Summa Teologica - I |
I-II, q. 80, a. 4; De Malo, q. 3, a. 5
Pare che tutti i peccati provengano dalle tentazioni del diavolo.
1. Dionigi [ De div. nom. 4 ] scrive: « La moltitudine dei demoni è la causa di tutti i mali per loro e per gli altri ».
E il Damasceno [ De fide orth. 2,4 ]: « Ogni malizia e ogni immonda passione fu escogitata dal diavolo ».
2. A ogni peccatore potrebbero applicarsi le parole rivolte dal Signore ai Giudei [ Gv 8,44 ]: « Voi avete per padre il diavolo ».
Ma il motivo di ciò era che essi peccavano per suggestione del diavolo.
Quindi ogni peccato proviene dalla suggestione del diavolo.
3. Come gli angeli sono incaricati di custodire l'uomo, così i demoni sono incaricati di combatterlo.
Ma tutto il bene che noi operiamo proviene dai suggerimenti degli angeli buoni: poiché le cose divine ci vengono comunicate per mezzo degli angeli.
Quindi anche il male che operiamo proviene tutto dalla suggestione del diavolo.
Nel libro De Ecclesiasticis Dogmatibus [ 82 ] è detto: « Non tutti i nostri cattivi pensieri sorgono per opera del diavolo, ma qualche volta essi affiorano dai moti del nostro libero arbitrio ».
Una cosa può essere causa di un'altra in due modi: direttamente o indirettamente.
Indirettamente, come un agente che produce una disposizione previa a un dato effetto è occasionalmente e indirettamente causa di quell'effetto: come se si dicesse che chi ha fatto seccare la legna è causa della sua combustione.
E in questo senso bisogna affermare che il diavolo è la causa di tutti i nostri peccati: perché fu lui a istigare al peccato il primo uomo, dal cui peccato derivò a tutto il genere umano una certa propensione a ogni sorta di peccato.
E in questo senso vanno intese le parole del Damasceno e di Dionigi [ cf. ob. 1 ].
Una cosa è invece causa diretta di un'altra quando concorre direttamente a produrla.
E in questo senso il diavolo non è la causa di ogni peccato: per la ragione che non tutti i peccati sono commessi dietro istigazione del diavolo, ma alcuni hanno origine dalla libertà dell'arbitrio e dalla corruzione della carne.
Infatti, come osserva Origene [ Peri Arch. 3,2 ], anche se non esistesse il diavolo gli uomini avrebbero ugualmente l'appetito dei cibi, dei piaceri venerei e di altre simili cose sulle quali accadono, senza il freno della ragione, molti disordini, specialmente in seguito alla corruzione della natura.
( Ma il tenere a freno e in ordine tale appetito è in potere del libero arbitrio ).
Quindi non è affatto necessario che tutti i peccati provengano dalla suggestione del diavolo.
Se però provengono da essa, allora gli uomini sono portati a compierli « per il medesimo inganno che sedusse i nostri progenitori », come dice S. Isidoro [ Sent. 3,5 ].
1. E con ciò è chiara la risposta alla prima obiezioni.
2. Anche i peccati commessi senza istigazione del diavolo rendono ugualmente gli uomini figli del diavolo, perché peccando imitano lui, che fu il primo peccatore.
3. L'uomo può cadere nel peccato per opera propria, mentre non può assurgere al merito senza l'aiuto divino, che gli viene somministrato per mezzo degli angeli.
Quindi è vero che gli angeli cooperano a tutte le nostre opere buone, mentre non è vero che tutti i nostri peccati provengono dalle istigazioni dei demoni.
Sebbene non esista alcun genere di peccato che non provenga talvolta dalle suggestioni diaboliche.