Summa Teologica - II-II |
I-II, q. 66, a. 3, ad 3; In 3 Sent., d. 33, q. 2, a. 3
Pare che la prudenza non abbia il compito di trovare il giusto mezzo nelle virtù morali.
1. Raggiungere il giusto mezzo è il fine delle virtù morali.
Ma la prudenza non prestabilisce il fine delle virtù morali, come si è visto [ a. prec. ].
Quindi non tocca ad essa trovare il giusto mezzo.
2. Le cose esistenti per se stesse non hanno causa, ma il loro essere è causa di se stesso: poiché ogni cosa è detta esistere in forza della propria causa.
Ma alla virtù morale conviene per se stessa di trovarsi nel giusto mezzo, essendo questo un elemento posto nella sua definizione, come si è già notato [ a. 5, ob. 1 ].
Perciò il giusto mezzo delle virtù morali non è causato dalla prudenza.
3. La prudenza agisce conformemente alla ragione.
Invece le virtù morali tendono al giusto mezzo conformandosi alla natura: poiché, come scrive Cicerone [ De invent. 2,53 ], « la virtù è un abito conforme alla natura e consentaneo alla ragione ».
Quindi la prudenza non stabilisce il giusto mezzo nelle virtù morali.
Nella definizione della virtù morale che abbiamo riferito sopra [ a. 5, ob. 1 ] è detto che essa « consiste nel giusto mezzo definito rispetto a noi dalla ragione, come l'uomo saggio lo determinerebbe ».
Conformarsi alla retta ragione è il fine proprio di ogni virtù morale: infatti la temperanza tende a far sì che l'uomo non si allontani dalla ragione mosso dalla concupiscenza; e similmente la fortezza a far sì che non si scosti dalla ragione sotto la spinta del timore o dell'audacia.
E questo fine è prestabilito per l'uomo secondo la ragione naturale: infatti la ragione naturale ordina a tutti di agire secondo ragione.
Ma determinare il modo e le vie per raggiungere il giusto mezzo nell'operare spetta alla prudenza.
Sebbene infatti raggiungere il giusto mezzo sia il fine delle virtù morali, tuttavia tale mezzo può essere trovato soltanto mediante la retta disposizione di quanto è ordinato al fine.
1. È così risolta anche la prima obiezioni.
2. Come nell'ordine di natura l'agente si limita a produrre la forma nella materia senza produrre con ciò le proprietà di tale forma, così anche la prudenza stabilisce il giusto mezzo nelle passioni e nelle azioni umane senza tuttavia far sì che le virtù morali debbano ricercare il giusto mezzo.
3. La virtù morale tende al giusto mezzo come vi tende la natura.
Siccome però il giusto mezzo non si presenta identico in tutti i casi, non basta l'inclinazione della natura, che opera sempre allo stesso modo, ma si richiede la prudenza.
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