Summa Teologica - I-II |
Pare che la speranza non sia la prima tra le passioni dell'irascibile.
1. La potenza dell'irascibile è denominata dall'ira.
Siccome dunque « la denominazione viene desunta da ciò che è principale » [ cf. a. prec., ob. 1 ], sembra che l'ira venga prima della speranza.
2. L'oggetto dell'irascibile è l'arduo.
Ora, sembra cosa più ardua il tentativo di superare il male contrario imminente, oggetto dell'audacia, o anche il male già inflitto e presente, oggetto dell'ira, che non il semplice tentativo di conquistare il bene.
E così pure sembra più arduo il tentativo di vincere un male presente che non quello di vincere un male futuro.
Quindi l'ira sembra essere una passione superiore all'audacia, e l'audacia superiore alla speranza.
Quindi la speranza non è al primo posto.
3. Nel moto verso il fine l'allontanamento da un termine viene prima dell'avvicinamento al termine successivo.
Ora, il timore e la disperazione implicano allontanamento, mentre l'audacia e la speranza implicano avvicinamento.
Quindi il timore e la disperazione precedono la speranza e l'audacia.
Più una cosa si avvicina alla prima [ del suo genere ], più acquista priorità.
Ora, la speranza è la più vicina all'amore, che è la prima delle passioni.
Quindi la speranza è la prima tra le passioni dell'irascibile.
Come si è già detto [ a. 1 ], tutte le passioni dell'irascibile implicano un moto verso qualcosa.
Ora, tale moto potrebbe essere causato in due modi nell'irascibile: primo, dalla sola attitudine o proporzione verso il fine, il che interessa l'amore o l'odio; secondo, dalla presenza stessa del bene o del male, il che forma l'oggetto del gaudio o della tristezza.
Invece dalla presenza del bene non viene causata nessuna passione nell'irascibile, come si è già visto [ q. 23, aa. 3,4 ], mentre dalla presenza del male viene causata la passione dell'ira.
Poiché dunque nell'ordine genetico, o di esecuzione, la proporzione o attitudine al fine precede il conseguimento, ne segue che l'ira, fra tutte le passioni dell'irascibile, è l'ultima in tale ordine.
Invece tra le altre passioni dell'irascibile, che implicano un moto derivante dall'amore o dall'odio rispettivamente verso il bene o verso il male, è necessario ammettere la priorità della speranza e della disperazione, aventi per oggetto il bene, sulle altre passioni aventi per oggetto il male, cioè sull'audacia e sul timore.
La speranza però viene prima della disperazione: infatti è un moto verso il bene in quanto bene, cioè in quanto è attraente, quindi è un moto verso il bene di per sé.
Invece la disperazione è un allontanamento dal bene, e ciò non si addice al bene in quanto è bene, ma per un altro motivo, [ cioè per l'arduità ], quindi quasi accidentalmente.
E per la stessa ragione il timore viene prima dell'audacia, essendo un allontanamento dal male.
- Che poi la speranza e la disperazione siano per natura prima del timore e dell'audacia è dimostrato dal fatto che la speranza e la disperazione spiegano il timore e l'audacia, come la brama del bene giustifica la fuga dal male: infatti l'audacia nasce dalla speranza di vincere, e il timore deriva dal disperare della vittoria.
L'ira infine nasce dall'audacia: poiché, come fa osservare Avicenna [ De natural. 6, De anima 4,6 ], nessuno si adira desiderando la vendetta senza l'audacia di vendicarsi.
È perciò evidente che la speranza è la prima fra tutte le passioni dell'irascibile.
- E se vogliamo, possiamo descrivere l'ordine genetico di tutte le passioni:
al primo posto si trovano l'amore e l'odio;
al secondo il desiderio e la fuga;
al terzo la speranza e la disperazione;
al quarto il timore e l'audacia;
al quinto l'ira;
al sesto e ultimo la gioia e la tristezza, che vengono dopo tutte le altre, come insegna Aristotele [ Ethic. 2,5 ].
Tuttavia l'amore precede l'odio, il desiderio la fuga, la speranza la disperazione, il timore l'audacia e il gaudio la tristezza, come si può concludere da quanto abbiamo detto [ nel corpo e negli aa. prec. ].
1. L'ira è causata dalle altre passioni come un effetto dalle sue cause precedenti: perciò da essa, quale effetto più evidente, viene denominata la facoltà.
2. Non l'arduo, ma piuttosto il bene è il motivo del tendere e del desiderare.
Quindi viene prima la speranza, che riguarda direttamente il bene; anche se talvolta l'audacia e l'ira hanno per oggetto cose più ardue.
3. L'appetito di per sé e in primo luogo si muove verso il bene, che ne costituisce l'oggetto proprio; e da qui nasce il suo allontanarsi dal male.
Infatti il moto della parte appetitiva non si uniforma al moto fisico, ma all'intenzione della natura; la quale ha di mira prima il fine che la rimozione del suo contrario, rimozione che è cercata unicamente per il conseguimento del fine.
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