Summa Teologica - II-II |
Supra, q. 25, a. 6; In Psalm. 24
Pare che non sempre l'odio del prossimo sia un peccato.
1. Nessun peccato può trovarsi tra i precetti o i consigli della legge di Dio, poiché sta scritto [ Pr 8,8 ]: « Tutte le parole della mia bocca sono giuste, niente vi è in esse di fallace o perverso ».
Ora, nel Vangelo [ Lc 14,26 ] si legge: « Se uno viene a me e non odia suo padre e sua madre, non può essere mio discepolo ».
Quindi l'odio del prossimo non sempre è peccato.
2. Nessun atto può essere peccato se con esso imitiamo Dio.
Ora, per imitare Dio dobbiamo odiare qualcuno: poiché S. Paolo [ Rm 1,30 ] afferma che « i detrattori sono odiosi a Dio ».
Perciò alcuni possiamo odiarli senza peccato.
3. Nulla di ciò che è naturale è peccato, poiché il peccato è « l'abbandono di ciò che è secondo natura », come dice il Damasceno [ De fide orth. 2, cc. 4,30 ].
Ma per qualsiasi cosa è naturale odiare gli esseri ad essa contrari e tentare di distruggerli.
Quindi non è peccato odiare il proprio nemico.
Sta scritto [ 1 Gv 2,9 ]: « Chi odia suo fratello è nelle tenebre ».
Ma le tenebre spirituali sono i peccati.
Quindi non ci può essere odio del prossimo senza peccato.
Come si è visto [ I-II, q. 29, a. 1, s. c.; a. 2, ob. 1, ad 2 ], l'odio è il contrario dell'amore.
Perciò l'odio è cattivo nella misura in cui l'amore è buono.
Ora, al prossimo si deve amore per ciò che egli ha da Dio, cioè per la natura e per la grazia, ma non gli si deve amore per ciò che ha da se stesso o dal diavolo, cioè per il peccato e la mancanza di onestà.
Quindi è lecito odiare nei fratelli il peccato e tutto ciò che è una mancanza di rispetto verso la grazia divina, mentre uno non può odiare in essi senza peccato la natura e la grazia.
Anzi, il fatto stesso che nei fratelli odiamo la colpa e la mancanza di bene è dovuto all'amore verso di essi.
Infatti volere il bene di una persona e odiarne il male sono la stessa cosa.
Per cui l'odio dei fratelli, semplicemente preso, è sempre peccaminoso.
1. I genitori, quanto alla natura e all'affinità che hanno con noi, devono essere da noi onorati, secondo il comando del Signore [ Es 20,12 ].
Devono essere invece odiati in quanto ci sono di ostacolo al raggiungimento della perfezione soprannaturale.
2. Nei detrattori Dio odia la colpa, non la natura.
E in questo senso possiamo odiarli anche noi senza peccato.
3. Gli uomini non ci sono contrari per i beni che ricevono da Dio: per cui da questo lato li dobbiamo amare.
Ci sono invece contrari in quanto nutrono contro di noi inimicizia, il che costituisce una colpa: e da questo lato vanno odiati.
Infatti noi dobbiamo odiare in essi il fatto che sono nostri nemici.
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