Summa Teologica - I

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Articolo 1 - Se in Dio le relazioni e le persone siano la stessa cosa

In 1 Sent., d. 26, q. 2, a. 1; d. 33, q. 1, a. 2; Comp. Theol., c. 67

Pare che in Dio le relazioni e le persone non siano la stessa cosa.

Infatti:

1. Quando due cose sono identiche, moltiplicata l'una viene moltiplicata anche l'altra.

Ora invece capita che nella stessa persona divina vi siano più relazioni: nella persona del Padre, p. es., c'è la paternità e la spirazione; oppure avviene che un'unica relazione si trovi in due diverse persone, come la comune spirazione si trova nel Padre e nel Figlio.

Quindi la relazione non può identificarsi con la persona.

2. Al dire del Filosofo [ Phys. 4,3 ] nessuna cosa può essere in se stessa.

Ma le relazioni sono nelle persone.

E non si può dire che ciò avvenga in forza dell'identità: perché allora sarebbero anche nell'essenza.

Quindi le relazioni o proprietà in Dio non si identificano con le persone.

3. Trattandosi di cose identiche, ciò che si predica di una si può predicare anche dell'altra.

Ma non tutto ciò che si dice delle persone può dirsi delle proprietà.

Diciamo infatti che il Padre genera, ma non diciamo che la paternità è generante.

Perciò in Dio le proprietà non si identificano con le persone.

In contrario:

Come fa osservare Boezio [ De hebdom. 7 ], in Dio non differiscono il quod est [ il soggetto ] e il quo est [ la forma ].

Ora, il Padre è Padre in forza della [ forma ] della paternità.

Quindi il Padre si identifica con la paternità.

E per lo stesso motivo anche le altre relazioni si identificano con le persone corrispondenti.

Dimostrazione:

Su questo argomento vi furono diverse opinioni.

Alcuni dissero che le proprietà non sono le persone e neppure si trovano nelle persone.

E furono a ciò indotti dal modo di significare proprio delle relazioni, le quali esprimono il loro significato non come qualcosa di inerente a un soggetto, ma come qualcosa che si riferisce a un termine.

Per cui, come si è visto [ q. 28, a. 2 ], le dissero assistenti [ o contigue ].

- Ora invece le relazioni si identificano necessariamente con le persone: poiché le relazioni reali sono la stessa essenza divina, la quale a sua volta si identifica con le persone, come si è già spiegato [ q. 39, a. 1 ].

Altri dunque, badando a questa identità, dissero che le proprietà corrispondono indubbiamente alle persone, però non sarebbero nelle persone: poiché, come si è visto [ q. 32, a. 2 ], essi non ammettevano le proprietà in Dio se non come nostri modi di dire.

- Ora invece è necessario ammettere le proprietà in Dio, come si è già detto [ q. 32, a. 2 ].

Proprietà che in astratto si indicano come certe forme delle persone.

Ma le forme si trovano nel soggetto di cui sono forme: quindi si deve dire che le proprietà sono nelle persone, e ciò nondimeno sono le persone: allo stesso modo in cui diciamo che l'essenza divina è in Dio, eppure è Dio medesimo.

Analisi delle obiezioni:

1. Le persone e le proprietà sono in realtà la stessa cosa, ma differiscono concettualmente: quindi non ne segue che moltiplicando le une si moltiplichino anche le altre.

- Si deve però badare che, data la semplicità divina, c'è in Dio una doppia identità reale rispetto a quelle cose che nelle creature differiscono realmente.

Dato infatti che la semplicità divina esclude la composizione di forma e materia, ne segue che in Dio l'astratto è identico al concreto: p. es. la divinità è Dio.

In quanto poi la semplicità divina esclude la composizione di soggetto e di accidenti, ne segue che qualsiasi attributo di Dio è la sua essenza: quindi la sapienza e la potenza, in Dio, sono la stessa cosa, essendo tutte e due nell'essenza divina.

E secondo queste due specie di identificazione le proprietà in Dio si identificano con le persone.

Infatti le proprietà personali si identificano con le persone per lo stesso motivo per cui l'astratto si identifica con il concreto.

Sono infatti le stesse persone sussistenti: la paternità è il Padre, la filiazione il Figlio, la spirazione lo Spirito Santo.

Invece le proprietà non personali si identificano con le persone secondo l'altro modo di identificazione, in forza della quale tutto ciò che viene attribuito a Dio è la sua stessa essenza.

E in tal modo la spirazione comune è tutt'uno con la persona del Padre e con la persona del Figlio: non perché sia una persona per sé sussistente ma perché, secondo quanto si è detto [ q. 30, a. 2 ], come unica è l'essenza delle due persone, così unica è la proprietà.

2. Si dice che le proprietà sono nell'essenza perché si identificano con essa.

Si dice invece che sono nelle persone non soltanto perché si identificano realmente con esse, ma anche per il loro significato particolare di forme esistenti in un soggetto.

E così le proprietà determinano e distinguono le persone, ma non l'essenza.

3. I participi e i verbi nozionali significano gli atti nozionali.

Ma gli atti appartengono ai suppositi, mentre le proprietà non hanno il significato di suppositi, ma di forme dei suppositi.

Quindi il loro significato particolare impedisce che i participi e i verbi nozionali vengano attribuiti alle proprietà.

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