Pensieri |
5. Miracoli.
Inizio.
I miracoli discernono la dottrina e la dottrina discerne i miracoli.
Ce ne sono di falsi e di veri.
Se non ci fosse un segno per riconoscerli sarebbero inutili.
Ma non sono inutili, al contrario sono il fondamento.
Dunque la regola che ci viene data non deve essere tale da distruggere la prova della verità che i veri miracoli forniscono, che è poi lo scopo principale dei miracoli.
Mosè ne ha dati due: che la predizione non si avveri, Deuteronomio, 18; e che non portino all'idolatria, Deuteronomio, 13, e Gesù Cristo una.
Se la dottrina fa da regola ai miracoli, i miracoli sono inutili per la dottrina.
Se i miracoli fanno da regola …
Obiezione alla regola.
Il discernimento dei tempi: una era la regola con Mosè, un'altra quella di oggi.
Qualsiasi religione la cui fede non adori Dio come principio di tutte le cose e che nella sua morale non ami un solo Dio come fine di tutte le cose, è falsa.
Ragioni per cui non si crede.
Gv 12,37: « Cum autem tanta signa fecisset non credebant in eum.
Ut sermo Isaae impleretur.
Excaevit, etc.
Haec dixit Isaas quando vidit gloriam ejus et locutus est de eo ».
« Judaei signa petunt et Graeci sapientiam quaerunt. Nos autem Jesum crucifixum ».
Sed plenum signis, sed plenum sapientia.
Vos autem Christum non crucifixum, et religionem sine miraculis et sine sapientia.
Ciò che non permette che si creda ai veri miracoli è la mancanza di carità.
Joh.: « Sed vos non creditis quia non estis ex ovibus ».
Ciò che fa credere a quelli falsi è la mancanza di carità.
2 Ts.
Fondamento della Religione.
Sono i miracoli.
Come?
Dio parla contro i miracoli, contro i fondamenti della fede che si trovano in Lui?
Se esiste un Dio, bisognava che la fede di Dio fosse sulla terra.
Ora, i miracoli di Gesù Cristo non sono predetti dall'anticristo, ma i miracoli dell'anticristo sono predetti da Gesù Cristo.
E così, se Gesù Cristo non fosse il Messia, avrebbe indotto in errore, ma l'anticristo non può indurre in errore.
Quando Gesù Cristo ha predetto i miracoli dell'anticristo, ha forse voluto distruggere la fede nei propri miracoli?
Non c'è alcun motivo di credere nell'anticristo che non valga per credere in Gesù Cristo, ma vi sono motivi in Gesù Cristo che non valgono per l'altro.
Mosè ha predetto Gesù Cristo e ordinato di seguirlo.
Gesù Cristo ha predetto l'anticristo e ha proibito di seguirlo.
Era impossibile che al tempo di Mosè si credesse all'anticristo che era sconosciuto, ma è facile al tempo dell'anticristo credere in Gesù Cristo, già conosciuto.
Le profezie, i miracoli stessi e le prove della nostra religione non sono di tale natura che si possa definirli assolutamente convincenti, ma sono tali che è anche impossibile dire che è irragionevole credervi.
Così vi è dell'evidenza e dell'oscurità per illuminare gli uni e oscurare gli altri, ma l'evidenza è tale da superare o almeno eguagliare l'evidenza contraria, di modo che la ragione non ci può spingere a non seguirla, ma forse solo la concupiscenza e la malvagità del cuore.
In questo modo c'è abbastanza evidenza per condannare, ma non abbastanza per convincere, perché risulti come a far seguire quelli che la seguono sia la grazia e non la ragione, e in quelli che la fuggono sia la concupiscenza a farli fuggire e non la ragione.
« Vere discipuli », « vere Israèlita », « vere liberi », « vere cibus ».
Suppongo che si creda ai miracoli.
Voi corrompete la religione o in favore dei vostri amici o contro i vostri nemici; voi ne fate quello che vi pare.
Se non ci fossero miracoli falsi, ci sarebbe certezza.
Se non ci fosse alcuna regola per discernerli, i miracoli sarebbero inutili e non ci sarebbe motivo di credervi.
Ora, umanamente non c'è certezza umana, ma ragione.
Gli Ebrei, che sono stati chiamati a domare le nazioni e i re, sono stati schiavi del peccato; mentre i cristiani, la cui vocazione era di servire ed essere sudditi, sono i figli liberi.
Giudici 13,23: « Se il Signore ci avesse voluto far morire, non ci avrebbe mostrato tutte queste cose ».
Ezechia, Sennacherib.
Geremia, Anania falso profeta muore il settimo mese.
2 Maccabei 3: il tempio pronto al saccheggio, miracolosamente soccorso.
1 Re 17: la vedova ad Elia che aveva resuscitato il figlio: « Da questo so che le tue parole sono vere ».
1 Re 18: Elia con i profeti di Baal.
Mai nella disputa sul Dio vero, sulla verità della religione, è arrivato un miracolo da parte dell'errore e non della verità.
Non è questo il paese della verità; essa erra sconosciuta tra gli uomini.
Dio l'ha coperta con un velo che inganna coloro che non intendono la sua voce; il luogo è aperto a colui che ingiuria, anche riguardo le verità più evidenti.
Se si divulgano le verità del Vangelo, vengono divulgate quelle contrarie, e si oscurano i problemi, così che il popolo non può giudicare.
E si chiede: « Cosa avete voi per farvi credere più degli altri?
Quali segni date?
Le vostre sono parole, come le nostre.
Se aveste dei miracoli, allora sì ».
È una verità che la dottrina deve essere sorretta dai miracoli, di cui si abusa per ingiuriare la dottrina.
E se i miracoli arrivano, si dice che senza la dottrina non sono sufficienti, ed è un'altra verità per ingiuriare i miracoli.
Gesù Cristo guarì l'uomo cieco dalla nascita e fece una quantità di miracoli di sabato, accecando così i farisei, i quali dicevano che bisognava giudicare i miracoli per mezzo della dottrina.
« Noi abbiamo Mosè, ma costui non sappiamo da dove viene ».
È proprio questo ad essere ammirevole, che non sapete da dove viene e tuttavia fa tali miracoli.
Gesù Cristo non parlava né contro Dio, né contro Mosè.
L'anticristo e i falsi profeti, predetti dall'uno e dall'altro Testamento, parleranno apertamente contro Dio e contro Gesù Cristo.
Chi non è contro, chi sarà nemico nascosto, a costui Dio non permetterà di fare apertamente dei miracoli.
Non accade mai che in una disputa pubblica in cui due parti si rifanno a Dio, a Gesù Cristo, alla Chiesa, i miracoli siano con i falsi cristiani, e gli altri restino senza miracoli.
« È indiavolato ».
E gli altri dicevano: « Può il diavolo aprire gli occhi ai ciechi? ».
Le prove che Gesù Cristo e gli apostoli traggono dalla Scrittura non sono dimostrative, perché essi dicono solo che Mosè ha detto che verrà un profeta, ma ciò non prova che sia lui, e il problema è tutto lì.
Questi passi servono solo a mostrare che non si è contro la Scrittura e che non c'è incompatibilità, non che c'è accordo.
Ma questo basta: esclusione dell'incompatibilità, più i miracoli.
C'è un dovere reciproco tra Dio e gli uomini.
Bisogna perdonare questa espressione: « Quod debui ».
« Accusatemi », dice Dio in Isaia.
1. Dio deve compiere le sue promesse, ecc.
Gli uomini hanno il dovere davanti a Dio di accettare la religione che invia loro.
Dio ha il dovere davanti agli uomini di non indurli in errore.
Ora, essi sarebbero indotti in errore se gli autori dei miracoli annunciassero una dottrina che non apparisse chiaramente falsa agli occhi del senso comune, e se un autore di miracoli più grande non avesse già avvertito di non credere loro.
Così, se ci fosse divisione nella Chiesa e gli ariani, per esempio, che, come i cattolici, dicevano di rifarsi alla Scrittura, avessero fatto dei miracoli, mentre i cattolici no, si sarebbe stati indotti in errore.
Perché, come un uomo che ci annuncia i segreti di Dio non è degno di essere creduto per la sua autorità privata, ed è per questo che gli empi ne dubitano, così a un uomo che, come segno del suo legame con Dio, risuscita i morti, predice l'avvenire, divide i mari, guarisce le malattie, non c'è empio che non si arrenda; e l'incredulità del Faraone e dei farisei è l'effetto di un'ostinazione soprannaturale.
Quando dunque si vedono i miracoli e una dottrina non sospetta insieme dalla stessa parte, non c'è problema, ma quando si vedono dalla stessa parte i miracoli e una dottrina sospetta, allora bisogna vedere cosa sia più chiaro.
Gesù Cristo era sospetto.
Barjesu accecato.
La forza di Dio ha ragione dei suoi nemici.
Gli esorcisti Ebrei battuti dai diavoli dicevano: « Io conosco Gesù, e Paolo, ma voi, chi siete voi? ».
I miracoli sono per la dottrina e non la dottrina per i miracoli.
Se i miracoli sono veri, si potrà convincere della verità di ogni dottrina?
No, questo non accadrà.
« Si angelus ».
Regola.
Bisogna giudicare la dottrina dai miracoli.
Bisogna giudicare i miracoli dalla dottrina.
Tutto ciò è vero, e non c'è contraddizione.
Perché bisogna distinguere i tempi.
Vi torna comodo conoscere le regole generali, pensando con questo di seminare confusione e rendendo tutto inutile.
Ve lo s'impedirà, caro Padre, la verità è una e ferma.
È impossibile che, per volontà di Dio, un uomo che tenga nascosta la sua cattiva dottrina, fingendone una buona e protestandosi conforme a Dio e alla Chiesa, faccia dei miracoli allo scopo di insinuare subdolamente una dottrina falsa.
Non è possibile.
E ancor meno che Dio, il quale conosce i cuori, faccia dei miracoli a favore di quel tale.
Gesù Cristo dice che le Scritture gli rendono testimonianza, ma non rivela in cosa.
Nemmeno le profezie potevano provare Gesù Cristo durante la sua vita, e così non ci sarebbe stata colpa a non credere in lui prima della sua morte se non fossero bastati i miracoli, senza dottrina.
Ora, quelli che non credevano in lui mentre era in vita, peccavano e non avevano scuse, come dice egli stesso.
Era dunque necessario che ci fosse una prova a cui resistevano; ma essi non avevano la Scrittura, solo i miracoli; il che dunque, se la dottrina non è contraria, è sufficiente.
E vi si deve credere.
Contesa tra gli Ebrei come tra i cristiani oggi.
Gli uni credevano in Gesù Cristo, gli altri no, a causa delle profezie che affermavano che sarebbe nato a Betlemme.
Dovevano sincerarsi meglio se ci fosse; perché, se i miracoli erano persuasivi, dovevano accertarsi bene delle pretese contraddizioni tra la sua dottrina e la Scrittura, e quell'oscurità non li scusava, li accecava.
Così, quelli che si rifiutano di credere ai miracoli odierni per una pretesa e chimerica contraddizione, non hanno scuse.
Al popolo che credeva in lui per i suoi miracoli, i farisei dicono: « Questo popolo è maledetto, non conosce la Legge.
Ma c'è un principe o un fariseo che abbia creduto in lui, dal momento che noi sappiamo che nessun profeta viene dalla Galilea? ».
Nicodemo rispose: « Giudica forse la nostra legge un uomo prima di averlo ascoltato? ».
La nostra religione è saggia e folle, saggia in quanto è la più sapiente e la più fondata da miracoli, profezie, ecc., folle perché non vi si appartiene a causa di tutto ciò.
Tutto ciò serve a condannare coloro che la rifiutano, ma non a far credere quelli che vi appartengono.
Ciò che li fa credere è la croce: « Ne evacuata sit crux ».
Per questo san Paolo, che è venuto con saggezza e segni, dice di non essere venuto né con saggezza né con segni, perché veniva per convertire, mentre quelli che vengono solo per convincere possono dire di venire con saggezza e con segni.
C'è una bella differenza tra il non essere con Gesù Cristo e dirlo, e non essere per Gesù Cristo e fingere di esserlo.
Gli uni possono fare dei miracoli, non gli altri, perché per i primi è chiaro che sono contro la verità, non così per gli altri.
Così i miracoli sono più chiari.
È tanto evidente che bisogna amare un solo Dio, che non c'è bisogno di miracoli per provarlo.
Bella la condizione della Chiesa quando non è più sostenuta che da Dio.
Gesù Cristo ha dato prova di essere il Messia, mai appoggiandosi alla Scrittura o alle profezie, ma sempre sui miracoli.
Egli dimostra di rimettere i peccati con un miracolo.
« Non rallegratevi dei vostri miracoli », dice Gesù Cristo, « ma del fatto che i vostri nomi sono scritti nei cieli ».
« Non credono a Mosè, non crederanno a un resuscitato ».
Nicodemo mostra con i miracoli che la sua dottrina viene da Dio: « Scimus quia venisti a Deo magister, nemo enim potest facere quae tu facis nisi Deus fuerit cum illo ».
Egli non giudica i miracoli dalla dottrina, ma la dottrina dai miracoli.
Gli Ebrei avevano una dottrina da Dio come noi l'abbiamo da Gesù Cristo.
E confermata dai miracoli.
Con la proibizione di credere a quelli che facevano miracoli.
Con l'ordine di ricorrere ai sommi sacerdoti e di attenersi a loro.
Di modo che, tutti i motivi che noi abbiamo per rifiutare di credere a chi fa miracoli, li avevano anche loro riguardo ai profeti.
E tuttavia essi erano in grave colpa per aver rifiutato i profeti, a causa dei loro miracoli.
E Gesù Cristo.
E non sarebbero stati colpevoli se non avessero visto i miracoli: « Nisi fecissem, peccatum non haberent ».
Dunque tutta la fede si fonda sui miracoli.
La profezia non viene chiamata miracolo, come san Giovanni parla del primo miracolo di Cana, e poi di ciò che Gesù Cristo dice alla Samaritana, che gli svela tutta la sua vita nascosta, e poi guarisce il figlio di un signore.
E san Giovanni lo chiama secondo segno.
Mostrando la verità la si fa credere, ma mostrando l'ingiustizia dei maestri non la si corregge; mostrando la falsità si rassicura la coscienza, ma mostrando l'ingiustizia non si rassicura la borsa.
I miracoli e la verità sono necessari perché bisogna convincere tutto l'uomo, corpo e anima.
La carità non è un precetto figurativo.
È orribile affermare che Gesù Cristo, che è venuto a togliere le figure per instaurare la verità, sia venuto solo per instaurare la figura della carità togliendo la realtà che c'era precedentemente.
« Se la luce è tenebra, cosa saranno le tenebre? ».
C'è una grande differenza tra tentare e indurre in errore.
Dio tenta, ma non induce in errore.
Tentare significa procurare tali occasioni che, senza alcuna imposizione, se non si ama Dio, si farà una certa cosa.
Indurre in errore significa mettere l'uomo nella necessità di adeguarsi e assecondare qualcosa di falso.
« Si tu es Christus, dic nobis ».
« Opera quae ego facio in nomine patris mei, haec testimonium perhibent de me; sed vos non creditis, quia non estis ex ovibus meis: oves meae vocem meam audiunt ».
Gv 6,30: « Quod ergo tu facis signum, ut videamus et credamus tibi ».
Non dicunt: quam doctrinam praedicas.
« Nemo potest facere signa quae tu facis, nisi Deus fuerit cum illo ».
2 Maccabei 14,15: « Deus qui signis evidentibus suam portionem protegit ».
« Volumus signum videre de caelo, tentantes eum ».
« Generatio prava signum quaerit, et non dabitur ».
« Et ingemiscens alt: quid generatio ipsa signum quaerit? ».
Essa chiedeva un segno con un'intenzione cattiva.
« Et non poterat facere ».
E tuttavia promette loro il segno di Giona, della sua resurrezione, quello grande e incomparabile.
« Nisi videritis signa, non creditis ».
Non li rimprovera per il fatto che non credono se non ci sono miracoli, ma perché non credono se non ne sono stati spettatori.
L'anticristo.
« In signis mendacibus », dice san Paolo, 2 Tessalonicesi 2.
« Secundum operationem Satanae.
In seductione iis qui pereunt eo quod charitatem veritatis non receperunt ut salvi fierent.
Ideo mittet illis Deus operationes erroris ut credant mendacio ».
Come nel passo di Mosè: « Tentat enim vos Deus utrum diligatis eum ».
« Ecce praedixi vobis. Vos ergo videte ».
Nel Vecchio Testamento, quando vi si distoglierà da Dio; nel Nuovo, quando vi si distoglierà da Gesù Cristo.
Ecco le circostanze in cui bisogna escludere dalla fede i miracoli segnati; non si deve escluderne altri.
Ne segue forse che essi avevano diritto di escludere tutti i profeti che sono venuti tra loro? No.
Avrebbero peccato non escludendo quelli che negavano Dio, e avrebbero peccato escludendo quelli che non negavano Dio.
Appena si vede un miracolo bisogna, o sottomettersi o avere segni particolari del contrario.
Bisogna vedere se negano Dio, o Gesù Cristo, o la Chiesa.
Rimproverare Mitton perché non si smuoverà quando Dio lo rimprovererà.
« Se non credete in me, credete almeno ai miracoli ».
Rimanda a loro come al più forte.
Era stato detto agli Ebrei come ai cristiani di non credere sempre ai profeti; tuttavia i farisei e gli scribi danno molto peso ai suoi miracoli, e cercano di mostrare che sono falsi o fatti per mezzo del diavolo, perché se riconoscessero che vengono da Dio dovrebbero arrendersi.
Noi oggi non siamo costretti a fare questa distinzione.
E tuttavia è molto facile.
Quelli che non negano né Dio né Gesù Cristo non fanno miracoli che non siano sicuri.
« Nemo facit virtutem in nomine meo et cito possit de me male loqui ».
Ma noi non dobbiamo fare questa distinzione.
Ecco una reliquia sacra, ecco una spina dalla corona del salvatore del mondo, su cui il principe di questo mondo non ha potere, che fa miracoli in forza di quel sangue sparso per noi.
Ecco che Dio stesso sceglie questa casa per farvi risplendere la propria potenza.
Non sono uomini che fanno questi miracoli a causa di una virtù dubbia e sconosciuta che ci obblighi a una difficile distinzione.
È Dio stesso, è lo strumento della Passione del suo unico Figlio che, essendo in molti luoghi, sceglie questo e fa venire da ogni parte gli uomini perché, nella loro afflizione, vi ricevano questi sollievi miracolosi.
Gv 6,26: « Non quia vidistis signum, sed quia saturati estis ».
Quelli che seguono Gesù Cristo per i suoi miracoli rendono onore al suo potere che produce quei miracoli.
Ma quelli che, mostrando di seguirlo per i suoi miracoli, in effetti lo seguono solo perché li consola e li soddisfa con i beni di questo mondo, disonorano i suoi miracoli quando sono in contrasto con i loro interessi.
Giovanni 9: « Non est hic homo a Deo, quia sabbatum non custodit.
Alii: quomodo potest homo peccator haec signa facere? ».
Qual è più chiaro?
« Questa casa è di Dio, perché vi compie strani miracoli ».
Altri: « Questa casa non è di Dio, perché non vi si crede che le cinque proposizioni siano in Giansenio ».
Quale è più chiaro?
« Tu quid dicis? Dico: quia propheta est.
Nisi esset hic a Deo, non poterat facere quidquam ».
Contestazioni.
Abele, Caino.
Mosè, maghi.
Elia, falsi profeti.
Geremia, Anania.
Michea, falsi profeti.
Gesù Cristo, farisei.
San Paolo, Barjesu.
Apostoli, esorcisti.
I cristiani e gli infedeli.
I cattolici, gli eretici.
Elia, Enoch, Anticristo.
Nei miracoli il vero prevale sempre.
Le due croci.
Geremia 23,32: i miracoli dei falsi profeti; nel testo ebraico e in Vatable ci sono delle leggerezze.
Miracolo non significa sempre miracolo.
1 Re 14,15: miracolo significa timore e così in ebraico.
Anche in Giobbe manifestamente, 33,7; e ancora in Isaia 21,4; Geremia 44,22.
Portentum significa simulacrum, Geremia 50,38, e così anche nel testo ebraico e in Vatable.
Isaia 8,18: Gesù Cristo dice che lui e i suoi si riconosceranno dai miracoli.
La Chiesa ha tre tipi di nemici: gli Ebrei, che non sono mai appartenuti al suo corpo; gli eretici, che se ne sono allontanati; e i cattivi cristiani che la straziano all'interno.
Questi tre diversi tipi di avversari solitamente la combattono in modo diverso, ma qui la combattono allo stesso modo.
Essendo tutti privi di miracoli, mentre la Chiesa ha sempre disposto contro di loro i suoi miracoli, hanno avuto tutti lo stesso interesse a eluderli.
E tutti si sono serviti della scappatoia secondo la quale non bisogna giudicare la dottrina dai miracoli, ma i miracoli dalla dottrina.
C'erano due partiti tra quelli che ascoltavano Gesù Cristo, gli uni che seguivano la sua dottrina per via dei suoi miracoli, gli altri che dicevano …
C'erano due partiti al tempo di Calvino.
Ora ci sono i Gesuiti, ecc.
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