La storia della Chiesa

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§ 49. Le crociate

Con la riforma gregoriana, la coscienza cristiano-ecclesiastica dell'Occidente rinasce nel suo pieno vigore.

Nella figura di Gregorio VII, che domina e condiziona il suo tempo, tale coscienza aveva raggiunto il culmine della vita ecclesiastica.

Ora essa si accingeva a produrre delle grandi imprese in tutti i campi della vita: la società cavalieresca viene tutta posta a servizio dell'ideale delle crociate; san Bernardo conia nel medesimo tempo un nuovo tipo di pietà personale, come frutto della nuova concezione dell'ideale monastico per opera dei Cistercensi; lo spirito occidentale incomincia a rielaborare ampiamente la pienezza e l'armonia del patrimonio ecclesiastico-cristiano con l'alta Scolastica e il primo gotico.

Si annuncia il periodo di fioritura del Medioevo.

1. Nel movimento delle crociate convergono le energie del Papato universale assieme a quelle della maggior parte della cavalleria occidentale.

L'Europa intera vive una mobilitazione al servizio di una grande idea.

a) Accanto al vero e proprio culto delle reliquie ( e ad esso strettamente connessa ) la pietà occidentale si era manifestata già molto presto nel desiderio ardente di vedere la Terra Santa.

Nel secolo XI i pellegrinaggi si moltiplicarono.

Mentre però finora, nonostante dominassero i musulmani ( dominio degli Arabi dal 637 ), i pellegrini e i cristiani di Palestina erano stati poco molestati, si ebbero ora forti motivi di malcontento.

Nel 1071 Gerusalemme era stata conquistata dai Turchi Selgiucidi.

Quando da una parte i musulmani furono cacciati dalla Sicilia per opera di Ruggero figlio di Roberto il Guiscardo ( sopra, § 48,8 ) e la reconquista spagnola a Toledo sconfisse i Mori ( 1085 ),dall'altra la pressione nemica su Costantinopoli divenne così forte che sembrò potesse far superare l'infausta scissione tra la Chiesa orientale e quella occidentale: venne il grido di soccorso dell'Imperatore bizantino Alessio I ( 1081-1118; al quale fu allora tolta la scomunica ) alla Chiesa latina ( v. sopra, § 48,9 ).

Il senso religioso risvegliato dalla riforma come la coscienza ( di potenza ) ecclesiastica vittoriosamente espressa da Gregorio avvertirono la situazione come un'ignominia.

I Luoghi Santi vietati all'accesso dei cristiani: ciò interessava tutto l'Occidente!

Ne sorgeva un problema da risolvere militarmente.

Si sarebbe dovuto pensare che tale soluzione spettasse senz'altro all'Imperatore.

Ma niente rivela meglio dove si trovasse ora la forza veramente dominatrice dell'Occidente, quanto il fatto che il Papa si ponesse a capo del movimento delle crociate.

b) Papa Urbano II ( 1088-1099 ), già grande priore di Cluny, il secondo successore di Gregorio VII, volle continuare il programma di questi per le crociate.

Ciò gli riuscì quando lo scomunicato Enrico IV era ormai divenuto politicamente impotente, a causa della ribellione di suo figlio e le mostruose accuse mossegli dalla sua seconda moglie ( adultera ).

Nel sinodo di Piacenza del 1095 l'Occidente aveva accolto l'angoscioso grido di soccorso dell'Imperatore romano d'Oriente.

In un sinodo di Clermont ( 1098 ), dove nuovamente si trattò delle investiture, della simonia e del matrimonio dei preti ( § 48,3 ) e dove fu anche promulgata la « tregua Dei » ( § 45,5b ) come legge ecclesiastica universale, l'iniziativa del Papa riuscì ad ottenere la guida incontrastata dell'Occidente, mediante la riattivazione della comune coscienza cristiana in favore dei Luoghi Santi in Oriente.

In un commovente appello egli bandì la « crociata »251 per liberare la Terra Santa dalle mani degli infedeli.

La spedizione, annunciò il Papa, doveva essere una espiazione della Cristianità macchiata di rapine, assassini e oppressioni.

Ciò costituiva un grandioso impiego, per scopi più nobili, di forze istintive, prima deviate verso il male.

Inoltre, essendovi un unico fine comune e un unico avversario, il movimento delle crociate divenne anche una grande impresa per l'instaurazione e il rinvigorimento dell'unità dell'Occidente cristiano.

Urbano concesse una indulgenza plenaria ( = remissione completa di tutte le pene non ancora espiate per i peccati confessati ).

L'appello, che fu poi portato di città in città da incaricati del Papa ( il battagliero vescovo Ademar di Puy ) o anche da predicatori ( come Pierre d'Amiens, che nella grande riscossa rappresenta più l'elemento spiritualistico ), destò come a Clermont, un'eco veramente inattesa.

2. a) Il Papa nominò il comandante del primo esercito, vale a dire egli espletò funzioni imperiali, poiché Enrico IV e Filippo di Francia erano allora scomunicati ( Filippo per i suoi affari matrimoniali ).

Purtroppo i preparativi erano assolutamente insufficienti; ci si accontentò di un minimo di organizzazione ( dopo aver fissato in generale il punto di ritrovo, il resto era lasciato ai singoli ).

I primi a muoversi furono contadini; la maggior parte perì per via, dopo aver suscitato, sul loro cammino attraverso territori renani e un po' dovunque, sanguinosi pogroms di Giudei.

Solo la parte condotta da Pierre d'Amiens arrivò nell'Asia minore, lì però fu sterminata dai Selgiucidi.252

I cavalieri raggiunsero la loro mèta passando per Costantinopoli ( dove prestarono il giuramento feudale all'imperatore Alessio ).

Purtroppo le fonti contemporanee non lasciano alcun dubbio sul fatto che i conquistatori del Santo Sepolcro, occupando Gerusalemme ( luglio 1099 ), abbiano sparso fiumi di sangue innocente; ne donne, ne bambini, ne vecchi furono risparmiati, sempre che fossero « infedeli ».

Certamente, oltre che orrendi assassini e saccheggi, sono documentate anche opere di pietà, di penitenza e di fede viva.

Queste notizie però sono talmente poco differenziate, che riesce difficile stabilire se, e fino a che punto, al saccheggio e all'assassinio sia seguita una conversione interna.

A Gerusalemme, Goffredo di Buglione fu eletto principe del Santo Sepolcro.

Poco tempo prima, durante il viaggio attraverso l'Asia Minore, erano stati fondati gli stati crociati di Edessa e di Antiochia.

Più tardi sorse Tripoli.

Tutte queste fondazioni ebbero vita brevissima.

b) La prima crociata dunque non rimase completamente senza successi politici, ma questi non furono duraturi.

Ciò vale per tutte le crociate.

Dopo il fallimento di un grande tentativo nell'anno 1101, solo verso la metà del secolo vi fu una nuova impresa.

Predicatore della crociata fu allora l'uomo più affascinante dell'Occidente, Bernardo di Chiaravalle.

Vi partecipò veramente tutta l'Europa sotto la guida militare di Luigi VII di Francia e Corrado III di Germania.

Anche se quest'ultimo vi prese parte soltanto dopo che l'abate di Chiaravalle con le forti pressioni esercitate su di lui gli ebbe fatto abbandonare i suoi rilevanti dubbi che erano fin troppo legittimi.

Questa cosiddetta seconda crociata, infatti, si trasformò in una terribile catastrofe.

Dopo la riconquista di Gerusalemme da parte del sultano Saladino nel 1187, fu organizzata la terza crociata sotto Federico Barbarossa, Filippo Augusto e Riccardo Cuor di Leone; fu un'impresa grandiosa, ma in fondo inutile.

La quarta, sollecitata dal grande Innocenze III, finì, contro la volontà del Papa, con la presa di Costantinopoli.

Fu cosa particolarmente riprovevole che in questa crociata avessero avuto parte preminente interessi commerciali veneziani.

I crociati intervennero dapprima nelle contese della dinastia bizantina e riportarono sul trono Isaak Angelos ( genero di Filippo di Svevia ), che era stato deposto e accecato dal fratello.

Dopo l'uccisione sua e di suo figlio, i Latini, sotto la guida di Baldovino di Fiandra, fondarono stoltamente il cosiddetto Impero latino.253

Con ciò le speranze del Papa in una unione coi greci furono completamente distrutte.

Quello che ebbe maggior successo sembrò essere Federico II, che nel 1228, scomunicato dal Papa, riuscì mediante trattative a farsi cedere Gerusalemme, dove egli nel 1129 assunse la corona regale.

Gli sforzi di un santo, il rè Luigi IX di Francia, nel 1250 e 1270 gli causarono la prigionia e ( a Tunisi ) la morte.

Nel frattempo, nel 1212 si era verificata la tragedia della crociata dei bambini, nella quale schiere di bambini francesi e tedeschi perirono in una spedizione in Terra Santa.

Dopo una lotta incredibilmente dispendiosa durata due secoli, l'ultimo possedimento cristiano in Oriente ricadde, nel 1291, in mano dei Musulmani con la presa di San Giovanni d'Acri che era stata più volte conquistata, ma ora definitivamente perduta.

Un attacco diretto contro l'Islam254 si era finalmente avuto ed era fallito.

Tuttavia le crociate, sia come espressione della natura del Medioevo, come per i riflessi sull'Occidente, sono da considerarsi tra gli avvenimenti più importanti della storia medievale.

3. Sebbene nella organizzazione delle crociate concorressero molte cause politico-temporali,255 esse sono da considerarsi in primo luogo come fenomeno religioso su base ecclesiastico-universale.

a) La prova indiscussa del loro carattere religioso ci è data dalla storia della loro origine, dalla tenacia di un tale movimento di massa e in parte anche dal loro svolgimento.256

È un semplice misconoscimento:

1) dei fatti;

2) dei presupposti spirituali dell'agire umano, affermare che le crociate siano sorte per aver voluto il Papa estendere il suo potere all'Oriente.

Abbiamo riconosciuto l'idea della potenza come con-determinante per il programma papale di questo periodo, ma, specialmente nei secoli XI e XII, si trattava di un ideale di carattere ecclesiastico-religioso, non di una categoria della politica di potenza.

Mai la bramosia di potenza di un individuo avrebbe potuto spingere per due secoli in terre lontane tante innumerevoli schiere di popoli diversi, ai quali del resto ( a causa delle difficoltà di comunicazione ), non si potevano neppure far pervenire dei veri e propri ordini diramati dal centro.

Di questo è capace solo l'entusiasmo per un ideale religioso.

3) Il movimento delle crociate non poté affermarsi perché, nonostante lo slancio della fede quasi impensabilmente eroico, era troppo poco ordinato; esso morì per esaurimento interno, non appena l'entusiasmo religioso del Medioevo venne a mancare nel secolo XIV, e nella misura in cui i motivi politici, nelle crociate, passarono in primo piano.

4) Il nucleo religioso, se si eccettui il periodo iniziale, è particolarmente legato a san Bernardo: la perdita della Terra di Dio ha scosso l'umanità; la crociata è l'offerta fatta dalla straordinaria misericordia di Dio all'umanità peccatrice, di combattere per lui e liberarsi così dei peccati.

Naturalmente qui, come del resto nelle sue irreali promesse di vittoria ( predicate in maniera così apodittica! ), ci troviamo dinanzi a un profetismo « ispirato » non più razionalmente comprensibile, alla sua sovrumana reazione dinanzi all'enorme dolore causato ai popoli dalla crociata che egli aveva predicato e che era fallita, reazione che si scarica nell'invocazione terribilmente eroica « Benedetti siano tutti i tuoi giudizi, o Signore ».

b) Le crociate rivelano anche sotto un altro aspetto quanto profondo fosse nel Medioevo l'intreccio dell'elemento religioso e di quello secolare e quali difficoltà ciò comportasse sul piano religioso.

L'Occidente in certo senso era finalmente diventato una entità e l'essenziale di questa unità era ecclesiastico-cristiano; perciò ogni azione compiuta per questo organismo, l'occidente cristiano, rientrava nell'ambito del processo cristiano di salvezza.

Di conseguenza si affermò la concezione che ogni operazione di guerra in favore di questa cristianità fosse meritoria per la beatitudine.

Proclami per combattere gli Slavi fanno equivalere queste lotte a un soccorso per la « Chiesa sofferente » e alla « guerra di Cristo », attraverso la quale ci "si salva l'anima".

Perfino opere di pura colonizzazione assumono valore religioso, le si confronta direttamente con Mt 19,27 e la domanda di Pietro lì riportata.

Un po' più tardi si sono fatte equivalere alle crociate in Palestina, nel loro effetto di remissione dei peccati, le spedizioni nella Germania orientale.

c) Ora però vogliamo porci decisamente il problema dell'essenza di questo fenomeno religioso tanto esaltato.

Dobbiamo distinguere nettamente fra la spiritualità di quel tempo, della quale abbiamo f'inora parlato, e una valutazione che abbia come punto di partenza il Vangelo.

1 ) Ai contemporanei le crociate apparvero come un'impresa « divina » e niente affatto umana.

Seguendo concezioni vetero-testamentarie, i crociati identificarono se stessi col « popolo eletto » e i loro condottieri furono paragonati a Mosè e Aronne.

Per quanto possa sembrare strano al nostro modo di sentire, i crociati intesero la loro decisione come un vero e genuino seguire la croce.

Chi cade in Terra Santa, muore per testimoniare Cristo e può contare sulla gloria dei martiri.256a

Il movimento prende vita anche dall'idea della diffusione missionaria: la rimanente potenza del demonio e del paganesimo deve essere sgominata affinché il « regno di Dio e la Chiesa » si estendano a tutto il mondo.

2) In realtà le crociate risentono del grave peso della immensa problematica della pietà specificamente medievale in genere, dell'eccessivo legame della realtà religiosa con quella materiale e temporale.

Di questo abbiamo appena parlato.

Più ancora: esiste una tensione immanente, anzi contraddittoria fra religione dell'amore e del Crocifisso da una parte, e il tentativo di diffondere questa religione con la forza esterna, perfino con la spada, per imporla.

Purtroppo, infatti, le crociate furono « le guerre più sanguinose del Medioevo », secondo il moderno modo di vedere, potrebbero venir designate come guerra mondiale.

Quasi tutta l'Europa, l'Asia occidentale in gran parte, parti rilevanti dell'Africa settentrionale ne erano investite.

La guerra santa della Cristianità divenne l'analogo della guerra santa dell'Islam.

« L'odio contro i nemici della fede non venne quasi più condannato, anzi spesso fomentato dagli ecclesiastici …

Si provò entusiasmo per quanto c'era di cruento nel compito …

Il pensiero di guadagnarsi il Paradiso uccidendo … » si fece vivo ( von Ruville ).

E questo capovolgimento di valori era entrato nel programma delle gerarchie ecclesiastiche.

Quanto noi abbiamo riconosciuto come espressione della potenza papale, carica i Papi di una grave responsabilità nei confronti della storia e della crescita del regno di Dio.

Ci troviamo dinanzi agli stessi difetti che, nonostante tutta la grandezza e potenza storica, abbiamo dovuto costatare, restrittivamente, nell'ideale papale dell'alto Medioevo.

Il movimento delle crociate guidato e ispirato dai Papi soffre di una analoga contraddizione interna.

Se finora erano stati i rè e gli imperatori gli operatori della « missione della spada », ora è la Chiesa stessa che, in una impresa palesemente offensiva, rivendica il diritto della spada ( « gladius materialis » ), il « diritto allo spargimento di sangue ».

Qui anche all'ideale cavalleresco ( che importa anche una grande valutazione della forza fisica ) fu chiesto davvero troppo ( Huizinga ).

Sin dall'inizio, e più tardi in maniera deplorevolmente crescente e spaventosa, agirono come stimolo anche i più svariati ( e spesso davvero poco nobili ) motivi terreni.

La quarta crociata divenne per tale motivo un vero e ributtante travisamento della grande idea di crociata.

Questi inconvenienti, le cui vittime molte volte erano gli stessi cristiani orientali, hanno non poco contribuito ad aumentare l'avversione del Cristianesimo orientale nei confronti dell'occidentale, e a rendere insanabile la scissione delle Chiese.

Visto in questa prospettiva il fallimento delle crociate non è causato soltanto da errori politico-strategici e dall'affievolirsi delle forze religiose, ma questo indebolimento interno avviene anche per necessità oggettiva: l'ideale cristiano delle crociate non era, in se stesso, capace di vita.

La « via crucis con la spada in mano » e sotto la guida della gerarchia soffre di una contraddizione intrinseca, nella quale uomini, pure in buona fede, poterono ben incorrere per errore, che noi però non possiamo prendere alla leggera.

Il tentativo di erigere il « Regnum Christi et Ecclesiae » con la spada non corrispondeva all'intrinseca legge di vita del regno di Dio a noi promesso e dato nei suoi inizi.

Questa contraddittorietà interna si fa sin troppo chiara nell'ultima fase: mentre si sta perdendo definitivamente Gerusalemme ( 1244 ), e mongoli pagani premono al confine orientale dell'Impero, il Papa ( Innocenze IV ) fa bandire la « crociata » contro l'Imperatore ( Federico II ).

Religiosamente fruttuosa e al tempo stesso pericolosa fu l'inondazione dell'Occidente di reliquie provenienti dalla Palestina e da Costantinopoli.

Il culto delle reliquie fu ora esercitato in maniera morbosa e troppo spesso senza alcuna discrezione.

Anche gli effetti remoti sulla formazione di correnti sub-cristiane nella pietà popolare, sia ecclesiastica che privata, alla fine del Medioevo si fecero purtroppo forti ( come esempio: i càtari ).

d) Il Papato sopra-nazionale ( e anche l'Imperatore quale rappresentante dell'Impero romano-cristiano universale ) era stato il capo supremo delle crociate; i popoli di tutto l'Occidente vi avevano preso parte sotto la guida dei loro prìncipi; la vera e propria truppa d'assalto di tutta l'impresa era stata la cavalleria occidentale; questa era universale, sia in se stessa che nella organizzazione degli ordini cavaliereschi occasionata direttamente dalle crociate.

Ma dalla fine del XIII secolo anche la comunità della civiltà occidentale unitaria, supernazionale, cioè universale, incominciò a dissolversi.

E anche questo sottrasse alle crociate la loro base d'esistenza.

Il dissolvimento del regno carolingio aveva gradatamente trasformato la difesa personale armata del singolo in un elemento caratteristico del tempo ( § 41,I,1 ).

I più forti dal punto di vista economico erano i « cavalieri ».

Essi furono per lungo tempo sinonimo di indiscriminatezza nel prendere, quindi anche di rapina e di saccheggio.

Un po' alla volta andò formandosi un ideale istintivo, rozzo, di prodezza puramente guerresca.

L'educazione cristiana nobilitò queste concezioni in punti essenziali ( protezione dei deboli e delle donne ).

Infine essa elevò perfino il cavaliere, mediante la consacrazione liturgico-religiosa, ad un determinato tipo militare-religioso.

Si formò così una coscienza di classe universale cristiano-occidentale.

Eppure questa tendenza all'universale, e con essa il servizio all'universalità, si sviluppò veramente solo attraverso gli ordini cavaliereschi.

4. Dopo la prima crociata, il pensiero cristiano-missionario acquistò una fisionomia particolare nell'ambito della cavalleria.

Gli stati cristiani sorti in Palestina e ai suoi confini erano formazioni straniere in terra straniera, ed essendo le condizioni esterne così malferme e mancando purtroppo la colonizzazione, poterono essere mantenuti soltanto con ingenti sacrifici.

Gli Ordini cavaliereschi si dedicarono alla costante vigilanza delle nuove creazioni; i cavalieri divennero monaci: una particolare rappresentazione marcatamente profilata dell'intreccio medievale di militare-« sacerdote », spada e croce.

a) I Templari furono fondati nel 1119 da otto cavalieri francesi ( Ugo di Payns, + 1136 ).

Si obbligavano alla povertà, alla castità, all'ubbidienza e alla protezione dei pellegrini.

Vivevano in comunità a Gerusalemme nel « Tempio di Salomone » ( parte del palazzo reale ), donde il nome.

La loro regola deriva, in sostanza, da Bernardo di Chiaravalle che anche letterariamente fece loro propaganda,257 la loro articolazione interna ( o il loro avviamento basilare ) in cavalieri ( nobili ), cappellani e fratelli inservienti, deriva da Innocenze II ( 1139 ).

Mediante la letteratura che, a partire dal secolo XII, cantava le imprese eroiche dei cavalieri, la figura del cavaliere cristiano che combatte venne impressa vivamente nella coscienza dell'Occidente.

b) A Gerusalemme esisteva già prima della fondazione dei Templari una compagnia ospedaliera o un ospizio di san Giovanni per i pellegrini.

Per la sua organizzazione divenne il modello per tutto l'Occidente e promosse vigorosamente la cura dei malati.

La sua regola rivela un attivo amore di Cristo in una forma molto interiorizzata.

Gli ammalati e i poveri erano « i padroni » dei fratelli inservienti.

Questo monastero accolse più tardi dei cavalieri e verso il 1137 da ordine ospedaliere divenne l'ordine cavalleresco dei Giovanniti.

Dopo la caduta di San Giovanni d'Acri nel 1291 essi si trasferirono a Rodi, il posto più avanzato della Cristianità; in seguito a Malta: ordine di Malta.258

c) L'Ordine teutonico sorse da un lazzaretto che dei cittadini tedeschi ( di Brema e Lubecca ) avevano fondato vicino a San Giovanni d'Acri durante la terza crociata ( 1190 ).

Durante la crociata di Federico II l'allora Gran maestro dell'Ordine teutonico Hermann di Salza, si accostò amichevolmente all'Imperatore ( tentativo di fare da intermediario tra lo scomunicato e il Papa ).

Quando il duca cristiano di Moscova si rivolse all'Impero per chiedere aiuto contro i Prussi pagani, l'Imperatore passò questo compito all'Ordine; il Papa concesse a questa crociata gli stessi privilegi concessi per le spedizioni in Terra Santa.

In una crociata durata mezzo secolo, si ottenne la sottomissione e conversione dei Prussiani, opera già tentata precedentemente, ma senza risultati; ne sorse lo Stato prussiano dell'Ordine.

Le creazioni artistiche mai più raggiunte nel suo territorio ( per esempio Merienwerder, Marienburg), ideate da artisti indigeni, testimoniano ancora oggi l'ampiezza universale delle idee che ispirarono questa istituzione ecclesiastico-cavalleresca e con le quali essa evangelizzò.

I colori dell'ordine cavalleresco erano mantello bianco con croce nera; questi divennero i colori del nuovo Paese.

d) Per opera dell'Ordine dei Porta-spada,258a che già da diverso tempo tentava di convenire i Paesi baltici, nel corso del secolo anche questo territorio si fece cristiano.

Soprattutto i Lituani si opposero tenacemente alla religione predicata dalle spade dei loro nemici.

Soltanto quando il granduca lituano Jagello sposò l'erede del regno polacco, Edvige, il Cristianesimo poté definitivamente affermarsi.

Con ciò tuttavia si esaurì anche il compito vero e proprio dell'Ordine teutonico.

Da missionari si fecero signori e oppressori stranieri, tanto più in quanto gli statuti dell'ordine vietavano l'assunzione della nobiltà locale che un po' alla volta andava formandosi.

L'Ordine pertanto crebbe quasi necessariamente in ostilità contro il Gran-regno Lituania-Polonia divenuto ora cristiano, e che gli doveva diventare fatale ( la sua sconfitta nella battaglia di Tannenberg, 1410).

La cacciata degli ordini cavallereschi dall'Oriente è in fondo una conseguenza dell'avanzata turca.

Ma anche gli ordini stessi vi hanno contribuito col rilassamento interno e non per ultimo con la reciproca gelosia in aumento durante il XIII secolo.

5. Gli effetti delle crociate sono vastissimi.

Non sono da ricercarsi soltanto, come già è stato accennato, nelle sporadiche ed effimere conquiste politiche.

Si tratta di successi indiretti, mediati e di effetti remoti.

Si rilevano soprattutto se si considera il movimento di ascesa, straordinariamente rapido in tutti i campi, nel quale l'Occidente entra dall'inizio del XII secolo.

Questo ritmo di sviluppo, straordinariamente sveltito, in confronto al primo Medioevo, è un segno storico di primaria importanza.

Evidentemente non tutti i fenomeni sovraccennati risalgono soltanto, o alla stessa maniera, alle crociate.

Il risveglio generale dell'Europa, che già abbiamo menzionato e che discuteremo poi, iniziato col primo secolo del secondo millennio, ha molte radici.

a) Nonostante molte insufficienze verificatesi nelle crociate ( dissensi, invidie, piacere d'avventura, ricerca di guadagno ) anche la vita religiosa ricevette forti impulsi.

La figura del Salvatore povero, peregrinante per la Palestina e soprattutto sofferente, assunse un colore più reale; tutta la storia della salvezza fu maggiormente sentita dall'uomo occidentale; la pietà di san Bernardo ( § 50 ) con la sua devozione alla Passione del Signore e alla Madonna, denotano i profondi influssi ricevuti; la risonanza della sua pietà in Occidente fu ampiamente condizionata dalle nuove esperienze dei popoli.

Anche il senso comunitario cristiano-religioso fu risvegliato e s'accrebbe, e quindi anche l'idea dell'evangelizzazione del mondo.

b) Più forti ancora furono gli impulsi nella vita culturale; il commercio fiorì in modo imprevisto, e sulla sua scia, in Italia, in Francia e sul Reno, assieme alla nuova ricchezza, si sviluppò la nuova cultura cittadina con la borghesia attiva e piena di aspirazioni, ciò che per la storia della Chiesa assunse un'importanza quasi inestimabile.

Le esigenze materiali, intellettuali e religiose aumentarono.

I forti impulsi filosofici provenienti dall'Oriente e giunti in Europa, attraverso la Spagna e l'Italia meridionale, furono accompagnati da un grande risveglio.

Il grande, anzi fondamentale problema di tutta l'Età Moderna comincia già qui a svilupparsi: la tendenza all'autonomia intellettuale, religiosa ed ecclesiastica, specialmente dei laici.

Inizia pure la crisi inevitabile di ogni risveglio spirituale.

Proprio questo è importante, nel senso più profondo, per la storia della Chiesa, e merita una riflessione.

Fa parte della stessa problematica il fatto che il processo di maturazione abbia cambiato fisionomia alle comunità e abbia posto nuovi compiti alla cura d'anime.

c) Non mancarono gli svantaggi di questo ( in parte troppo rapido ) sviluppo.

1) La ricchezza accese, naturalmente, il desiderio delle classi inferiori ( non di rado oppresse ) ad avere parte ad essa; sorge un nuovo problema sociale.

2) La civiltà che si era conosciuta in Oriente era superiore a quella occidentale.

E tuttavia essa non era cristiana!

Per la prima volta l'Occidente cristiano-ecclesiastico sperimento in larga misura il fatto che anche al di fuori del mondo cristiano, ecclesiastico, papale, c'erano delle forze vive e dei valori ( per esempio una grande fioritura scientifica, e in parte anche ascetica, nell'Islam del tempo: il teologo e asceta Al Ghazali 1058-1111 ).

Nonostante gli impulsi positivi che ne derivarono, ciò non era senza pericolo.

L'inclinazione all'indifferenza dogmatica, quale può riscontrarsi in Federico II ( § 54 ) o anche nella politica e nella politica ecclesiastica di Venezia, importanti inizi di una tolleranza dogmaticamente poco interessata in Sicilia, la critica sempre più crescente alla Chiesa e i germi di eresie che cominciano a sbocciare, hanno qui un importante presupposto.

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251 Le espressioni « crociata » e « crociato » sono ignote al latino dei secoli XI e XII.
In quel tempo si diceva: viaggio a Gerusalemme, pellegrinaggio al sepolcro del Signore; i « cavalieri-crociati » si chiamarono: soldati di Cristo, Gerosolimitani, popolo di Dio.
Più tardi il nome « crociata » fu usato anche per designare spedizioni armate contro gli eretici ( càtari, bussiti ).
252 Si calcola che vi abbiano partecipato circa 20-30.000 uomini, di questi un decimo erano cavalieri.
Nessun tedesco; solo lotaringi presero parte alla spedizione sotto Goffredo di Buglione.
253 Su questi fatti ci informa la relazione particolareggiata di un testimone oculare, Niccolo Chomiate.
Secondo lui i cavalieri crociati cristiani non si sarebbero affatto distinti dai pagani nel piacere dell'assassinio e della scostumatezza.
254 Cioè oltre alla sua repressione in Spagna, nel Sud-Italia e nelle città marinare.
255 Le crociate furono per esempio anche un importante movimento e migratorio e popolare.
Sia i raccolti scarsi ( dal 1095 ), che le oppressioni da parte dei signori, mossero i contadini ad andare in terra straniera.
Molti figli di famiglie nobili non primogeniti, e senza terra, videro in esse la loro unica possibilità di pervenire ad un loro proprio dominio.
Quali fattori che ebbero conseguenze storielle sono da ricordare anche il piacere d'avventura, l'aspettativa e poi l'esperienza di molte cose esotiche che agivano sulla fantasia dei popoli occidentali e in questo senso la risvegliavano.
Vanno pure menzionati i grandiosi progetti delle industriose città marinare ( Pisa, Venezia ).
256 Come talvolta ci è riferito da storici delle crociate, perfino eremiti e reclusi solitari sono usciti dal loro nascondimento per prender parte alla pia impresa.
Subito, all'inizio del movimento.
Urbano II dovette intervenire per impedire una partecipazione troppo numerosa di monaci, di vescovi e di religiosi; si diffuse allora l'idea che l'entrare nello stato monastico valesse più del viaggio a Gerusalemme.
256a Una concezione religiosamente approfondita ( con forte accentuazione dell'idea della ricompensa ) trova intensa espressione anche nelle canzoni dei crociati della fine del XII secolo.
257 Nella sua « Esaltazione della nuova schiera di combattenti » ( 1128 ).
Egli così li descrisse: sotto la protezione della fede essi sono completamente sicuri, non temendo « ne il diavolo, ne gli uomini, ne la morte », ma desiderando morire per vincere, combattendo per Dio, i nemici della croce di Cristo.
Adottarono il mantello bianco dei Cistercensi, più tardi con la croce rossa.
258 Questo è il nome che porta ancora oggi il ramo cattolico che è l'ultimo ordine cavalleresco ancora esistente.
258a Fu fundato nel 1202 come unico ordine cavalieresco destinato direttamente al Nord-Est d'Europa.
Già nel 1236 fu decimato nella battaglia sulla Saula.