Summa Teologica - I-II

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Articolo 4 - Se l'ira implichi la ragione

II-II, q. 156, a. 4; In 7 Ethic., lect. 6

Pare che l'ira non implichi la ragione.

Infatti:

1. Essendo una passione, l'ira risiede nell'appetito sensitivo.

Ma l'appetito sensitivo non dipende dalla conoscenza razionale, bensì da quella dei sensi.

Quindi l'ira non implica la ragione.

2. Gli animali bruti sono privi di ragione.

E tuttavia in essi si riscontra l'ira.

Quindi l'ira è indipendente dalla ragione.

3. L'ubriachezza sospende l'uso della ragione.

Eppure fomenta l'ira.

Quindi l'ira non implica la ragione.

In contrario:

Il Filosofo [ Ethic. 7,6 ] insegna che « l'ira in una certa misura segue la ragione ».

Dimostrazione:

Come si è già detto [ a. 2 ], l'ira è una brama di vendetta.

Ora, la vendetta implica un confronto tra la pena da infliggere e il danno subìto.

Per cui, come dice il Filosofo [ l. cit. ], « chi deduce che è necessario affrontare qualcuno, subito si adira ».

Ma confrontare e dedurre è proprio della ragione.

Quindi l'ira in qualche modo implica la ragione.

Analisi delle obiezioni:

1. Il moto di una potenza appetitiva può implicare la ragione in due modi.

Primo, può implicarla come facoltà normativa: e in questo senso la ragione è solo nella volontà.

Infatti la volontà è denominata appetito razionale.

Secondo, può implicare la ragione come rivelatrice: e in questo senso la ragione è presente anche nell'ira.

Infatti il Filosofo [ De problem. 28,3 ] scrive che « l'ira implica la ragione non come ragione direttiva, ma come rivelatrice dell'ingiuria ».

L'appetito sensitivo infatti non ubbidisce alla ragione direttamente, bensì con la mediazione della volontà.

2. Gli animali bruti hanno l'istinto naturale inserito in essi dalla ragione divina, mediante il quale esercitano dei moti esterni e interni simili ai moti della ragione, come già si è notato [ q. 40, a. 3 ].

3. Secondo Aristotele [ Ethic. 7,6 ] « l'ira ascolta la ragione in una certa misura », cioè come rivelatrice dell'ingiuria subita, « ma non la ascolta perfettamente », poiché non rispetta la regola della ragione nel ripagare con la vendetta.

Perciò l'ira richiede un atto della ragione, alla quale però aggiunge un impedimento.

Per cui, come osserva il Filosofo [ De problem. 3, pr. 2,7 ] , quelli che sono molto ubriachi, essendo privi di ogni giudizio della ragione, non si adirano; si adirano invece quando sono leggermente ubriachi, in quanto conservano il giudizio della ragione, ma vincolato.

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