Summa Teologica - II-II |
I-II, q. 100, a. 5, ad 4; In 3 Sent., d. 37, q. 1, a. 2, sol 2
Pare che il quarto precetto, che riguarda l'onore dovuto ai genitori, non sia ben formulato.
1. Questo precetto appartiene alla pietà.
Ora, come è una parte della giustizia la pietà, così lo sono pure l'osservanza, la gratitudine e le altre virtù di cui abbiamo parlato [ q. 101 ss. ].
Quindi non era necessario dare un precetto speciale per la pietà trascurando le altre virtù.
2. La pietà non onora soltanto i genitori, ma anche la patria e « gli altri consanguinei e i benemeriti verso la patria », come sopra [ q. 101, a. 1 ] si è visto.
Perciò in questo precetto non è a proposito l'esclusivo richiamo a onorare il padre e la madre.
3. Ai genitori non si deve solo la riverenza dell'onore, ma anche il sostentamento.
Quindi il comando di onorare i genitori non è sufficiente.
4. Più volte capita che chi onora i genitori muoia presto, mentre quelli che non li onorano vivano a lungo.
Perciò non era conveniente aggiungere al precetto quella promessa: « Perché tu viva lungamente sulla terra ».
È sufficiente l'autorità della Scrittura.
I precetti del decalogo sono ordinati all'amore di Dio e del prossimo.
Ora, il prossimo verso il quale siamo più obbligati sono i genitori.
Quindi immediatamente dopo i precetti che regolano i nostri rapporti con Dio viene il precetto che regola i nostri doveri verso i genitori, i quali sono la causa particolare della nostra esistenza, come Dio è la causa universale di tutti gli esseri.
E così il quarto precetto ha una certa affinità con quelli della prima tavola.
1. Come si è notato sopra [ q. 101, a. 1 ], la pietà è ordinata a soddisfare gli obblighi verso i genitori, obblighi che sono comuni a tutti gli uomini.
Quindi fra i precetti del decalogo, che sono universali, deve trovare posto un comandamento relativo alla pietà a preferenza delle altre parti della giustizia, che riguardano dei doveri particolari.
2. I doveri verso i genitori precedono quelli verso la patria e i consanguinei: poiché tanto i consanguinei quanto la patria ci appartengono per il fatto che siamo nati dai nostri genitori.
E così i precetti del decalogo, essendo i princìpi primi della legge, regolano più i rapporti dell'uomo verso i genitori che quelli verso la patria e i consanguinei.
- Tuttavia in questo precetto che comanda di onorare i genitori sono implicitamente comandati tutti i doveri verso le altre persone nei riguardi delle quali siamo particolarmente obbligati, come nel principale analogato sono impliciti i termini secondari.
3. Di per sé ai genitori è dovuto l'onore e il rispetto, mentre il sostentamento e ogni altro aiuto sono loro dovuti in ragione di qualcosa di accidentale: p. es. in quanto si trovano nell'indigenza, o per altre circostanze del genere, come sopra [ q. 101, a. 2 ] si è spiegato.
E siccome gli elementi essenziali precedono quelli accidentali, era giusto che tra i primi precetti della legge, vale a dire nel decalogo, fosse comandato in modo speciale di onorare i genitori.
Ma in questo dovere, che è il principale, sono implicitamente comandati sia il sostentamento sia tutti gli altri doveri verso i genitori.
4. A chi onora i genitori è promessa la longevità non solo nella vita futura, ma anche nella vita presente, secondo la dichiarazione dell'Apostolo [ 1 Tm 4,8 ]: « La pietà è utile a tutto, portando con sé la promessa della vita presente come di quella futura ».
Ed è giusto.
Poiché chi è grato di un beneficio merita in qualche modo che tale beneficio gli venga conservato, mentre per l'ingratitudine uno merita di perderlo.
Ora, dopo che a Dio, noi dobbiamo il beneficio della vita ai genitori.
E così chi onora i genitori merita la conservazione della vita in quanto grato del beneficio, mentre chi non li onora merita di perderla in quanto ingrato.
- Siccome però i beni e i mali presenti, come si è detto [ I-II, q. 114, a. 10 ], non cadono sotto il merito o il demerito se non in quanto sono ordinati al premio della vita futura, talora secondo l'occulto giudizio di Dio, il quale mira specialmente a tale premio futuro, alcuni che pure sono riconoscenti verso i genitori hanno una vita breve, mentre altri che sono ingrati verso di essi hanno una vita lunga.
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