Summa Teologica - II-II |
In 1 Sent., d. 39, q. 2, a. 2; C. G., III, c. 112; Expos. in Decal., c. De Quinto Praecepto
Pare che sia proibito uccidere qualsiasi essere vivente.
1. L'Apostolo [ Rm 13,2 ] afferma: « Chi si oppone all'ordine stabilito da Dio si attira addosso la condanna ».
Ma l'ordine della divina provvidenza vuole che tutti i viventi si conservino in vita, secondo le parole del Salmo [ Sal 147,8s ]: « Fa germogliare l'erba sui monti, provvede il cibo al bestiame ».
Quindi è illecito sopprimere la vita di qualsiasi vivente.
2. L'omicidio è peccato perché con esso un uomo viene privato della vita.
Ma la vita è comune a tutte le piante e a tutti gli animali.
Quindi per lo stesso motivo è peccato sopprimere gli animali e le piante.
3. Nella legge divina non viene determinata una pena se non per un peccato.
Ma nella legge divina [ Es 22,1 ] viene determinata una punizione per chi uccide le pecore e i buoi altrui.
Quindi l'uccisione degli animali è un peccato.
S. Agostino [ De civ. Dei 1,20 ] insegna: « Quando leggiamo: "Non uccidere", dobbiamo intendere che il comando non riguarda le piante, poiché sono prive di sentimento, e neppure gli animali bruti, poiché essi non hanno alcuna affinità di ordine razionale con noi.
Quindi il precetto: "Non uccidere" va riferito esclusivamente all'uomo ».
Nessuno pecca per il fatto che si serve di un essere in vista del fine per cui è stato creato.
Ora, nella gerarchia degli esseri, i meno perfetti sono fatti per i più perfetti: come anche nell'ordine genetico si procede dall'imperfetto al perfetto.
Come dunque nella generazione dell'uomo abbiamo prima il vivente, poi l'animale e finalmente l'uomo, così gli esseri che sono solo viventi, ossia le piante, sono fatte ordinariamente per gli animali, e gli animali sono fatti per l'uomo.
Se quindi l'uomo si serve delle piante per gli animali e degli animali per gli uomini, in ciò non vi è nulla di illecito, come il Filosofo stesso dimostra [ Polit. 1,3 ].
E il più necessario dei servizi è appunto quello di dare le piante in cibo agli animali, e gli animali in cibo all'uomo: il che è impossibile senza distruggere la vita.
Quindi è lecito sopprimere le piante a uso degli animali, e gli animali a uso dell'uomo in forza dell'ordine stesso stabilito da Dio [ Gen 1,29s ]: « Ecco che io ho dato come cibo a voi e a tutti gli animali ogni erba e ogni albero da frutto ».
E altrove [ Gen 9,3 ] si legge: « Quanto si muove e ha vita vi servirà di cibo ».
1. Secondo l'ordine stabilito da Dio, la vita degli animali e delle piante non viene conservata per se stessa, ma per l'uomo.
Per cui S. Agostino [ De civ. Dei 1,20 ] scriveva: « Secondo l'ordine sapientissimo del Creatore la loro vita e la loro morte sono subordinate al nostro vantaggio ».
2. Le piante e gli animali non hanno la vita razionale, in modo da autogovernarsi, ma sono sempre come governati dall'esterno mediante un istinto naturale.
E in ciò abbiamo il segno che essi per natura sono subordinati e ordinati all'uso di altri esseri.
3. Chi uccide il bue di un altro non pecca perché uccide un bue, ma perché danneggia un uomo nei suoi averi.
Per cui questo fatto non è elencato tra i peccati di omicidio, ma tra quelli di furto o di rapina.
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