Summa Teologica - I-II |
Infra, q. 16, a. 2
Pare che il consenso non convenga agli animali irrazionali.
1. Il consenso implica la determinazione dell'appetito a un unico oggetto.
Ma l'appetito degli animali privi di ragione è determinato in questo modo.
Quindi il consenso si trova anche negli animali bruti.
2. Togliendo l'antecedente si elimina anche ciò che segue.
Ma il consenso precede l'esecuzione dell'opera.
Se dunque negli animali bruti mancasse il consenso, dovrebbe mancare in essi anche l'esercizio dei loro atti.
Il che è evidentemente falso.
3. Si dice che gli uomini talora acconsentono ad agire perché mossi da una passione, p. es. dall'ira o dalla concupiscenza.
Ma gli animali agiscono mossi dalla passione.
Quindi in essi c'è il consenso.
Dice il Damasceno [ De fide orth. 2,22 ] che « dopo il giudizio l'uomo dispone e ama ciò che è stato deliberato nel consiglio, e abbiamo la sentenza », cioè il consenso.
Ma negli animali bruti non c'è il consiglio.
Quindi neppure il consenso.
Propriamente parlando, negli animali privi di ragione non esiste il consenso.
E ciò perché il consenso implica l'applicazione di un moto appetitivo al compimento di un'azione.
Ora, tale applicazione spetta a colui che ha il dominio sul moto appetitivo: come si può attribuire al bastone il contatto con la pietra, ma l'applicazione del bastone a tale contatto spetta a colui che ha la facoltà di muovere il bastone.
Ora, gli animali bruti non hanno il dominio sui moti dell'appetito, ma questi si trovano in essi in base all'istinto della natura.
Quindi l'animale privo di ragione ha l'appetizione, ma non applica il moto appetitivo a qualcosa.
E così propriamente non si può dire che acconsente, ma acconsente soltanto la natura razionale, che ha il dominio sul moto appetitivo e può applicarlo o non applicarlo a questa o a quell'altra cosa.
1. Negli animali privi di ragione si riscontra una determinazione puramente passiva dell'appetito riguardo all'oggetto.
Invece il consenso implica una determinazione non solo passiva, ma principalmente attiva.
2. Togliendo l'antecedente si toglie anche ciò che ne deriva se questo deriva unicamente da quello.
Ma se un effetto può derivare da diverse fonti, allora l'eliminazione di una di esse non lo compromette necessariamente: se l'indurimento, p. es., può derivare dal caldo e dal freddo ( infatti i mattoni induriscono col fuoco, e l'acqua congelata indurisce con il freddo ), non ne segue che tolto il calore cessi l'indurimento.
Ora, l'esecuzione dell'atto non dipende solo dal consenso, ma anche dall'appetito impulsivo, quale si trova negli animali bruti.
3. Gli uomini che agiscono per passione possono non assecondare la passione.
Non così invece gli animali.
Quindi il paragone non regge.
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