Summa Teologica - I |
In 1 Sent., d. 11, q. 1, a. 1; C. G., IV, cc. 24, 25; De Pot., q. 10, aa. 4, 5; C. err. Graec., p. 2, cc. 27-32; Comp. Theol., c. 49; De rat. fidei, c. 4; In Ioan., c. 15, lect. 6; c. 16, lect. 4
Pare che lo Spirito Santo non proceda dal Figlio.
1. Secondo Dionigi [ De div. nom. 1 ] « non si deve aver l'ardire di affermare qualcosa della supersostanziale divinità oltre a ciò che ne è detto nella Sacra Scrittura ».
Ora, questa non dice che lo Spirito Santo procede dal Figlio, ma solo dal Padre, come appare da quel testo [ Gv 15,26 ]: « lo Spirito di verità che procede dal Padre ».
Quindi lo Spirito Santo non procede dal Figlio.
2. Nel Simbolo del Concilio ecumenico di Costantinopoli si legge: « Crediamo nello Spirito Santo, che è Signore e dà la vita, e procede dal Padre, e con il Padre e il Figlio è adorato e glorificato ».
Non si doveva dunque in alcun modo aggiungere nel nostro Simbolo che lo Spirito Santo procede anche dal Figlio: anzi, parrebbero degni di scomunica coloro che fecero tale aggiunta.
3. Dice il Damasceno [ De fide orth. 1,8 ]: « Affermiamo che lo Spirito Santo è dal Padre e lo diciamo Spirito del Padre; non affermiamo invece che lo Spirito Santo è dal Figlio, sebbene lo diciamo Spirito del Figlio ».
Quindi lo Spirito Santo non procede dal Figlio.
4. Una cosa non procede dal soggetto in cui riposa.
Ma lo Spirito Santo riposa nel Figlio.
È detto infatti nella Leggenda di S. Andrea [ inizio ]: « Pace a voi, e a tutti quelli che credono nell'unico Dio Padre e nell'unico suo Figlio, il solo Signore nostro Gesù Cristo, e nell'unico Spirito Santo che procede dal Padre e rimane nel Figlio ».
Quindi lo Spirito Santo non procede dal Figlio.
5. Il Figlio procede come verbo [ o parola ].
Ma noi vediamo che il nostro spirito [ o fiato ] non procede dalla nostra parola.
Quindi neppure lo Spirito Santo procede dal Figlio.
6. Lo Spirito Santo già procede perfettamente dal Padre.
Quindi è superfluo dire che procede dal Figlio.
7. « Nelle realtà sempiterne », come dice Aristotele [ Phys. 3,4 ], « non c'è differenza tra essere e poter essere »; specialmente poi in quelle divine.
Ma lo Spirito Santo potrebbe distinguersi ugualmente dal Figlio anche se non procedesse da lui.
Infatti S. Anselmo [ De process. Sp. Sancti 4 ] dice: « Sia il Figlio che lo Spirito Santo ricevono l'essere dal Padre, ma in due maniere diverse: poiché mentre il primo lo ha per nascita, l'altro lo ha per processione, in modo che per questo si distinguano tra loro ».
E aggiunge [ ib. ]: « Se il Figlio e lo Spirito Santo non fossero per altro distinti, per questo solo già si distinguerebbero ».
Quindi lo Spirito Santo si distingue dal Figlio anche se non procede da lui.
S. Atanasio afferma nel Simbolo: « Lo Spirito Santo è dal Padre e dal Figlio, non fatto, né creato, né generato, ma procedente ».
È necessario affermare che lo Spirito Santo procede dal Figlio.
Se infatti non procedesse [ anche ] da lui, in nessun modo si potrebbe da lui distinguere come persona.
Il che risulta evidente da quanto abbiamo già spiegato [ q. 28, a. 3; q. 30, a. 2 ].
Infatti non si può dire che le persone divine si distinguano tra loro per qualcosa di assoluto, poiché sarebbe così negata l'unità di essenza delle tre [ persone ]: infatti tutto ciò che in Dio si dice in modo assoluto appartiene all'unità dell'essenza.
Resta dunque che le persone divine si distinguano l'una dall'altra solo per le relazioni.
- Però le relazioni non possono distinguere le persone tra loro se non in quanto sono contrapposte.
E ciò è dimostrato dal fatto che, pur essendo due le relazioni attribuite al Padre, e cioè una verso il Figlio e l'altra verso lo Spirito Santo, queste, non essendo tra loro opposte, non costituiscono due persone distinte, ma appartengono all'unica persona del Padre.
Se dunque nel Figlio e nello Spirito Santo non vi fossero se non le due relazioni con cui ciascuno di essi si riferisce al Padre, tali relazioni non sarebbero tra loro opposte; come non lo sono le due con le quali il Padre si riferisce ad essi.
Come quindi la Persona del Padre è una [ nonostante le due relazioni ], così una dovrebbe essere la persona del Figlio e dello Spirito Santo, con due relazioni opposte alle due relazioni del Padre.
Ma questa conclusione è eretica, poiché distrugge la fede nella Trinità.
Quindi è necessario che il Figlio e lo Spirito Santo si riferiscano l'uno all'altro con opposte relazioni.
- Ora, in Dio non ci possono essere altre relazioni tra loro opposte se non quelle di origine, come si è già spiegato [ q. 28, a. 4 ].
Ma le opposte relazioni di origine sorgono o dal fatto che un soggetto è principio, o dal fatto che deriva da un principio.
Quindi non rimane altro che affermare o che il Figlio procede dallo Spirito Santo, cosa che nessuno ammette, oppure che lo Spirito Santo procede dal Figlio, come professiamo noi.
E ciò è consono all'indole delle due processioni.
Si è detto infatti [ q. 27, aa. 2,4; q. 28, a. 4 ] che il Figlio procede per processione intellettuale come verbo, e lo Spirito Santo per processione di volontà come amore.
Ora, è necessario che l'amore proceda dal verbo: infatti non si ama se non ciò che si conosce.
È quindi chiaro che lo Spirito Santo procede dal Figlio.
Anche l'ordine che vediamo nel creato porta alla stessa conclusione.
Infatti non avviene mai che dalla stessa causa procedano effetti molteplici senza ordine, a meno che non si tratti di cose che differiscono soltanto materialmente: come può avvenire per i vari coltelli prodotti dallo stesso artigiano e numericamente distinti senza che vi sia alcun ordine tra loro.
Nelle cose invece tra cui non c'è solo una distinzione materiale, c'è sempre un certo ordine nella molteplicità dei prodotti.
Per cui anche nell'ordine delle realtà create risplende la bellezza della sapienza divina.
Se dunque dall'unica persona del Padre ne procedono due altre, cioè il Figlio e lo Spirito Santo, ci deve essere un ordine tra loro.
E non è possibile assegnare un altro ordine diverso da quello di origine, in forza del quale uno procede dall'altro.
Se quindi non si vuole ammettere l'assurdo di una distinzione materiale [ tra le persone divine ], non si può dire che il Figlio e lo Spirito Santo procedano dal Padre in modo tale che uno di essi non proceda anche dall'altro.
Inoltre i Greci stessi ammettono che la processione dello Spirito Santo ha un certo ordine al Figlio.
Concedono infatti che lo Spirito Santo è lo Spirito del Figlio, e che procede dal Padre per il Figlio.
Anzi, si dice che alcuni di essi concedono che sia dal Figlio, o che emani da lui; [ non ammettono] però che ne proceda.
E ciò potrebbe dipendere o da ignoranza o da caparbietà.
Infatti, se si bada bene, non è difficile vedere che la parola processione è la più vaga e indeterminata fra tutte quelle che stanno a indicare un'origine.
Infatti la usiamo per indicare qualunque origine: come diciamo che la linea procede dal punto, il raggio dal sole, il ruscello dalla fonte, e così in qualsiasi altro caso.
Quindi, [ se si ammette ] qualche altra parola che significhi origine, si può anche concludere che lo Spirito Santo procede dal figlio.
1. Non si deve attribuire a Dio cosa alcuna che non sia contenuta nella Scrittura o espressamente con le parole o per il senso.
Ora, quantunque nella Scrittura non si trovi affermato esplicitamente che lo Spirito Santo procede dal Figlio, tuttavia lo si trova affermato quanto al senso; specialmente là dove il Figlio, parlando dello Spirito Santo, dice [ Gv 16,14 ]: « Egli mi glorificherà, perché prenderà del mio e ve lo annunzierà ».
- Si deve poi tenere per regola che quanto nella Scrittura viene detto del Padre, pur con l'aggiunta di un termine esclusivo, va inteso anche del Figlio, a meno che non si tratti di cose che distinguono il Padre e il Figlio mediante le opposte relazioni.
Quando infatti il Signore dice [ Mt 11,27 ]: « Nessuno conosce il Figlio, se non il Padre », non esclude che egli conosca se stesso.
Allo stesso modo dunque, quando si dice che lo Spirito Santo procede dal Padre, anche se vi fosse aggiunto che procede dal solo Padre, con ciò non sarebbe escluso il Figlio: poiché il Padre e il Figlio non si oppongono tra loro nell'essere principio dello Spirito Santo, ma solo nell'essere uno Padre e l'altro Figlio.
2. In ogni concilio fu compilata una professione di fede che prendeva di mira l'errore condannato in quel concilio.
Per cui il concilio seguente non compilava un Simbolo diverso dal primo, ma soltanto con qualche aggiunta spiegava, contro le nuove eresie, ciò che implicitamente era contenuto nel Simbolo precedente.
Infatti nelle determinazioni del concilio di Calcedonia [ Act. 5 ] si legge che [ i Padri ] che parteciparono al concilio di Costantinopoli insegnarono la dottrina riguardante lo Spirito Santo « non aggiungendo qualcosa che mancasse ai [ Padri ] più antichi ( che presero parte a quello di Nicea ), ma spiegando il pensiero di questi contro gli eretici ».
Poiché dunque al tempo degli antichi concili non era ancora sorto l'errore di coloro che dicevano che lo Spirito Santo non procede dal Figlio, non fu necessario mettere ciò esplicitamente [ nel simbolo ].
Ma in seguito, sorto quell'errore, in un concilio tenuto in Occidente ciò vi fu inserito esplicitamente per autorità del Romano Pontefice, con l'autorità del quale anche gli antichi concili venivano convocati e confermati.
- Tuttavia [ questa aggiunta ] era già implicita nell'affermazione che lo Spirito Santo procede dal Padre.
3. I primi ad affermare che lo Spirito Santo non procede dal Figlio furono i Nestoriani, come si può vedere da un loro simbolo condannato nel Concilio di Efeso [ Act. 6 ].
E tale errore fu poi seguìto dal nestoriano Teodoreto [ Ep. 171 Ad Io. Ant. Episc. ], e da parecchi altri dopo di lui, fra i quali ci fu anche il Damasceno.
Quindi in questo caso non si può seguire la sua sentenza.
- Quantunque alcuni sostengano che il Damasceno, come non afferma che lo Spirito Santo procede dal Figlio, così, neppure lo nega, stando alle parole riferite [ nell'ob. ].
4. Dicendo che lo Spirito Santo riposa o rimane nel Figlio non si esclude che proceda da lui, dato che anche del Figlio si dice che rimane nel Padre, quantunque da lui proceda.
- Si può anche dire che lo Spirito Santo riposa nel Figlio perché l'amore di chi ama [ cioè del Padre ] riposa in lui [ Figlio ] quale oggetto amato; oppure si ha di mira la natura umana di Cristo, secondo quelle parole [ Gv 1,33 ]: « L'uomo sul quale vedrai scendere e rimanere lo Spirito è colui che battezza [ in Spirito Santo ] ».
5. In Dio il termine Verbo viene preso per una certa somiglianza non già col verbo orale [ o parola ], da cui lo spirito [ il fiato, il respiro ] non procede, perché allora sarebbe verbo soltanto in senso metaforico, ma per una somiglianza con quello mentale da cui procede l'amore.
6. La perfetta processione dello Spirito Santo dal Padre non solo non rende superflua quella dal Figlio, ma la include necessariamente.
Essendo infatti identica la virtù del Padre e del Figlio, tutto ciò che proviene dal Padre proviene anche dal Figlio, a meno che ciò non ripugni alla sua condizione propria di Figlio.
Il Figlio infatti non procede da se stesso, sebbene proceda dal Padre.
7. Lo Spirito Santo si distingue personalmente dal Figlio perché l'origine dell'uno è diversa da quella dell'altro.
Ma la differenza delle due origini sta in questo, che il Figlio procede solo dal Padre, mentre lo Spirito Santo procede dal Padre e dal Figlio.
Diversamente infatti le processioni non si distinguerebbero, come si è dimostrato [ nel corpo ].
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