Summa Teologica - I |
1 Sent., d. 8, q.1, a. 2; 1 Cont. Gent., cc. 17, 26, 27; 3, c. 51; De Pot., q. 6, a. 6; De Verit., q. 21, a. 4
Pare che Dio entri in composizione con gli altri esseri.
1. Dice Dionigi [ De cael. hier. 4,1 ]: « La deità, che è sopra l'essere, è l'essere di tutte le cose ».
Ma l'essere di tutte le cose entra nella composizione di ciascuna.
Quindi Dio viene in composizione con gli altri esseri.
2. Dio è forma, asserendo S. Agostino [ Serm. 117.2.3 ] che « il Verbo di Dio ( che è Dio ) è una certa forma non formata ».
Ma la forma è parte del composto.
Quindi Dio è parte di qualche composto.
3. Le cose che esistono e in nulla differiscono, sono un'identica realtà.
Ora, Dio e la materia prima esistono e non differiscono in alcun modo.
Quindi si identificano totalmente.
Ma la materia prima entra nella composizione delle cose.
Quindi anche Dio.
Prova della minore: tutte le cose che differiscono, differiscono per qualche differenza, e perciò è necessario che siano composte; ma Dio e la materia prima sono del tutto semplici: quindi non differiscono in alcun modo.
Dice Dionigi [ De div. nom. 2,5 ] che « non vi è né contatto con lui, ( cioè con Dio ), né qualsiasi altra comunanza con parti da mescolare insieme ».
Inoltre nel libro De Causis [ 19 ] si dice: « La causa prima governa tutte le cose, ma non si mescola con esse ».
Su questo punto si sono avuti tre errori.
Alcuni, come riferisce S. Agostino [ De civ. Dei 7,6 ], affermarono che Dio è l'anima del mondo; e a ciò si riduce l'errore di altri, i quali dissero che Dio è l'anima del primo cielo.
Altri hanno invece affermato che Dio è il principio formale di tutte le cose.
Tale, si dice, fu l'opinione dei discepoli di Almarico.
Il terzo errore invece è quello di Davide di Dinant, il quale stoltissimamente affermò che Dio è la materia prima.
Ora, tutto ciò contiene una falsità manifesta e non è possibile che Dio entri in qualche modo nella composizione di cosa alcuna né come principio formale, né come principio materiale.
Innanzitutto perché già dicemmo [ q. 2, a. 3 ] che Dio è la prima causa efficiente.
Ora, la causa efficiente non [ può mai ] coincidere con la forma dell'effetto numericamente, ma solo specificamente: infatti un uomo genera [ non se stesso, ma ] un altro uomo.
La materia poi non coincide con la causa efficiente né numericamente né specificamente, poiché quella è in potenza, questa invece è in atto.
In secondo luogo perché, essendo Dio la prima causa efficiente, l'agire gli appartiene primariamente e di per sé.
Ora, ciò che viene in composizione con qualcosa non è agente di per sé e come causa principale, poiché tale è piuttosto il composto: non è infatti la mano che opera, ma l'uomo mediante la mano, e chi riscalda è il fuoco mediante il calore.
Quindi Dio non può essere parte di un composto.
In terzo luogo perché nessuna parte di un composto può essere in modo assoluto la prima realtà fra gli esseri, neppure la materia e la forma, che pure sono le prime parti del composto.
Infatti la materia è in potenza, e la potenza, assolutamente parlando, è posteriore all'atto, come è chiaro da quanto si è detto [ a. 1 ].
La forma poi, quando è parte del composto, è una forma partecipata; ora, come il partecipante è posteriore a ciò che è per essenza, così anche lo stesso partecipato: come il fuoco [ che troviamo ] nelle cose infuocate è posteriore al fuoco per essenza.
Ora, si è già dimostrato [ q. 2, a. 3 ] che Dio è l'essere assolutamente primo.
1. Si dice che la divinità è l'essere di tutte le cose come causa efficiente ed esemplare, non già per la sua essenza [ come se fosse causa materiale o formale delle cose ].
2. Il Verbo è la forma esemplare, non la forma che fa parte del composto.
3. Le realtà semplici non differiscono tra di loro per altre differenze: ciò è infatti proprio dei composti.
Infatti l'uomo e il cavallo [ che sono composti ] differiscono per le differenze di razionale e di irrazionale; ma queste differenze non differiscono alla loro volta per altre differenze.
Quindi, a rigore di termini, più che differenti debbono dirsi diverse: infatti, secondo Aristotele [ Met. 10,3 ], diverso dice disuguaglianza assoluta, mentre ciò che è differente differisce soltanto per qualcosa.
Se quindi si vuole far forza sulla parola, la materia prima e Dio non differiscono, ma sono realtà del tutto diverse.
Quindi non segue che siano la stessa cosa.
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