Esposizione dei Salmi |
Suppongo, fratelli, che abbiate posto attenzione al titolo di questo salmo e che ve lo siate impresso nella memoria.
Dice: Ritorno di Aggeo e di Zaccaria.
Quando il salmo veniva composto questi due Profeti ancora non erano nati.
Difatti tra l'epoca davidica e la deportazione degli Israeliti in Babilonia trascorsero quattordici generazioni, come attesta la Scrittura divina e particolarmente l'evangelista Matteo. ( Mt 1,17 )
Quanto alla restaurazione del tempio distrutte, essa - secondo la predicazione del santo profeta Geremia - era attesa per settant'anni dopo tale deportazione. ( Ger 25,12; Ger 29,10 )
Trascorsi questi anni, al tempo di Dario, re di Babilonia, furono riempiti di Spirito Santo i due profeti Aggeo e Zaccaria i quali, uno dopo l'altro, nello spazio di un anno, cominciarono a predicare la restaurazione del tempio e altre cose ad essa inerenti, come era stato predetto tanti secoli prima. ( Esd 1,5; Ag 1; Zc 1 )
Tuttavia, chi si limita a fissare l'occhio della mente agli avvenimenti considerati nella loro dimensione esteriore, senza dilatarsi a percepirne la grazia di una comprensione spirituale, rimane col pensiero fra le pietre del tempio: quelle pietre con cui da mano d'uomo fu costruita la mole esterna dell'edificio che si levava al cielo.
Non diventa, un simile interprete, quella pietra viva che, convenientemente squadrata, si adegua al tempio che il Signore agli inizi [ del suo ministero ] prese come simbolo del suo stesso corpo, quando diceva: Abbattete pure questo tempio, io lo riedificherò in tre giorni. ( Gv 2,19 )
Corpo del Signore, nel significato più pieno, è infatti la santa Chiesa, che ha il suo Capo in cielo dove è asceso.
Egli è per eccellenza la pietra viva e angolare, di cui il beato Pietro dice: Avvicinandovi a lui, pietra viva, scartata dagli uomini ma scelta e glorificata da Dio, anche voi venite costruiti sopra di Lui per essere una casa spirituale, un sacerdozio santo, per offrire vittime spirituali, gradite a Dio per mezzo di Gesù Cristo.
Perciò è detto nella Scrittura: Ecco io pongo in Sion una pietra angolare, scelta e preziosa: e chi in lui crederà non rimarrà confuso. ( 1 Pt 2,4-6 )
Per diventare, dunque, ciascuno pietra viva adeguata alla struttura di un tale edificio, cerchiamo di intendere in senso spirituale la restaurazione del tempio, vedendo in essa la risurrezione dell'umanità dall'antica caduta avvenuta per colpa di Adamo e la formazione del nuovo popolo, modellato sull'Uomo nuovo e celeste.
Portiamo l'immagine dell'Uomo celeste come abbiamo portato l'immagine dell'uomo terreno, ( 1 Cor 15,49 ) e facciamo in modo d'essere costruiti non in un edificio destinato a crollare, ma solido e stabile nell'eterna immortalità.
Questo avverrà alla fine di tutte le età del mondo presente, trascorsi cioè i cosiddetti settant'anni raffigurati dall'uso del numero mistico indicante perfezione, e quando sarà cessata la prigionia e il lungo peregrinare del ritorno.
Considerate vostra patria la Gerusalemme spirituale: essa è più vostra che non dei Giudei.
Voi infatti, per usare le parole dell'Apostolo, non siete più estranei o forestieri, ma siete concittadini dei santi e della famiglia di Dio: edificio eretto sul fondamento degli Apostoli e dei Profeti, essendone pietra angolare Gesù Cristo; su cui tutto l'edificio ben costruito s'innalza a tempio santo nel Signore; e voi pure siete parte di quest'edificio, che ha da essere abitazione di Dio nello Spirito. ( Ef 2,19-22 )
Ecco il tempio di Dio a cui si riferisce, nel suo significato misterioso, la profezia di Aggeo e Zaccaria.
È il tempio di cui, in un altro passo, l'Apostolo dice: Santo è il tempio di Dio che siete voi. ( 1 Cor 3,17 )
Ebbene, chiunque dalle macerie e dal sudiciume di questo mondo vorrà rientrare nella struttura di questo edificio come pietra viva e si volge alla speranza di una inserzione santa e durevole, costui è in grado di capire il titolo del salmo, e cioè che cosa sia il ritorno di Aggeo e di Zaccaria.
Canti dunque costui le parole che seguono, e le canti non tanto con la lingua quanto con la vita.
Perfezione di questo edificio sarà la pace ineffabile, frutto della sapienza, il cui inizio è il timore di Dio. ( Pr 1,7 )
Cominci dunque a cantare questo timore l'uomo che per la sua conversione è inserito nell'edificio di Dio.
Beato l'uomo che teme il Signore, egli si delizierà grandemente nei suoi precetti.
Veda Iddio, egli che è il solo capace di giudicare con verità e misericordia, i progressi compiuti da questo devoto nella via dei comandamenti.
Dice Giobbe: La vita dell'uomo sulla terra è una prova, ( Gb 7,1 ) e in un altro libro è scritto: Il corpo corruttibile appesantisce l'anima, e la dimora di argilla sospinge al basso la mente e i suoi molti pensieri. ( Sap 9,15 )
Il nostro giudice, in effetti, è il Signore.
Noi non dobbiamo prematuramente emettere giudizi, ma aspettare che venga il Signore a illuminare i nascondigli tenebrosi e a rendere manifesti i pensieri del cuore.
Allora avrà ciascuno da Dio la lode che gli spetta. ( 1 Cor 4,4-5 )
Veda dunque, Dio, i progressi di ciascuno nell'osservanza dei suoi comandamenti; in essi riponga tutte le sue delizie l'uomo innamorato della pace proveniente dall'essere nella compagine di quell'edificio.
Egli infatti si delizia grandemente nei precetti del Signore, e pace è in terra per gli uomini di buona volontà. ( Lc 2,14 )
Ecco perché vigoroso sarà sulla terra il suo seme.
Seme della messe futura sono le opere di misericordia.
Lo attesta l'Apostolo quando dice: Non stanchiamoci di compiere il bene, poiché a suo tempo ne raccoglieremo la messe. ( Gal 6,9 )
E altrove: Questo peraltro io vi ricordo: Chi semina poco raccoglie poco. ( 2 Cor 9,6 )
In effetti qual potere potrà immaginarsi superiore a quello che permise a Zaccheo di comprarsi il regno dei cieli con la distribuzione di metà dei suoi beni, ( Lc 19,8 ) mentre alla vedova bastò l'erogazione di due spiccioli, ( Mc 12,42 ) sicché alla fine tutt'e due riuscirono ugualmente a possederlo?
Qual vigore più grande che rendere dello stesso valore, in ordine al regno dei cieli e il tesoro erogato dal ricco e il bicchiere d'acqua fresca dato dal povero?
Ci sono, è vero, persone che si dedicano alle opere di misericordia con mire terrene, cioè ripromettendosi dal Signore una, ricompensa materiale o intendendo piacere agli uomini; ma ad essere benedetta sarà la stirpe degli uomini retti.
Saranno benedette, cioè, le opere di coloro verso i quali è buono il Dio d'Israele, in quanto essi sono retti di cuore, e avere un cuore retto significa non resistere a Dio quando sferza salutarmente e credergli in ciò che promette.
Non lo saranno altrettanto le opere di chi ha vacillante il piede e incerto e malfermo il passo ( come si canta in un altro salmo ), né quelle della gente che invidia i peccatori vedendone la pace e teme che siano vane le proprie opere buone, per il fatto che non ne intravvedono la ricompensa caduca che si attendevano. ( Sal 73,1-14 )
L'uomo timorato di Dio di cui il salmo mediante la conversione del cuore si erge a tempio santo di Dio, né aspira a gloria umana né è avido di ricchezze terrene.
Nondimeno nella sua casa ci sono la gloria e la ricchezza.
La sua casa è il cuore e lì dentro egli loda Dio e, ricco di speranze di vita eterna, vi dimora con maggiori provviste di quante non ne avrebbe se, pur fra le adulazioni della gente, abitasse in stanze di marmo con preziosi soffitti, oppresso però dal timore della morte eterna.
La giustizia di un tal pio è stabile in eterno: e questa giustizia è la sua ricchezza e la sua gloria.
Al contrario la porpora, il bisso e i lauti banchetti dell'empio passano nell'istante stesso che si godono, e quando si sarà arrivati alla fine, non resterà che il gridare di una lingua bruciata dalle fiamme e desiderosa di una goccia d'acqua che piova dal dito [ del giusto ]. ( Lc 16,19-24 )
Ai retti di cuore è sorta una luce nelle tenebre.
Ecco perché gli uomini retti volgono a Dio il cuore e camminano con lui: perché antepongono alla propria volontà quella di Dio né si arrogano orgogliosamente alcun successo dalla sola propria volontà.
Sanno d'essere stati tenebra e se ora sono luce, lo sono nel Signore. ( Ef 5,8 )
Il Signore Dio è misericordioso e compassionevole e giusto.
Gioiscono perché il Signore Dio è misericordioso e compassionevole, ma torse paventano la sua giustizia.
O uomo felice, che temi il Signore e ti compiaci grandemente dei suoi precetti, non temere né disperarti! Sii benigno, usa compassione e da' in prestito!
Difatti il Signore Dio sarà giusto, nel senso che riserverà un giudizio severo, senza misericordia, verso colui che non ha agito con misericordia. ( Gc 2,13 )
Se invece si tratterà d'un uomo benigno che usa compassione e dà in prestito, Dio non lo vomiterà dalla sua bocca, come uno che fosse stato privo di benignità.
Dice: Perdonate e vi sarà perdonato; date e sarà dato a voi. ( Lc 6,37-38 )
Quando perdoni, usi quella compassione per la quale sarà perdonato anche a te; quando dài, presti al prossimo qualcosa che ti verrà restituito.
È vero infatti che col nome di misericordia si designa con termine generico ogni atto che tenda a soccorrere la miseria del prossimo, tuttavia è degno di nota il caso in cui, senza erogare denaro né prodigarti in attività o lavori corporali, perdoni chi ha peccato contro di te e così ti procuri senza spendere nulla il perdono dei tuoi peccati.
Queste due funzioni della bontà, cioè il perdono dei peccati e l'elargizione benevola di benefici, sono segnalate nelle parole del Vangelo: Perdonate e vi sarà perdonato; date e vi sarà dato, e sono - così almeno penso - designate con opportuna distinzione nel verso del salmo: Benigno è l'uomo che usa compassione e dà in prestito.
Non siamo svogliati, o fratelli, nella pratica di queste opere!
Chi desidera la vendetta lo fa perché interessato della propria gloria; ma ecco quanto sta scritto di lui: Val più l'uomo che doma l'ira che non colui che conquista una città. ( Pr 16,32 )
Chi ricusa di dare il suo ai poveri lo fa perché vuol arricchire; ma bada alle parole della Scrittura: Il tuo tesoro sarà nel cielo. ( Mt 19,21 )
Non sarai senza gloria se praticherai il perdono, perché molta lode e trionfo merita chi vince l'ira.
Non sarai povero se darai del tuo, perché possederai con tutta sicurezza i tesori del cielo.
Questo versicolo è, quanto al significato, figlio del precedente: Nella casa di lui ci saranno gloria e ricchezza.
5 - Chi agisce in questa maniera ordinerà in [ vista del ] giudizio i suoi discorsi.
Le opere stesse sono i discorsi con cui sarà difeso nel giudizio: non resterà senza misericordia, avendo egli stesso usato misericordia.
Non sarà turbato in eterno, poiché, situato alla destra, ascolterà la sentenza: Venite benedetti del Padre mio!
Possedete il regno che vi è stato preparato dall'origine del mondo. ( Mt 25,34.41 )
In quel giudizio infatti non sarà menzionato altro se non le opere di misericordia, e quindi le parole che udrà saranno: Venite benedetti del Padre mio, perché sarà benedetta la stirpe degli uomini retti, ( Sal 113,2 ) e ancora perché il giusto sarà sempre nel ricordo, né avrà da temere la sentenza sfavorevole, che dovranno invece sentirsi pronunziare quelli che saranno a sinistra: Andatevene al fuoco eterno, che è stato preparato per il diavolo ed i suoi angeli.
L'uomo che non cerca il proprio interesse ma gli interessi di Gesù Cristo sopporta con gran pazienza le traversie della vita e attende con fiducia le promesse del Signore.
Il suo cuore è pronto a sperare nel Signore; né si sgomenta per alcuna tentazione.
Il suo cuore è ben saldo, né si turberà finché non abbia visto umiliati i suoi nemici.
I suoi nemici vollero vedere i beni in questo mondo soltanto e, quando si promettevano loro beni invisibili, replicavano: Chi ci mostrerà i beni? ( Sal 4,6 )
Sia dunque salde il nostro cuore! Non ci turbiamo finché non abbiamo visti umiliati i nostri nemici.
Essi si, ripromettono di vedere i beni dell'uomo nella terra dei mortali; noi, sorretti dalla fede, speriamo di vedere i beni del Signore nella terra dei viventi. ( Sal 27,13 )
7 - Grande conquista è avere un cuore saldo e non lasciarsi turbare di fronte ai godimenti di chi ama le cose visibili e di fronte alle beffe che si rivolgono a chi spera nei beni invisibili e non si lascia turbare finché non abbia visto ciò che Dio ha preparato per chi lo ama. ( 1 Cor 2,9 )
Saranno cose che occhio mai vide né orecchio mai udì né penetrarono nel cuore dell'uomo; e il giusto le vedrà non dal basso, come i suoi nemici, ma dall'alto, dal di sopra dei suoi nemici.
Quanto non dovrà essere il valore di queste cose invisibili, che ciascuno compra spendendoci tutto quello che può?
In vista di ciò, anche il giusto [ di cui il salmo ] dice: Ha sparso e distribuito i suoi beni ai poveri.
Non vedeva quel tesoro eppure se lo comprava, e a lui lo teneva in serbo nel cielo Colui che si era degnato di avere fame e sete in terra nella persona dei poveri.
Nessuna sorpresa quindi se la giustizia di lui è stabile per l'eternità: a conservargliela interviene il Creatore del mondo.
La sua fronte s'innalzerà nella gloria.
Dice della fronte dell'uomo disprezzato dai superbi a motivo della sua umiltà.
Il peccatore vedrà e si adirerà: proverà cioè quel pentimento che, per essere tardivo, sarà infruttuoso.
E contro chi si adirerà se non contro se stesso, allorché, vedendo esaltata nella gloria la fronte dell'uomo che era stato generoso nel dare del suo distribuendolo ai poveri, esclamerà: Cosa ci ha giovato la superbia?
E qual vantaggio ci ha arrecato l'arroganza per le nostre ricchezze? ( Sap 5,8 )
Digrignerà i denti e si consumerà, poiché laggiù ci sarà pianto e stridore di denti.
Non sarà adorno di foglie verdeggianti come lo sarebbe se a tempo debito si fosse pentito; egli si pentirà quando il desiderio dei peccatori perirà, non essendoci sollievo che succeda [ alle pene ].
Il desiderio dei peccatori perirà quando ogni cosa sarà passata come ombra, ( Sap 5,9 ) e il fiore si chinerà a terra per l'inaridirsi dello stelo.
La parola del Signore, che rimane in eterno, ( Is 40,8 ) sì befferà allora della rovina di quei miseri, veri miseri, che nella loro vanità, credendosi stupidamente beati, l'avevano un tempo derisa.
Indice |