Lettere |
Scritta tra il 391 e il 395.
Esprimendo stima per il vescovo Donatista Massimino, accusato di aver ribattezzato un diacono cattolico, A. lo invita ad una chiarificazione ( n. 1-4 ), invitandolo a pacifiche discussioni per ricomporre l'unità della Chiesa ( n. 5-8 ).
Agostino prete della Chiesa Cattolica, saluta nel Signore Massimino, Signore dilettissimo e onorabile fratello.
Prima di venire all'argomento, su cui mi sono proposto di scrivere alla tua Benevolenza, renderò conto in breve dell'intestazione di questa lettera, perché non meravigli te o alcun altro.
Ho scritto: "Signore" poiché sta scritto: Voi, o fratelli, siete stati chiamati alla libertà; soltanto non usate della libertà come occasione per vivere secondo la carne, ma servitevi l'un l'altro nella carità. ( Gal 5,13 )
Poiché dunque persino nell'assolvere il compito di scriverti questa lettera io servo te nella carità, non inopportunamente ti chiamo "signore", a causa dell'unico e vero nostro Signore che ci ha dato questo precetto.
Quanto poi all'aver io usato l'espressione Dilettissimo, Dio sa che non solo ti amo, ma ti amo come me stesso, dal momento che ho piena coscienza di desiderare per te i beni che desidero per me.
Per quanto poi concerne l'aggiunta Onorabile non l'ho fatta per onorare il tuo episcopato; per me infatti tu non sei vescovo; e non considerare questo come detto ingiuriosamente, ma secondo la disposizione d'animo per cui sulla nostra bocca ci deve essere Sì, sì; no, no. ( Mt 5,37; Gc 5,12 )
Infatti né tu né alcun altro di coloro che ci conoscono, ignora che tu non sei mio vescovo né io tuo prete.
"Onorabile" dunque volentieri io ti chiamo secondo il principio per cui io so che tu sei uomo, e so che l'uomo è stato fatto ad immagine e somiglianza di Dio ( Gen 1,27 ) e collocato al posto di onore dallo stesso ordine e dallo stesso diritto naturale, purché, comprendendo quello che dev'essere compreso, sappia conservare il suo onore.
Poiché sta scritto: L'uomo collocato al posto d'onore non lo ha compreso, si è messo alla pari dei bruti privi di ragione ed è divenuto simile ad essi. ( Sal 49,21 )
Perché dunque non dovrei io chiamarti onorabile in quanto sei uomo, tanto più che io non oso disperare della tua salvezza e della tua emendazione finché sei in questa vita?
Di chiamarti fratello poi tu sai che ci è stato prescritto da Dio, sicché noi diciamo: "siete nostri fratelli" anche a coloro che dicono di non essere nostri fratelli.
E questo ha gran peso per la causa per cui ho voluto scrivere alla tua Fraternità.
Ora infatti, dopo che ho chiarito il motivo per cui ho aperto la lettera in questo modo, ascolta con spirito sommamente pacifico quel che segue.
Esprimendo io nei termini più energici possibili la mia esecrazione per l'abitudine lacrimevole e deplorevole, invalsa nella nostra regione, di individui che, pur gloriandosi del nome di Cristiani, non esitano a ribattezzare altri Cristiani, non mancarono di quelli che parlarono bene di te, affermando che tu non lo facevi.
Lo confesso, dapprima non ci credetti.
In seguito, considerando che è possibile che il timore di Dio s'impadronisca dell'anima di un uomo che pensi alla vita futura per cui si astenga da un crimine così evidente, ci ho creduto, rallegrandomi che, comportandoti così, tu abbia voluto essere non troppo lontano dalla Chiesa Cattolica.
Cercavo appunto l'occasione di parlare con te per eliminare, se fosse possibile, la piccola diversità di vedute che era rimasta tra noi, quand'ecco, pochi giorni or sono, mi è stato riferito che tu avevi ribattezzato un nostro diacono di Mutugenna.
Mi sono fortemente addolorato tanto per la miserevole caduta di lui quanto per il tuo inatteso crimine, fratello mio.
So infatti quale sia la Chiesa Cattolica.
Le genti costituiscono l'eredità di Cristo e il dominio di Cristo si estende fino ai confini della terra. ( Sal 2,8 )
Lo sapete anche voi o, se non lo sapete, prestate attenzione: si può molto facilmente comprendere quando si vuole.
Orbene, ribattezzare un eretico il quale abbia ricevuto quel carattere di santità, che è stato tramandato dalla dottrina cristiana, è indubbiamente una colpa, ma ribattezzare un cattolico è delitto mostruoso.
Tuttavia, non credendo ancora che la cosa stesse così, poiché avevo nei tuoi confronti una buona opinione fermamente radicata in me, mi recai di persona a Mutugenna e, a dire il vero, non riuscii a vedere quello sventurato, ma appresi dai suoi genitori che è già stato fatto anche vostro diacono.
E tuttavia io conservo ancora una così buona opinione circa i tuoi sentimenti, da non credere che egli sia stato ribattezzato.
Ti supplico dunque, fratello carissimo, per la divinità e l'umanità di nostro Signore Gesù Cristo, di degnarti di rispondermi chiarendo com'è andata la cosa, e di farlo tenendo conto che voglio leggere pubblicamente in Chiesa la tua lettera ai nostri fratelli.
Questo ho voluto scriverti per non offendere la tua carità facendo in seguito quello che non ti saresti atteso che facessi e perché tu non avessi a muovere nei miei confronti giusta lagnanza presso i nostri comuni amici.
Non vedo dunque che cosa possa impedirti di rispondermi.
Infatti, se ribattezzi, non hai nessuna ragione di temere i tuoi compagni di comunione rispondendomi che fai quello che essi ti ordinerebbero di fare quand'anche tu non volessi.
Quando poi, con tutte le prove a tua disposizione, sosterrai che si deve fare, non solo non si sdegneranno, ma anzi ti loderanno.
Se invece non ribattezzi, àrmati, fratello mio Massimino, àrmati della libertà che si addice ad un cristiano, te ne supplico; sotto gli occhi di Cristo non temere il biasimo e non paventare la potenza di nessuno.
Passano l'onore e il fasto di questo mondo.
Nel futuro giudizio di Cristo né i troni posti su alte gradinate né i seggi drappeggiati né le schiere delle vergini consacrate a Dio, che vengono incontro cantando, potranno essere addotti a difesa quando le nostre coscienze cominceranno ad accusarci e l'arbitro delle coscienze a giudicarci.
Le cose che qui onorano là ònerano; quelle che qui sono di sollievo là sono d'aggravio.
Gli onori, che vengono tributati temporaneamente alle nostre persone per utilità della Chiesa, saranno forse giustificati dalla nostra buona coscienza, ma non potranno mai giustificarla se cattiva.
Perciò quello che fai con animo così pio e religioso ( se, beninteso, lo fai ) di non ripetere il battesimo della Chiesa Cattolica ma anzi di approvarlo come quello dell'unica e verissima Madre, la quale offre il suo seno a tutte le genti che devono essere rigenerate e, dopo averle rigenerate, trasfonde in esse il latte delle sue mammelle, come quello dell'unico possedimento di Cristo che si estende sino ai confini della terra, ( Sal 2,8 ) se davvero lo fai, perché non lo proclami con voce libera ed esultante?
Perché celi sotto il moggio lo splendore così salutare della tua lucerna? ( Mt 5,15; Lc 11,33; Lc 8,16; Mc 4,21 )
Perché, stracciate e gettate via le vecchie pelli della servitù timorosa e rivestito invece della libertà cristiana, non esci fuori e non dichiari: "Io conosco un solo battesimo amministrato ed impresso come sacramento in nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo; quando trovo questa formula devo necessariamente approvarla: io non distruggo ciò che riconosco come appartenente al Signore, non abbatto la bandiera del mio re"?
Anche coloro che si divisero la veste di Cristo non la lacerarono; ( Gv 19,24 ) eppure essi non credevano ancora che Cristo sarebbe risorto, anzi lo vedevano morente.
Se dai persecutori non fu divisa in varie parti la veste di Chi pendeva dalla croce, perché mai da Cristiani viene distrutto il sacramento di Chi è assiso nel cielo?
Se io fossi stato un giudeo al tempo dell'antico popolo [ di Dio ], non potendo essere altro di meglio, avrei senza dubbio ricevuto la circoncisione.
Questo simbolo della giustizia della fede ( Rm 4,11 ) ebbe in quel tempo, prima di essere abolito dall'avvento del Signore, un valore così grande che l'Angelo avrebbe soffocato il figlio ancora infante di Mosè, se la madre, afferrata una selce affilata, non avesse circonciso il bambino e con questo sacramento non avesse scongiurato l'imminente sventura. ( Es 4,24ss )
Questo medesimo sacramento arrestò il corso del Giordano e lo fece risalire verso la sorgente. ( Sal 114,3; Sal 5,11 )
Questo sacramento il Signore stesso, sebbene lo abbia annullato con la Crocifissione, tuttavia lo ricevette alla sua nascita. ( Lc 2,21 )
Infatti quei segni non furono condannati, ma cedettero il posto ad altri, più opportuni, che li sostituivano.
Giacché come il primo avvento del Signore abolì la circoncisione, così il secondo avvento abolirà il Battesimo.
Come adesso infatti, dopo che è giunta la libertà della fede ed è stato rimosso il giogo della schiavitù, nessun cristiano viene circonciso nella carne, così allora, quando i giusti regneranno col Signore e gli empi saranno stati condannati, nessuno sarà battezzato, ma durerà in eterno ciò che questi due segni sacri prefigurano, cioè la circoncisione del cuore e la purezza della coscienza.
Facciamo dunque l'ipotesi ch'io fossi stato un Giudeo di quel tempo e fosse venuto da me un Samaritano e avesse voluto [ farsi Giudeo ] - dopo aver rinunciato all'errore che anche il Signore ha condannato dicendo: Voi adorate quello che non conoscete, noi adoriamo quello che conosciamo, perché la salvezza viene dai Giudei ( Gv 4,22 ) - nella ipotesi dunque che un Samaritano, che i Samaritani avevano circonciso, avesse voluto farsi Giudeo, certamente sarebbe mancato il coraggio di effettuare la ripetizione e saremmo stati costretti non a ripetere ma ad approvare ciò che era stato fatto presso degli eretici, poiché Dio lo aveva comandato.
Ora, se nella carne di un uomo circonciso non avrei trovato un posto in cui ripetere la circoncisione, poiché quel membro è uno solo, molto meno in un cuore solo è possibile trovare un posto in cui si possa ripetere il battesimo di Cristo.
Pertanto voi che volete raddoppiare [ il battesimo ] è assolutamente necessario che andiate a cercare dei cuori doppi.
Proclama dunque che fai bene se non ribattezzi e rispondimi su questo punto non solo senza trepidazione ma anche con gioia.
Nessun conciliabolo dei tuoi ti atterrisca, o fratello.
Infatti se questo è loro dispiaciuto, non sono degni di averti [ con loro ]; se invece è riuscito loro gradito, noi crediamo che per la misericordia del Signore ( che non abbandona mai quelli che temono di dispiacergli e cercano di piacergli ) presto tra voi e noi ci sarà la pace, affinché non succeda che per colpa delle nostre dignità, carico di cui si deve render un conto pieno di rischi, le misere plebi che credono in Cristo abbiano comuni i cibi nelle loro case e non possano avere comune la mensa di Cristo.
Non deploriamo forse il fatto che marito e moglie, per unire i loro corpi con un patto di sicura fedeltà, si fanno per lo più reciproco giuramento nel nome di Cristo e poi, con la diversità di comunione, lacerano il corpo di Cristo stesso?
Se per la tua modestia, per la tua prudenza e per l'affetto che dobbiamo a Colui che ha versato il suo sangue per noi, saranno eliminati in queste regioni questo così grave scandalo, questo così grave trionfo del diavolo, questa così grave rovina delle anime, chi potrebbe esprimere a parole quale palma ti prepara il Signore perché da te venga un esempio di medicina tanto degno di imitazione per risanare le altre membra che in tutta l'Africa giacciono miseramente travagliate dalla corruzione?
Quanta paura ho che tu pensi ch'io ti parli insultandoti piuttosto che con affetto, dal momento che tu non puoi vedere il mio cuore!
Ma senza dubbio non trovo che cosa possa fare di più che presentare a te le mie parole e a Dio il mio animo, affinché vengano giudicati.
Togliamo di mezzo gli inutili rimproveri che le due parti sogliono scagliarsi contro reciprocamente per ignoranza e tu non rinfacciarmi i tempi di Macario come io non ti rinfaccerò la crudeltà dei Circoncellioni.
Se questo fatto non ricade su di te, nemmeno l'altro ricade su di me.
L'aia del Signore non è ancora stata vagliata: non può essere senza paglia.
Noi per parte nostra preghiamo e facciamo quanto è in nostro potere per essere frumento!
Io non posso tacere sulla ripetizione del battesimo a un nostro diacono, perché so quanto mi sarebbe pernicioso il silenzio.
Infatti non penso di passare il tempo nelle cariche ecclesiastiche soddisfacendo la mia vanità, ma penso che renderò conto al principe di tutti i pastori delle pecore che mi furono affidate.
Se per caso non ti facesse piacere che io ti scriva queste cose, tu, fratello, devi perdonare il mio timore.
Infatti ho una gran paura che, se taccio e fingo di non sapere, altri ancora vengano da voi ribattezzati.
Ho deciso pertanto di trattare questa causa conformemente alle forze e alla capacità che il Signore si degna di concedermi, in modo tale che attraverso le nostre pacifiche discussioni tutti coloro che hanno rapporti con noi comprendano quanto la Chiesa Cattolica si differenzi dalle comunità eretiche o scismatiche e quanto sia necessario stare in guardia contro il flagello sia delle zizzanie che dei sarmenti recisi dalla vite del Signore.
Se accetterai di buon grado questa discussione con me con l'intesa che, con pieno accordo tra noi, le lettere di entrambi vengano lette al popolo, esulterò d'ineffabile letizia; ma se non lo accetti serenamente, che potrò fare, fratello, se non leggere al popolo cattolico le nostre lettere anche contro la tua volontà, affinché possa essere più istruito?
Se poi non ti degnerai di rispondermi, ho deciso di leggere almeno la mia, affinché, se non è possibile altrimenti, si vergognino di farsi ribattezzare, una volta conosciuta la scarsa fiducia che voi avete della vostra causa.
E non farò questo finché i soldati sono qui perché nessuno di voi creda ch'io abbia voluto trattare la questione con maggior tumulto di quello che vorrebbe la causa della pace; bensì dopo la partenza dei soldati, affinché tutti gli uditori comprendano che il mio proposito non è quello che degli uomini vengano costretti contro la loro volontà ad aderire alla comunione di qualcuno, ma che la verità diventi ad essi chiara attraverso una ricerca condotta con la massima tranquillità.
Per parte nostra cesserà il terrore rappresentato dal potere temporale, cessi anche per parte vostra il terrore diffuso dalle bande dei Circoncellioni.
Trattiamo la cosa concretamente, razionalmente, basandoci sulla autorità delle Sacre Scritture; quieti e tranquilli, per quanto ci è possibile, domandiamo, cerchiamo, bussiamo, ( Mt 7,7s; Lc 11,9s ) affinché possiamo ottenere e trovare e ci si apra.
Chissà che non avvenga che, assecondando il Signore i nostri sforzi e le nostre preghiere concordi, cominci a sparire dalle nostre terre un obbrobrio e un'empietà così grande delle regioni africane.
Se tu non credi ch'io voglia discutere dopo la partenza dei soldati, tu rispondimi dopo la partenza dei soldati.
Infatti se io avrò voluto leggere al popolo la mia lettera alla presenza dei soldati, la sua presentazione dimostrerà ch'io sono un mancatore di parola.
La misericordia del Signore tenga lontana una simile eventualità dalla mia condotta e dai miei propositi ch'Egli s'è degnato ispirarmi mediante il suo giogo.
Il mio vescovo, se fosse stato presente, avrebbe forse preferito inviare lui una lettera alla tua Benevolenza, oppure l'avrei scritta io per suo ordine o col suo permesso.
Ma in sua assenza, poiché l'iterazione del battesimo al diacono è recente o, si dice che lo sia, io stimolato dagli aculei di un dolore acerbissimo per la morte vera d'un fratello, non ho sopportato che l'azione stessa perdesse di attualità per la dilazione.
La ricompensa della pace ( con l'aiuto della misericordia e della provvidenza del Signore ) forse presto lenirà questo mio dolore.
Il nostro Dio e Signore si degni d'infonderti uno spirito di pace, o signore e fratello dilettissimo.
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