Diario di M. Faustina Kowalska |
G.M.G.
Salve, anno nuovo, in cui la mia perfezione verrà rifinita.30
Ti ringrazio in anticipo, Signore, per tutto quello che mi manderà la Tua benevolenza.
Ti ringrazio per il calice delle sofferenze, dal quale berrò ogni giorno.
Non ridurre la sua amarezza, Signore, ma rafforza le mie labbra, affinché assaporando l'amarezza io sappia sorridere per amor Tuo, o mio Maestro.
Ti ringrazio per tutte le consolazioni e le grazie che non sono in grado di enumerare, che ogni giorno scendono su di me silenziose ed invisibili, come la rugiada del mattino, in modo che nessun occhio di qualche creatura curiosa possa scorgerle, ma che conosciamo soltanto Tu e io, o Signore.
Per tutto questo Ti ringrazio fin d'ora, poiché nel momento in cui mi porgerai il calice, forse il mio cuore non sarà in grado di ringraziarTi.
Ecco che oggi con proposito d'amore mi sottometto completamente alla Tua santa volontà, o Signore, ed ai Tuoi giustissimi decreti, che per me sono sempre i più benevoli e pieni di Misericordia, benché talvolta non li comprenda e non riesca a penetrarli fin nel profondo.
O mio Maestro, ecco affido a Te completamente il timone della mia anima, guidala Tu stesso secondo il Tuo divino compiacimento.
Mi chiudo nel Tuo cuore compassionevole, che è un mare di insondabile Misericordia.
+ Termino l'anno vecchio con la sofferenza ed incomincio l'anno nuovo pure con la sofferenza.
Due giorni prima di Capodanno ho dovuto mettermi a letto; mi sentivo molto male, una forte tosse mi aveva indebolito ed inoltre continui dolori intestinali e nausee mi avevano esaurita molto.
Siccome non potevo andare alle comuni pratiche religiose,31 mi sono unita spiritualmente a tutta la comunità.
Quando le consorelle si alzarono alle undici di notte, per vegliare e salutare l'anno nuovo, io dal crepuscolo fino alla mezzanotte continuai a torcermi fra i dolori. Unii la mia sofferenza alle preghiere delle suore che vegliavano in cappella in riparazione delle offese fatte a Dio dai peccatori.
Quando suonò la mezzanotte, la mia anima s'immerse in un raccoglimento più profondo ed udii nell'anima una voce:
«
Dopo queste parole ebbi una comprensione più profonda della divina Misericordia.
Sarà dannata solo quell'anima che lo vorrà essa stessa.
Iddio non condanna nessuno alla dannazione.
Oggi è la festa di Capodanno.
La mattina mi sono sentita così male, che sono andata appena nella cella vicina per la santa Comunione.32
Non ho potuto andare alla santa Messa, mi sentivo mancare e per la stessa ragione ho fatto il ringraziamento a letto.
Avevo tanto desiderato andare alla santa Messa e poi a confessarmi da Padre Andrasz, ma mi sentivo così male che non ho potuto andare né alla santa Messa né a confessarmi.
Per questo motivo la mia anima ha avuto un grande dispiacere.
Dopo colazione venne da me la suora infermiera33 a chiedermi: « Sorella, perché non è andata alla santa Messa? ».
Risposi che non avevo potuto andarci.
Scosse la testa con aria di disapprovazione e disse: « Una festa così grande e lei non va a Messa! », ed uscì dalla mia cella.
Per due giorni rimasi a letto contorcendomi per i dolori e non venne mai a trovarmi.
E il terzo giorno quando venne non mi chiese nemmeno se potevo alzarmi, ma subito con voce concitata mi domandò perché non mi ero alzata per andare alla santa Messa.
Quando rimasi sola provai ad alzarmi, ma mi mancarono di nuovo le forze, perciò me ne restai a letto pienamente tranquilla.
Tuttavia il mio cuore aveva molto da offrire al Signore, unendosi a Lui spiritualmente durante la seconda santa Messa.
Terminata la seconda santa Messa, venne di nuovo da me la suora infermiera ma questa volta col termometro, quindi come infermiera.
La febbre però non l'avevo, ma ero molto malata non riuscendo ad alzarmi.
E allora giù una nuova predica, che non dovevo lasciarmi vincere dalla malattia.
Le risposi che lo sapevo che da noi una è considerata gravemente ammalata solo quando sta già in agonia.
Tuttavia, vedendo che continuava a farmi la morale, risposi che per il momento non mi servivano esortazioni allo zelo e restai nuovamente sola nella mia cella.
Il dolore mi strinse il cuore e l'amarezza m'inondò l'anima e ripetei queste parole: « Benvenuto anno nuovo!
Benvenuto calice dell'amarezza! ».
O mio Gesù, il mio cuore si lancia verso di Te, ma la gravita della malattia non mi permette di partecipare fisicamente alle funzioni e vengo sospettata di pigrizia.
La sofferenza è aumentata.
Dopo il, pranzo si affacciò un momento la Madre Superiora, ma se ne andò subito.
Avevo intenzione di chiedere che Padre Andrasz venisse nella cella, in modo che potessi confessarmi, ma mi trattenni dal fare questa richiesta per due considerazioni: la prima, per non dare motivo di mormorazione, com'era già avvenuto con la santa Messa; la seconda, perché forse non avrei potuto nemmeno confessarmi, poiché sentivo che sarei scoppiata a piangere come una bambina.
Dopo un momento viene una delle suore e di nuovo mi fa osservazione che sulla stufa c'è del latte con del burro.
« Perché non lo beve, sorella? ».
Risposi che non c'era nessuno che me lo portasse.
+ Quando venne la notte, le sofferenze fisiche aumentarono e vi si aggiunsero anche le sofferenze morali.
Notte e sofferenza.
La solenne quiete notturna mi diede la possibilità di soffrire liberamente.
Il mio corpo si distese sul legno della croce, mi divincolai in dolori tremendi fino alle undici.
Mi trasferii in spirito accanto al tabernacolo e scoprii la pisside, appoggiando il capo al bordo del calice, e tutte le mie lacrime scesero silenziose nel Cuore di Colui che solo comprende il dolore e la sofferenza.
E provai dolcezza in tale sofferenza e la mia anima desiderò questa dolce agonia, che non avrei scambiato con nessun tesoro del mondo.
Il Signore mi diede la forza d'animo e l'amore verso coloro per causa dei quali mi viene la sofferenza.
Ecco il primo giorno dell'anno.
In quel giorno sentii anche la preghiera di una anima bella,34 che pregava per me, dandomi in spirito la sua benedizione sacerdotale.
A mia volta risposi con una fervorosa preghiera.
+ O benignissimo Signore, quanto sei misericordioso, dato che giudichi ciascuno secondo la sua coscienza e conoscenza e non secondo le chiacchiere degli uomini.
Il mio spirito è sempre più rapito e nutrito dalla Tua sapienza che conosco sempre più a fondo e qui mi si rivela ancora più chiaramente l'enormità della Tua Misericordia.
O mio Gesù, tutta questa conoscenza produce nella mia anima quest'effetto, che mi trasformo in un fuoco d'amore verso Te, o mio Dio.
Oggi mentre mi stavo preparando alla santa Comunione, Gesù mi ha chiesto di scrivere di più, non solo sulle grazie che mi concede, ma su fatti esteriori, e ciò a consolazione di molte anime.
+ Dopo questa notte di sofferenze, quando il sacerdote35 entrò con Gesù nella mia cella, un tale ardore s'impadronì di tutto il mio essere che sentii che, se il sacerdote si fosse dilungato ancora un momento, Gesù stesso sarebbe sfuggito dalle sue mani e sarebbe venuto da me.
Dopo la santa Comunione il Signore mi ha detto: «
+ «
Ho risposto: « Parla, Gesù, che sono assetata delle Tue parole ».
«
Chiesi perdono al Signore con grande umiltà.
O mio Maestro, rimproverami, non mi lasciar passare nulla ed impediscimi di commettere errori.
+ O mio Gesù, quando non sono compresa e la mia anima è tormentata, desidero restare un momento sola con Te.
I discorsi delle creature umane non mi danno conforto, perciò non mandarmi, Signore, dei messaggeri che mi dicono soltanto ciò che proviene da loro, ciò che detta loro la propria natura.
Consolatori di questo genere mi affaticano molto.
Oggi quando il cappellano36 ha portato Gesù, è uscita una luce dall'Ostia che col suo raggio ha colpito il mio cuore, colmandomi di un grande fuoco d'amore.
Gesù mi ha fatto conoscere che debbo rispondere con maggior fedeltà alle ispirazioni della grazia, in modo che la mia vigilanza sia più attenta.
+ Il Signore mi ha fatto conoscere anche che molti vescovi stavano riflettendo su questa festa,37 come pure un signore del laicato.38
Alcuni erano entusiasti dell'opera divina, altri si mantenevano increduli, ma nonostante tutto l'opera di Dio ne uscì gloriosamente.
Madre Irene39 e Madre Maria Giuseppina fecero una specie di relazione di fronte a quei dignitari, ma non furono tanto interrogate sull'opera, quanto su di me.
Per quanto riguarda l'opera, non c'erano più dubbi, poiché la gloria di Dio risuonava già da varie parti.
Oggi mi sento molto meglio, la cosa mi ha fatto piacere, così potrò riflettere di più quando farò l'ora santa.
Ad un tratto ho udito una voce: «
La cosa mi ha meravigliato dato che oggi mi sento meglio, ma non ho pensato più a questo.
Quando la suora ha spento la luce, ho cominciato l'ora santa.
Dopo un momento però il cuore ha iniziato a darmi fastidio.
Fino alle undici ho sofferto in silenzio, ma in seguito mi sono sentita così male che ho svegliato suor N.,40 che abita con me, e mi ha dato delle gocce che mi hanno alleviato un po' il dolore, tanto da potermi allungare sul letto.
Ora comprendo l'avvertimento del Signore.
Ho deciso che l'indomani avrei chiamato qualunque sacerdote e gli avrei svelato i segreti della mia anima.
Ma questo non è tutto, porche pregando per i peccatori ed offrendo tutte le sofferenze sono andata incontro agli attacchi del demonio.
Lo spirito maligno non poteva sopportare questo.
Mi si è presentato sotto forma di fantasma e questo41 fantasma mi ha detto: « Non pregare per i peccatori ma per te stessa, poiché sarai dannata ».
Senza badare affatto a satana, pregai con raddoppiato fervore per i peccatori.
Lo spirito maligno urlò di rabbia: « Oh, se avessi potere su di te! » e scomparve.
Ho conosciuto che la mia sofferenza e la mia preghiera avevano tenuto legato satana ed avevo strappato molte anime dai suoi artigli.
O Gesù, amante della salvezza umana, attira tutte le anime alla vita divina, sia glorificata la grandezza della Tua Misericordia qui sulla terra e nell'eternità.
O grande amante delle anime.
Tu nella Tua inesauribile compassione hai aperto le sorgenti salutifere della Misericordia, affinché rafforzino le anime deboli durante il pellegrinaggio della vita.
La tua Misericordia, come un filo d'oro, ci accompagna per tutta la vita e mantiene i contatti della nostra esistenza con Dio in ogni campo.
Dio non ha bisogno di nulla per essere felice e pertanto ogni cosa è unicamente opera della Sua Misericordia.
I sensi mi vengono meno per la gioia quando Iddio mi fa conoscere più a fondo questo Suo grande attributo, cioè la Sua insondabile Misericordia.
La mattina durante la santa Messa ho visto per un momento il Salvatore sofferente.
Quello che mi ha colpita è il fatto che Gesù fosse così tranquillo in mezzo a grandi sofferenze.
Ho compreso che è un insegnamento per me, sul modo di comportarmi all'esterno in mezzo alle varie sofferenze.
Per un lungo momento ho sentito i dolori alle mani, ai piedi ed al fianco.
All'improvviso ho visto un certo peccatore che ricavava profitto dalle mie sofferenze e si avvicinava al Signore.
Tutto per le anime affamate, perché non muoiano di fame.
+ Oggi mi sono confessata dal reverendo cappellano.42
Gesù mi ha confortato per mezzo di questo sacerdote.
O Madre mia, o Chiesa di Dio, tu sei una vera Madre che comprendi i tuoi figli …
Oh, quanto fa bene sapere che Gesù ci giudicherà secondo la nostra coscienza e non secondo le chiacchiere ed i giudizi degli uomini.
O bontà inconcepibile, ti vedo traboccare di bontà perfino nell'emettere i giudizi.
Benché mi senta debole e la natura esiga che mi riposi, sento l'ispirazione della grazia a vincermi ed a scrivere, a scrivere per la consolazione delle anime che amo tanto e con le quali dividerò l'eternità intera.
Desidero per loro la vita eterna tanto ardentemente che utilizzo tutti i momenti liberi, anche molto brevi, per scrivere e ciò proprio come vuole Gesù.43
Indice |
30 | Santa Faustina probabilmente già sapeva che l'anno che iniziava sarebbe stato l'ultimo della sua vita |
31 | Per la fine dell'anno nella congregazione c'è l'usanza di celebrare una funzione di ringraziamento per le grazie ricevute, durante la quale le suore cantano il « Te Deum ». Alla funzione di solito partecipano tutte le suore |
32 | Il cappellano portava la S. Comunione alle suore malate, ma le suore che erano in grado di camminare andavano a riceverla in infermeria |
33 | L'infermiera era Sr. Crisostoma ( Diano, Q. II, nota 88 ) |
34 | Non è stato accertato chi avesse in mente Santa Faustina. Si può supporre tuttavia che fosse uno dei suoi confessori, cioè Don Sopocko o P. Andrasz |
35 | Era il P. Marsànger, gesuita, che sostituiva temporaneamente il cappellano, Don Czaputa |
36 | Don T. Czaputa |
37 | Cioè sulla festa della Divina Misericordia. Ci è lecito supporre che i vescovi polacchi, dopo aver ricevuto il memoriale di Don M. Sopocko sulla Divina Misericordia ( Diano, Q. III nota 21 ) abbiano esaminato tale problema nelle sessioni dell'episcopato |
38 | Non si sa di chi si tratti |
39 | La visione di Santa Faustina, che riguarda M. Irene Krzyzanowska, in tanto si è avverata in quanto essa ha preso parte al processo informativo come teste e senza dubbio è stata interrogata sulla Santa e sui suoi scritti. Per quanto riguarda invece M. Maria Giuseppina Brzoza, morta il 9 novembre 1939, non si sa se qualcuno prima della morte l'abbia interrogata sulla vita di Santa Faustina |
40 | Probabilmente si tratta di Sr. Fabiola Pawluk ( Diario, Q. II, nota 56 ) |
41 | Le parole fra parentesi quadre sono state aggiunte per rendere comprensibile il senso della frase |
42 | Il cappellano del convento di Cracovia |
43 | Diario, Q. I, nota 4; e particolarmente: Q. DI, p. 38 all'inizio; Q. V, p. 67 all'inizio, p. 141 alla fine; Q. VI, p. 49 all'inizio, p. 67 all'inizio |