Summa Teologica - I |
Infra, q. 102, a. 2, ad 1; In 2 Sent., d. 6, q. 1, a. 3; Opusc. 15, De Angelis, c. 17
Pare che gli angeli non siano stati creati nel cielo empireo.
1. Gli angeli sono creature immateriali.
Ma la sostanza immateriale non dipende dal corpo nel suo essere, quindi non dipende da esso neppure nel suo divenire.
Quindi gli angeli non sono stati creati in un luogo materiale.
2. S. Agostino [ De Gen. ad litt. 3,10 ] insegna che gli angeli furono creati nella parte più alta dell'aria.
Quindi non furono creati nel cielo empireo.
3. Si chiama empireo il cielo più alto.
Se dunque gli angeli fossero stati creati nel cielo empireo non avrebbero più potuto ascendere a un cielo superiore.
Il che contrasta con quanto la Scrittura [ Is 14,13 ] pone sulla bocca dell'angelo ribelle: « Salirò in cielo ».
Strabone [ Glossa ord. ], commentando le parole: « In principio Dio creò il cielo e la terra », spiega: « Qui per cielo non si intende il firmamento visibile, bensì il cielo empireo, cioè igneo o intellettuale; il quale viene così denominato non perché arde, ma perché risplende; e perché non appena creato fu riempito di angeli ».
Come si è detto sopra [ a. 3 ], le creature corporee e quelle spirituali formano un solo universo.
Quindi le creature spirituali furono create in un certo rapporto col mondo corporeo e preposte all'universo materiale.
Era dunque conveniente che gli angeli venissero creati nel corpo più sublime, si chiami esso cielo empireo o in qualsiasi altra maniera, perché appunto essi sovrastano tutti gli esseri corporei.
Per questo, commentando le parole della Scrittura [ Dt 10,14 ]: « Ecco, al Signore tuo Dio appartengono il cieli e i cieli dei cieli », S. Isidoro [ Glossa ord. ] afferma che « il cielo supremo è quello degli angeli ».
1. Gli angeli non furono creati in un luogo materiale come creature dipendenti dal luogo nel loro essere o nel loro divenire.
Dio infatti avrebbe potuto creare gli angeli prima di ogni altra creatura corporea, come ritengono molti santi Dottori.
Furono invece creati in un luogo materiale perché fossero evidenti i loro rapporti con gli esseri corporei e la loro capacità di applicare la propria virtù ai corpi.
2. Probabilmente S. Agostino chiama parte suprema dell'aria la parte più sublime del cielo, con il quale l'aria ha una certa somiglianza per la sua sottigliezza e trasparenza.
- Oppure intende parlare non di tutti gli angeli, ma di quelli che peccarono, i quali, secondo alcuni, sarebbero appartenuti alle gerarchie più basse.
Ora, nulla impedisce di affermare che gli angeli superiori, i quali erano dotati di un potere elevato e universale su tutti i corpi, siano stati creati nella parte più alta del mondo corporeo, e che gli altri angeli invece, avendo dei poteri più limitati, siano stati creati nei corpi sottostanti.
3. Quelle parole non si riferiscono a un cielo corporeo, bensì al cielo della Trinità santa, al quale l'angelo ribelle voleva salire quando pretese di essere in qualche modo uguale a Dio, come vedremo in seguito [ q. 63, a. 3 ].
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