Cristo.
Dunque, se le tre cose con cui sono significati uscirono dal corpo del Signore, allo stesso modo dal corpo del Signore risuonò che le genti fossero battezzate nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo. ( Mt 28,19 )
Nel nome, non " nei nomi ". Questi tre, infatti, sono una cosa sola, e i tre sono un solo Dio.
Se, poi, conformemente alla fede cattolica, che né confonde né separa la Trinità, né rinnega le tre persone, né crede che siano sostanze diverse, è possibile esporre e comprendere in qualche altro modo questa profondità di un sacramento tanto importante, quale si legge nella Epistola di Giovanni, non c'è motivo di opporre un rifiuto.
Bisogna infatti gioire se viene esposto in molti modi, e tuttavia in maniera non stolta, ciò che nelle Sacre Scritture, per stimolare le menti dei fedeli, è posto in modo oscuro.
Che senso ha poi che tu mi chieda di aggiungere: Se il Padre e il Figlio e lo Spirito Santo sono un solo Dio, quando lo aggiunse con voce limpida la divina Scrittura dicendo: Ascolta, Israele, il Signore è il tuo Dio, il Signore è uno solo? ( Dt 6,4 )
E anche voi ascoltereste questo, se voleste essere Israele, non in senso carnale come Giudei, ma spiritualmente come Cristiani.
A chi infatti non vuole ascoltare fedelmente ciò che è stato detto: Ascolta, Israele, il Signore è il tuo Dio, il Signore è uno solo, non rimane che credere che sia un mentitore colui che disse questo.
Ma se non è un mentitore, queste parole sono vere, e se queste parole sono vere, questa discussione è conclusa.
Senza dubbio, infatti, la verità vi costringe ad ammettere che il Padre e il Figlio e lo Spirito Santo sono un solo Signore Dio.
Ma voi negate che lo Spirito Santo sia Dio, il cui tempio non è costruito da mani di uomini, ma è il nostro corpo, il cui tempio non sono il legno e la pietra, ma le membra di Cristo.
E cosa direte dello stesso Cristo, che ammettete essere Dio e Signore? Rispondeteci, allora, se il Padre e il Figlio siano un solo Signore Dio.
Se infatti non è uno solo, sono due.
Se sono due, mente chi dice: Ascolta, Israele, il Signore è il tuo Dio, il Signore è uno solo, e mente chi dice: Vedete che io sono il Signore, e non ve n'è un altro al di fuori di me. ( Dt 32,39 )
Ma poiché non osate dire che Egli mente, perché esitate a redimervi e a venire o a tornare alla fede cattolica, che crede che il Padre e il Figlio e lo Spirito Santo sono non tre signori dèi, ma un unico Signore Dio, e che ascolta colui che grida al suo popolo: Ascolta, Israele, il Signore è il tuo Dio, il Signore è uno solo, e: Vedete che io sono il Signore e non ve n'è un altro al di fuori di me?
Se io ti definissi sordo e cieco, perché non ascolti queste parole e non vedi, senza dubbio penseresti che ti sto arrecando un'ingiuria.
Ecco, non dico: " spiegaci in che modo intendi: Ascolta, Israele, il Signore è il tuo Dio, il Signore è uno solo ", ma se sia da comprendervi anche Cristo o no.
Se infatti dirai: " sì ", ammetterai con me che il Padre e il Figlio sono un solo Signore Dio.
Se invece risponderai che non è da comprendervi Cristo, introdurrai due signori dèi contro le parole divine, poiché non neghi che anche Cristo è Signore Dio.
Similmente ti chiedo in che modo intendi: Vedete che io sono il Signore e non ve n'è un altro Dio all'infuori di me.
Qui c'è anche Cristo o non c'è? Se c'è, certamente il Padre e il Figlio sono un solo Signore.
Se invece non c'è, e tuttavia è il Signore, mente chi dice: Non ve n'è un altro all'infuori di me.
Il Figlio è infatti un altro Signore, se il Padre e il Figlio non sono un solo Signore.
Per quanto infatti tu lodi con più eccellenza il Padre e abbassi il Figlio al di sotto di Lui, fai sì che non siano uguali, non che non siano due.
Proclama quanto vuoi: " Il Padre è maggiore, il Figlio minore ".
Ti verrà risposto: " Tuttavia sono due, uno maggiore e un altro minore ".
Né è stato detto: " Il Signore Dio tuo, il maggiore, è uno solo ", ma è stato detto: Il Signore è il tuo Dio, il Signore è uno solo.
Né è stato detto: " Non c'è un altro uguale a me ", ma è stato detto: Non c'è un altro Signore all'infuori di me.
Dunque, o devi ammettere che il Padre e il Figlio sono un solo Signore Dio, oppure devi apertamente negare che Cristo sia Signore Dio, come apertamente neghi che lo Spirito Santo è Signore Dio.
Se farai questo, non ti opprimerò di certo con queste parole divine, ma proporrò altre testimonianze divine, con le quali dimostrerò che sei anche più detestabile per tale errore.
Ora, anche se neghi che lo Spirito Santo è Signore Dio, tuttavia, affinché tu sia polverizzato da queste parole divine, basta che tu ammetta che Cristo è Signore Dio.
E se invece non è con il Padre un solo Signore Dio, ci saranno due signori dèi nostri e saranno false quelle parole divine: Il Signore è il tuo Dio, il Signore è uno solo, e: Non ce n'è un altro all'infuori di me.
Ma quanto sarà meglio che le vostre parole siano corrette, invece che le parole di Dio passino per mendaci?
23.2 - Mi chiedi: Se ti esorto a professare, secondo il costume giudaico, un solo Dio, o se, piuttosto, per la sottomissione del Figlio, non si dimostra che c'è un solo Dio, il cui Figlio è Dio nostro, secondo quanto ritiene la fede cristiana.
Dici questo come se attribuissi ai Giudei le parole: Ascolta, Israele, il Signore è il tuo Dio, il Signore è uno solo, ( Dt 6,4 ) o: Io sono il Signore e non ve n'è un altro all'infuori di me. ( Dt 32,39 )
È Dio stesso che ha detto questo. Riconosci e taci, o piuttosto spiega in che modo abbia detto il vero colui che nessuno di noi osa affermare abbia mentito; spiega, dicevo, in che modo siano vere le parole: Il Signore è il tuo Dio, il Signore è uno solo.
Se i signori dèi nostri sono due, come affermi tu, uno maggiore e l'altro minore, spiega in che modo siano vere le parole: Io sono il Signore e non ve n'è un altro all'infuori di me.
Ti chiedo, infatti, chi abbia detto questo, se il Padre o il Figlio.
Se il Padre ha detto: Io sono il Signore e non ve n'è un altro all'infuori di me, non ha detto il vero, poiché c'è un altro Signore, il Figlio.
Se lo ha detto il Figlio, neppure Lui ha detto il vero, poiché c'è un altro Signore, il Padre.
Se poi lo ha detto la Trinità, certamente ha detto il vero e ha dimostrato che voi dite il falso.
Infatti, secondo la retta fede, la Trinità, cioè il Padre, il Figlio e lo Spirito Santo, nel cui nome siamo battezzati, è l'unico Signore Dio nostro e non ve n'è un altro all'infuori di lui.
È infatti lo stesso Dio del quale l'Apostolo dice: Non c'è nessun Dio se non uno solo. ( 1 Cor 8,4 )
Infatti, se ammetterai che questo è stato detto a proposito del Padre, Cristo non sarà per te Dio, poiché non può essere contraddetta la Scrittura quando dice: Non c'è nessun Dio, se non uno solo, per tacere qui dello Spirito Santo, che in precedenza abbiamo dimostrato essere Signore Dio, sebbene voi lo neghiate.
Perciò, se foste eretici Macedoniani, i quali si rifiutano di aderire alla fede cattolica solamente per ciò che concerne lo Spirito Santo, ma concordano nell'affermare che il Padre e il Figlio sono due, cioè uno è il Padre e uno è il Figlio, e che sono uguali e di un'unica e medesima sostanza e che tuttavia non sono due signori dèi, bensì entrambi sono nel contempo un solo Signore Dio; se, dunque, anche voi sbagliaste almeno fino a questo punto, non sareste certo incalzati da queste parole divine.
Se fosse così, infatti, affermereste che il Padre e il Figlio, che sono un solo Signore Dio, hanno pronunciato le seguenti parole: Non ce n'è un altro all'infuori di me.
Magari non rimanesse da discutere con voi se non per farvi ammettere lo Spirito Santo, e per farvi affermare che non la dualità ma la Trinità è un solo Signore Dio!
Invece, poiché proclamate che il Padre è Signore Dio e che il Figlio è Signore Dio, ma non dite che entrambi insieme sono un unico Signore Dio, bensì due, uno maggiore e uno minore, siete trafitti dalla spada della verità che afferma: Ascolta, Israele, il Signore è il tuo Dio, il Signore è uno solo, il quale proclama: Io sono il Signore e non ce n'è un altro all'infuori di me.
Infatti, Dio Padre non richiamerebbe gli Israeliti dal culto di molti e falsi dèi per poi mentire loro sull'unico Dio e Signore, dicendo che non c'è un altro Signore all'infuori di sé, mentre sa che suo Figlio è Dio e Signore.
È impossibile che la verità e il Padre della verità inganni con una menzogna il suo popolo!
Siano queste parole blasfeme così orrende e deprecabili una prerogativa degli eretici, non dei cattolici.
Insomma Dio dice il vero, quando dice: Ascolta, Israele, il Signore è il tuo Dio, il Signore è uno solo, ( Dt 6,4 ) poiché il Padre e il Figlio e lo Spirito Santo non sono tre dèi, ma un solo Dio; e non sono tre signori, ma un solo Signore.
Dice il vero: Io sono il Signore e non ce n'è un altro all'infuori di me, ( Dt 32,29 ) poiché non solo il Padre afferma questo ma è la stessa Trinità a dire: "Questo è l'unico Signore e non ve n'è un altro all'infuori di Lui ".
Infatti, se il Padre dicesse: Io sono il Signore e non ce n'è un altro all'infuori di me, negherebbe in realtà che il Figlio unigenito è il Signore.
E chi di noi oserebbe affermare che il Figlio è il Signore, dal momento che il Padre afferma il contrario dicendo: Io sono il Signore e non ve n'è un altro all'infuori di me?
Per questo, secondo la retta fede, queste parole non sono del Padre, ma della Trinità, e dunque del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo.
Tacciano pertanto le lingue di coloro che ignorano la verità: questa Trinità è un solo Dio.
Di questo unico Dio si dice: Ascolta, Israele, il Signore è il tuo Dio, il Signore è uno solo.
Questo Dio unico dice: Io sono il Signore e non ve n'è un altro all'infuori di me.
È vero che il Figlio è soggetto al Padre secondo la forma di uomo.
Tuttavia, non sono due dèi e due signori secondo la forma di Dio, ma entrambi, insieme con il loro Spirito, sono un solo Signore.
23.3 - Le testimonianze dell'apostolo Paolo, che tu hai addotto, parlano contro di te e non te ne rendi conto.
Dice infatti Paolo: Sia grazia a voi e pace da parte di Dio nostro Padre e del Signore Gesù Cristo. ( Rm 1,7; 1 Cor 1,3; 2 Cor 1,2; Gal 1,3; Ef 1,2 )
E in che modo Gesù Cristo è Signore, se il Padre dice: Io sono il Signore e non ve n'è un altro al di fuori di me?
Queste parole non sono dunque del solo Padre, ma, come ho detto, della Trinità.
Tu usi una seconda testimonianza, e la usi contro te stesso, dove l'Apostolo, secondo il tuo linguaggio, dice: Uno solo è Dio Padre, dal quale provengono tutte le cose e noi siamo in lui, e uno solo è il Signore Gesù Cristo, attraverso il quale esistono tutte le cose, e noi in lui.
Ma l'Apostolo dice e noi attraverso di lui, non dice in lui. Ma questo per quale motivo?
Queste inesattezze sono solite accadere a coloro che citano i testi a memoria senza leggerli dal codice.
Piuttosto, osserva attentamente ciò che attiene a tale questione.
Ecco, disse l'Apostolo: Un solo Dio Padre, dal quale tutte le cose provengono, e noi siamo in lui, e un solo Signore Gesù Cristo, attraverso il quale tutte le cose esistono e noi attraverso di lui. ( 1 Cor 8,6 )
Distinse perfettamente due persone, una del Padre, l'altra del Figlio, senza alcuna confusione o errore.
Infatti, non ci sono né due dèi padri, ma un solo Dio Padre, né due signori Gesù Cristo, ma un solo Signore Gesù Cristo.
Infatti, in quella Trinità, che è Dio, c'è un solo Padre, non due o tre, e un solo Figlio, non due o tre, e un solo Spirito di entrambi, non due o tre.
E lo stesso unico Padre è certamente Dio, e lo stesso unico Figlio, anche per vostra ammissione, è Dio, e lo stesso Spirito di entrambi, anche se voi lo negate, è Dio.
Allo stesso modo, se mi interroghi anche riguardo al Signore, ti rispondo che lo è ciascuno, ma affermo che esistono non tre signori dèi nel contempo, bensì un unico Signore Dio.
Questa è la nostra fede, poiché questa è la fede retta, che si chiama anche fede cattolica.
Ma tu, che contrasti questa fede, spiegaci di grazia in che modo anche Gesù Cristo sia il Signore, giacché affermi che le seguenti parole non sono della Trinità ma del solo Padre: Io sono il Signore e non ve n'è un altro all'infuori di me.
Certo sei turbato, certo non trovi una risposta, se non che non vuoi tacere quando sei confutato.
Se infatti non Dio Trinità, ma soltanto il Padre disse: Io sono il Signore e non ve n'è un altro all'infuori di me, senza dubbio negò che il Figlio è Signore; infatti, se anche il Figlio è Signore, è falso quanto è stato detto: Non c'è altro Signore all'infuori di me.
Qui, infatti, non si tratta di un Signore nel senso in cui gli uomini sono signori degli uomini servi, a proposito dei quali l'Apostolo dice che sono signori secondo la carne, ( Ef 6,5 ) ma si tratta del Signore cui è dovuta quella servitù che in greco è chiamata latreiva, secondo la quale si dice: Adorerai il Signore Dio tuo e servirai a lui solo. ( Dt 6,13 )
Se questo Signore Dio non è la Trinità, ma il solo Padre, allora ci è certamente proibito servire con un tale culto a Cristo Signore, secondo quanto abbiamo ascoltato: A lui solo servirai; se ciò è stato detto in questo senso, è come se si dicesse: " A Dio Padre solo servirai ".
E certamente se è egli solo, e non la stessa Trinità che ha detto: Io sono il Signore e non ve n'è un altro all'infuori di me, ha negato che il Figlio sia un Signore simile a quello a cui è dovuto quel culto con il quale unicamente si serve a Dio con vera religione.
Infatti, non ha detto: " Io sono il Signore maggiore o migliore e non ve n'è un altro tanto forte o della stessa natura all'infuori di me ", ma, volendo che a Lui solo si servisse con quel culto che è dovuto al Signore Dio, ha detto: Io sono il Signore e non ve n'è un altro all'infuori di me.
Pertanto, se queste parole, come afferma la fede cattolica, sono di un solo Dio, che è la stessa Trinità, senza alcun dubbio a lui solo bisogna servire con quel culto che è dovuto unicamente al Signore Dio, poiché egli solo è il Signore e non ve n'è un altro all'infuori di lui.
23.4 - Quindi ti chiedo in che modo tu interpreti quanto è stato detto: Un solo Dio, il Padre, dal quale provengono tutte le cose, e noi siamo in lui, e un solo Signore, Gesù Cristo, attraverso il quale tutte le cose esistono, e noi attraverso di lui. ( 1 Cor 8,6 )
Forse che non derivano anche dal Figlio tutte le cose, dal momento che Egli stesso afferma: Ciò che fa il padre lo fa egualmente il Figlio? ( Gv 5,19 )
Se poi si fa una distinzione per la quale tutte le cose non esistono attraverso il Padre, ma derivano dal Padre, e tutte le cose non derivano dal Figlio, ma esistono attraverso il Figlio, chi di loro ti sembra essere colui del quale il medesimo Apostolo dice: O abisso di ricchezza della sapienza e della scienza di Dio!
Quanto imperscrutabili sono i suoi giudizi e impercorribili le sue vie! Chi infatti ha conosciuto il disegno del Signore?
O chi fu suo consigliere? O chi per primo diede a lui perché gli sia restituito?
Infatti da lui e attraverso di lui e in lui sono tutte le cose. A lui gloria nei secoli dei secoli. Amen. ( Rm 11,33-36 )
È da intendersi il Padre o il Figlio? Infatti nominò per primo Dio dicendo: O abisso della sapienza e della scienza di Dio!
Poi, in verità, lo chiamò Signore, dove dice: Chi infatti ha conosciuto il disegno del Signore?
Ma questo non è oggetto di controversia, in quanto anche voi assegnate l'uno e l'altro nome sia al Padre che al Figlio.
E infatti voi non dite Dio Padre così da negare che c'è Dio Figlio, né dite Dio Figlio, così da negare che c'è Dio Padre.
Per quanto in questa testimonianza apostolica di cui ti sei avvalso, il Padre venga detto Dio e il Figlio Signore, ossia: Un solo Dio, il Padre, dal quale derivano tutte le cose, e un solo Signore, Gesù Cristo, attraverso il quale tutte le cose esistono.
Ma poni mente a quel passo in cui si dice: O abisso di ricchezza della sapienza e della scienza di Dio!
Infatti, o che sia il Padre o che sia il Figlio, da lui e attraverso di lui e in lui sono tutte le cose.
In che modo dunque tutte le cose provengono dal Padre e non dal Figlio, e tutte le cose esistono attraverso il Figlio e non attraverso il Padre, dal momento che l'Apostolo ha voluto che in questo passo si intendesse chiunque di essi?
Ha detto infatti: Da lui e attraverso di lui e in lui sono tutte le cose.
Dunque, sia che si tratti del Padre, sia che si tratti del Figlio, in ogni caso si afferma con assoluta verità che da lui e attraverso di lui e in lui sono tutte le cose, e si dimostra senza dubbio l'uguaglianza del Padre e del Figlio.
Se, invece, dal momento che non ha nominato il Padre e il Figlio e lo Spirito Santo, ma Dio e il Signore, nomi con i quali può essere chiamata anche la stessa Trinità, ha voluto che ciascuna di queste tre espressioni fosse riferita a ciascuna delle singole persone, dicendo da lui a proposito del Padre, attraverso di lui a proposito del Figlio e in lui a proposito dello Spirito Santo, perché non volete riconoscere questa Trinità come un solo Signore Dio?
Infatti, non dice " da loro " e " attraverso di loro " e " in loro ", ma dice da lui e attraverso di lui e in lui sono tutte le cose e non dice " a loro gloria ", ma a lui gloria nei secoli dei secoli. Amen.
23.5 - Certo ti inganni, se pensi che si riferiscano solo al Padre queste parole: Nessuno è buono se non l'unico Dio.
Se infatti avesse detto: " Nessuno è buono, se non l'unico Padre ", neppure così avrebbe voluto che si intendessero esclusi da questa unità di bontà il Figlio e lo Spirito Santo.
Infatti, anche ciò che viene detto con una simile espressione, che ho menzionato in precedenza: Le cose che appartengono a Dio, nessuno le conosce se non lo Spirito di Dio, ( 1 Cor 2,11 ) non esclude da questa conoscenza il Figlio di Dio.
Dunque, quanto più si estende la nostra capacità di comprensione, dal momento che non ha detto: " nessuno è buono, se non l'unico Padre ", ma: Nessuno è buono, se non l'unico Dio, ( Mc 10,18 ) che è la stessa Trinità!
Infatti, colui al quale Gesù diede questa risposta non cercava un bene qualsiasi ma un bene con il quale diventare felice, ed anzi proprio la felicità, ossia desiderava la vita eterna.
E interrogava Cristo come uomo, non sapendo che era anche Dio.
Aveva chiesto infatti: Maestro buono, che devo fare per ottenere la vita eterna?
Ed egli rispose: perché mi chiami buono? Nessuno è buono, se non l'unico Dio. ( Mc 10,17-18 )
O, come si legge presso un altro evangelista e che ha lo stesso significato: Nessuno è buono, se non il solo Dio. ( Lc 18,19 )
Come se avesse detto: " Mi chiamerai giustamente buono, se mi riconoscerai come Dio ".
Infatti, se pensi che io non sia altro che un uomo, perché mi chiami buono?
Nulla ti rende buono né beato se non il bene immutabile che è il solo Dio.
Infatti, un angelo buono, un uomo buono, una qualsiasi altra buona creatura, questi non sono beni tali che chiunque li conseguirà sarà felice; né è felice alcuna vita, se non è eterna.
In che modo poi non è un bene tale il vero Figlio di Dio, essendo vero Dio e vita eterna, quella vita che desiderava raggiungere colui che lo interrogava?
23.6 - Di conseguenza, quando io ho affermato che la frase: nessuno è buono, se non l'unico ( Mc 10,18 ) e solo Dio, ( Lc 18,19 ) è stata pronunciata relativamente alla stessa Trinità, che è l'unico e solo Dio, tu hai affermato che essa, al contrario, riguardava il solo Dio Padre, poiché Egli da nessun altro è Dio, e da nessun altro è buono, mentre il Figlio è Dio dal Padre ed è grande e buono dal Padre.
Allora considera attentamente chi di noi intenda in modo corretto riguardo a Dio Padre e a Dio Figlio, se io, che dico: " Certamente, Dio Padre non è Dio da nessun altro Dio, mentre Dio Figlio è Dio da Dio Padre, ma la divinità che il Figlio ha dal Padre è tanta quanto quella che il Padre ha non ricevendola da nessuno.
E il buon Padre non è buono da un altro buono, mentre il Figlio è buono dal Padre buono, ma la bontà che il Figlio ha dal Padre è tanta quanto quella che il Padre ha non ricevendola da nessuno.
Oppure, se intendi in modo corretto tu, che dici che è buono solamente il Padre Dio, per il fatto che non è né Dio da un altro Dio, né buono da un altro buono, mentre il Figlio non è equiparabile al Padre, in quanto è Dio da quello e buono da quello?
In questa frase sei blasfemo verso entrambi, sia verso il Padre, poiché non ha generato un Figlio della sua stessa grandezza, né della sua stessa natura; sia verso il Figlio, poiché non meritò di nascere di tale natura e grandezza quali sono quelle di colui che lo generò.
Infine, queste due cose di cui trattiamo, cioè la deità e la bontà, poiché è stato detto: Nessuno è buono, se non l'unico Dio, vengono a mancare nella tua opinione.
Infatti, se non poté generare un Figlio della sua stessa grandezza e natura, in che modo è Dio?
E se non volle, in che modo è buono?
23.7 - Il Padre - affermi - è fonte di bontà, egli che non ha ricevuto da nessuno il suo essere buono.
Forse allora il Figlio è meno buono per il fatto che ha ricevuto il suo essere buono da quel Padre che, essendo Dio, poté dare al Figlio, alla sua nascita, altrettanta bontà quanta ne ha lui, e che gliela diede perché, essendo buono, non può essere invidioso?
Infatti, se diede al suo Unigenito meno bontà di quanta ne ha lui, è meno buono di quanto dovrebbe essere, e pensare questo è folle.
Dunque, quanta bontà ha il Padre, altrettanta ne diede al Figlio.
E poiché è Figlio per natura, non per grazia, gliela diede alla nascita, non perché ne avesse bisogno, ed egli essendone pieno lo generò pieno ed essendo fonte di bontà lo generò fonte di bontà.
E perciò né è aumentato in se stesso colui che ricevette, né è diminuito in se stesso colui che diede.
Infatti, l'immutabilità non ha da dove venire a mancare, né la pienezza ha dove crescere.
Cos'è poi questa bontà se non vita che vivifica? Pertanto, la fonte genera la fonte, come il Padre risuscita i morti e dà la vita così anche il Figlio dà la vita a coloro che vuole. ( Gv 5,21 )
Disse questo proprio il Figlio, non io. Per questo, giustamente si dice a Dio Padre: Poiché presso di te è la fonte della vita.
E qual è questa fonte della vita presso il Padre, se non colui del quale si dice: In principio era il Verbo, e il Verbo era presso Dio, e il Verbo era Dio.
Questi era in principio presso Dio. Del quale ancora poco dopo è stato detto: E la vita era la luce degli uomini? ( Gv 1,1-2.4 )
Questa vita è fonte della vita e questa luce è luce della luce.
Così, dopo che si è detto: Presso di te è la fonte della vita, subito è stato aggiunto: Nella tua luce tuttavia vedremo la luce, ( Sal 36,10 ) il che significa: nel Figlio tuo vedremo lo Spirito Santo, che anche tu nella prima parte del nostro dibattito hai dichiarato essere illuminatore.
Dunque, fonte da fonte è il Figlio che procede dal Padre, e nel contempo ambedue sono una sola fonte; luce da luce è il Figlio che procede dal Padre, e nel contempo ambedue sono una sola luce; allo stesso modo è Dio da Dio, e i due sono nel contempo un unico Dio, e tutto questo non senza lo Spirito di entrambi.
Bevendo da questa fonte di bontà, da questa fonte di vita, da questa luce immutabile, da questa pienezza che non viene mai meno, cioè dal Padre e dal Figlio e dallo Spirito Santo, unico e solo Signore Dio, tutti coloro che credono con verità, secondo la misura della propria fede, diventano buoni, vengono vivificati, illuminati, colmati.
A questi tu hai aggiunto il Figlio unigenito, sia detto con tua buona pace: non so con quale incredibile temerarietà.
Infatti, sono tue le seguenti parole: Sia il Figlio, sia coloro che attraverso il Figlio sono stati creati, da quell'unica fonte di bontà tutti hanno ricevuto, secondo la misura della propria fede, di essere buoni.
Dov'è dunque ciò che avevi dichiarato prima, cioè che Egli è Figlio per natura, non per grazia?
Ecco che vai contro la tua opinione, ecco che ormai tradisci il perfido segreto della vostra eresia, poiché affermate che l'unigenito vero Figlio di Dio, il vero Dio, è Figlio non per natura ma per grazia.
Se infatti anch'Egli, come predicano le tue parole, secondo la misura della sua fede, ha ottenuto di essere buono, è dunque Figlio per grazia, non per natura.
E ci fu un tempo in cui non era buono, e poi divenne buono credendo, poiché ottenne di essere buono, come dici, secondo la misura della sua fede da colui che è Padre e fonte della bontà.
Certamente, leggiamo che Gesù progrediva in età e in sapienza, e in lui era la grazia di Dio, ( Lc 2,52 ) ma ciò secondo la forma di uomo che, per noi, ricevette da noi, non secondo la forma di Dio, nella quale non giudicò estraneo a sé di essere uguale a Dio. ( Fil 2,6 )
Tuttavia, anche per ciò che concerne la stessa forma di uomo, leggiamo che egli progredì in età e sapienza, non tuttavia che meritò, credendo, di diventare buono da non buono.
D'altro canto, la questione che stiamo ora discutendo tra di noi non concerne la natura del figlio dell'uomo, nella quale il Figlio di Dio è inferiore al Padre, ma la natura del Figlio di Dio, nella quale, come noi diciamo e voi negate, Egli è uguale al Padre.
Infatti, il Figlio vero, il Figlio unigenito, il Figlio Dio vero da Dio vero, in niente degenerò dal Padre.
Perciò, in nessun luogo delle sante Scritture hai potuto leggere che il Padre non è paragonabile al Figlio.
Né con sincera fede tu stesso hai detto che il Padre è immenso, ma lo hai affermato proprio per questo, perché credi che il Figlio non sia ugualmente immenso ma sia limitato da una misura.
Tieniti pure la tua misura, con la quale misuri il tuo falso signore e menti sul vero Signore.
Fai bene ad ammettere che sia il Padre ama il Figlio sia il Figlio ama il Padre, a condizione, tuttavia, che tu ammetta anche che non è maggiore l'amore nel Padre che nel Figlio.
Poiché, infatti, sono uguali per la loro natura divina, si amano a vicenda in modo uguale.
Il Figlio, poi, in quanto uomo esegue il mandato del Padre.
Infatti, in quanto Dio lo stesso Figlio rappresenta il mandato del Padre, poiché egli è il Verbo del Padre.
Perciò, in un altro passo sul mandato del Padre, cioè, su se stesso, dice: So che il suo mandato è la vita eterna. ( Gv 12,50 )
Che lo stesso Figlio di Dio sia vita eterna, lo attesta la divina Scrittura.
E quando dice: Colui che ha visto me ha visto anche il Padre, ( Gv 14,9 ) chi ignora che ciò è stato detto per il motivo che chiunque vede il Figlio attraverso l'intelligenza lo vede di certo uguale al Padre?
Ma voi non ammettete questo perché non vedete il Figlio con gli occhi del cuore, per quanto si può vedere in questa vita.
Tu pensi che non sia giusto ciò che ho detto, ossia che il Padre è maggiore del Figlio riguardo alla forma di servo che questi ha assunto. ( Fil 2,7 )
Tu, infatti, secondo la vostra eresia, vuoi che il Padre sia superiore al Figlio per quanto concerne la stessa forma di Dio.
Al Figlio invidi la forma paterna tanto che vuoi che Egli sia nato perfetto di una perfezione eterna, così che non sia in grado, neppure crescendo, di pervenire alla forma del Padre.
Ma è inutile che l'uomo invidi al Figlio di Dio la forma paterna, della quale il Padre non è invidioso, poiché generò il suo Unigenito uguale a sé.
Ma tu affermi che la gloria del Padre non è grande, se è superiore solo rispetto a quella forma di servo, della quale forma sono superiori anche gli angeli.
Vedi se il tuo intento non sia quello di giungere alla gloria dell'unico Padre attraverso l'offesa dell'unico Figlio, cosicché il Padre non aumenta nella gloria a meno che il Figlio non diminuisca in natura.
Guardati bene: non sai di provocare un'offesa sia al Padre sia al Figlio, se quello non poté o non volle generare un Figlio uguale a sé, né questo poté nascere uguale al Padre?
Dio non vuole essere lodato come Padre così che si dica che generò da sé un Figlio degenere. Il buon amante del Figlio non vuole che si lodi la sua forma così tanto che il suo Unigenito non abbia potuto riceverla nascendo o assumerla crescendo.
E ti sembra che non venga detto nulla di grande riguardo a Dio Padre, se è superiore rispetto alla forma di servo, della quale anche gli angeli sembrano essere superiori.
Non rifletti in modo corretto su quale posto abbia nelle cose la natura umana, che fu creata a immagine di Dio.
Gli angeli possono essere definiti superiori all'uomo, perché sono superiori rispetto al corpo dell'uomo.
Sono superiori anche all'animo umano, ma per quella forma che grava sul corpo corruttibile per la colpa del peccato originale.
Invero, della natura umana, di quella natura della mente umana che è stata assunta da Cristo e che non poté essere corrotta da nessun peccato, Dio è il solo ad essere superiore.
Infine, per quale motivo si è detto: lo hai reso un po' inferiore agli angeli, ( Sal 8,6 ) lo ha dichiarato la Scrittura, dove si legge: Vediamo Gesù un po' inferiore agli angeli a causa della passione della morte. ( Eb 2,9 )
Dunque, non a causa della natura dell'uomo, ma a causa della passione della morte. In verità, della natura dell'uomo, che per la sua mente razionale e intellettuale supera tutte le altre creature, Dio solo è superiore.
E a Dio certamente non si fa ingiuria quando si dice: Dio è più grande del nostro cuore. ( 1 Gv 3,20 )
Dunque, quando il Figlio diceva, mentre stava per sollevare al Padre l'uomo ricevuto: Se mi amaste, gioireste di certo, poiché vado al Padre, poiché il Padre è più grande di me, ( Gv 14,28 ) di sicuro non anteponeva Dio Padre solo alla sua carne, ma anche alla mente umana che portava in sé.
È infatti la natura umana nella sua interezza che viene senza dubbio riconosciuta come forma di servo, perché è la creatura nella sua interezza che serve il Creatore.
Indice |