Discorsi sul Nuovo Testamento |
1 - Fu simbolica la guarigione di un infermo alla piscina
2 - Tutta intera questa vita è tribolazione. Il timore e il dolore torturano l'anima
3 - Quale il significato della piscina probatica. L'umiltà di Cristo non dev'essere disprezzata per superbia
4 - Cristo prese su di sé la condizione mortale al fine di concedere l'immortalità. Breve il corso della sua vita
Si è appena spento ai nostri orecchi il risonare della lettura evangelica ed ha suscitato interesse a conoscere che volessero significare i fatti che sono stati letti.
Rilevo che vi aspettate questo da me.
Vi prometto di farne il commento con l'aiuto del Signore, secondo le mie forze.
Indubbiamente non senza ragione avvenivano appunto quei miracoli, ed erano per noi figura di qualcosa che è in relazione con la salvezza eterna.
Ad esempio, che durata ebbe la salute del corpo che fu restituita ad un uomo?
Dice la Sacra Scrittura: Che è mai la vostra vita?
È vapore - dice - che appare per un istante e poi scompare. ( Gc 4,15 )
Perciò, in quanto fu restituita la sanità al corpo di quell'uomo, fu restituita a del vapore una qualche durata.
Pertanto quell'effetto non dev'essere ritenuto un vantaggio grande: Vana è la salute dell'uomo. ( Sal 60,13 )
Anche quella testimonianza richiamate alla memoria, fratelli, quella del Profeta e del Vangelo, perché nel Vangelo si legge tale testimonianza: Ogni uomo è come l'erba e tutta la gloria dell'uomo come un fiore del campo; secca l'erba, il fiore appassisce; la Parola del Signore dura sempre. ( Is 40,6-8; Gc 1,10-11; 1 Pt 1,24-25 )
La Parola del Signore anche all'erba conferisce gloria, e gloria non effimera: infatti anche al corpo attribuisce l'immortalità.
Ma passa anzitutto la tribolazione di questa vita per la quale ci viene in soccorso colui al quale ci siamo rivolti: Nella tribolazione vieni in nostro aiuto. ( Sal 60,13 )
Per quanti capiscono è davvero tribolazione tutta intera questa vita.
Sono due infatti i carnefici dell'anima; non opprimono insieme, ma si alternano a dar tormento.
Timore e dolore sono i nomi di questi due carnefici.
Quando ti va bene, subisci il timore; quando ti va male, subisci il dolore.
Chi non inganna la felicità di questo mondo e non è abbattuto dall'avversità?
In questa carne e nei giorni di vita nella carne bisogna attenersi alla via più sicura: la Parola di Dio.
Poiché è stato detto infatti: Ogni uomo è come l'erba e tutta la gloria dell'uomo come il fiore del campo; secca l'erba, il fiore appassisce.
Quasi ponessimo la domanda: Che speranza per l'erba?
Che durata per il fiore del campo?
Ma la Parola del Signore - dice - dura sempre. ( Gc 1,10-11; Is 40,6-8; 1 Pt 1,24-25 )
E da che mi viene - tu dici - la Parola del Signore?
Il Verbo si fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi. ( Gv 1,14 )
Il Verbo del Signore ti dice infatti: Non rifiutare la mia promessa perché io non ho rigettato la tua erba.
È questo che ci ha assicurato la Parola del Signore affinché ci mantenessimo fedeli a lui, perché non scomparissimo insieme al fiore del campo.
Questo, dunque, ciò che ci ha assicurato la Parola del Signore: che il Verbo si facesse carne, rivestendosi di carne, non mutato in carne; conservandosi e assumendo, restando ciò che era, assumendo ciò che non era; quindi, anche quella piscina è un segno di quanto egli ci ha dato.
Dico in breve: quell'acqua era il popolo Giudaico; i cinque portici, la legge.
Mosè scrisse infatti cinque libri.
Perciò, quell'acqua era chiusa all'interno da cinque portici, così come quel popolo era chiuso entro i limiti della legge.
L'agitarsi dell'acqua è la passione del Signore in mezzo a quel popolo.
Chi vi scendeva veniva sanato; soltanto uno, perché egli appunto è l'unità.
Quali che siano gli uomini che si turbano della passione del Signore, sono superbi; non vogliono discendere, non sono risanati.
Ed io - dice - giungerò a credere in un Dio incarnato, in un Dio nato da donna, in un Dio flagellato, crocifisso, morto, ferito, sepolto?
Lungi da me che io creda questo di Dio: è indegno.
Parli il cuore, taccia l'alterigia.
Al superbo l'umiltà sembra indegna del Signore, perciò da quelli che sono tali la sanità si allontana.
Non montare in superbia: scendi, se vuoi essere risanato.
La pietà doveva inorridire se mai il Cristo incarnato si riteneva soggetto a mutamento.
Ma ora la verità ti rende valido che il Cristo, in quanto Verbo, è immutabile.
In principio, infatti, era il Verbo e il Verbo era presso Dio; non la parola che risuona e passa, perché il Verbo era Dio. ( Gv 1,1 )
Dunque il tuo Dio permane immutabile.
O verace pietà religiosa, sussiste immutabilmente il tuo Dio; non temere, il suo essere non viene meno; e proprio per lui neppure tu cessi di esistere.
Sempre uguale a se stesso, nasce da donna, ma nella carne.
Il Verbo, invece, creò anche la madre.
Chi era ancora prima di farsi uomo si preparò colei nella quale si fece uomo.
Fu bambino, ma nella carne.
Succhiò dal seno, andò crescendo, mangiò cibi solidi, trascorse i vari stadi dell'età, raggiunse la giovinezza, ma nella carne.
Stanco, prese sonno, ma nella carne.
Soffrì la fame e la sete, ma nella carne.
Arrestato, legato, flagellato, oltraggiato, infine crocifisso, ucciso, ma nella carne.
Perché ti fa inorridire? Il Verbo del Signore dura sempre. ( Gc 1,11 )
Chi disprezza questa condizione di umiltà in Dio, non vuole per sé la guarigione dal tumore micidiale della superbia.
Di conseguenza, il Signore Gesù Cristo, per mezzo della sua carne, ha fatto bene sperare della nostra carne.
Ha preso infatti su di sé ciò che su questa terra ci era comunemente noto, cioè che quaggiù si verifica estesamente e in continuità: nascere e morire.
Sovrabbondante sulla terra il nascere e il morire, risorgere e vivere per l'eternità non aveva luogo quaggiù.
Vi trovò vili ricompense terrene, vi recò quelle del cielo straniere sulla terra.
Se hai paura della morte, ama la risurrezione.
Della sua tribolazione ha fatto l'aiuto che ti ha dato, poiché era rimasto senza alcun vantaggio il tuo stato di salute.
Pertanto, fratelli, riconosciamo e amiamo quella salute che è straniera in questo mondo, cioè l'eterna, e viviamo noi da stranieri in questo mondo.
Riflettiamo che siamo di passaggio in questo mondo e così cadremo di meno nel peccato.
Piuttosto rendiamo grazie al Signore Dio nostro avendo voluto che l'ultimo giorno della nostra vita fosse vicino ed incerto.
Dalla prima infanzia alla decrepitezza della vecchiaia il tratto è breve.
Se Adamo fosse morto oggi, che gli avrebbe giovato aver vissuto tanto a lungo?
Che gran tempo è, quando deve finire?
Nessuno richiama indietro il giorno di ieri; l'oggi è incalzato dal domani, perché passi.
Nel corso di questo breve spazio di tempo, viviamo bene per giungere là dove non dobbiamo passare oltre.
Anche adesso mentre parliamo, indubbiamente ci troviamo a passare.
Le parole fuggono e le ore volano; tale la nostra età, tali le nostre azioni, tali le nostre glorie, tale la nostra miseria, tale questa nostra felicità.
Tutto passa: non sia per noi motivo di spavento: La Parola del Signore dura sempre. ( Gc 1,11 )
Rivolti al Signore…
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