Esposizione dei Salmi |
1 - Ciò che resta del salmo, cui abbiamo già dedicato due sermoni, è poco più che la terza parte, e pensiamo di dover oggi soddisfare il nostro debito.
Chiedo quindi alla Carità vostra di concederci volentieri di non trattenerci a lungo sulle sue espressioni più facili, onde poterci soffermare su quelle cose che è necessario spiegare.
Sono infatti molte le cose che si presentano spontaneamente all'animo dei fedeli, molte sono quelle che hanno bisogno solo di una breve esortazione; ma ve ne sono alcune, certamente più rare, sulle quali c'è da sudare perché possano essere comprese.
Orbene, affinché il tempo sia sufficiente alle nostre e alle vostre forze, vedete quanto chiare sono queste cose e con noi ancor meglio intendetele, e in esse lodate con noi il Signore.
E se il salmo prega, pregate; se geme, gemete; se ringrazia, gioite; se spera, sperate; se teme, temete.
Perché tutte le cose che qui sono state scritte sono il nostro specchio.
Liberami dalle mani dei miei nemici e da quelli che mi perseguitano.
Diciamolo e ciascuno così dica dei suoi nemici.
È cosa buona, e dobbiamo pregare affinché Dio ci liberi dalle mani dei nostri nemici.
Ma dobbiamo capire che vi sono nemici per i quali dobbiamo pregare, e altri contro i quali dobbiamo pregare.
I nostri nemici di questa terra, quali che siano, non devono essere odiati; quando un uomo vuole del male a colui che gli fa del male, ambedue diventano malvagi.
Ma piuttosto il buono ami anche colui dal quale soffre il male, e così almeno uno solo sarà il malvagio.
Il diavolo e i suoi angeli, ecco i nemici contro i quali dobbiamo pregare: costoro invidiano a noi il Regno dei Cieli, costoro non vogliono che noi ascendiamo là da dove essi sono stati scacciati: preghiamo che da costoro sia liberata la nostra anima.
Infatti anche quando sono degli uomini ad accanirsi contro di noi, è perché sono divenuti loro strumenti.
Per questo l'apostolo Paolo, ammonendoci su quanto dobbiamo essere prudenti contro i nemici, dice ai servi di Dio che subivano tribolazioni, cioè violenze, ingiustizie, e inimicizie da parte degli uomini: Non dovete lottare contro la carne e il sangue, ossia contro gli uomini, ma contro i principi e le potestà e i reggitori dei mondo. ( Ef 6,12 )
Di quale mondo? Del cielo e della terra? Niente affatto.
Il reggitore di questo mondo altri non è che il Creatore.
Allora che cosa chiama mondo? Quelli che amano il mondo.
Infatti continua e spiega: quando dico del mondo, intendo di queste tenebre.
Ma di quali tenebre se non dell'infedeltà e dell'empietà?
Infatti anche agli infedeli e agli empi, divenuti fedeli e pii, così si rivolge l'Apostolo stesso: foste un tempo tenebre, ma ora siete luce nel Signore. ( Ef 5,8 )
Il vostro combattimento dunque, egli dice, si svolge contro gli spiriti della malvagità che sono nei cieli, contro il diavolo e gli angeli suoi: ( Ef 6,12 ) non vedete i vostri nemici eppure li vincete.
Liberami dalle mani dei miei nemici; e da coloro che mi perseguitano.
Fa' risplendere il tuo volto sopra il tuo servo, salvami nella tua misericordia.
Quanti della Carità vostra erano presenti all'esposizione di ieri, ricorderanno che dicevamo che perseguitano la Chiesa soprattutto quei cristiani che non vogliono vivere bene.
È proprio per causa loro che la Chiesa è ricoperta di vergogna e patisce dissensioni; quando sono rimproverati, quando non è loro permesso di vivere male, quando con loro si discute, rimuginano cose cattive nel loro cuore e cercano l'occasione di effettuarle.
Fra costoro geme il Salmista, e, se vogliamo, siamo anche noi; perché essi sono molti, e in mezzo alla loro massa a stento sono visibili i buoni, come il grano sull'aia, di cui, quando sarà stato purificato, saranno riempiti i granai del Signore. ( Mt 3,12; Lc 3,17 )
Dunque, gemendo tra costoro dice: Fa' risplendere il tuo volto sopra il tuo servo.
Sembra infatti che ci sia una certa confusione, dato che tutti si dicono cristiani, sia quelli che vivono bene sia quelli che vivono male: tutti sono contrassegnati da un unico carattere, tutti accedono ad uno stesso altare, tutti sono lavati dallo stesso battesimo, tutti pronunziano la medesima "orazione domenicale", tutti prendono parte alla celebrazione degli stessi misteri.
Come potranno distinguersi coloro che gemono e coloro per i quali si geme, se il Signore non farà risplendere la sua faccia sul suo servo?
Che significa dunque: fa' risplendere il tuo volto sopra il tuo servo?
Sia manifesto che a te appartengo, e non possa dire anche il cristiano empio di essere tuo; perché solo così non avrò detto invano le parole di quel salmo: giudicami, o Dio, e distingui la mia causa dalla gente non santa. ( Sal 43,1 )
Ciò che dice là: distingui la mia causa, dice anche qui: fa' risplendere il tuo volto sopra il tuo servo.
E tuttavia, per evitare egli stesso di insuperbirsi, e quasi non sembri giustificarsi, continua dicendo: salvami nella tua misericordia, cioè salvami non nella mia giustizia, non per i miei meriti, ma nella tua misericordia; non perché io ne sono degno, ma perché tu sei misericordioso.
Non mi ascoltare secondo la severità del giudice, ma secondo la grande misericordia della tua bontà.
Salvami nella tua misericordia.
Signore, che io non sia confuso perché ti ho invocato.
Fa valere una forte ragione: che io non sia confuso perché ti ho invocato.
Vuoi tu che sia confuso colui che ti ha invocato?
Vuoi che si dica: dov'è Colui dal quale tanto si è ripromesso?
Ma chi, anche tra gli stessi empi, non invoca Dio?
A meno dunque che non dica in un certo modo personale: ti ho invocato, in modo che l'invocazione non possa essere comune a molti, in nessun modo, per il solo fatto di invocare, potrebbe osare di attendersi un tale favore.
Infatti potrebbe rispondergli il Signore nel suo pensiero: perché mi chiedi di non essere confuso?
Per quale ragione? Perché mi hai invocato?
Forse che ogni giorno gli uomini non mi invocano, magari per realizzare gli adulteri che bramano?
Forse che ogni giorno gli uomini non mi invocano affinché muoiano coloro dai quali aspettano l'eredità?
Forse che ogni giorno non mi invocano gli uomini che tramano una frode, per poterla compiere con esito felice?
Bell'argomento per ottenere una grande ricompensa, il dire: che io non sia confuso perché ti ho invocato!
Certo, anche quelli invocano, ma non invocano Te.
Tu invochi Dio, quando chiami Dio in te.
Perché questo è invocarlo, chiamarlo in te, in certo modo invitarlo nella casa del tuo cuore.
Ma non oseresti invitare un così grande Capo di casa, se tu non sapessi di avergli preparato l'accoglienza.
Infatti, se il Signore ti dicesse: ecco, mi hai invocato, vengo da te, ma dove entrare?
Sopporterò tanta sporcizia della tua coscienza?
Se tu invitassi in casa tua il mio servo, non ti preoccuperesti forse prima di ripulirla?
Mi invochi nel tuo cuore, ed esso è pieno di rapine.
Il cuore dove Dio è invocato, è pieno di bestemmie, pieno di pensieri impuri, pieno di frodi, pieno di desideri malvagi, e tu mi invochi!
Di costoro infatti, che cosa dice il salmo in un altro passo?
Non hanno invocato il Signore. ( Sal 14,5; Sal 53,6 )
L'hanno certo invocato, e tuttavia non lo hanno affatto invocato.
Questo sia detto di sfuggita, dato che è sorta la questione in che modo possa esigere tanta ricompensa l'uomo che adduce un solo merito, dicendo perché ti ho invocato.
La questione è sorta perché vediamo che Dio è invocato da moltissimi malvagi; non si può dunque passare oltre.
Dico allora in breve all'uomo avaro: invochi Dio?
Perché invochi Dio? Perché mi dia guadagno.
Invochi dunque il guadagno, non Dio.
Poiché non puoi ottenere questo guadagno che brami tramite il tuo servo, tramite il tuo fattore, tramite il tuo cliente, il tuo amico, il tuo compagno, allora invochi Dio e fai Iddio ministro del tuo guadagno; per te Dio vale poco.
Vuoi invocare Dio? Invocalo gratuitamente.
O avaro, è forse poco per te, se ti viene a riempire lo stesso Dio?
Se Dio viene a te senza oro, senza argento, tu non lo vuoi?
Che cosa dunque può bastarti delle cose che Dio ha fatto, se Dio stesso non ti basta?
Dunque a ragione questi prega: che io non sia confuso, perché ti ho invocato.
Invocate il Signore, fratelli, se non volete essere confusi.
Questi teme quella confusione della quale ha parlato poco prima in questo salmo: in te, o Signore, ho sperato; che io non sia confuso in eterno. ( Sal 31,2 )
Infatti, affinché sappiate che teme questa confusione, che cosa aggiunge, dopo aver detto: che io non sia confuso in eterno, perché ti ho invocato?
Arrossiscano gli empi, e siano trascinati all'inferno. Si tratta dunque della confusione eterna.
Ammutoliscano le labbra ingannatrici, che proferiscono iniquità contro il giusto con superbia e disprezzo.
Questo giusto è Cristo: molte labbra proferiscono iniquità contro di Lui con superbia e disprezzo.
Perché con superbia e disprezzo?
Perché è apparso degno di disprezzo ai superbi Colui che è venuto tanto umile.
Non vuoi che sia disprezzato da coloro che amano gli onori Colui che ha ricevuto tante offese?
Non vuoi che sia disprezzato da coloro che tengono in gran conto questa vita Colui che è morto?
Non vuoi che sia disprezzato da coloro che ritengono come un'infamia la morte in croce Colui che è stato crocifisso?
Non vuoi che sia disprezzato dai ricchi Colui che condusse vita povera nel mondo, pur essendo il Creatore del mondo?
Tutti gli uomini che amano queste cose, - che Cristo non volle avere, perché voleva mostrare non possedendole, che erano da disprezzarsi, non già perché non avesse il potere di possederle, - tutti coloro che amano queste cose disprezzano Lui.
E chiunque tra i suoi servi vorrà seguire le sue orme, camminando anche lui in quella umiltà nella quale ha appreso che camminò il suo Signore, è disprezzato in Cristo, come membro di Cristo; e quando sono disprezzati il Capo e le membra è disprezzato il Cristo totale: poiché il Giusto totale è Capo e Corpo.
Ed è necessario che sia disprezzato dagli empi e dai superbi il Cristo totale, affinché si compia in essi quanto qui è detto: ammutoliscano le labbra ingannatrici, che proferiscono iniquità contro il giusto con superbia e disprezzo.
Quando saranno rese mute queste labbra?
In questo secolo? No di certo.
Ogni giorno gridano contro i cristiani, soprattutto contro gli umili; ogni giorno bestemmiano, ogni giorno latrano; così accrescono con le loro lingue i tormenti, la sete che soffriranno all'inferno quando desidereranno invano una goccia d'acqua. ( Lc 16,24 )
Non sono dunque rese mute ora le labbra di costoro.
Quando lo saranno? Quando le loro iniquità si volgeranno contro di essi, come è detto nel libro della Sapienza: allora si ergeranno i giusti con grande sicurezza contro coloro che li afflissero.
Allora quelli diranno: questi sono coloro che un tempo avemmo a scherno e come oggetto di ingiuria.
In qual modo sono annoverati tra i figli di Dio e la loro sorte è tra i santi?
Noi insensati, consideravamo folle la loro vita. ( Sap 5,1-5 )
Allora saranno rese mute le labbra di coloro che proferiscono iniquità contro il giusto, con superbia e disprezzo.
Infatti molti ora ci dicono: dov'è il vostro Dio?
Chi adorate? Che cosa vedete?
Credete e soffrite: è certo che soffrite, ma incerto è ciò in cui sperate.
Quando diverrà certo ciò in cui speriamo, diverranno mute le labbra ingannatrici.
6 - [v 20.] Osserva quindi quanto segue, per quale ragione cioè diverranno mute le labbra ingannatrici che proferiscono iniquità contro il giusto, con superbia e disprezzo.
Questi che qui geme osserva e vede interiormente nello spirito i beni di Dio, vede questi beni che solo nel segreto si scorgono, ma che non sono scorti dagli empi.
Perciò li vede proferire iniquità contro il giusto con superbia e disprezzo, perché essi sono capaci di vedere i beni di questo secolo ma non sanno neppure pensare i beni del secolo futuro.
Ma per raccomandare i beni stessi del secolo futuro agli uomini, ai quali ordina di sopportare, non di amare, i beni presenti, ha esclamato e aggiunto: quanto è grande l'abbondanza della tua dolcezza, o Signore!
Se a questo punto l'uomo empio dicesse: dov'è questa abbondanza di dolcezza?
Gli risponderei: in qual modo posso mostrare l'abbondanza di questa dolcezza a te che hai perduto il palato per la febbre dell'iniquità?
Se tu non conoscessi il miele, non potresti esclamare quanto è buono il suo sapore senza averlo gustato.
Non hai il palato del cuore per gustare questi beni: che posso fare per te?
In che modo te li mostrerò?
Non vi è cui possa dire: gustate e vedete quanto è soave il Signore. ( Sal 34,9 )
Quanto è grande l'abbondanza della tua dolcezza, o Signore, che hai nascosta per coloro che ti temono! Che significa: hai per loro nascosta?
L'hai riserbata per loro, non l'hai negata loro, in modo che soltanto essi vi pervengano ( il bene è infatti appunto ciò che non può essere comune ai giusti e agli empi ), e vi pervengano temendo.
Finché infatti continuano a temere, non ancora vi sono pervenuti: ma credono di giungervi, e cominciano dal timore.
Niente infatti è più dolce della immortalità della Sapienza, ma l'inizio della Sapienza è il timore del Signore. ( Pr 1,7; Sal 111,10 )
Che hai nascosta per coloro che ti temono.
L'hai elargita con pienezza a coloro che sperano in te al cospetto dei figli degli uomini.
Non dice: l'hai elargita con pienezza al cospetto dei figli degli uomini, ma: a coloro che sperano in te al cospetto dei figli degli uomini.
Cioè: hai elargito con pienezza la tua dolcezza a coloro che sperano in te al cospetto dei figli degli uomini.
In questo modo si esprime il Signore: chi mi avrà rinnegato al cospetto degli uomini, anche io lo rinnegherò al cospetto del Padre mio. ( Mt 10,35 )
Dunque, se speri nel Signore, spera in lui al cospetto degli uomini, perché per caso tu non nasconda la tua stessa speranza nel tuo cuore e tema di confessarla quando ti si rinfaccia come un delitto il tuo essere cristiano.
Ma a chi ora si rinfaccia l'essere cristiano?
Tanto pochi sono rimasti i non cristiani che piuttosto si rimprovera loro di non esserlo, più di quanto essi osino rinfacciare ad altri di esserlo.
Tuttavia vi dico, fratelli miei; cominci chiunque qui mi ascolta a vivere da cristiano, e vedrà che ciò gli sarà rinfacciato dai cristiani stessi, che sono tali di nome ma non per la vita e per i costumi.
Nessuno avverte questo, se non chi lo ha sperimentato.
Dunque intendi, considera ciò che ascolti.
Vuoi vivere da cristiano? Vuoi seguire le vestigia del tuo Signore?
Se ti è rinfacciato e tu ti vergogni, vergognandoti le abbandoni: hai perduto la via.
Ti sembra di aver creduto con il cuore alla giustizia, ma l'hai perduta; poiché per la salvezza è necessaria la confessione con le labbra. ( Rm 10,10 )
Se perciò vuoi camminare per la via del Signore, spera in Dio anche al cospetto degli uomini, cioè non vergognarti della tua speranza.
Come vive nel tuo cuore, così abiti sulla tua bocca; perché non senza motivo Cristo ha voluto imprimere il suo segno sulla nostra fronte, come nella sede del pudore, perché il Cristiano non si vergogni degli obbrobri di Cristo.
Se avrai fatto questo al cospetto degli uomini, cioè se non avrai arrossito davanti agli uomini, e al cospetto dei figli degli uomini non avrai negato Cristo né con la bocca né con i fatti, spera che anche per te sia pronta la dolcezza di Dio.
Che cosa segue? Li nasconderai nel segreto del tuo volto.
Qual luogo è questo? Non ha detto: li nasconderai nel tuo cielo; non ha detto: li nasconderai in paradiso; non ha detto: li nasconderai nel seno di Abramo.
Infatti per molti fedeli i luoghi dove staranno in futuro i santi sono indicati nelle Sacre Scritture.
Sia stimato poco tutto quanto è all'infuori di Dio!
Colui che ci protegge nel luogo di questa vita, sia egli stesso il nostro luogo dopo questa vita; poiché questo già prima il salmo stesso dice a Lui: sii per me un Dio protettore, e un luogo di rifugio. ( Sal 31,3 )
Saremo dunque nascosti nel volto di Dio.
Aspettate di sentire da me quale rifugio vi sia nel volto di Dio?
Purificate il vostro cuore, in modo che Egli stesso lo illumini, ed entri Colui che invocate.
Sii la sua casa, ed egli sarà la tua; che egli abiti in te, e tu abiterai in lui.
Se in questa vita lo avrai accolto nel tuo cuore, egli dopo questa vita ti accoglierà nel suo volto.
Li nasconderai, dice. Dove? Nel segreto del tuo volto.
Dal turbamento degli uomini.
Colà non saranno turbati poiché saranno nascosti; non si turbano nel segreto del tuo volto.
Credi che ci sia qualcuno tanto beato in questo mondo che, quando avrà cominciato a udire le ingiurie degli uomini per il fatto che serve Cristo, fugga con il cuore a Dio e cominci a nutrire speranza nella sua dolcezza e dal turbamento degli uomini dei quali ode le offese, entri nel volto di Dio con la sua coscienza?
Certo che vi entra, ma se ha ciò con cui entrare, cioè se la sua stessa coscienza non è appesantita, se non costituisce per lui un fardello troppo grande per la porta stretta.
Li nasconderai - dunque - nel segreto del tuo volto, dal turbamento degli uomini.
Li proteggerai nel tuo tabernacolo dalla contraddizione delle lingue.
Un giorno li nasconderai nel segreto del tuo volto dal turbamento degli uomini, in modo che in essi, da allora in poi, non vi possa più essere turbamento umano; ma, intanto, mentre sono pellegrini in questo secolo, poiché coloro che ti servono soffrono molte lingue di contraddittori, che cosa fai per loro?
Li proteggerai nel tuo tabernacolo.
Che cosa è il tabernacolo? È la Chiesa di questo tempo: è detta tabernacolo perché è ancora pellegrina in questa terra.
La tenda è infatti l'abitazione dei soldati inviati in spedizione.
Queste tende si chiamano tabernacoli; mentre la casa non è un tabernacolo.
Combatti come un pellegrino durante la spedizione affinché, dopo esserti messo in salvo nel tabernacolo, tu possa essere accolto, glorioso, nella casa.
Sarà infatti in Cielo la tua casa eterna, se ora vivrai bene in questo tabernacolo.
Li proteggerai dunque in questo tabernacolo dalla contraddizione delle lingue.
Molte sono le lingue che contraddicono; risuonano diverse eresie, diversi scismi; molte lingue contraddicono la vera dottrina.
Ebbene, tu corri al tabernacolo di Dio, tienti stretto alla Chiesa cattolica, non allontanarti dalla norma della verità, e sarai protetto nel tabernacolo dalle contraddizioni delle lingue.
Benedetto il Signore, perché ha reso mirabile la sua misericordia nella città che sta attorno.
Qual è la città che sta attorno? Il Popolo di Dio si trovava nella sola Giudea, quasi nel mezzo del mondo, e lì si elevavano lodi a Dio e gli venivano offerti i sacrifici, i profeti non cessavano di cantare gli eventi futuri che ora noi vediamo adempiersi; questo popolo era come posto in mezzo alle genti.
Il Profeta osserva e vede in tutte le genti la futura Chiesa di Dio; e poiché tutte le genti erano intorno da ogni parte e tenevano come in mezzo a loro la sola gente dei Giudei, queste genti circostanti le ha chiamate città che sta attorno.
Tu hai reso mirabile, o Signore, la tua misericordia nella città di Gerusalemme; qui Cristo ha subito la Passione, qui è risorto, qui è asceso in cielo, qui ha compiuto molti miracoli; ma più grande è la tua lode perché hai innalzata la tua misericordia nella città che sta attorno, cioè hai diffuso la tua misericordia tra tutte le genti.
Non hai racchiuso il tuo unguento in quella città di Gerusalemme come in un vaso, ma, quasi che il vaso si sia spezzato, l'unguento si è diffuso in tutto il mondo onde si adempisse quanto è detto nelle Sacre Scritture: Unguento diffuso è il tuo nome. ( Ct 1,2 )
Così hai innalzata la tua misericordia nella città che sta attorno.
Egli infatti è asceso alla destra del Padre, dopo dieci giorni ha mandato lo Spirito Santo; i discepoli sono stati ricolmati dello Spirito Santo e hanno cominciato a predicare i grandi fatti di Cristo; ( At 1,9 ) e sono stati lapidati, uccisi, posti in fuga. ( At 8,1 )
E cacciati da lì, unico luogo dove stavano, quasi legni ardenti di fuoco divino, hanno riempito tutta la selva del mondo, incendiandola con l'ardore dello Spirito e con la luce della Verità: così il Signore ha reso mirabile la sua misericordia nella città che sta attorno.
10 - [v 23.] Io ho detto nella mia estasi.
Si ricordi il titolo del salmo, poiché si tratta di quell'estasi.
Osservate cosa dice: io ho detto nella mia estasi: sono stato rigettato dalla vista dei tuoi occhi.
L'ho detto nel mio timore, cioè l'ho detto nella mia estasi.
Si è accorto di essere spaventato nell'intimo, per non so quale grande sofferenza, come non ne mancano; sente il suo cuore pavido e trepidante, e dice: sono stato rigettato dalla vista dei tuoi occhi.
Se fossi al tuo cospetto non avrei tanto timore; se tu mi guardassi, non tremerei così.
Ma, siccome in un altro salmo dice: se dicevo: il mio piede si è smosso, la tua misericordia, o Signore, mi aiutava, ( Sal 94,18 ) anche qui, subito dopo dice: perciò tu hai esaudita la voce della mia preghiera.
Poiché ho confessato e ho detto: sono stato rigettato dalla vista dei tuoi occhi, né mi sono levato in superbia, ma ho accusato il mio cuore e nella mia sofferenza tremando ti ho invocato, tu hai esaudito la mia preghiera.
Si è adempiuto quindi ciò che ho ricordato dell'altro salmo.
Infatti quanto è detto qui: io ho detto nella mia estasi: sono stato rigettato dalla vista dei tuoi occhi, è detto in quell'altro salmo: se dicevo: il mio piede si è smosso.
E quanto dice in quel salmo: la tua misericordia, o Signore, mi aiutava, è detto così in questo: perciò tu hai esaudita, o Signore, la voce della mia preghiera.
Osserva tutto questo in Pietro: vede il Signore che cammina sulle acque e lo crede un fantasma.
Il Signore grida: sono io, non temere.
Pietro confida e dice: Se sei tu, ordinami di venire a te sulle acque; così avrò la prova che sei tu, se grazie alla tua parola potrò fare ciò che tu puoi.
Gli risponde Gesù: vieni.
La parola di chi comanda diviene il potere di chi ascolta. Vieni, dice.
E Pietro discese [ dalla barca ]; cominciò a camminare; camminava intrepido, perché sperava in lui; ma vedendo il forte vento ebbe paura.
Io ho detto nella mia estasi: sono stato rigettato, dalla vista dei tuoi occhi.
E mentre cominciava ad affondare, gridò: Signore, perisco.
Gesù allora, porgendogli la mano, lo rialzò dicendo: Uomo di poca fede, perché hai dubitato? ( Mt 14,26-32 )
Io ho detto infatti nel mio timore: sono stato rigettato dalla vista dei tuoi occhi: e, come se già stessi per annegare in mare, hai esaudito, Signore, la voce della mia preghiera.
Ma l'hai esaudita, quando gridavo a te.
Il grido rivolto a Dio non viene dalla voce, ma dal cuore.
Molti tacendo con le labbra hanno gridato con il cuore; molti altri, pur gridando con la bocca, niente sono riusciti ad ottenere perché il loro cuore era rivolto altrove.
Se gridi, grida dunque al di dentro, dove Dio ode.
Quando gridavo - dice - a te, hai esaudita la voce della mia preghiera.
11 - [v 24.] Ormai già esperto che cosa ci ammonisce?
Amate il Signore, o voi tutti suoi santi.
È come se dicesse: Credete a me, l'ho sperimentato; ho sofferto tribolazioni, l'ho invocato e non sono stato ingannato, ho sperato in Dio e non sono stato confuso; Egli ha illuminati i miei pensieri, ha posto fine alla mia trepidazione.
Amate il Signore, o voi tutti suoi santi.
Cioè, amate il Signore voi che non amate il mondo, voi tutti suoi santi.
Infatti a chi dirò di amare il Signore? A chi ancora ama l'anfiteatro?
A chi dirò di amare il Signore?
A chi ancora ama i mimi, i pantomimi; a chi ancora ama l'ubriachezza, a chi ancora ama il fasto del secolo, e tutte le vanità e le follie mendaci?
A costoro dirò: impara a non amare, per apprendere ad amare; distogliti per convertirti; svuotati, per essere riempito.
Amate il Signore, voi tutti suoi santi.
Perché il Signore ricerca la verità.
Sapete che ora appaiono molti malvagi; sapete che ora si inorgogliscono nelle loro vanità; ma il Signore ricerca la verità.
E ripagherà coloro che insuperbiscono a oltranza.
Sopportate finché soffrite, tollerate finché siete nell'indigenza: è necessario infatti che il Signore, ricercando la verità, ripaghi coloro che a oltranza insuperbiscono.
Mi chiederai senz'altro: Quando ripagherà? Quando vuole.
Sii certo che ripagherà: non dubitare della retribuzione, ma non osare dar consiglio a Dio riguardo al tempo.
Non v'è dubbio che ricercherà la verità, e ripagherà coloro che insuperbiscono ad oltranza.
Ripagherà alcuni anche qui, ed abbiamo visto e saputo che ripaga.
Infatti, quando coloro che temono Dio sono umiliati, se per caso avevano prima brillato per qualche dignità terrena, pure umiliati non sono caduti, perché non hanno escluso Dio dal loro cuore; Dio è la loro grandezza.
Giobbe sembrava umiliato per la perdita delle sue ricchezze, per la perdita dei suoi figli, per la perdita delle cose che conservava e di coloro per i quali le conservava; rimase senza eredità e, ciò che è ben più triste, senza eredi, ( Gb 1 ) rimase con la sola moglie, non sua consolatrice, ma piuttosto aiutante del diavolo. ( Gb 2,9 )
Sembrava umiliato: guarda se era caduto in miseria, eppure vedi se non era nel segreto del volto di Dio.
Nudo - diceva - sono uscito dal seno della madre mia, e nudo ritornerò alla terra; il Signore ha dato, il Signore ha tolto; come al S ignore è piaciuto così è stato fatto; benedetto sia il Nome del Signore. ( Gb 1,21 )
Donde derivano queste gemme di lode a Dio?
Lo vedete di fuori povero, nell'intimo è ricco.
Queste gemme di lode a Dio uscirebbero forse dalla sua bocca, se egli non avesse un tesoro in cuore?
Voi che volete essere ricchi, desiderate queste ricchezze, che non potreste perdere neppure in un naufragio.
Quando dunque tali uomini sono umiliati, non considerateli miseri.
Vi sbagliereste, poiché non sapete ciò che hanno dentro.
Li giudicate secondo il metro di voi che amate il mondo, e, se tali cose perdete, restate infelici.
Assolutamente non pensate così: essi hanno dentro di che gioire.
Nel loro intimo è il loro Signore, nel loro intimo è il loro Pastore e il loro Consolatore.
Cadono malamente coloro che ripongono in questo secolo la loro speranza.
Quando viene tolto ciò che all'esterno splendeva, nell'intimo non resta altro se non il fumo della cattiva coscienza.
Non hanno quindi di che consolarsi, non hanno di che uscire fuori, non hanno di che rientrare in sé, abbandonati dalla pompa del secolo, vuoti di grazia spirituale, davvero umiliati senza scampo.
E molti Dio ripaga così, anche in questo tempo, ma non tutti.
Se non ripagasse così nessuno, sembrerebbe quasi che la divina Provvidenza non vegliasse; se con tutti facesse così non conserverebbe la sua divina pazienza.
Ma tu, o cristiano, hai imparato a soffrire, non a ripagare con la vendetta.
Cristiano, vuoi vendicarti? Non si è ancora vendicato Cristo: forse che tu hai sofferto ingiurie da un malvagio ed Egli non ne ha patite?
Forse che Egli non ha sofferto a cagione tua per primo, Egli che non aveva alcuna ragione di soffrire?
Perché in te la tribolazione è la fornace dell'orefice ( sempre che tu sia oro, e non paglia ), affinché tu sia purificato dalle scorie, non ridotto in cenere.
13 - [v 25.] Amate il Signore, o voi tutti suoi santi; perché il Signore ricerca la verità e ripagherà coloro che insuperbiscono ad oltranza.
Ma, quando li ripagherà? Oh, se li ripagasse ora!
Ora io li vorrei vedere umiliati e prostrati.
Ascoltate quel che segue: comportatevi virilmente.
Non lasciate andare spossate nelle tribolazioni le vostre mani, e non vacillino le vostre ginocchia.
Comportatevi virilmente, e si rafforzi il vostro cuore.
Si faccia forza il vostro cuore per sostenere e sopportare tutti i mali di questo secolo.
Ma chi sono coloro ai quali così dice il profeta: comportatevi virilmente e si rafforzi il vostro cuore?
Forse coloro che amano il mondo? No.
Ascoltate a chi si rivolge: o voi tutti che sperate nel Signore.
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