La storia della Chiesa |
1. Prima che ci fossero eresie esattamente formulate, troviamo qualcosa di ereticale anche in qualche diffusore del Vangelo.
Per esempio fu esagerato il ruolo degli angeli, o Cristo fu definito un angelo.
Oppure alcuni, per un esagerato disprezzo della materia, più precisamente del corpo, insegnavano che il Signore ebbe soltanto un corpo apparente ( docetismo ), oppure condannavano come peccato il matrimonio e il mangiar carne ( questo si verificò già in comunità paoline, 1 Tm 4,3 ).
a) Il giudaismo conosceva il monoteismo solo nella forma della fede in Dio uno e unico.
Gesù, stando interamente nella tradizione giudaica della fede monoteistica, aveva portato il messaggio del Padre; Egli, il Messia, si era posto, come Figlio suo, al suo lato e aveva annunciato lo Spirito Santo.
Sui rapporti intrinseci di queste tre persone aveva fatto solo pochi accenni:
Io e il Padre siamo una sola cosa ( Gv 8,16 );
il Padre è maggiore di me ( Mt 24,36 );
quando verrà lo Spirito prenderà del mio ( Gv 16,13 ).
Inoltre il mandato di battezzare pone i Tre, uno accanto all'altro, come uguali ( Mt 28,19 ).
Seguendo questa enunciazione di Gesù, la Chiesa insegna a credere nell'unico Dio Padre, creatore del cielo e della terra, nel Dio Figlio e nel Dio Spirito Santo, nel Dio Uno e Trino.
Sorse il problema in che modo Dio sia uno, e, ciononostante, sia il Padre che il Figlio siano Dio; dal II secolo in poi esso fu al centro delle controversie dottrinali.
b) II primo tentativo di una spiegazione lo fecero gli apologeti ( particolarmente Tertulliano ).
Essi affermarono decisamente la piena divinità del Figlio, non deflettendo in nulla dalla regola ortodossa della fede.
Ma nel tentativo di trovare una formulazione scientifica della loro professione di fede, pensarono il Figlio come, in certo modo, subordinato al Padre ( subordinazionismo ).
La posizione di fondo della Scrittura che rappresenta sempre il Padre come Signore del regno dei cieli e come colui che lo concede, e la volontà del Padre come la cosa che conta in ultima analisi, e anche certe singole espressioni sembravano esigere queste concezioni monarchiane.
Questa fede era irreprensibile, la sua formula scientifica però difettosa.
c) Altri invece andarono oltre e giunsero ad attenuare la piena divinità del Figlio, anzi a negarla, oppure considerarono il Figlio semplicemente come manifestazione del Padre ( Modalisti; Patripassiani ).
Queste eresie del II e III secolo non ebbero una grande diffusione; costituirono una effettiva minaccia soltanto con la comparsa di Ano ( § 26 ).
Talvolta ci furono degli scrittori che combatterono contro una palese eresia in un determinato settore e caddero in errori dottrinali in un altro campo.
Prassea ( + circa nel 217 ), che insorse contro il Montanismo, diffuse dal canto suo una dottrina monarchiano-patripassiana.
2. a) Il pericolo maggiore per la giovane Chiesa etnico-cristiana, forse il più grave, fu la Gnosi ( o lo gnosticismo ).
Essa è essenzialmente un movimento religioso pagano sorto nei primi secoli dell'era volgare.
Anche la gnosi eretico-cristiana, che sola interessa la storia della Chiesa, è una parte di questo movimento molto più vasto e complesso, che nel suo nocciolo è mescolanza di religioni ( sincretismo ).
Questo sincretismo, nelle sue ramificazioni spesso indistricabili o non distinguibili e nelle sue molteplici varietà, nella sua mescolanza di raffigurazioni religiose, è uno dei più vasti movimenti di carattere psico-culturale del mondo; sorto in Oriente, viene importato in Occidente con la spedizione di Alessandro Magno in Oriente e poi di nuovo, come conseguenza della diffusione dell'Impero Romano, si espande nelle regioni delle antiche civiltà orientali ( § 4 ).
In questo processo durato per secoli, le religioni popolari, ma anche le concezioni filosofiche si compenetrarono a vicenda; si ebbe così uno scambio di immagini, nomi, figure, miti e processi d'origine cosmica, relativi alla liberazione dal peccato e al conferimento della grazia.
Tutto fu fuso e interpretato a proprio modo da parte di persone colte, scettiche, ma religiosamente affamate, oppure fu grossolanamente materializzato dal popolo superstizioso.
Là dove il sincretismo si occupò in qualche modo delle realtà ultime di natura metafisica, divenne facilmente panteistico o almeno panteistizzante.
L'elemento panteistico però apparve poi nei processi cosmici ricordati non come amorfo, ma espresso in forma graduata; questo dicasi sia per gli eoni emananti, per es., a due a due, come per le tre classi di uomini diversamente investiti dalla potenza divina: gnostici, pistici, ilici.
Dove la gnosi rielaborò elementi cristiani, il processo di contaminazione si palesa anche nella rielaborazione della letteratura apostolica che fu « adeguata, interpolata e alla quale furono aggiunti i propri prodotti » ( Schubert ).
Questo vale sia per la gnosi siriaca che operava una scelta arbitraria, come per i sistemi speculativamente molto più impegnati ( come per es. quello di Basilide ).
b) Gnosi vuoi dire « conoscenza ».
Però nei movimenti religiosi pagani del I e II secolo come nell'eresia cristiana che noi chiamiamo gnosi, la parola non significa semplicemente conoscenza, ma conoscenza salvifica, conoscenza di natura religiosa.
Già Paolo aveva cercato che le sue comunità sul primo fondamento della predicazione innalzassero una più alta costruzione e giungessero ad una « epignosis » ( più alta conoscenza ) del Vangelo ( Ef 1,16ss ).
Mentre però questa più alta conoscenza era offerta a tutti i cristiani, nel II secolo sorsero delle correnti cristiane le quali affermavano esservi una segreta conoscenza salvifica, accessibile solo a pochi, cioè agli « illuminati » ( = gnostici ) e che questa gnosi fosse differente dalla fede ( pistis ) e ad essa superiore.53
Così un inno gnostico fa parlare Gesù al popolo: « Io manifesterò quanto è nascosto della via santa e lo chiamerò gnosi ».
Era un metodo caratteristico della gnosi, che essa impiegava anche nei confronti di altre religioni, di non accettare semplicemente il Vangelo così come veniva comunicato ai fedeli; essa voleva verità profonde, qualcosa di speciale soltanto per iniziati.
Voleva questo, naturalmente, sul piano religioso e ciò significava, in ultima analisi, una dottrina di redenzione.
La conoscenza misterica - secondo questa convinzione - non solo opera la salvezza, ma è essa stessa redenzione.
Questa a sua volta si compie, in certo qual modo, anche nell'ambito psichico, ma soprattutto è condizionata cosmicamente: al Dio originario e alle divine potenze ( luce ) che da lui emanano si contrappone la materia cattiva.
Ci troviamo di fronte, perciò, ad una concezione dualistica del mondo - quella che per la prima volta fu chiaramente definita da Zarathustra - vale a dire, gli gnostici suppongono che accanto all'eterno Dio buono esista una materia cattiva, altrettanto eterna.
Il male per l'uomo consiste nel fatto che la sua parte migliore dalla sfera del Dio ( luce ) buono è caduta in questa materia.
La redenzione perciò importa che questa parte migliore, scintilla di luce, venga liberata dalla materia e ricondotta nell'ambito del Dio supremo ( == l'ascesa ).
Nella gnosi cristiana il ruolo di mediatore viene attribuito a un essere celeste che porta il nome di Cristo e del quale o è detto che abbia abitato nell'uomo reale Gesù, oppure che abbia assunto un corpo apparente ( Docetismo ).
Le diverse dottrine segrete di redenzione hanno anche i rispettivi riti di carattere simile ai sacramenti.
Qui si evidenzia la differenza fra vero sacramento e magia: una formula magica, una cifra per es., fa dell'iniziato, in vita o dopo la morte, un redento.
Proprio su questo punto centrale della dottrina cristiana, nel concetto di redenzione, si palesa la grave deformazione, anzi il capovolgimento arbitrario e fantastico degli elementi cristiani fatti propri dalla gnosi.
Qui infatti la preoccupazione essenziale, come è stato detto, concerne la liberazione dello spirito dalla materia che lo avviluppa e non la liberazione interna dell'anima dal peccato.
3. a) Si ebbero fino a trenta diversi sistemi di gnosi.
Noi possediamo soltanto frammenti della letteratura originale; mentre su molti elementi veniamo informati soltanto attraverso fonti cristiane.
Insegnamenti altamente istruttivi e in prevalenza autentici ci hanno dato le recenti scoperte, in parte già elaborate, di Nag' Hammadi in Egitto.
Questi ritrovamenti ci offrono la possibilità di ascoltare gli stessi gnostici e di ridimensionare il valore delle descrizioni degli scrittori ecclesiastici ( soprattutto di Ireneo, Ippolito e di Epifanie ).
In tutti i sistemi ci sono dei concetti desunti dalla storia della rivelazione cristiano-giudaica ed elementi della filosofia della religione greco-orientale.
La mescolanza è molto varia.
In alcuni sistemi l'elemento cristiano predomina, ma, come è già stato detto sopra ( cap. b ), l'essenziale non consiste mai nell'umile accettazione dell'annuncio della fede; essenziale è invece il tentativo di elaborare una concezione della realtà, mediante l'intelletto che giudica liberamente.
Ma ben spesso all'intelletto si sostituisce la fantasia e la stravaganza ( specialmente nella gnosi prettamente orientale ).
Caratteristico è il modo in cui le semplici parole della Scrittura vengono gonfiate, scelte e misteriosamente trasformate.
Singoli, eminenti gnostici: Basilide che insegnò nella prima metà del II secolo in Egitto, specialmente in Alessandria.
Suo discepolo fu Valentino che diede il nome a una importante setta.
Nato ad Alessandria, fra il 130 e il 160 insegnò a Roma dove, nel 140 circa aspirò perfino alla cattedra episcopale.
Concezioni moderate rappresentò Bardesane di Edessa ( + 222 ); che si pensa non fosse un assoluto seguace del dualismo.
Di particolare importanza furono inoltre, a quanto pare, i Sehiani ( che presero il nome da Set, il figlio « buono » di Adamo, considerato il padre dei veri figli di Dio ).
Dalla loro cerchia proviene probabilmente la soprammenzionata raccolta di Nag' Hammadi.
b) La gnosi fu la radicale degradazione dell'inviolabile rivelazione religiosa di Gesù ad una filosofia, un'acuta ellenizzazione del Cristianesimo, e nel complesso una falsificazione della sua essenza.
Il suo grande successo è dovuto:
1) al suo considerevole contenuto religioso che in forma efficace si rivolgeva specialmente alla fantasia;
2) alla grandiosità della sua concezione della realtà;
3) al tentativo di rendere il pensiero dell'uomo un elemento determinante nella interpretazione della realtà - sia pure nell'ambito della rivelazione.
La stridente opposizione tra Cristianesimo e gnosi si manifesta particolarmente là dove l'ostilità gnostica verso la materia porta a uno zelo esagerato e pertanto al rigorismo ( condanna del matrimonio, dell'uso della carne e del vino ).
È proprio questo l'aspetto che troviamo in Taziano il Siro, l'apologeta ( § 14, nota 43 ) e fondatore degli « encratiti » ( = i rigorosi ).
L'enorme ampiezza dell'arco di quel fenomeno che comunemente si chiama gnosi, è dimostrata dalla interpretazione affatto diversa che si ha in Marcione.
c) Nella gnosi eretica si manifesta in maniera inquietante, molto più intensamente che altrove, l'inopinata vivezza interiore che il paganesimo rivela ancora nel II e III secolo.
La letteratura eretica cristiano-gnostica superò, in quantità, la letteratura ortodossa.
In essa però tante cose sono così grossolanamente pagane e contraddicono così chiaramente realtà e dottrine cristiane fondamentali, che non riusciamo a capire come tali rappresentazioni potessero costituire una seria concorrenza per il Vangelo.
Ma questo dimostra come a quel tempo la mentalità delle persone colte ( di esse infatti si tratta principalmente qui ) fosse ancora profondamente unita da mille radici alla matrice pagana.
- Nel sincretismo, che, come abbiamo detto, sottende sostanzialmente la gnosi, si annidava una specie di crescente epidemia spirituale.
Il suo strumento teologico-letterario era costituito da una esegesi allegorica, sfrenatamente fantastica, male usata.
Fatte tali precisazioni, si comprende come la reazione pagana dell'imperatore Giuliano ( § 22 ) non fosse un fenomeno isolato, ma l'ultima fra le molte espressioni pagane di vita in grande stile, nell'ambito religioso-spirituale e politico dell'Impero.
4. Il sistema gnostico più cristiano e nello stesso tempo più serio dal punto di vista religioso-morale, e che perciò costituì in questo movimento il maggior pericolo per la Chiesa, fu la dottrina di Marciane.
Suo padre, vescovo di Sinope sul Mar Nero, lo aveva scomunicato.
In seguito a questo fatto trovò rifugio dapprima ( 139 ) presso le comunità romane, nel 144 però ne fu escluso.
a) Marcione non era soltanto un teologo, ma anche un uomo politico.
Egli aveva capito che con la sola interiorità, una vera dottrina non ha in sé bastante forza d'attrazione: come ogni valore che voglia assumere grandi dimensioni e avere durata, anche la verità, anche il messaggio cristiano deve presentarsi in una forma concreta ed efficiente; bisogna saper governare e amministrare.
Marcione perciò ( dal 146 ) fondò a Roma una propria Chiesa.
Essa raggiunse, a partire dal III secolo, una straordinaria estensione dalla Gallia fino all'Eufrate: era una Chiesa con propri vescovi, sacerdoti, templi, con una sua liturgia e anche dei martiri.
Solo, in questa forma solida la dottrina eterodossa di Marcione costituì un serio pericolo per la Chiesa cattolica apostolica.
b) Marcione sosteneva una delimitazione unilaterale delle concezioni specificamente paoline, e la soppressione di tutti gli elementi nei quali egli vedeva una ricaduta nel giudaismo ( nel quale tutti gli Apostoli, ad eccezione del « vero » Paolo e di una parte di Luca, secondo lui, sarebbero caduti ).
Egli portò l'avversione per la legge fino alla contraddizione assoluta fra Antico e Nuovo Testamento; ci sono due divinità, il Dio buono che conosce solo amore e misericordia, cioè il Padre di Gesù, e il Dio cattivo, il Dio della creazione, il Dio della fede giudaica.
Per spezzare il suo potere, il Dio buono ha mandato Cristo in un corpo apparente per portare la salvezza che però è raggiungibile soltanto mediante la sola fede nell'inviato di Dio.
Per dare un valido sostegno alla sua dottrina Marcione si fece un Nuovo Testamento secondo le sue concezioni fondamentali ( furono eliminati per esempio l'inizio del Vangelo secondo Luca, la lettera agli Ebrei e le lettere pastorali ).
5. In quei secoli la ricerca profondamente inquieta di redenzione, purificazione spirituale e conoscenza approfondita, costituì sempre nell'ambito cristiano un pericolo per la purezza originaria della dottrina di Gesù Cristo.
Allo stesso modo di Marcione, anche Mani, il fondatore del Manicheismo ( crocifisso verso il 276 ), credeva che il vero insegnamento di Gesù fosse andato perduto.
Egli si dichiarò un inviato di Gesù Cristo ( il Paraclito da lui annunciato ) per portare, quale ultima rivelazione di Dio, la verità dimenticata di Gesù.
Nell'insieme dei movimenti gnostici si presenta su questo punto il pericolo forse maggiore: l'abuso del nome di Gesù e del suo messaggio offerto come interpretazione più approfondita.
Ciò vale anche per il Manicheismo, sebbene esso, per il resto, sostenesse uno stretto dualismo: la luce è la forza del bene; tutta la materia è cattiva.
Perciò è prescritta l'assoluta astinenza da tutto ciò che è materiale ( carne, vino ) e viene condannato il matrimonio.
Il Manicheismo si diffuse su scala mondiale: i suoi seguaci si trovavano dall'Africa fino alla Cina.
Troveremo gli ultimi influssi di questa religiosità orientale ancora nel Medioevo ( § 56, i Càtari ).
6. a) Il sistema di Marcione, nonostante i suoi principi gnostico-dualistici, era un tentativo di salvare il Cristianesimo proprio dalle maglie minacciose della gnosi.
Un secondo tentativo si ha nel campo della vita morale e fu intrapreso da Montano ( § 17 ).
Entrambi naufragarono.
L'unica opposizione vittoriosa fu compiuta dalla Chiesa stessa, in quanto essa custodì fedelmente e umilmente l'eredità apostolica.
Gli eretici insegnavano dottrine che erano in contrasto con la generale coscienza dogmatica della Chiesa.
Anch'essi però sapevano benissimo che per il Cristianesimo potevano aver valore solo quelle verità che collimavano con la predicazione apostolica.
E per questo, per avallare le loro nuove idee, si richiamavano ad un'occulta tradizione apostolica.
Accanto alla mutilazione delle Sacre Scritture, da noi già ricordata, essi stessi crearono una ricca letteratura di vangeli nuovi ( apocrifi ),54 Atti degli Apostoli, ecc.
Inoltre, poiché gli gnostici, per il loro disprezzo dell'elemento storico, per la loro tendenza all'interiorizzazione esagerata ( spiritualizzazione ) e per il loro docetismo ( sopra cap. 2 d ), minacciavano anche di negare del tutto la storicità della vita di Gesù, era già chiaramente tracciato il compito degli avversari dello gnosticismo.
b) La lotta scientifico-letteraria contro la gnosi ( per esempio da parte di Tertulliano ), nonostante la sua importanza, scaturì ancora più o meno dall'iniziativa privata dei singoli scrittori, anche se alcuni di loro furono vescovi, come Ireneo.
Più importante fu la confutazione ecclesiastica ufficiale, doppiamente importante e anche efficace, perché si effettuava in forma positiva di confessione.
La cosa più essenziale in tutto ciò è per noi la professione ufficiale del battesimo.
Quella romana più antica a noi nota ( da datarsi verso il 125 ), che corrisponde circa alla nostra « professione di fede apostolica », si contrappone con evidenza al tentativo di una volatilizzazione spiritualistica della persona e della vita di Gesù: professa la reale Incarnazione di Dio, nel tempo storico, in Maria Vergine, Gesù Cristo, che ha patito ed è stato crocifisso in un tempo esattamente stabilito « sotto Ponzio Pilato ».
Parimenti fu professata l'unità di Dio, creatore e Padre di Gesù Cristo, e la divinità di Cristo.
c) Di ancora maggiore importanza fu la fissazione del canone neo-testamentario.
Se l'Antico Testamento era il libro sacro della prima comunità, gli scritti degli Apostoli e dei loro discepoli diretti ( Marco e Luca ), sorti come scritti d'occasione, acquistarono un alto generale riconoscimento dove e non appena la predicazione degli Apostoli non poté più essere udita.
Le lettere di Paolo venivano scambiate già al tempo della loro stesura ( Col 4,16 ) e anche raccolte (cfr. 2 Pt 3,15ss ).
L'uso cultuale da una parte e le interpolazioni della rivelazione dall'altra ( Marcione e Montano ) esigevano una fissazione, tanto più che anche scritti non autentici ( apocrifi ) cercavano, sotto nomi di Apostoli, di acquistare autorità.
Da molteplici citazioni sappiamo che verso il 200 il patrimonio neotestamentario è sostanzialmente già fissato ( Canone Muratoriano della fine del II secolo ).
L'ordine con cui vengono riportati, invero, oscilla ancora, come ancora qua e là vengono riportati scritti non apostolici, della Chiesa primitiva, come fonti obbliganti o discusse.
L'uso che se ne fece nella liturgia e i primi commenti fanno presto risaltare definitivamente gli scritti ispirati.
Così Atanasio, nella sua 39a lettera pasquale ( 367 ) trascrive un elenco dei nostri 27 scritti neotestamentari.55
Un sinodo di Roma conferma questo canone nell'anno 387; ad esso fanno eco, qualche anno dopo, i Sinodi africani di Ippona e Cartagine.
Nei fatti osservati ci troviamo dinanzi ad un caso modello di formazione primitiva del dogma: diversità d'opinione all'interno o attacchi dall'esterno rendono necessario un chiarimento: segue una risposta attraverso forze carismatico-creative, poiché lo Spirito spira dove vuole ( Gv 3,8 ).
L'ulteriore discussione chiarisce la risposta, conferendole validità universale.
Se viene raggiunto un reale consenso, allora il magistero dei vescovi ha già in tal modo automaticamente approvato e inserisce la risposta nella predicazione normale.
Se non viene raggiunto il consenso in importanti questioni dottrinali, il magistero dei vescovi in unione col vescovo di Roma dichiara ( talvolta dopo un lungo lasso di tempo ) e delimita il pensiero della Chiesa e con ciò stesso lo fissa definitivamente.
Essendo la formazione del canone una decisione dottrinale di carattere interno della Chiesa, l'appello alla Bibbia, in quanto parola di Dio fissata per iscritto, implica il riconoscimento dei doni di grazia e del magistero della Chiesa primitiva che lo Spirito ha scelto come strumenti nella compilazione, nella scelta e nella tradizione della Scrittura.
Se la formazione della Sacra Scrittura, nella forma attuale non è pensabile senza l'opera della Chiesa, anche la sua giusta comprensione scaturisce dalla fede di tutta la Chiesa, cosa che, d'altro canto, esige sempre anche un incontro personale con la parola di Dio.
Tanto nei Vangeli ( Matteo, Giovanni ) quanto nella professione di fede si diceva espressamente che la dottrina dovesse venir interpretata secondo i Profeti e, in una parola, secondo la Scrittura; la professione di fede era essa stessa un metro secondo il quale la dottrina doveva esser esposta e quindi anche la Scrittura doveva essere interpretata.
Una garanzia particolare per la purezza della dottrina fu ravvisata nella comunione della Cena con i successori degli Apostoli.
Prestissimo fu già esigilo l'ininterrotto collegamento dei capi delle Chiese con la predicazione apostolica.
L'ortodossia fu assicurata in modo particolare da questa « successione apostolica » dei vescovi e soprattutto dei vescovi di Roma.
d) Superando la gnosi, la Chiesa rese impossibile una volta per sempre un dissolvimento della religione cristiana in filosofia.
Fu una decisione fondamentale per tutti i tempi.
Anche il lavoro degli avversari della gnosi ( Ireneo, Tertulliano, Ippolito ) può essere condensato in questa sintesi: alla divisione di « creazione o redenzione », « conoscenza o fede » essi contrappongono l'accostamento « creazione e redenzione », « conoscenza e fede ».
Indice |
53 | Qui si fonda appunto la tripartizione menzionata delle classi di uomini in gnostici ( o pneumatici ), psichici ( pistici ) e ilici. Soltanto i primi conseguono la vera beatitudine vicino agli angeli. Gli psichici raggiungono il cielo inferiore. Gli ilici, decaduti nella materia, sono vittime del fuoco, sono destinati, in una forma qualsiasi, alla perdizione. |
54 | Di essi fa parte anche il Vangelo di Tommaso, il cui testo completo è stato recentemente scoperto ( cfr. sopra, § 6, 1 d ). |
55 | Altri elenchi dei libri santi presso Cirillo di Gerusalemme ( + 386 ) e Gregorio Nazianzeno ( + 390 ). |