Summa Teologica - I-II

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Articolo 4 - Se l'uomo senza la grazia possa adempiere i precetti della legge con i suoi mezzi naturali

In 2 Sent., d. 28, q. 1, a. 3; De Verit., q. 24, a. 14, ad 1, 2, 7; In Rom., c. 2, lect. 3

Pare che l'uomo senza la grazia possa adempiere i precetti della legge con i suoi mezzi naturali.

Infatti:

1. L'Apostolo [ Rm 2,14 ] afferma che « i pagani che non hanno la legge, per natura agiscono secondo la legge ».

Ma quanto l'uomo fa naturalmente può farlo da se stesso, senza la grazia.

Quindi l'uomo può adempiere i precetti della legge senza la grazia.

2. S. Girolamo [ Pelagio, Exp. cath. fidei ] scrive che « sono da maledirsi coloro i quali affermano che Dio ha comandato all'uomo cose impossibili ».

Ora, impossibile è ciò che uno non può compiere da se stesso.

Quindi l'uomo può compiere tutti i precetti della legge da se stesso.

3. Fra tutti i precetti della legge il massimo, come afferma il Vangelo [ Mt 22,37ss ], è questo: « Amerai il Signore Dio tuo con tutto il cuore ».

Ma l'uomo può adempiere questo precetto con le sue sole forze naturali, amando Dio sopra tutte le cose, come si è visto [ a. prec. ].

Perciò l'uomo può osservare tutti i precetti della legge senza la grazia.

In contrario:

S. Agostino [ De Haeres. 88 ] insegna che è proprio dell'eresia pelagiana « credere che l'uomo possa adempiere tutti i divini precetti senza la grazia ».

Dimostrazione:

In due modi si possono adempiere i precetti della legge.

Primo, quanto alla sostanza delle opere: cioè in quanto uno compie azioni giuste e forti, e altre azioni virtuose.

E in questo modo l'uomo poteva adempiere tutti i precetti della legge nello stato di natura integra: altrimenti in tale stato non avrebbe potuto non peccare, non essendo il peccato altro che la trasgressione dei divini precetti.

Invece nello stato di natura corrotta l'uomo non può adempiere tutti i divini precetti senza la grazia sanante.

Secondo, i precetti della legge possono essere adempiuti non solo quanto alla sostanza delle opere, ma anche quanto al modo di compierle, cioè mossi dalla carità.

E in questo senso l'uomo senza la grazia non è in grado di adempiere i precetti della legge né nello stato di natura integra, né in quello di natura corrotta.

Per cui S. Agostino [ De corr. et gratia 2.3 ], dopo aver affermato che « senza la grazia gli uomini non compiono assolutamente alcun bene », aggiunge che « hanno bisogno della grazia non solo per conoscere con la sua luce quanto devono compiere, ma anche per adempiere con amore mediante il suo aiuto quanto sanno di dover fare ».

- Inoltre nell'uno e nell'altro stato gli uomini hanno bisogno della mozione di Dio per adempiere i precetti, come si è già ricordato [ aa. 2,3 ].

Analisi delle obiezioni:

1. Come spiega S. Agostino [ De spir. et litt. 27.47 ], « non deve impressionare l'affermazione che essi fanno per natura le cose della legge: poiché si tratta di un'opera compiuta dallo Spirito di grazia per instaurare in noi l'immagine di Dio, nella quale per natura siamo stati creati ».

2. Ciò che possiamo con l'aiuto di Dio non è per noi impossibile in modo assoluto: poiché, come dice il Filosofo [ Ethic. 3,3 ], « quanto possiamo con l'aiuto degli amici, in qualche modo lo possiamo da noi stessi ».

Infatti S. Girolamo nel medesimo passo confessa che « il nostro libero arbitrio è tale da dover sempre riconoscere la nostra indigenza dell'aiuto di Dio ».

3. L'uomo non può adempiere il precetto dell'amore di Dio con le sole forze naturali secondo che esso viene adempiuto con la carità, stando alle spiegazioni date [ a. 3 ].

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