Summa Teologica - I |
In 1 Sent., d. 38, q. 1, a. 3; d. 41, q. 1, a. 5; C. G., I, cc. 58, 59; De Verit., q. 2, a. 7
Pare che Dio non conosca i giudizi e le proposizioni.
1. Conoscere i giudizi e le proposizioni è proprio della nostra intelligenza, la quale procede per via di divisione e di composizione [ negando o affermando ].
Ma nell'intelletto divino non vi è composizione alcuna.
Quindi Dio non conosce i giudizi e le proposizioni.
2. Ogni conoscenza avviene mediante un'immagine mentale.
Ma in Dio, che è semplice, non vi è alcuna rappresentazione dei giudizi e delle proposizioni.
Quindi Dio non conosce tali giudizi o proposizioni.
È scritto nei Salmi [ Sal 94,11 ]: « Il Signore conosce i pensieri dell'uomo ».
Ma le proposizioni sono incluse nei pensieri umani.
Quindi Dio conosce tali proposizioni.
Siccome formare giudizi e proposizioni è in potere della nostra mente, e Dio conosce tutto ciò che è in potere suo e delle creature, come è stato dimostrato [ a. 9 ], ne viene per necessità che Dio conosce tutte le proposizioni che si possono formare.
Ma come Dio conosce le realtà materiali in modo immateriale, e i composti in modo semplice, così conosce i giudizi non sotto forma di proposizioni, quasi che nella sua mente vi sia unione o divisione di concetti, ma conosce tutte le cose attraverso una semplice intuizione, penetrando l'essenza di ciascuna.
È come se nel comprendere che cosa è l'uomo intendessimo tutte le cose che si possono dire dell'uomo.
Il che però non accade per il nostro intelletto, il quale procede da una cosa a un'altra, poiché la forma intelligibile rappresenta un dato oggetto in maniera tale che non può rappresentarne un altro.
Quindi, comprendendo che cosa è l'uomo, non ne viene che ne conosciamo anche tutte le proprietà, ma le conosciamo successivamente, una per una.
Ed è per questo che, dopo aver conosciuto le cose separatamente, le dobbiamo ridurre all'unità per via di composizione o di divisione, formando la proposizione e il giudizio.
La forma intelligibile dell'intelletto di Dio invece, cioè la sua essenza, basta a manifestargli tutte le cose.
Conoscendo quindi la propria essenza, Dio conosce l'essenza di tutte le cose, e tutte le loro proprietà.
1. Il ragionamento varrebbe se Dio conoscesse le proposizioni sotto forma di proposizioni.
2. L'affermazione contenuta in un giudizio esprime un certo modo di essere dell'oggetto: e così Dio, mediante il suo essere, che è la sua stessa essenza, è la similitudine di tutte le cose che si possono esprimere mediante i giudizi e le proposizioni.
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