Summa Teologica - I-II |
Pare che la bontà della volontà non dipenda dalla legge eterna.
1. Una cosa non può avere che un'unica regola o misura.
Ora, la volontà umana ha come regola, da cui dipende la sua bontà, la retta ragione.
Quindi la bontà della volontà non può dipendere dalla legge eterna.
2. Come dice Aristotele [ Met. 10,1 ], « la misura è omogenea al misurato ».
Ma la legge eterna non è omogenea alla volontà umana.
Quindi la legge eterna non può essere la misura della volontà umana, così da decidere della sua bontà.
3. La misura deve essere certissima.
Invece la legge eterna ci è ignota.
Quindi non può essere la misura della nostra volontà, in modo da determinare la bontà del nostro volere.
Scrive S. Agostino [ Contra Faustum 22,27 ] che « il peccato è un'azione, una parola o un desiderio contro la legge eterna ».
Ma la malizia della volontà è la radice del peccato.
Essendo dunque la malizia il contrario della bontà, la bontà della volontà dipende dalla legge eterna.
Quando si tratta di cause subordinate, l'effetto dipende più dalla causa prima che dalla causa seconda: poiché la causa seconda non agisce se non in virtù della causa prima.
Ora, la ragione dell'uomo deriva il fatto di essere la regola della volontà umana, e quindi la misura della sua bontà, dalla legge eterna, che è la ragione divina.
Per cui sta scritto [ Sal 4,6s ]: « Molti dicono: Chi ci farà vedere il bene? Risplenda su di noi, Signore, la luce del tuo volto ».
Come per dire: La luce della ragione che è in noi in tanto ci può mostrare il bene, e regolare la nostra volontà, in quanto è la luce del tuo volto, cioè derivante dal tuo volto.
Quindi è evidente che la bontà della volontà umana dipende dalla legge eterna molto più che dalla ragione umana; e dove è mancante la ragione umana bisogna ricorrere alla ragione eterna.
1. Non esistono più misure prossime di un'unica cosa, ma ci possono essere più misure subordinate l'una all'altra.
2. La misura prossima è omogenea al misurato, non invece quella remota.
3. Sebbene la legge eterna ci sia ignota in quanto si trova nella mente divina, tuttavia viene da noi conosciuta in qualche modo sia mediante la ragione naturale, che ne deriva come sua immagine, sia mediante qualche rivelazione sovraggiunta.
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