La storia della Chiesa |
1. A Roma le contese tra i partiti dei nobili non erano ancora finite.
I cardinali favorevoli ai Frangipani, dopo la morte del papa Onorio II ( 1124-30 ) - un Frangipani - innalzarono irregolarmente al trono Innocenzo II ( 1130-43 ), uomo molto religioso, mentre la maggioranza elesse invece, in maniera regolare, Anacleto II, uomo ambizioso e geniale, discendente dalla ricca famiglia, originariamente ebrea, dei Pierleoni.
Il denaro ebbe la sua parte;259anche Ruggero di Sicilia ( suo cognato ) fu dalla sua parte.
Innocenzo II fuggì in Francia ( come già Gelasio II [ 1118-1119 ] ).
La decisione questa volta fu presa dalle forze carismatiche della Chiesa: Bernardo di Chiaravalle, Pietro il Venerabile di Cluny e Norberto di Xanten optarono per Innocenzo.
Le disposizioni canoniche furono accantonate: Anacleto si era dichiarato pronto ad una revisione giuridica della doppia elezione; ma Innocenzo, consigliato da Bernardo, non accettò: dove tutta la cristianità aveva già parlato, nessun altro tribunale particolare poteva essere competente.
Comunque nel 1130 tutta la Francia e la Germania, poi anche l'Inghilterra, la Spagna e parti d'Italia si schierarono dalla parte di Innocenze.260
Rè Lotario lo condusse a Roma e fu da lui incoronato in Laterano ( poiché Anacleto si intratteneva nel Castel Sant'Angelo nel quartiere Leonino [ comprendente san Pietro ] ).
In quell'occasione il rè ricevette dal Papa i beni matildini in affìtto per un anno e prestò servizio come maresciallo; ebbe così origine la versione della Curia secondo la quale l'Imperatore era feudatario del Papa, una concezione che fu fissata in una immagine in Laterano con la relativa iscrizione.
Nonostante due gravi contraccolpi, Bernardo fece infine trionfare il riconoscimento di Innocenzo.
L'unità fu subito ricomposta mediante l'improvvisa morte di Anacleto nel 1138, e suggellata dal decimo Concilio ecumenico nel 1139 in Laterano.
2. Dopo che il Papa era diventato un sovrano, una delle costanti difficoltà, fin nell'Età Moderna, fu rappresentata dal fatto che lo Stato della Chiesa dovette prima cercarsi degli alleati che lo difendessero e poi difendersi da queste potenze difensive che si facevano troppo forti.
Così anche ora: i Normanni nel Sud-Italia da nemici divenuti alleati, divennero anche scomodi.
Innocenzo II si adoprò invano per impedire la formazione di un forte Stato unitario sotto il governo di Ruggero.
La scomunica si dimostrò inefficace e la spedizione intrapresa ( assieme a Roberto di Capua ) finì con una sconfitta.
Il Papa, fatto prigioniero, dovette riconoscere a Ruggero la dignità reale conferitagli da Anacleto e dare ai suoi figli come feudi le Puglie e Capua.
3. Intanto quei movimenti sorti tra le più basse classi sociali, che noi conosciamo dalla Pataria a Milano e da tutta la Lombardia, arrivarono pure a Roma: si formò a poco a poco una repubblica cittadina con un senato e un « patricius ».
I disordini, ai quali parteciparono anche le grandi famiglie ( un Pierleoni, fratello dell'antipapa Anacleto, divenne patrizio ), continuarono sotto i successivi pontificati; essi costrinsero anche Eugenio III ( 1145-53 ), discepolo di Bernardo, a risiedere per lo più fuori Roma.
4. L'idea che il popolo romano fosse il vero e proprio portatore del potere statale, non era mai completamente tramontata.
Collaborando all'elezione del Pontefice, nelle lotte dei Grandi romani per poter disporre della cattedra di Pietro, questa coscienza si era spesso manifestata in forme diverse.
Parallelamente ai movimenti della borghesia nelle altre città dell'Occidente, anche a Roma si manifestarono tendenze democratiche, che preannunciavano un tempo nuovo, ancora lontano.
Questi movimenti non dovevano più arrestarsi fin quando, con Cola di Rienzo ( + 1354 ), non fosse sorto quel movimento italiano « nazionale » che è la prima caratteristica del « Rinascimento ».
E come sempre fino alla grande guerra dei contadini nel secolo XVI, già allora nel XII secolo i movimenti democratici assunsero un'importanza religioso-sociale: protesta contro le ricchezze della gerarchia ed esigenza di povertà apostolica, laddove, come sempre, alle richieste legittime si mescolavano elementi fanatici e settari.
Sostenitore di queste idee nel XII secolo fu Arnaldo da Brescia, discepolo di Abelardo, che fu, da un punto di vista scientifico, un critico delle condizioni esistenti ( § 51 ).
Per causa sua Papa Adriano IV ( 1154-1159; il primo inglese fino ad oggi nelle serie dei Papi ) colpì di scomunica la Roma ribelle, per la prima volta nella storia.
Arnaldo fu infine giustiziato, con l'aiuto del Barbarossa, come eretico e ribelle ( 1155 ).
Tali agitazioni rappresentarono, naturalmente, un non lieve ostacolo per la realizzazione del programma politico-ecclesiastico e quindi anche ecclesiastico-religioso dei Papi.
Indice |
259 | Come già ai giorni di Gregorio VI ( § 45,4-6 ). |
260 | Con ciò, naturalmente, gli argomenti sostenuti da Bernardo e dal suo circolo, non sono ancora giustificati; tanto meno l'osservazione che sarebbe stata una vergogna per la sede apostolica se fosse diventato Papa un discendente di Ebrei. Questo è uno dei punti dai quali si può comprendere direttamente il carattere poco equilibrato e mutevole delle opinioni del grande abate che proprio nei territori renani sarebbe poi diventato il protettore degli Ebrei. |