Summa Teologica - I-II

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Articolo 3 - Se i precetti cerimoniali dovessero essere molteplici

In 4 Sent., d. 1, q. 1, a. 5, sol. 2, ad 2; In Rom., c. 5, lect. 6

Pare che i precetti cerimoniali non dovessero essere molteplici.

Infatti:

1. I mezzi devono essere proporzionati al fine.

Ma i precetti cerimoniali, come si è detto [ aa. 1,2 ], sono mezzi ordinati al culto di Dio e a raffigurare Cristo.

Ora, secondo l'insegnamento di S. Paolo [ 1 Cor 8,6 ], « unico è il Padre da cui tutto proviene; e unico è il Signore Gesù Cristo, in virtù del quale esistono tutte le cose ».

Quindi i precetti cerimoniali non dovevano essere molteplici.

2. La molteplicità dei precetti cerimoniali era occasione di trasgressioni, come lascia capire S. Pietro [ At 15,10 ]: « Perché continuate a tentare Dio, imponendo sul collo dei discepoli un giogo che né i nostri padri né noi siamo stati in grado di portare? ».

Ma la trasgressione dei divini precetti si oppone alla salvezza umana.

Siccome dunque qualsiasi legge deve giovare al bene degli uomini, come insegna S. Isidoro [ Etym. 2,10; 5,3 ], sembra che non si dovessero dare molti precetti cerimoniali.

3. I precetti cerimoniali appartenevano al culto esterno e materiale di Dio, come si è spiegato [ a. prec. ].

Ma la legge doveva ridurre tale culto: poiché doveva ordinare a Cristo, che insegnò agli uomini ad adorare Dio « in spirito e verità » [ cf. Gv 4,23 ].

Quindi non si dovevano dare numerosi precetti cerimoniali.

In contrario:

Si legge in Osea [ Os 8,12 ]: « Ho scritto numerose leggi per lui »; e in Giobbe [ Gb 11,6 ]: « Per manifestarti i segreti della sapienza, e come sia molteplice la sua legge ».

Dimostrazione:

Come si è detto sopra [ q. 96, a. 1 ], tutte le leggi sono date al popolo.

Ma nel popolo ci sono due categorie di uomini: alcuni sono portati al male, e la legge ha il compito di tenerli a freno, come si è visto [ q. 95, a. 1 ]; altri sono invece inclini al bene, o per natura o per abitudine, o più ancora per grazia: ed essi dal precetto della legge devono essere istruiti e indirizzati a una bontà superiore.

Ora, per entrambe le categorie era giusto che nell'antica legge i precetti cerimoniali fossero molteplici.

Infatti nel popolo ebreo alcuni erano inclini all'idolatria: era quindi necessario distoglierli da essa e richiamarli al culto di Dio con i precetti cerimoniali.

E poiché gli uomini si davano all'idolatria in molte maniere, era necessario istituire molte pratiche contrarie per reprimerla e imporre a costoro molti precetti, in modo che gravati dalle pratiche del culto di Dio non avessero tempo per attendere a quelle dell'idolatria.

E anche per quelli che erano disposti al bene era necessaria la molteplicità dei precetti cerimoniali.

Sia perché la loro mente veniva riportata a Dio in maniere molteplici e con più assiduità.

Sia anche perché il mistero di Cristo, prefigurato da queste cerimonie, doveva portare al mondo molteplici vantaggi, e su di lui molte erano le cose da considerare, e quindi da prefigurare con cerimonie molteplici.

Analisi delle obiezioni:

1. Quando il mezzo è adeguato al raggiungimento del fine, ne basta uno per ogni fine: se una medicina sola, p. es., è sufficiente a dare la guarigione, non è necessario moltiplicare le medicine.

Invece l'inefficacia e l'imperfezione dei mezzi ne impone la pluralità: come si somministrano molteplici rimedi all'infermo quando uno solo non basta a guarirlo.

Ora, le cerimonie dell'antica legge erano inadeguate sia a rappresentare il sovraeminente mistero di Cristo, sia a sottomettere le menti umane a Dio.

Per cui l'Apostolo [ Eb 7,18 ] scrive: « Si ha l'abrogazione di un ordinamento precedente a causa della sua debolezza e inutilità: la legge infatti non ha portato nulla alla perfezione ».

Era quindi necessaria la molteplicità di tali cerimonie.

2. È proprio di un legislatore sapiente permettere trasgressioni più piccole per evitarne di più grandi.

E così per prevenire l'idolatria, nonché la superbia che sarebbe nata nel cuore degli ebrei se questi avessero adempiuto tutti i precetti della legge, Dio non omise di istituire molteplici precetti cerimoniali, nonostante la facilità con la quale li avrebbero trasgrediti.

3. La legge antica ridusse sotto molti aspetti il culto materiale.

Infatti stabilì che si offrissero sacrifici non in ogni luogo, e non da tutti, e altre cose ancora, per diminuire il culto esterno; come notò anche l'egiziano Mosè Maimonide [ Dux neutr. 3,32 ].

Tuttavia non era opportuno ridurre il culto esterno al punto di far sì che gli uomini si volgessero al culto dei demoni.

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