Summa Teologica - I

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Articolo 7 - Se sia necessario che nelle creature si trovi un vestigio della Trinità

Infra, q. 93, a. 6; In 1 Sent., d. 3, q. 2, a. 2; C. G., IV, c. 26; De Pot., q. 9, a. 9

Pare non necessario che nelle creature si trovi un vestigio della Trinità.

Infatti:

1. Una cosa attraverso le sue vestigia può divenire oggetto d'indagine.

Ma la Trinità delle Persone non può essere oggetto d'indagine a partire dalle creature, come si è osservato sopra [ q. 32, a. 1 ].

Quindi nelle creature non c'è un vestigio della Trinità.

2. Tutto ciò che si trova nelle creature è una realtà creata.

Se dunque il vestigio della Trinità si trova nelle creature per certe proprietà delle medesime, e se tutte le realtà create hanno un tale vestigio, ne segue necessariamente che si trova un vestigio della Trinità anche in ciascuna di quelle proprietà: ma così si andrebbe all'infinito.

3. L'effetto non rappresenta se non la propria causa.

Ora, la causalità sul creato non è dovuta alle relazioni che distinguono numericamente le Persone, ma alla natura comune.

Quindi nelle creature non si trova un vestigio della Trinità.

In contrario:

« Nelle creature », dice S. Agostino [ De Trin. 6,10.11 ], « appare un vestigio della Trinità ».

Dimostrazione:

Gli effetti assomigliano tutti in qualche modo alla loro causa, ma in gradi diversi.

Infatti alcuni effetti stanno a rappresentare soltanto l'efficacia della causa, ma non la sua forma, come il fumo rappresenta il fuoco; e si dice che una tale maniera di rappresentare è un vestigio perché il vestigio, o traccia, serve a mostrare il percorso di un viandante, ma non a far conoscere chi egli sia.

Altri effetti invece assomigliano alla causa per una somiglianza di forma, come il fuoco prodotto al fuoco che lo produce, e la statua di Mercurio a Mercurio stesso: e questa somiglianza è chiamata immagine.

Ora, le processioni delle Persone si presentano quali atti dell'intelletto e della volontà, come si disse [ q. 27 ]: infatti il Figlio procede come Verbo dell'intelletto divino, e lo Spirito Santo come Amore della volontà.

Quindi nelle creature razionali, in cui si trovano la volontà e l'intelligenza, si ha una rappresentazione della Trinità a modo di immagine, in quanto si riscontra in esse un verbo mentale e un amore che ne deriva.

Invece troviamo in tutte le creature la rappresentazione della Trinità a modo di vestigio, in quanto si trovano in ogni creatura degli aspetti che è necessario attribuire, come alla loro causa, alle Persone divine.

Infatti ogni creatura sussiste nel proprio essere, ha inoltre una forma che ne determina la specie, e infine ha un ordine verso qualcos'altro.

Allora diciamo che in quanto essa è una sostanza creata rappresenta la causa o principio: e così indica la Persona del Padre, che è il principio senza principio.

In quanto invece ha una data forma o specie rappresenta il Verbo, poiché la forma dell'opera d'arte deriva dal verbo mentale dell'artista.

Infine in quanto la creatura dice ordine o tendenza offre una somiglianza con lo Spirito Santo, che è Amore: infatti l'ordine o attitudine di una creatura verso qualcos'altro deriva dalla volontà del Creatore.

Per questo S. Agostino [ De Trin. 6,10.11 ] afferma che in ogni creatura si trova un vestigio della Trinità: e perché essa « è qualcosa », e perché « è costituita in una specie », e perché « conserva un certo ordine ».

- E a queste tre cose si riducono quei tre elementi elencati nel libro della Sapienza: numero, peso e misura [ Sap 11,20 ].

Infatti la misura corrisponde alla sostanza delle cose delimitata dai princìpi delle medesime, il numero alla specie, il peso all'ordine.

- E si riducono a ciò anche gli altri tre termini agostiniani [ De nat. boni 3 ]: il modo, la specie e l'ordine.

- E lo stesso si dica dell'altra distinzione agostiniana [ cf. Lib. LXXXIII quaest. 18 ] tra ciò che costituisce, ciò che distingue e ciò che conviene: poiché ogni cosa rimane costituita in forza della propria sostanza, viene distinta per mezzo della forma, dice convenienza mediante l'ordine.

- E a queste si possono facilmente riportare tutte le altre espressioni del genere.

Analisi delle obiezioni:

1. La somiglianza caratteristica del vestigio si fonda direttamente sugli attributi appropriati [ alle diverse Persone ], e in tal modo possiamo risalire alla Trinità delle Persone divine, come si è spiegato [ nel corpo ].

2. Le creature sono propriamente le realtà sussistenti, nelle quali si possono riscontrare le tre perfezioni che abbiamo indicato.

Ma non ne segue di necessità che in ogni elemento esistente in esse ci siano le tre realtà suddette, bensì proprio a causa di tali elementi si attribuisce il carattere di vestigio alle realtà sussistenti.

3. Anche le processioni delle Persone sono, in qualche modo, causa e norma direttiva della creazione, come si è spiegato [ a. 6 ].

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