Summa Teologica - I

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Articolo 3 -Se Dio sia il primo oggetto conosciuto dalla mente umana

In De Trin., a. 1, a. 3

Pare che Dio sia il primo oggetto conosciuto dalla mente umana.

Infatti:

1. Ciò in cui sono conosciute tutte le altre cose, e in forza del quale giudichiamo di esse, è il primo oggetto della nostra conoscenza: come è la luce per l'occhio, e i primi princìpi per l'intelletto.

Ma noi conosciamo tutte le cose nella luce della prima verità, e in forza di essa le giudichiamo, come dice esplicitamente S. Agostino [ De Trin. 12,2; De vera relig. 31 ].

Quindi Dio è il primo oggetto della nostra conoscenza.

2. « Chi causa in altri una data perfezione deve possederla in grado maggiore » [ Anal. post. 1,2 ].

Ma Dio è la causa di ogni nostra conoscenza, poiché è « la luce vera che illumina ogni uomo che viene in questo mondo » [ Gv 1,9 ].

Quindi Dio è l'oggetto conosciuto da noi per primo e meglio di ogni altra cosa.

3. La prima cosa che si conosce in un'immagine è il modello da cui essa dipende.

Ora, stando a S. Agostino [ De Trin. 12, cc. 4,7 ], la nostra mente è un'immagine di Dio.

Quindi Dio è il primo oggetto che noi percepiamo nella nostra mente.

In contrario:

Nel Vangelo [ Gv 1,18 ] si legge: « Nessuno ha mai visto Dio ».

Dimostrazione:

L'intelligenza umana nello stato della vita presente non può conoscere le sostanze immateriali create, come si è visto [ a. 1 ]: molto meno, dunque, potrà conoscere l'essenza della sostanza increata.

Quindi, assolutamente parlando, dobbiamo dire non che Dio è il primo oggetto della nostra conoscenza, ma piuttosto che noi arriviamo a conoscerlo attraverso le creature, secondo l'espressione dell'Apostolo [ Rm 1,20 ]: « Le perfezioni invisibili di Dio possono essere contemplate con l'intelletto nelle opere da lui compiute ».

Il primo oggetto da noi conosciuto nello stato della vita presente è invece l'essenza delle realtà materiali, che è l'oggetto [ proprio ] del nostro intelletto, come più volte abbiamo spiegato [ q. 84, a. 7; q. 85, a. 8; q. 87, a. 2, ad 2 ].

Analisi delle obiezioni:

1. Noi intendiamo e giudichiamo tutte le cose nella luce della prima verità in quanto la luce stessa della nostra mente, naturale e gratuita, non è che un'impronta della prima verità, come si è già visto [ q. 12, a. 2, ad 3; q. 84, a. 5 ].

Per cui siccome la luce stessa del nostro intelletto non è l'oggetto conosciuto, ma soltanto il mezzo per conoscere, molto meno potrà essere Dio l'oggetto primo percepito dal nostro intelletto.

2. Il principio indicato vale per realtà dello stesso ordine, come sopra abbiamo spiegato [ q. 87, a. 2, ad 3 ].

Ora, Dio causa la conoscenza di tutte le cose non come primo oggetto di conoscenza, ma come prima causa delle nostre capacità conoscitive.

3. Se nella nostra anima vi fosse un'immagine perfetta di Dio, come il Figlio è l'immagine perfetta del Padre, allora la nostra mente conoscerebbe subito Dio.

Invece quell'immagine è imperfetta.

Quindi l'argomento non regge.

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