Summa Teologica - I |
II-II, q. 30, a. 4; In 4 Sent., d. 46, q. 2, a. 1, sol. 1; C. G., I, c. 91; In Ps. 24
Pare che la misericordia non si addica a Dio.
1. La misericordia è una specie di tristezza, come dice il Damasceno [ De fide orth. 2,14 ].
Ma in Dio non c'è tristezza.
Quindi la misericordia non si addice a Dio.
2. La misericordia è un rilassamento della giustizia.
Ma Dio non può tralasciare ciò che appartiene alla sua giustizia.
Scrive infatti l'Apostolo [ 2 Tm 2,13 ]: « Se noi manchiamo di fede, egli però rimane fedele, perché non può rinnegare se stesso »; ma rinnegherebbe se stesso, come osserva la Glossa [ interlin. ], se smentisse le sue parole.
Quindi la misericordia non si addice a Dio.
Nei Salmi [ Sal 111,4 ] sta scritto: « Paziente e misericordioso è il Signore ».
La misericordia va attribuita a Dio in modo principalissimo: non per quanto ha di sentimento o passione, ma per gli effetti [ che produce ].
A analisi di ciò si osservi che misericordioso si dice colui che ha in certo qual modo un cuore misero, nel senso che alla vista delle altrui miserie è preso da tristezza come se si trattasse della sua propria miseria.
E da ciò proviene che egli si adoperi a rimuovere la miseria altrui come la sua propria miseria.
E questo è l'effetto della misericordia.
Rattristarsi dunque della miseria altrui non si addice a Dio; però gli conviene in grado sommo il liberare dalla miseria, intendendo per miseria qualsiasi difetto.
Ora, i difetti non vengono tolti se non con qualche perfezione di bene: ma la prima fonte di ogni bontà è Dio, come sopra [ q. 6, a. 4 ] si è dimostrato.
Bisogna però considerare che comunicare le perfezioni alle cose appartiene e alla bontà, e alla giustizia, e alla liberalità, e alla misericordia di Dio; ma per ragioni diverse.
Il fatto di comunicare le perfezioni, considerato in modo assoluto, appartiene infatti alla bontà, come sopra si è dimostrato [ q. 6, aa. 1, 4 ].
Se però si vuole sottolineare che Dio comunica alle cose delle perfezioni ad esse proporzionate, allora appartiene alla giustizia, come si è detto [ a. 1 ].
E se si vuole mettere in evidenza che egli concede delle perfezioni alle cose non per proprio vantaggio, ma unicamente perché spinto dalla sua bontà, allora abbiamo la liberalità.
Se infine consideriamo che le perfezioni concesse da Dio eliminano delle deficienze, abbiamo la misericordia.
1. L'obiezione considera la misericordia [ soltanto ] come sentimento o passione.
2. Quando Dio opera con misericordia non agisce contro la sua giustizia, ma compie qualcosa oltre i limiti della giustizia; precisamente come se a un tale a cui sono dovuti cento denari uno desse del suo duecento denari: costui non agirebbe contro la giustizia, ma agirebbe con liberalità o con misericordia.
E così pure se uno perdonasse un'offesa commessa contro di lui.
Infatti chi perdona, in qualche maniera dà: per cui l'Apostolo [ Ef 4,32 ] chiama il perdono una donazione: « Donatevi a vicenda, come anche Dio ha donato a voi in Cristo ».
Da ciò appare chiaro dunque che la misericordia non elimina la giustizia, ma è una certa quale pienezza della giustizia.
Per cui S. Giacomo [ Gc 2,13Vg ] dice che « la misericordia esalta il giudizio ».
Indice |